Barchimede TransAt
Traversata atlantica Italia Brasile ottobre-novembre 2008
Post n°111 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da barchimede1
|
Post n°110 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da barchimede1
|
Post n°109 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da barchimede1
Abbiamo recuperato la chiglia, ma che fatica !! Ieri ci siamo attrezzati meglio e siamo andati sulla secca un paio di ore prima della bassa marea, portandoci 6 bidoni stagni da 200 litri, un palo di legno di carnauba di 6 metri, mentre 2 parabordi e tutte le cime disponibili sul Barchimede erano già là dal tentativo precedente. All'arrivo sul posto un paio di jangadeiros stavano già prendendosi il materiale... si sa, la legge del mare dice che i relitti sono di chi li trova. Questa disponibilità dei brasiliani mi sorprende sempre. Alla bassa marea, più vicina alla sizigie, c'erano solo 20 centimetri d'acqua sopra la chiglia. Con la bassa marea, sembrava di essere in una laguna calma, senza onde. Il problema grosso è che la chiglia pesa più di 1300 chili, quindi tutta la zattera andava a fondo invece di galleggiare. Oggi mi dedicherò alla pulizia dell'interno della barca e se avanza tempo, a rimettere a bordo qualcosa di ciò che è stato recuperato. |
Post n°108 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da barchimede1
Dopo 3 giorni di lavori frenetici Barchimede galleggia, dopo il naufragio in un posto di grande bellezza. E' privo della chiglia e di metà del timone. anche l'asse dell'elica è storto. L'interno è un disastro, sabbia, conchiglie, gasoio, olio, acido solforico delle batterie, vari prodotti chimici trasportati in cabina mescolati insieme. Il danno più grave è stato aver lasciato acceso l'interruttore generale su 1-2. La chiglia, strappata dalla forza delle onde, oltre a svellere 8 bulloni da 20 millimetri ha anche stortato di 30 gradi il telaio interno in lega di alluminio, aprendo una breccia di un metro per 15 centimetri, a cui è seguito un rapido affondamento. In quel momento la carta sul GPS segnava una profondità di 5 metri, + 2 dell'alta marea di quadratura. Per farlo galleggiare abbiamo approfittato della bassa marea per stratificare e resinare temporaneamente la falla. Ieri mattina, ripercorrendo a ritroso la traccia del GPS abbiamo ritrovato la chiglia. Il Barchimede è ormeggiato vicino alla spiaggia dove c'è un marina, il marina do Enrique, che ricovera circa 60 motoscafi. Non è troppo esoso e mi ha aiutato molto. Ormai sono un po' stanchino, oltre che frustrato.
|
Post n°107 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da barchimede1
Purtroppo Barchimede è affondato stamattina, dopo aver urtato il fondo con la chiglia sulla foce del Jaguaribe. La barra di questi fiumi si sposta, secondo le stagioni e le maree. Per primo si è spezzato il timone, poi la chiglia è rientrata, facendo una falla che lo ha velocemente riempito. Il tempo di chiedere aiuto ad una barca di pescatori, ed è affondato vicino alla spiaggia, in circa 2 metri d'acqua. Adesso aspettiamo la bassa marea, per vedere se emerge ed è recuperabile. |
Post n°106 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da barchimede1
Ci riprovo, oggi il meteo prevedeva 5-10 nodi, invece ce ne sono sempre come al solito 25-27 finora... L'obiettivo è più ridotto: Aracati, 67 miglia di cui ne ho già fatte 27. Speriamo in bene perchè il motore ha ogni tanto qualche mancamento... forse carburante sporco o filtri sporchi, chissà. Aggiornamento domani mattina. |
Post n°105 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da barchimede1
Ieri è iniziata la stagione delle piogge e da qualche giorno il vento ha mollato a 5/10 nodi. Tante barche sono già partite verso sud-est. Mi sto organizzando per andare anch'io, magari a motore e a piccole tappe, purtroppo sempre in solitario. A quanto pare con l'alta marea (quasi 3 metri) si riesce ad entrare in alcuni estuari dei fiumi, le foto su Google Earth mostrano infatti anche navi piuttosto grosse. |
Post n°104 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da barchimede1
Questa volta son andato ben più lontano... ma il risultato è lo stesso. Sembra che sia proprio difficile arrivare a questo Cabo Calcanhar, in pratica lo spartiacque dell'Aliseo brasiliano. A nord del capo, vento e corrente vanno a NordEst, a sud del capo vento e corrente vanno a SudEst. E' stata duretta, diciamo forse l'esperienza più impegnativa che mi sia mai capitata, a parte una certa notte di capodanno del 1981 al largo dell'isola del Gargalo. Ho comunque imparato alcune cose, dai jangadeiros e dai marinai locali: 1) il vento "sembra" sempre quasi costante, ma non lo è Dal canto mio ho capito che il problema più grosso per un solitario è quello del sonno. 1) dormire solo 20-30 minuti per volta Quindi ho fatto una buonissima bolina i primi 2 giorni, percorrendo 110 miglia fino a Areia Branca, dove la carta indicava un paio di ancoraggi e speravo di riposarmi. Quindi la decisione: poggiare e volare a 15-20 nodi, pur con 2 mani e fiocco 4. Ironia della sorte, all'arrivo a Fortaleza il vento è sceso a 9 nodi, ma va bene così. Il Signore mi ha messo alla prova e Lo ringrazio di avermi condotto in porto sano e salvo. |
Post n°103 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da barchimede1
In splendida solitudine domani in mattinata ci riprovo: rotta sud-est ! Niente altre persone a cui dover badare, taniche ben piene di gasolio per una eventuale lunga smotorata di 4 giorni, controllato bene il meteo (sempre poco favorevole) ma con alcune periodiche finestre di rotazione favorevole, da sfruttare opportunamente. L'unica preoccupazione resta il rischio collisioni.... che di traffico, a dire la verità, un po' cen'è, soprattutto jangadas a pesca al largo. Di giorno si vedono bene, ma di notte vanno pure a luci spente. |
Post n°102 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da barchimede1
Siamo partiti ieri mattina in direzione Natal, con l'intenzione di fare 63 miglia ed entrare nella foce del fiume Jaguaribe, località Aracati, accessibile solo con l'alta marea. Dopo 10 ore contro un vento di 25-30 nodi avevamo fatto solo 21 miglia, subendo anche qualche danno alla fiancata a causa dell'ancora insufficientemente legata e sganciatasi. Il mio equipaggio era a pagliolo, a causa del mal di mare... troppo arduo proseguire. Siamo rientrati a Fortaleza in circa 2 ore e mezza, dal che ne deduco che la corrente era di circa 2,6 nodi. Bolinare 30 nodi di vento contrario e 2,6 nodi di corrente contraria è una cosa per equipaggi duri che ne hanno una gran voglia... Per ora siamo rientrati, ora esploreremo soluzioni alternative. Piccola disavventura nella notte: l'ancora ha arato per circa 1 miglio nel porto di Mucuripe !!! Credo che dovrò ripensare le mie strategie nautiche per il futuro, visto che due rischi gravi di affondamento nello stesso giorno mi hanno dato da pensare. |
Post n°101 pubblicato il 27 Dicembre 2008 da barchimede1
|
Post n°100 pubblicato il 24 Dicembre 2008 da barchimede1
Abbiamo reincontrato a Fortaleza una magnifica barca, LS Ejdern già ammirata a Fernando de Noronha. Costruita nel 1894 in quercia e faggio come barca del pilota, lunga 11,60, pesante 14 tonnellate di cui 2 in chiglia, è particolarmente bella in quanto benissimo conservata con amore e veramente "navigata" come poche barche al mondo. E' armata con randa aurica e controranda, fiocco e controfiocco sul lungo bompresso. Ci hanno messo 17 giorni da Capo Verde a Fernando de Noronha, contro i nostri 10. E' tutto un altro stile di barca, ma è sicuramente ben più comoda del Barchimede, non solo più lunga, ma anche più larga e profonda, con interni più ampi ed equipaggio sufficiente per manovrare le pesanti aste e il massiccio bompresso retrattile. Anche loro hanno un motore Volvo Penta, anche loro hanno pannelli solari, il doppio dei nostri, anche loro hanno un satellitare Iridium. Il loro pilota automatico non assorbe energia elettrica in quanto è del tipo a vento. A loro dire funziona benissimo, a patto che ci sia vento. Devono innaffiare la coperta 2 volte al giorno, per raffreddarla ed impedire che si secchi e faccia acqua. La barca sta facendo il giro dell'Atlantico e nei prossimi mesi salirà verso Terranova e la Groenlandia per riattraversare l'Oceano e giungere nuovamente in Norvegia ad ottobre 2009. L'equipaggio, per noi curiosamente barbuto e biondo rossiccio, è molto simpatico. Il loro sito è www.ejdern.no |
Post n°99 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da barchimede1
Il Barchimede è arrivato in Brasile in ottimo stato di navigabilità, anche parecchio meglio messo che alla partenza. C'è ancora una residua leggerissima via d'acqua dallo specchio di poppa, che quando si naviga parecchio sbandati mure a sinistra con onda di poppa imbarca circa mezzo litro al giorno. Inizialmente soltanto nel gavone di poppa, ma oltre un certo livello si propaga nel pavimento della cuccetta del navigatore con il fastidio di bagnare eventuali bagagli. Contrariamente ai racconti di Roberto Iorio, non abbiamo avuto rotture nè alla trozza del boma, nè al vang, nè ad altre parti delle manovre fisse o correnti. Abbiamo stracciato dalla balumina all'inferitura il Genoa 3, che in realtà è un fiocco olimpico, costruito in Kevlar parecchio pesante. Abbiamo strappato l'ultimo giorno la penna dello spi leggero, con taglio quasi chirurgico, per un passaggio sull'onda che l'ha svuotato e riempito con uno schiocco eccessivo. Oltre a questo abbiamo consumato ultreriormente e finito di delaminare 2 genoa leggeri di scarto, già parzialmente delaminati. La randa di Dacron pesante è arrivata in ottimo stato, nonostante il maltrattamenti delle volanti durante le strambate involontarie. Il motore ha sempre funzionato bene. Il dissalatore Waterlog non è servito a nulla, in quanto non l'abbiamo mai usato. Il pannello fotovoltaico è stato utile, ma non è stato sufficiente. Il vero problema è stato mantenere il frigo acceso ad intermittenza (4,5 Ampere) e ricaricare il computer laptop con l'inverter (10 Ampere). |
Post n°98 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da barchimede1
|
Post n°97 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da barchimede1
|
Post n°96 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da barchimede1
Ecco le foto del manufatto, ancora da perfezionare. Un generatore industriale di questo, tipo costa a Las Palmas 1400 Euro e produce 4 Ampere, ovvero 48 Watt, alla velocità di 6 nodi. Io ho comprato un alternatore automobilistico dal demolitore per 20 euro, ho intagliato l'elica e funziona !!! Sebbene sia ancora da perfezionare, infatti l'elica è un po' troppo rudimentale, ha profili troppo grossi che comportano minore portanza e maggiore resistenza. Già così l'elica fa circa 1200 giri al minuto, l'alternatore di suo consuma 0,7 Ampere di energia per eccitare gli elettromagneti interni, rendendo in media circa 2 Ampere molto ad intermittenza in quanto tende a saltare fuori dall'acqua e a cavitare. |
Post n°95 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da barchimede1
Ecco fatto, è passata anche la visita dell'ispettore doganale, in pratica una bella chiacchierata su cosa ci faccio qua e cosa potrei o non potrei fare a seconda se riesco ad avere un permesso di soggiorno per lavoro. In questo stupendo Marina l'albergo è molto quotato, la piscina, il servizio di sicurezza e gli impianti sportivi sono certamente di grande pregio, ma la permanenza a bordo è decisamente scomoda per via della risacca incessante, tanto forte da sconquassare il pontile galleggiante e le colonne su cui tericamente dovrebbe scivolare con la marea di circa 3 metri.. Ormai alcune sezioni cominciano ad essere in condizioni critiche. Va da se che la mia compagna Lucia, che è anche più sensibile al movimento di mia figlia Martina, ha purtroppo bisogno della Xamamina per reggere il mal di mare all'ormeggio. Io stesso temo per l'integrità delle bitte e della cima dell'ancora. Occorre pertanto spostare il Barchimede in un luogo più sicuro, senza particolare fretta ma comunque presto. Abbiamo pensato di navigare prossimamente, diciamo tra Natale e Capodanno, verso Natal (2 giorni), Recife (1 giorno), Maceiò (1 giorno), Salvador (2 giorni). Se qualcuno fosse interessato, che non sia timido e si faccia avanti :) ps. indovinate qual'è l'albero del Barchimede, dietro gli alberi di Natale ? |
Post n°94 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da barchimede1
|
Post n°93 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da barchimede1
L'arcipelago di Fernando de Noronha fu scoperto nel 1503 da Amerigo Vespucci, il grande navigatore italiano che ha dato il nome all'America. All'atterraggio appare inconfondibile per la forma improbabile dei pinnacoli di roccia che svettano un po' ovunque. Subito all'arrivo in rada si percepisce che qui la natura è particolare: branchi di 50 o 100 delfini girano liberamente in mezzo alle barche alla fonda, qua e la qualche grande tartaruga marina nuota placidamente. Alla mattina un gruppo di delfini arriva sotto la barca e la tentazione di fare il bagno diventa irresistibile. Il porto è piccolo, può ospitare al massimo 8-10 barche, giusto il tempo necessario per imbarcare o sbarcare i passeggeri e poi subito fuori. Il canottino è piccolo, quindi la si fa a nuoto, trainando documenti e ciabatte, unica cosa a bordo. La nuotata è impegnativa, dato il vento e la corrente contrari. Arrivati a terra, molti cartelli avvisano chiaramente che non è permesso fare molte azioni che rovinerebbero un ambiente così incontaminato. L'isola è stupenda, verde, rigogliosa, tropicale. Ovunque cannoni della 2a guerra mondiale, quando l'isola era stata fortificata temendo un'invasione nazista. Bellissimo il museo degli squali (Museu dos Tubarões).
La Polícia Federal è molto gentile e ci da tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno. L'isola è parecchio scoscesa, vulcanica, ricorda un po' le nostre Eolie anche se è molto più lussureggiante e rigogliosa. C'è tutto quello che si può desiderare, immersioni, surf, snorkeling al traino, nuotate con i delfini e le tartarughe, pesca al barracuda o all squalo, se si desidera il lato marino. Locande tranquille e ben ventilate, villaggetti incontaminati, cibi brasiliani di carne, pesce o verdure, buoni, semplici ed economici se si vuole il lato rilassante. Discoteche, feste danzanti, Caipirinha, Cervejinha, belle signorine e bei giovanotti robusti, se infine si vuole la vita notturna.
Scogli di San Pietro e San Paolo Gli scogli di San Pietro e San Paolo (Penedos de São pedro e São Paulo) sono delle roccette vulcaniche minuscole a 1650 chilometri a nord-est del Brasile, a cui appartengono. A proposito: grazie Pietro, saluti a Monica, Beatrice e Arianna; grazie Paolo, i Powerade sono stati fantastici! Lo scoglio più grande è San Pietro e misura circa 60 metri per 40 e la sua vetta è alta ben 6 metri. San Paolo non ha nemmeno un filo d'erba. Arrivando vicino agli scogli, ormai stanchi e depressi dopo 5 giorni di calme equatoriali con il gasolio ormai in esaurimento, vedo la nave e provo a chiamarla per radio, che magari mi danno buone notizie meteo. Detto fatto, mi danno il bollettino meteo più impeccabile che abbia mai visto, oltre a 2 taniche di gasolio, che non si sa mai... tante piacevolissime chiacchiere nella lingua madre, l'invito per una doccia, una cena e per qualunque cosa avessimo bisogno. Ma ancora di più mi ha colpito , quando gli ho chiesto da dove venissero e mi hanno risposto semplicemente Belém, al mio commento "ah, Belèm do Pará ? Mais longe que Cabo Verde !!" l'espressione di tutti i loro volti mi ha commosso ! Anche se a ripensarci la loro nave era più confortevole del Barchimede, con l'aria condizionata e ogni confort normale in marina. Altra cosa che li ha colpiti è la dimensione minuscola del nostro serbatoio di gasolio, credo che 35 litri sia il loro consumo per 20 secondi di navigazione.
La traversata
La traversata ha vissuto fasi alterne, all'inizio correvamo con buon vento, poi le calme tropicali ci hanno tostato con il caldo, infine la pioggia e il caldo umido ci ha veramente prostrato. Lotta contro la stanchezza, il vento variabile, il deperimento degli alimenti, il peggioramento dei vestiti e del letto, scarsa sopportazione di ogni piccola cosa, ci hanno quasi stroncati. Per il resto è routine, ci si abitua a tutto, compreso il rollìo, la barca sbandata e doversi svegliare ogni notte dalle 2 alle 6 e nel contempo dover cucinare, lavare i piatti, e fare manutenzione alle vele e agli impianti di bordo. L'equipaggio è stato all'altezza. Solo i pesci che abboccavano erano decisamente troppo grossi, ci sarebbe voluto una canna professionale, con mulinello da mille metri di filo da 2 millimetri. |
Post n°92 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da barchimede1
|
SLIDE SHOW
I PROTAGONISTI
Raffaella
Daniele
Rodolfo
Samuele (Canarie - Capo Verde)
Fausto (Fiumaretta - Canarie)
Antonio (Malaga - Canarie)
La barca
Barchimede è un Wing 34, un progetto di Taddei (il progettista della fortunata serie degli Stag) ed è stata costruita dal cantiere bresciano Petit Bateau. Nella sua prima stagione (1985) ha vinto il campionato italiano di classe Ior con il nome di Lady G e così per tre anni di seguito, successivamente si è ben piazzata in tutte le regate alle quali ha partecipato.
i delfini
Inviato da: Peter Lebenyi
il 30/07/2019 alle 17:14
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 13:47
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 14:50
Inviato da: Rebuffa17
il 28/06/2012 alle 17:48
Inviato da: Rebuffa17
il 28/06/2012 alle 17:48