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The Parbuckle Show

Post n°267 pubblicato il 17 Settembre 2013 da driver64

Ho seguito le fasi del raddrizzamento della Costa Concordia sui canali Sky; di là dal fatto tecnico con le sue implicazioni e i suoi costi e di là dal lato umano costituito dal triste ricordo del naufragio sono rimasto spiacevolmente sorpreso dalle conferenze stampa che si sono succedute e più trascorreva il tempo e più il mio disappunto si trasformava in delusione e persino irritazione per com'erano gestiti questi incontri con la stampa nazionale ed estera che in quel momento rappresentava l'opinione pubblica.

Per primo devo stigmatizzare la presenza e gli interventi del "prefetto" Gabrielli che non so a quale titolo e a quale fine in pratica era attribuito il ruolo di portavoce e moderatore, ma che dico, il ruolo di vero e proprio Master Of Ceremony e padrone di casa dilagante e insindacabile.

Il suo tono, ieratico e retorico, era stemperato da numerose imprecisioni linguistiche e concettuali che involontariamente lo rendevano ridicolo, ma in una circostanza così delicata la sua approssimazione verbale faceva pensare a una superficialità e una supponenza ben lontana dalle competenze richieste e non commisurata alla delicatezza del momento e dalle incognite dell'operazione di recupero; inoltre il malcelato atteggiamento di diffidenza verso i giornalisti (che ripeto, rappresentavano "noi" gente comune) era in totale contraddizione con lo spirito delle conferenze stampa che appunto dovevano rappresentare un momento d'informazione puntuale accurata e serena su quanto stava accadendo, ma è stata tutt'altro, cioè una stonatissima e ringhiosa autocelebrazione.

Nella fattispecie il compito della Protezione civile era di "sorveglianza" e di "rappresentanza" da parte del governo e dello stato sul territorio nei confronti dei privati che gestiscono il recupero, quello che non comprendo è perché esporsi mediaticamente più e quanto gli "artefici dell'operazione" e addirittura sovrapporsi a loro e pretendere di gestire le loro comunicazioni.

Il disagio e l'artificiosità della situazione, infatti, apparivano tangibili sia nelle facce dei giornalisti e nelle loro domande rare ed esitanti e nelle risposte nervose e al limite della freddezza da parte del prefetto Gabrielli che rispondeva nella maggior parte dei casi oppure stabiliva quale rappresentante del team era qualificato a rispondere, seguendo evidentemente un preciso piano e una discrezionale divisione di ruoli del qualte tuttora non comprendo il significato.

Altrettante difficoltà di comunicazione venivano appunto dai rappresentanti dei team che invece di leggere semplici resoconti del lavoro cominciato ed in corso e delle prospettive immediate, parevano intimiditi e schiacciati dalla personalità di Gabrielli più che viversi quali sereni protagonisti del loro difficile lavoro e renderci compartecipi delle loro difficoltà e rassicurandoci con le loro scelte razionali e prudenti ( e ciò avrebbe dovuto costituire la finalità di quelle conferenze stampa).

Altra stonatura i ringraziamenti e i riconoscimenti reciproci: non era proprio l'occasione per "lodare" eventuali sinergie fra pubblico e privato, almeno non con quell'enfasi perché il privato è semplicemente il responsabile di quella tragedia e di quel danno e cavare le castagne dal fuoco, risanare, ammendare non è motivo di soddisfazione ma "dovere" e si fa, si paga, si toglie il grave incomodo frutto di errori umanissimi e brama di profitto e si rimborsa si rifonde la comunità, ma ripeto con umiltà, sottotono e senza "inchini" reciproci, parola quanto mai appropriata, semmai inchini di scusa verso le vittime della tragedia e della comunità del Giglio che ha visto e vede sconciato il suo ambiente.

Parte dell'indegno spettacolo anche quell'inutile e volgarissimo tabellone con quel titolo da film con Steven Seagal con i nomi degli sponsor  che fa pensare appunto al deteriore e approssimativo e scandalosamente strumentale sistema di illustrare l'operazione con finalità essenzialmente  autopromozionali per tutti i convenuti.

Purtroppo anche il Presidente Letta non è stato immune da inutili trionfalismi,sarebbe stato sufficiente  espriemere  "sollievo e soddisfazione" a nome della comunità, non certo "orgoglio" per una tecnologia e per il ruolo delle parti, soprattutto il ruolo dei i privati che come si è visto nel caso del naufragio hanno adoperato la tecnologia a sproposito nella ricerca del profitto.

L'impressione è che come nel caso del dimissionato Bertolaso la Protezione Civile sia appannaggio di figure che sfruttano il loro ruolo e compito istituzionale come passerella mediatica e non perdono occasione di lustrare la propria personalità più che lasciar parlare il loro lavoro; lavoro che in questa circostanza doveva essere si di sorveglianza che è invece stato adoperato come passerella per soddisfare le smanie di protagonismo di un prefetto che è un dipendente dello stato e remunerato con le nostre tasse.

Sono rasserenato per il buon compimento dell'operazione e che il lungo percorso per il risanamento dell'isola sia cominciato bene, ma non posso che sentirmi insoddisfatto da chi è preposto ad assolvere questi incarichi e non vorrei che questa sgangherata e fuori luogo esibizione mediatica fosse in realtà sintomo di problemi futuri.

Da questa tragedia trasformata in "successo" ed evento mediatico ancora una volta si coglie lo stacco fra chi detiene un qualsivoglia potere o gestisca interessi privati e noi comuni cittadini trattati appunto come "destinatari" o "target" da usare per fini commerciali o di autopromozione personale. Davvero è intollerabile come viene distorta e piegata l'informazione e artefatta la comunicazione anche in un caso "sfavorevole" come questo.

 

 

 
 
 
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