Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

Messaggi del 25/02/2008

IL POST MANCANTE

Post n°426 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da ausdauer
 

In molti si sono chiesti cosa è accaduto quel giorno. In realtà non mi fa piacere ricordarlo, così come non mi piace ricordare lo svillimento provato in questi due anni, ma ,per dovere di cronaca, vi dirò come sono andate le cose.

11 febbraio 2008

A questo giorno erano precedute numerose imbarazzanti ore di pianti, capricci, attacchi di ansia, attacchi isterici, vere e proprie manifestazioni fobiche all'avvicinarsi del momento in cui avrei preso in mano il microfono e avrei dato spettacolo di me stessa in un contesto tanto odiato come quello universitario. Il CdM, che si è subito lunghi giorni di autentico terrore in mia compagnia, ha ringraziato a lungo il Cielo per aver fatto sì che quel giorno arrivasse e lo liberasse dalla prova vivente e tangibile della possessione demoniaca.

Eppure aveva ragione la mia compagna di sventura, in quei momenti troviamo una forza che non sospettiamo nemmeno di possedere. E in qualche modo affrontiamo l'evento senza scoppi di pianto, attacchi di cuore, crisi respiratorie o embolie fulminanti.

Ero la seconda laureanda del pomeriggio. L'aula della discussione era un'auletta nuova, molto intima, situata nella parte alta della facoltà. Dopo aver dato una rapida occhiata all'ambiente mi sono accorta del problema. L'enorme, gigantesco, insopportabile dettaglio, per il quale, se solo ne avessi sospettato prima l'esistenza, avrei sicuramente compromesso il mio apparato cardiovascolare.

Potevo mai smentirmi una volta nella mia vita?

Nervosamente ho cominciato a chiedere conferme in giro, senza ottenere alcuna risposta rassicurante. Mi guardavo intorno come se avessi appena scoperto l'esistenza di chissà quale sala delle torture in cui dovevo entrare, pronta a immaginare il peggiore degli esiti possibili. Poi, ahimè, hanno aperto le porte. Mentre famiglia e amici mi esortavano ad entrare velocemente, io non ho trovato di meglio da fare che farmi prendere dal panico e invece di entrare per raggiungere il mio posto ho fermato il tecnico dell'aula chiedendogli con aria terrorizzata "Ma qui non c'è un bagno??". Non mi è sembrato nemmeno particolarmente stupito, per mia fortuna. "Deve prendere l'ascensore, scenda di sotto e poi salga le scale dall'altra parte. Corra!!". E così ho cominciato a correre sui miei tacchi traballanti in direzione dell'ascensore, il quale lentissimamente mi ha condotto al piano terra da cui poi ho raggiunto le scale e il tranquillizzante angolo wc.

Al mio ritorno le porte dell'aula erano chiuse e di lì a poco - ma guarda un po' - sarebbe toccato a me. Dalla vetrata scorgevo la Mutti che mi guardava con palpabile apprensione e mi invitata concitatamente ad entrare, perché la ragazza prima di me era già quasi alle conclusioni. Io barcollavo sulla soglia cercando il momento opportuno per sgattaiolare dentro come un topino. Preso il coraggio a due mani sono entrata nel bel mezzo della discussione e con una nonchalance invidiabile ho preso posto come se nulla fosse accaduto. La Mutti scuoteva la testa, mentre gli altri tiravano un sospiro di sollievo.

Poi mi hanno chiamata e in maniera molto pacata ho preso posto sulla sedia, ho afferrato il microfono e le parole hanno cominciato a scivolare da sole, spinte dal desiderio incommensurabile di finire, nient'altro che questo.

E in effetti tutto è finito, già già. La mia giovine e garrula correlatrice (delle cui sembianze ho preso atto soltanto due minuti prima della discussione) mi ha posto la fatidica domanda sul desiderio sessuale in terza età, mettendo in imbarazzo una commissione composta prevalentemente da persone assai attempate. La presidentessa della commissione mi ha fermata dicendo che forse non era il caso di addentrarsi oltre in un argomento dai possibili risvolti imbarazzanti e il mio percorso accademico è finito così, con la proclamazione con il voto più basso della giornata (o chissà, magari di tutta la sessione di laurea). Ma l'importante era liberarsi di cotanta fonte di stress (inutile peraltro). E tutti vissero felici e contenti.

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 02/03/2005
 

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