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Post n°235 pubblicato il 13 Novembre 2011 da eccelso86
E’ caduto Silvio Berlusconi e in molti festeggiano per un battaglia (importante) vinta ma si dimenticano che, da anni, stanno perdendo ripetutamente ed inesorabilmente una guerra fondamentale: quella per un futuro dignitoso e per una sovranità nazionale solida ed intoccabile. L’Italia ossessionata dall’antipolitica consegna la propria politica nelle mani di un alfiere del neoliberismo targato Fmi e Bce. L’Italia ossessionata dai propri affarucci di quartiere si lascia scippare definitivamente l’ultima occasione per scegliere da sola di che morte morire. D’ora in avanti la priorità assoluta sarà il pagamento del debito; di questo debito che in grossa parte è solo una colossale e criminale truffa ai danni di cittadini sempre meno rappresentati e meritevoli di rappresentanza. Ma l’anoressica consolazione per gli antiberlusconiani irriducibili è servita: l’oramai ex premier dovrà vergognarsi per il resto dei suoi giorni e vivere da fallito-ripudiato. Passerà alla storia come l’uomo che doveva (e poteva) cambiare tutto ma che ha deciso che bisognava lavorare per il cambiamento solo “a tempo perso” e solo per la tutela della propria persona. Passerà alla storia come la più grande promessa infranta da un politica da sempre bugiarda ma mai così cialtrona, frivola, cafona e ricattabile. Intorno a lui un’opposizione ipocrita ed ugualmente colpevole ma solo un pelino meno sguaiata e puerile destinerà il paese alla recessione ineluttabile e ad un gruppo di lobby che non ha paura di ridurti alla fame perché non ha bisogno del tuo voto e del tuo consenso. Qualcuno ha visto il 12 novembre 2011 come una data di “liberazione”, non rendendosi però conto che la schiavitù nei confronti dell’oligarchia denarocentrica continua, ma con un dettaglio ancora più agghiacciante: ora gli affaristi non sono più “raggiungibili”. Ora gli affaristi sono lontani, invisibili, non individuabili e ancora più spietati delle cricche e dei vari movimenti massonico-mafiosi nostrani. I più disinformati si rifugiano nell’idea che quello guidato da Monti sarà “un governo tecnico come altri” ma, del tutto ignoranti in materia storica, economica e politica, non sanno che il nuovo uomo anti-default è in realtà il cavaliere pro-recessione e pro macelleria sociale messo in sella al nostro ronzino spompato direttamente dal Fmi? Ecco: il Fondo Monetario Internazionale è quell’organo criminale ed autoreferenziale che, durante la crisi degli anni 80, destinò alle banche in difficoltà qualcosa come 150 miliardi di dollari ed al welfare degli stati in crisi qualcosa come zero euro. E’ un mano spietata che racimola gli ultimi risparmi delle famiglie, degli imprenditori e di qualsiasi altro essere umano per arricchire ancor di più chi è già diventato straricco grazie alle crisi create ad arte. Così oltre il danno resterà la beffa: ci convinceranno che in effetti dobbiamo “tirare la cinghia” per “evitare il default” e che tutto sommato è giusto così visto che “in passato abbiamo goduto di troppi privilegi”. Certo era intollerabile che un uomo, dopo aver lavorato e pagato tasse per 50 e passa anni, poi potesse godere di un trattamento pensionistico dignitoso ed utile anche ad aiutare i propri figli e i propri nipoti. Certo è incredibile e parassitario il ragionamento secondo il quale chi perde il lavoro debba godere di qualche ammortizzatore sociale per non morire di fame e di depressione. Così come è impensabile che chi si ammala debba essere curato a spese della collettività. E poi scusate: vi rendete conto di quanto fosse indecentemente privilegiato il lavoratore che con turni di 10 ore al giorno per 6 giorni su sette riusciva a comprarsi un auto senza effettuare un “finanziamento anticipo zero da rimborsare in 84 comode rate mensili con taeg massimo del 9%?”. In effetti è giunto il momento di rinunciare a tutte queste coccole sociali che per anni hanno garantito un briciolo di equità e di equilibrio sociale. Infondo ad imporci queste riforme “lacrime e sangue” sono persone che, come lo stesso Monti, da senatori a vita guadagneranno un pingue stipendio da 25.000 euro al mese e, come speculatori finanziari ed usurai legalizzati, potranno a malapena comperarsi 2000 auto di lusso, 100 ville e 300 yatch. Va bene così: stappiamo lo spumante per salutare mister B e poi però torniamo subito a lavorare il doppio per guadagnare sempre meno. Del resto c’è la crisi, no? Da bravi schiavi non potevamo né dovevamo mica sperare in qualcosa di meglio… |
Post n°234 pubblicato il 28 Settembre 2011 da eccelso86
Premessa: ieri sera a Porta a Porta si è parlato del comma 29, il cosiddetto ammazza-blog, ma gli spettatori di certo non avranno capito di cosa si tratta. E siccome per Gasparri e dintorni Internet è uno strumento micidiale, è evidente che i nostri politici e la nostra classe dirigente 1) non sanno niente della rete e pure legiferano su di essa 2) non hanno idea del mondo che c'è qui dentro 3) hanno bisogno di un corso full immersion del comma ammazza-blog che stanno per legiferare. Bene il corso glielo offriamo noi, gratuitamente, perché caro Gasparri sì, Internet è uno strumento micidiale di libertà, di creatività, di condivisione di sapere e di conoscenza. Mondi inesplorati, capisco perfettamente (Arianna). Di Bruno Saetta |
Il commento di un mamma alla lettera sul giornalismo contempornaeo che ho scritto a Beppe Severgnini
Post n°233 pubblicato il 23 Luglio 2011 da eccelso86
Non ho mai ripubblicato i commenti che ricevo agli articoli che scrivo per julienews ma, in questo caso, dato l'argomento trattato ed il contenuto della considerazione, ho deciso di fare un'eccezione e di riportare integralmente lo "sfogo" di una madre (di una delle sempre più numerose madri) che dopo aver speso soldi ed energie per fornire alla propria meritevole figlia tutti i "pezzi di carta" necessari per l'accesso al mondo del lavoro (che conta), si ritrova nella frustrante situazione di vedersi tutte le strade principali sbarrate. Prima di leggere il commento della signora, che ringrazio di cuore per avermi regalato una così importante e preziosa testimonianza di delusione che però non si sposa con la rassegnazione, vi rimando alla "lettera" che ho scritto a Beppe Severgnini in merito al giornalismo contemporaneo e agli (assurdi) paletti inseriti dal Corriere della Sera durante l'ultimo annuncio di "ricerca giovani redattori". Di seguito, il commento della signora Luisa "Gentilissimo Sig. Germano Milite,
A voi le conclusioni e l'incipit per il dibattito. |
Post n°232 pubblicato il 18 Marzo 2011 da eccelso86
"Chi sei tu per giudicare me?". Quante volte, durante una discussione che accennasse una qualche forma di considerazione morale sul prossimo, vi siete sentiti dire questa frase? Da un po' di anni, la mia risposta è sempre la stessa e di solito funziona; manda in crisi:"E tu chi sei per pretendere di non essere mai giudicato per ciò che dici e fai"?. Il punto, vedete, è abbastanza semplice: il paradossale relativismo assoluto, la cui moda è esplosa definitivamente nella seconda metà del 900, con il passare delle generazioni ha creato un vero e proprio esercito di bambinoni frignoni, permalosi, presuntuosi ed assolutamente insofferenti ad ogni tipo di critica motivata ed obiettiva. Si è confusa la lotta allo stupido e bigotto moralismo, con la necessità di darsi al più insensato "faicometiparismo". E così, da "tromboni-bacchettoni", siamo diventati direttamente e rovinosamente irresponsabili. Non ci sono state vie di mezzo; giusti compromessi che ci permettessero di maturare senza le ossessioni moraliste dei nostri bisnonni. E così che, nei bimbi e negli adolescenti moderni, si è radicata la semplicistica convinzione che "ognuno è speciale a modo suo" o che "alla fine ognuno ha le sue idee e queste ultime devono sempre essere rispettate". In tal modo, nel corso degli anni, si è arrivati a far coincidere la libertà di pensiero e di espressione con il divieto assoluto di critica nei confronti dell'espressione stessa. Qualunque tronfia idiozia, qualunque insulsa opinione priva di logica e fondamento, deve essere quindi tollerata e mai bollata con aggettivi che possano ferire chi l'ha espressa. Non è un caso, quindi, che flotte di ventenni ed ultratrentenni, arrivino ad una certa età totalmente impreperati al durissimo confronto con il mondo; come se non esistesse nessuna morale da rispettare, nessun buon esempio da emulare, nessun paletto da non valicare per rispetto della propria dignità; nessuna responsabilità intellettuale ed esistenziale da prendersi. Guardando l'attuale classe dirigente, non a caso, si ha proprio l'impressione di trovarsi dinanzi ad un manipolo di cialtroni maicresciuti che sono campioni olimpionici in un'unica specialità: lo scaricamento del barile. Quasi più nessuno sembra entrare in contatto con un sano senso di vergogna, con il giusto interesse per la propria reputazione e, nel caso in cui si collezioni figure indecorose, con la necessità di sparire dalla scena pubblica. Uno stato dove la raccolta differenziata ed il riciclo dei rifiuti solidi urbani è ancora utopia, registra invece un riciclaggio pari quasi al 100% di rifiuti solidi umani. E' per questo che, da sempre, mi riscopro intimamente più vicino ai valori (oramai perduti e svenduti) della cosiddetta "destra". Il senso di rigore, affiancato a quello di responsabilità per i propri, obiettivi e plateali errori, ha caratterizzato la mia educazione fin da quando ero piccino. Ogni volta che litigavo con qualche amichetto, il primo a prenderle, anche se avevo ragione, ero proprio io. Il frignare non era concepito; l'autocommiserazione idem. Bisognava reagire e rialzarsi, sempre e comunque. Un sano e non esasperato spirito competitivo, aiuta a mettersi in gioco e ad ambire ad elevarsi moralmente ed eticamente e non solo economicamente. Accettare il fatto che esistano individui che, per scelte e sacrifici fatti durante la propria vita, siano obiettivamente migliori di altri, aiuta a crescere in maniera equilibrata e ad essere persone più complete e realmente umili. Perchè non vogliamo capirlo? Perchè ci ostiniamo a sostare in questa paraculata deresponsabilizzante che sospende il giudizio per mancanza di coraggio e maturità? Forse qualche "adulto" saprà rispondermi. Chissà... |
Post n°231 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da eccelso86
Prima di leggere la nota, vi invito a guardare questo breve ma intensissimo video http://www.facebook.com/video/video.php?v=1319510235419&oid=148665529854&comments&ref=mf Bene, ora che avete visto ciò che dovevate vedere per "ispirarvi", potete proseguire la lettura della nota; cominciando con il dare risposta ad alcune domande: che fine hanno fatto gli studenti che protestavano con grande ardore nelle piazze di tutta Italia? Dove è andato a diluirsi quel movimento giovanile che in tanti definivano addirittura "il nuovo 68"? Soprattutto: cosa ha ottenuto di immediato e concreto per il miglioramento dell'Università italiana? Quando attraverso qualche video-editoriale mi sono permesso di suggerire un tipo di protesta alternativa agli striscioni ed agli slogan posticci, alle strumentalizzazioni più o meno sordide di certi docenti ed alle rivendicazioni vuote, mi sono dovuto sorbire una serie abbastanza variegata (e deprimente) di insulti, accuse e riflessioni prive di senso. I vari "ma chi sei per dire questo", "ma come sei ingenuo", "ma così non farai che peggiorare la situazione" e via discorrendo mi hanno letteralmente inondato. Insomma: ho avuto l'ennesima conferma che in questo paese (e non solo in questo) ci sono troppe persone che amano lamentarsi giornalmente delle regole salvo poi non avere il coraggio necessario per tentare di cambiarle sul serio. Ma cosa proponevo di tanto assurdo ed utopistico? In primis la presentazione di un progetto alternativo di riforma (da scrivere con i pochi ma buoni docenti che ancora sopravvivono nel sempre più scadente sistema accademico, con le aziende e le imprese e ovviamente con gli studenti più capaci e vispi). Il primo scoglio, dunque, era rappresentato dal non limitarsi alla perpetua protesta di piazza ma dallo sforzarsi di accendere una torcia creativa puntandola verso una strada alternativa. Preparato un progetto dettagliato e lungimirante di riforma, si sarebbe poi passati alla seconda fase: presentazione al Ministero dell'Istruzione ed all'opinione pubblica e sospensione di ogni attività universitaria (compreso il tanto prezioso pagamento delle rette) fin quando non si sarebbe ricevuta una risposta concreta e credibile da parte dell'esecutivo. Il messaggio che doveva passare era chiaro:"O cambiate sul serio ed in fretta, o non vi diamo più soldi per foraggiare uno schema d'istruzione vecchio ed incapace di preparare i giovani a vivere nel mondo globalizzato". I primi "geni" ad intervenire sono stati quelli che si sono sentiti in dovedere di difendere a spada tratta gli atenei ed i corsi di laurea che funzionano bene. Ma a cosa serve parlare delle eccellenze positive se la maggioranza del "palazzo didattico" crolla a pezzi? Ovvio che nell'opera di critica e riforma non devono essere contemplate le cose che funzionano già bene (della serie:"Sono laureato con 110 e lode in ovviologia logica"). Secondo dubbio-timore:"Eh ma sei pazzo? Cioè noi non studiamo e non ci lauriamo fin quando il governo non ci concede ascolto? E perchè io devo rinunciare allo studio?". Ora, ragazzi cari, chiunque frequenti l'Università con consapevolezza supereriore a quella di una pecora cerebrolesa, non può non notare che la situazone è drammatica, che veniamo preparati alla massificazione nozionistica e rigorosa in un mondo che ha invece un disperato bisogno di creatività, inventiva, dinamicità e capacità di adeguamento anche nei suoi settori più "tecnici" e "pragamatici". Chiunque frequenti l'Università con un briciolo di dignità, spirito critico, ambizione ed amor proprio, si rende conto che è da stolti prendersi una laurea in "Conservazione dei Beni Culturali" attendendo il mitologico "concorsone pubblico" che non ci sarà prima di 20 anni e che prevederà i soliti 30 assunti su 30.000 partecipanti. Non possiamo continuare a sfornare laureati in psicologia, sociologia, lettere, scienze politiche e via discorrendo quando non ci sono posti di lavoro che li attendono e non possiamo studiare come disperati fino a 25 anni per poi renderci conto, magicamente, che saremo disocuppati o precari per altri 15. Non è possibile subire una presa per i fondelli così colossale e plateale e non sentire dentro la voglia di ribellarsi in maniera decisa e decisiva, fuori dagli schemi, fuori dalla paura di perdere le briciole che ci lasciano. Se non si vive la vita con passione, fame e follia quando si hanno 18-20 anni, allora quando? Se si pensa e si agisce come ottuagenari rassegnati e demotivati quando si è così giovani, allora quanto tempo resta a questo paese prima di sprofondare in un abisso senza fine? Possibile che ci siano ancora così tanti ragazzi pronti ad essere inerme carne da macello? Pronti ad accettare questa cultura ignorante e standardizzata? Ci spengono i sogni quando siamo bambini, ci spezzano le ali quando siamo adolescenti e ci mettono le catene una volta che siamo diventati adulti. Siamo schiavi che giocano a fare i ribelli ma che tornano prontamente in riga quando il Kapò di turno li richiama all'ordine e ricorda loro la possibilità di perdere quel nulla che hanno. Io voglio riprendermi l'Università ed il mio futuro e voglio farlo con ogni mezzo ed il più rapidamente possibile. Non scappate, non fuggite con la coda fra le gambe; restate qui e combattete per non lasciare in mano ai demoni il paradiso nel quale siamo nati. |
Post n°230 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da eccelso86
Pezzo estratto da "L'amore ai tempi della collera"
"Quando sei giovane e ti comporti in maniera decisa, mostrando sicurezza e determinazione, nel migliore dei casi il tuo viene viene visto come un semplice atteggiamento momentaneo spinto da ingenuo entusiasmo. Poi cresci, gli anni passano e i sogni diventano solo rarefatte certezze di fallimento. Arrivi agli "anta" e ti rendi conto che, in effetti, il tuo voler essere "alternativo" alla massa acritica che ti circondava probabilmente non era altro che un test; un lungo test che, grazie a tentativi ed errori, rivendicazioni ed annunci, ti aiutava a plasmare la tua personalità. Se quando sei più vecchio smetti di pensare ed agire come quando eri giovane, allora la tua ribellione non era che un gioco da imberbe. La ribellione non è una scelta, la ribellione non è un atteggiamento; la ribellione è un modo di essere. Lo spirito critico è uno di quei semi che puoi far fruttare solo se hai la fortuna di avercelo impiantato nell'anima Da ragazzo ero un imprevedibile e per questo qualcuno mi ammirava, molti mi temevamo, moltissimi non mi capivano. Non riuscivo a dare punti di riferimento e le etichette non facevano presa sulla mia pelle. Ero un indipendente, un indisponente, un provocatore, un presuntuoso ma anche il contrario di tutto questo. Ero contraddittorio e coerente, entusiasta e depresso, passionale e svogliato. Io ero un disordinato. Io ero vivo. E tu? Come me hai la sfortuna-fortuna di essere nato in un mondo abitato da gente che sa solo piangersi addosso e ricordarsi che non ha tempo (e palle) per mettere in dubbio le cose che "si fanno così da sempre". Il regime di mediocrità imposto da questa finta e corrotta democrazia è avvilente forse ancor più che in passato. Tu sei giovane e sconti quindi la tua prima grave colpa. Tu sei giovane e meridionale e a questo punto le colpe sono due. Tu sei giovane, bello, intelligente, curioso, assertivo, polemico ed immodesto e queste caratteristiche concludono l'elenco di ciò che la maggior parte della gente non ti perdonerà. La tua unica possibilità è non farti schiacciare dal tuo talento; di non essere schiavo del narcisismo che colpisce le persone brillanti. Ricorda: il passo tra un ridicolo pallone gonfiato ed un intellettuale rispettato e temuto è molto breve e lo compi solitamente non prima dei 30. Abbi fiducia in te stesso ma non solo in te stesso" Mi aveva lasciato solo queste poche righe, il vecchio Antonio. Come suo solito, aveva voluto cercare l'effetto speciale straordinario. Solo che questa volta si era proprio superato; piantandosi un colpo di pistola in testa e facendo in modo che il primo a trovarlo con mezzo cervello sulla scrivania fossi proprio io. Mi diceva sempre:"La cronaca nera non fa per te, tu sei un creativo". Alla fine ci è riuscito a farmi cambiare settore: dopo quella visione non mi sono mai più occupato di nera. |
Post n°229 pubblicato il 06 Dicembre 2010 da eccelso86
Visto che ultimamente non si parla d'altro, vi spiego io tutta la verità su Wikileaks: Assange in realtà lavora per Topolino e Babbo Natale (che in verità sono uomini della Cia assoldati da ex uomini del KGB). Lo scopo è quello di screditare la Befana ed Harry Potter (noti filo-islamici) per favorire l'ascesa di Zio Paperone e Gastone (noti sionisti) in America. Contemporaneamente, il contro-spionaggio statunitense che si occupa di "spioneggiare" gli ex del KGB e la Cia deviata, ha assoldato Minnie e Paperina per millantare uno stupro subito dal fondatore del noto portale da molti definito "pirata". In combutta con Israele, in ultimo, c'è anche un mai realmente defunto Michael Jackson; da poco convertitosi all'ebraismo e deciso a ritornare sulla scena pop (frizzantina) con il nome di Aronne Marfè Albahari.
Eppure non riesco a comprendere come mai nessuno ci fosse arrivato prima...era così dannatamente semplice intuire certi collegamenti.
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Post n°228 pubblicato il 18 Novembre 2010 da eccelso86
Di: Germano Milite In questo mondo globalizzato e sempre più pieno di terroni ed extracomunitari pronti ad invadere la paradisiaca ed eterea Padania, arriva la drammatica legge del contrappasso a punire quegli imberbi ed ingenui ragazzotti nordici che adorano (adoravano?) la Lega Nord. Il forum ufficiale dei giovani padani, infatti, è stato oscurato in seguito alla mole considerevole di messaggi negativi comparsi nelle ultime settimane nei vari topic. |
Post n°227 pubblicato il 04 Novembre 2010 da eccelso86
Qualche minuto fa sono inciampato su di una valigia che era stata lasciata nel corridoio di casa mia (era buio, mi stava esplodendo la vescica e correvo come un pazzo verso il wc a mo di talpa nevrastenica). Cadendo mi si è infilato un pastello a cera verde nel naso, si è sciolto per il calore, ho starnutito proprio davanti alla porta del cesso e per puro caso ho "disegnato" con il muco e la cera una splendida farfalla verde pisello. E poi quando dico che sono un artista mi prendono pure per il culo...tze |
Post n°226 pubblicato il 12 Settembre 2010 da eccelso86
Per il mio ottavo compleanno il mio vecchio mi regalò un aeroporto in miniatura della Lego. La scatola conteneva oltre 600 pezzi e quindi potrete immaginare che ci volle mezza mattinata per costruire la piccola-grande struttura di plastica. Seguimmo le istruzioni passo passo e, fissaggio dopo fissaggio, vennero su la torre di controllo, il ristorante, la sala d’attesa, la pista di decollo-atterraggio, il garage per i mezzi di soccorso ed infine l’aereo di linea con le sue 12 sedioline in plastica sulle quali incastrare i due buchi che i pupazzetti avevano al posto delle natiche. Tre ore di duro lavoro che però valsero decisamente la pena. Né io, né il mio babbo potevamo però sapere che, di li a breve, il sederello pannolinoso di mio fratello minore (che doveva ancora compiere un anno ed amava ciondolare per casa in equilibrio precario), sarebbe rovinosamente impattato sulla torre di controllo, il ristorante, la sala d’attesa e parte dell’aereo. Quando avvenne il fattaccio io ero nella mia stanza; a cercare nella cesta dei vecchi giochi altri pupazzetti legoformi da aggiungere ai 5-6 che erano contenuti dalla confezione.
Ps il Nano distruttore, ovviamente, è riferito al mio fratellino. Che Brunetta non si senta assolutamente chiamato in causa. |
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