L'intollerante

Mi sono reso conto che, tentare di spiegare tutti i punti in maniera analitica e dettagliata avrebbe rischiesto troppo tempo e, soprattutto, sarebbe risultato tedioso per molti...così ho raccolto tutti i miei appunti e tentato una sintesi, arrivando direttamente al nocciolo della questione ed evitando inutili "giri panoramici" travestiti da premesse sbadigliose.

Dunque: la cosa che mi premeva individuare era l'esistenza di alcuni schemi di comportamento statici e di altri che, invece, sono dinamici. I primi fanno si che, ogni individuo, si comporti allo stesso modo e segua gli stessi meccanismi di azione sia nella realtà che nella virtualità; i secondi, come si può facilmente evincere, sono invece peculiari di quelle che definisco"relazioni incorporee" e cioè di quelle interazioni sociali che si sviluppano nelle comunità virtuali.

Come qualcuno ha giustamente osservato, è difficile e poco realistico operare uno studio su un campione di individui non reali, nascosti dietro nick e indentità potenzialmente fittizzie e paragonarlo ad uno studio effettuato su soggetti in un ambiente concreto come, ad esempio, un laboratorio d'analisi o un ufficio di ricerche... la cosa che però mi interessava, non era certo quella di equiparare le due tipologie di studio, quanto piuttosto quella di individuare il meccanismo principe dell'agire umano, sia fuori che dentro le comunità virtuali.

A mio modesto e non inconfutabile avviso, questo meccanismo viene innescano dalla ricerca della coerenza. Mi sono adoperato per creare un "esperimento nell'esperimento". In che senso?! Per valutare la presunta validità di questa mia tesi, dovevo, fino all'ultimo, essere vacuo al punto giusto(argomentare in maniera convincente, ma lasciare comunque dei punti criptici e "deboli" nel mio discorso generale). Dovevo suscitare interesse attraverso anticipazioni ed esporre tutte le conclusioni in maniera monca, non completa ed aperta a molte interpretazioni e critiche differenti.

Avevo bisongo, in poche parole, di confondere ancora una volta le idee dei miei lettori e di capire, fino a che punto, il bisogno di essere coerenti con le proprie scelte iniziali e farsi guidare dai pregiudizi, fosse forte. Attenzione, però...il mio concetto di "coerenza" non è da intendersi in maniera ogettiva(l'ipocrisia è incredibilmente accentuata nel mondo virtuale, proprio perchè possiamo spogliarci o vestirci con molteplici identità ed eliminare ciò che odiamo del nostro carattere senza difficoltà e, soprattutto, senza essere scoperti).

La coerenza di cui parlo è, in effetti, quella che dobbiamo mostrare agli altri e non quella che abbiamo dentro di noi, che fa parte della nostra autocoscienza. Mi spiego con un esempio, basandomi sui dati che sono disponibili, grazie ai commenti, agli occhi di ognuno di voi: tutti quelli che hanno sempre preso in simpatia questo blog e il suo gestore(e non era cosa facile, dati gli attributi che avevo conferito ad eccelso e badmind) si sono dimostrati(in maniera sincera o meno) interessati "all'esperimento", incoraggiandomi e spronandomi ad andare avanti.

Qualcuno, rendendosi conto delle piccole e scusabili imprecisioni nella mia linea argomentativa, si è prodigato in utili e acute critiche costruttive ma, la maggior parte, si è dimostrata incuriosita dal tutto e si espressa in maniera acriticamente positiva.

Quelli che, invece, si sono dimostrati ostili al sottoscritto e lo hanno "preso in antipatia" non hanno dimostrato la minima pietà, gettandosi in una critica distruttiva di tutto il suo lavoro e di ciò che che caratterizzasse la sua persona("Le università di oggi fanno schifo", "se una professoressa reputa interessante tale cazzata è un incompetente", "il giornale sul quale è uscito il tuo articolo è ridicolo ecc ecc). Il primo commento dell'amico Not Foud è stato, non a caso, molto azzeccato e ha rischiato di svelare tutta la mia macchinosa e complessa "ricerca"; infatti, il blog delle Arabe, con i suoi assidui frequentatori, rappresentava un terreno incredibilmente fertile per l'inserimento di un elemento di destabilizzazione come me (alcune persone cariche d'odio, spirito del blog spesso frainteso e un gruppo coeso e solidale che si scagliava, a turno, contro il nuovo arrivato indesiderato).

Dopo 2 mesi di puerili e volgari discussioni e le varie fazioni che si delineavano, ognuno ha comunque sempre cercato di seguire la sua linea di pensiero iniziale senza sforzarsi di cambiarla. In pratica, quasi tutti gli schemi validi "nell'interazione reale", qui su digiland, saltavano, al contrario di quelli che erano inerenti alla "coerenza riflessa"(la coerenza che dobbiamo dimostrare di possedere agli altri). Tutto il discorso, vale per tentare di dimostrare che, nel mondo moderno, caratterizzato da anomia, globalizzazione e standardizzazione, l'uomo cerca sempre di costruirsi un ruolo e un'identità solide. Questa è l'era dell'individualismo, dell'egocentrismo e, contemporaneamente, dell'eccessivo bombardamento informativo. Secondo le mie considerazioni, "le guerre del web" affiancheranno quelle civili e militari e, comprendendo i loro meccanismi di innesco, potrebbero, un giorno, evitarsi queste ultime.
Ovviamente il post è aperto ad ogni tipo di critica e di idea; cerchiamo di completarlo e migliorarlo con commenti costruttivi e obiezioni intelligenti, ok?!
ps purtroppo per voi:-P, il discorso non si esaurisce con questo post...ne ho in serbo un altro che parlerà del ruolo degli anonimi e, in qualche modo, del blog Arabe Felici e del suo effetto alienante negativo su alcuni soggetti deboli. Buona domenica a voi che siete sani di mente;)