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Le giornate di uno scrittore 3

Post n°145 pubblicato il 11 Ottobre 2008 da driver64
 

Quinto iniziò giornate proficue scrivendo mattina e pomeriggio,riempiendo cartelle su cartelle. Sia accorse di deviare dalla scaletta,stava aggiungendo personaggi e situazioni impreviste,ma non intendeva fermarsi a rivedere timoroso di spezzare il ritmo. La redattrice stessa gli aveva consigliato di non cercare immediata perfezione di stile e di coerenza quanto di cercare un flusso,un’onda di marea. Si estraniò un pochino dalla vita di quella casa,usciva solo per il pranzo o la cena e un pomeriggio,rimasto senza sigari si ritrovò a chiedere qualche sigaretta alle due donne per non recarsi in piazza. La giovane fu ben contenta di regalargli qualcuna delle sue e voleva persino trottare al bar Centrale per acquistare i sigari preferiti da Quinto,ma sua madre si interpose: “Vo io,stella,debbo anche acquistare sali e qualche chinino,ne siamo rimaste sprovviste” Quinto si rammaricò:“non volevo creare tanto scompiglio!”
“Nessuno scompiglio” ribatté seria quella “vorrei invece vederla di nuovo a creare,ci mancherebbe che il suo lavoro fosse interrotto per una piccolezza del genere” Quinto ebbe i suoi sigari e terminò il lavoro poco più tardi del solito se ne fumò uno stando appoggiato al davanzale,riposando lo sguardo sulla distesa di campi e vigneti. Soprappensiero,la mente ancora posseduta da trama e dialoghi si diresse al bagno ma come schiuse la porta scoperse la giovane immersa nell’acqua schiumosa della vasca e la madre seduta sul bordo intenta  a passarle amorevole le spalle con il guanto di crine. Quei fotogrammi si  impressero nella sua mente: la sorpresa della giovane,lo sguardo calmo della madre,come la giovane aveva rialzato il busto sollevando dall’acqua i seni rigogliosi con areole larghe e puntine rosee. Chiuse la porta arrossendo imbarazzato e con un batticuore che gli fece pensare al troppo caffé e al sigaro fumato in fretta. A tavola fu la madre a spiegargli :”ci spiace aver occupato ilo bagno,colgo l’occasione per dirle che domattina non ci troverà,ci recheremo infatti con il primo locale al paese vicino;mia figlia deve sottoporsi a una ...doverosa visita dal...nostro dottore” lo disse schermendosi,quasi imbarazzata,una condizione del tutto insolita per quella donna sempre seria e decisa;la figlia invece era serena e vivace al solito,con i capelli lucenti lasciati sulle spalle e per nulla scomposta per l’incidente:  “bhè,ora mi ha visto,come io ho visto lei il primo giorno!” Il mattino dopo il cielo era nuvoloso con qualche lontano brontolio di tuono,le due donne si prepararono rapidamente e Quinto le udì avviarsi ben prima delle sette e mezzo. La casa vuota o il cielo plumbeo e il barometro basso influirono stranamente sulla sua creatività,aveva abbozzato una pagina quando un errore di battuta lo bloccò,continuava a sbagliare ed esasperato smise ed uscì. Cafè e giornale non lo misero di buonumore;una banca nazionale era in difficoltà per uno scandalo,la maggioranza traballava,la frangia nazionalista faceva la voce grossa per un confine conteso da anni,c’erano stati scontri alla capitale e nella regione interessata. La brava gente non si batte per stupido orgoglio nazionale,pensava Quinto,però il malcontento,le cose che non si accettano a volte sublimano in rabbia assurda contro un nemico simbolico. Che ti importa la lingua di chi ti sfrutta? Sarai libero o oppresso di qua o di là da un confine e sempre a causa di una struttura sociale inadeguata,non di una bandiera,ma questo la gente non lo capisce,semplifica  e travisa invece con rozze scorciatoie problemi complessi e universali. Povera umanità che non si evolve perchè le mancano strumenti cognitivi! Vergogna sui demagoghi che cavalcano le masse intrappolate in questi errori culturali! Quinto scosse la testa ripiegando le pagine e lasciò il Bar Centrale dirigendosi verso la bottega di cartolaio sempre sotto ai portici della piazza principale,non era ancora entrato in quell’ antro oscuro,ma l’odore di inchiostro e legno di matita lo addolcirono. I titolari,un uomo con gli occhiali spessi e la moglie lo scrutarono incuriositi. Fece spesa di cose antiche,una stilografica laccata con il pennino d’oro e l’inchiostro,quaderni dalla copertina nero lucido,pagine a righe finissime e bordi verticali rossi,roba che lui aveva usato forse in prima elementare,matite di grafite tenera e altre colorate,una risma di fogli avvolta in carta da pacco,sullo scaffale da così tanto tempo che la parte esposta alla luce era nettamente sbiadita,del resto la filigrana di quei fogli leggeri ed economici apparteneva ad una cartiera ora chiusa. Insomma un salto nel passato che se non altro raddrizzò quel mattino incespicante. Il cielo era sempre più cupo ed il tuono insistente,si avviò rapido verso casa e dalla finestra della sua camera si godette lo spettacolo del temporale piuttosto forte che ne seguì,finche vento e pioggia non gli imposero di chiudere la finestra. Mancava la tensione e non poteva scrivere quindi si distese a riflettere. Il temporale cessò alla mezza e Quinto,con un po’ d’appetito, scese in cucina per affettare del salame da mettere in due pagnotte tagliate,consumò i panini con  il solito bicchiere di bianco,seduto a tavola in quella piacevole e insolita oscurità diurna,meditando. Un frutto ed un cafè completarono il suo pasto,fumò poggiato allo stipite rimirando la strada a pozzanghere,si chiese se le due donne avessero preso l’acqua o meno. Pisolò in camera sua un’oretta  e fu il sole il vociare delle due ritornate a destarlo. Sorrise,si levò e scese “Bentornate”
“Olà Quinto! Come se l’è cavata senza di noi?” chiese la padrona di casa,soddisfatta. “Perfettamente,grazie,voi invece? Il temporale vi ha creato problemi?” rispose la giovane “Assolutamente no,oltre la collina ne è giunto solo l’eco,siamo rimaste sorprese al ritorno vedendo acqua dappertutto” Quinto chiese innocentemente “La visita?” Fu meravigliato dalla reazione delle due,che si scambiarono sguardi interrogativi come chiedendosi “Gli diciamo qualcosa o no?” la madre riprese in mano la situazione “Bene,mia figlia sta bene e ora non avrà più bisogno di me per andare alle sue visite periodiche,né avremo dubbi o crucci d’ora in poi,spero bene” concluse con una sguardo significativo alla figlia che arrossì lievemente “Bhè,non è che prima ve ne siano stati..”
“Mmh” disse stringendo le palpebre la madre. “bhè cambiamo discorso. Ha scritto,Quinto?” L’uomo  aveva la scusa pronta “Ho cominciato  al solito,ma a metà mattina il temporale ha interrotto l’energia elettrica,mi sono preso una piccola pausa,niente di grave,riprenderò fra poco..”

 
 
 
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