La pinguetudine
(triste rivisitazione del testo de "La solitudine", cantato sotto la doccia contemplando i rotolini)
Un anno se ne è andato e non ritorna più
e i jeans dell'anno scorso non mi vanno più
è un bottone di metallo senza l'asola
nel freddo di un mattino grigio di ciccià
in casa il frigo è vuoto, il resto è dentro me
sono le briciole di panettone tra i dentini miei
circonferenze enormi sembra che si insinuino
ma il cibo chiama forte nello stomaco
chissà se poi dimagrirò
se con la tuta ora vivrò
se mi nascondo dietro te
sfuggo gli sguardi e me ne sto
rinchiusa in camera e non posso mangiare
stringo forte a me il cuscino
e piango e non lo so
quando altro cibo mangerò in pinguetudine
ancora nel mio diario ho una fotografia
di dolci fatti in casa tanto calorici
la stringo forte al cuore e sento che vorrei
mangiare a più non posso anche la macchina
mia madre e i suoi consigli che monotonia
lei che i cappelletti mi ha portato via
di certo il mio parere non l'ha chiesto mai
ha detto un giorno tu mi capirai
chissà se poi dimagrirò
se ancora il costume metterò
per nuotare ancora un po' per me
ma non è facile lo sai
a casa non ne posso più
e i pomeriggi senza the
scrivere è inutile tutte le idee
si affollano sul perché
non è possibile vedere che
la vita è ormai per due
ti prego allacciati jeansino mio
ma illudermi non so
la pinguetudine è con me
questa ciccetta dentro me
è l'abitudine di vivere
mangiato come un bue
ti prego fermati perché
non posso mettermi un gilet
non è possibile vedere che
la vita fa per due
la pinguetudine...