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SUPERMERCATO CLINICO

Post n°487 pubblicato il 05 Novembre 2008 da ausdauer
 

Devo ammettere, mio malgrado, che questa estate appena trascorsa mi ha permesso di imparare una quantità di cose che mai, diversamente, avrei potuto conoscere. Lavorare come cassiera in un supermercato di discrete dimensioni è formativo almeno quanto lavorare in albergo con turisti imbizzarriti. Io non capisco perché non mi vogliano passare tutte queste ore nel sociale come tirocinio clinico: ci sono più persone malate da assecondare o aiutare ogni giorno in queste strutture che in quelle specializzate. Dal canto mio, ho elaborato tutta una serie di studi psicologici sulla clientela e ho individuato quelli che sono i peggiori clienti per una povera cassiera inesperta.

1) Il cliente che ha fretta
Il cliente che ha fretta in genere è una donna, di circa sessanta anni, che trascorre almeno un'ora dentro al supermercato chiacchierando amabilmente con tutte le pensionate che incontra, fino a che non arriva alla cassa. Alla cassa avviene la trasformazione, perché è qui che  il cliente deve dimostrare al resto del mondo che il suo ruolo in questo mondo è predominante.
Il cliente che ha fretta, è impaziente anche se non c'è nessuno. Basta il minimo intoppo nella cassa per mandarlo in incadescenze. Prelevare il resto dalla cassa deve essere un gesto immediato. Anzi, bisognerebbe preparargli il resto ancora prima che lui paghi, per assecondare la sua fretta. Se finisce il rotolo per lo scontrino è subito tragedia e un coro di sbuffi si leva  da dietro le spalle della cassiera, che con la tachicardia e la fronte imperlata, spera che tutto si svolga nel minor tempo possibile. Quando c'è molta fila, il cliente che ha fretta viene vicino alla cassiera urlando "la vuole far aprire un'altra cassa sì o no??", con una maleducazione tale che verrebbe voglia di macellarlo all'istante. Molti di loro non sanno nemmeno dirti perché hanno fretta, ma l'urgenza che avvertono è devastante sia per loro che per le povere cassiere.

2) Il cliente che ha voglia di chiacchierare
Questo tipo di cliente è quasi peggio del primo, perché ti fa rischiare la vita. Perché la cassiera deve essere cortese e affabile, ma anche veloce, e efficiente, e non può perdersi in chiacchiere, mentre c'è gente che ha fretta. Eppure, nonostante la tensione sia palpabile, il cliente ciarlone non s'arrende: torna indientro quattro o cinque volte a chiedere se la carne che ha comprato si mantiene in frigorifero qualche giorno o perché non si vendono più prodotti non in commercio dal 1970, esibendo una faccia tanto tenera che ti si spezzerebbe il cuore per il senso di solitudine che emanano, se qualcuno non fosse pronto a sua volta a spezzarti le braccia.

3) Il cliente con i sacchetti delle monetine
In genere si tratta di persone anziane che, incapaci di gestire la mole di monetine che viene loro rifilata, raccoglie quintali di spiccioli in appositi sacchettini del peso di un quintale l'uno, e che con nonchalance appoggia sulla cassa al momento del pagamento. "Li conti pur lei" dicono alla cassiera, con aria innocente, mentre questa comincia a sudare. Povere anime fragili, che probabilmente non hanno nemmeno un nipote che dedica loro due minuti per aiutarli con la gestione del denaro. Peccato che in certi contesti siano veramente inopportuni.

4) Il cliente che ha voglia di litigare
Basta un nonnulla, per far scattare la molla di questo tipo di cliente. Un prodotto sistemato male da lui stesso sul rullo, che cade non appena questo si avvia e si frantuma in terra tra le bestemmie. La colpa è della cassiera, naturalmente, lei avrebbe dovuto sapere come si sistema la spesa. Oppure un codice a barre che non viene riconosciuto, una banana un po' troppo matura, un sacchetto stropicciato, un'osservazione azzardata sul fatto che i sacchetti si pagano. Qualche settimana e avevo imparato che tutto quello che insegnano sulla cordialità e la cortesia sono balle: se dai loro corda sei spacciato. Ignorarli e continuare il proprio lavoro è forse meno educato, ma è l'unico modo per uscirne illesi. Alla cassa non c'è certo il tempo per una psicoterapia che miri a individuare la causa di cotanta aggressività, bisogna prima di tutto salvarsi la pelle.

5) Il cliente dalle banconote umide
Questo tipo di cliente è temibile come la peste, perché non sai mai di cosa si sono impregnate queste benedette banconote. E' con estremo senso di impotenza che talvolta si assiste all'estrazione di 50 euro ben infilati nel reggiseno di qualche amabile vecchietta, affezionata al vecchio metodo antifurto che, in piena estate, ti tende le banconote molli di sudore e tu, cassiera, vorresti avere delle pinze o dei guanti per afferrarle senza che vengano a contatto con la tua pelle. Che queste persone siano ossessionate dall'idea di dover lasciare una traccia di sè ovunque vadano? Bisogna dire che, sinceramente, se ne farebbe a meno.

 
Rispondi al commento:
Mr.Green_76
Mr.Green_76 il 05/11/08 alle 14:38 via WEB
Noooo... le cinquanta euro madide di sudore nel reggiseno della vecchiarella sono il più grande anticoncezionale di cui abbia mai sentito parlare!
 
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