Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

Messaggi di Aprile 2007

IL CAMBIO DI STAGIONE

Post n°333 pubblicato il 10 Aprile 2007 da ausdauer

Ebbene, rieccomi.

Per chi già mi immaginava su qualche spiaggia assolata, ad abbeverarmi da una noce di cocco in compagnia di qualche macho cubano con cui improvvisare una salsa, sarà una delusione cocente leggere che in realtà sono sempre stata qui ad osservare silenziosa.

E' vero, da un certo punto di vista conosco gente, faccio cose, mi perdo in posti dietro casa, ma tutto ciò non riesce ad attenuare del tutto il mio male di vivere. Siedo al sole e sento il calore sulla pelle, eppure non riesco a decidermi. Sto meditando.

Fare il cambio degli abiti nell'armadio è qualcosa di atroce per una persona come me, di indole pigra e dalla mente fossilizzata sull'idea del maglione a collo alto. Una tale operazione presuppone tre cose che la mia mente si rifiuta di concepire:

1. Il cambiamento.
2. La fiducia negli eventi.
3. La voglia di adoperarsi in qualcosa che non sembra strettamente necessario.

Ci sono innumerevoli esempi che riguardano la mia resistenza al cambiamento, in fondo il nick "perseveranza" non è stato scelto a caso. Ad esempio, sbrigarsi a terminare questa carissima (in senso economico del termine, non affettivo) università determinerebbe lo spezzarsi della ormai decennale abitudine a spezzare l'anno in due parti: mesi di studio e mesi di lavoro. A quanto pare qualcosa di me si rifiuta di procedere in questo senso. Per questo subdolo inconscio motivo abbandonare i miei caldi maglioni, anche se rischiano di mandarmi in putrefazione, mi manda in crisi e non  solo perché il distacco mi costringerà alla conta di nuovi, morbidi, rotolini acquisiti.

Senza contare che non sono mica sicura che tutto ciò sia cosa buona e giusta. Finire l'università mi getterà nell'incertezza, ma anche accantonare la lana in favore del cotone mi pone di fronte a nuovi avvincenti dubbi. E se la primavera mi giocasse uno scherzo e sperimentasse un'inversione di marcia a discapito delle mie fragili tonsille ipertrofiche? Se da una parte ho imparato che è sempre meglio lasciare qualche maglione nel cassetto anche ad agosto, poiché l'imprevedibilità degli agenti atmosferici mi ha già sconcertato più volte in passato, dall'altra la cosa comincia a infastidirmi vista la scarsa capienza del mio armadio.

Se a tutto questo aggiungiamo un'indolenza atavica e opprimente, il risultato sarà un costante rimandare al domani quello che si potrebbe cominciare a fare tranquillamente anche ora. Ma no, grazie, oggi no. Ho fame, sono stanca, ho sonno, e non ne ho proprio voglia. Magari domani, se mi resta tempo... Intanto ci penso.

 
 
 

VITA GRAMA, GRAMA VITA

Post n°332 pubblicato il 04 Aprile 2007 da ausdauer
 

"Non ricevo a Cesena, ma se intende venire a ricevimento da me a Bologna mi chiami. Dalle 7.30 alle 8."

Ok, non so voi, ma io alle 7,30 del mattino non parlo. Non ce la posso fare. Posso grugnire, tossire, rantolare, esprimermi come la bambina di "The Grudge" e fare "gghhhhghhhhhh" (ho anche lo stesso colore della bambina, probabilmente), ma non potete chiedermi di articolare una frase.
A quell'ora sgranocchio cereali, che è l'unico sforzo fisico che il mio corpo può sopportare dopo essere riemersa da quattro chili di coperte, figuriamoci se riesco a trovare la forza di spingere dei tasti.
Ad accendere la televisione rischio di cadere in catalessi in meno di 4 nanosecondi.
E non saluto nemmeno mio fratello, perché non lo riconosco e non sarei certo in grado di presentarmi e dire il mio nome e cognome senza confondermi con qualche personaggio partorito estemporaneamente dalla mia mente malata.
Io alle 7,30 non so neanche chi sono e perché esisto, come potrei riconoscere l'apparecchio telefonico, digitare dei numeri nell'ordine prestabilito e soprattutto ricordarmi il perché lo devo fare?
E poi va a finire che chiamo questo benedetto uomo e lui è lì che si sta lavando i denti, e gli va di traverso la schiumina colto alla sprovvista dal trillo del telefono, o peggio ancora, è lì sotto la doccia e per rispondere al telefono s'affretta e mi scivola rovinosamente a terra fratturandosi il femore. No dai, non si può. Ma ci vogliamo rendere conto dei rischi che si corrono a dare questo genere di appuntamento telefonico oppure no?

Quanto è dura stare al mondo, quanto!

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 02/03/2005
 

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