Pensieri vaganti

Tra le stelle - Centocinquantanovesima puntata

E il giorno è arrivato.

Ieri sera avevo detto ai ragazzi che sarebbero venuti i miei amici a prendermi per riportarmi a Pisa. Ma loro non hanno voluto sentire ragioni e mi hanno risposto che sarebbero venuti comunque a salutarmi. Allora gli ho comunicato l'orario di partenza: ore 20 all'ingresso delle Cascine.

E' brutto dire le bugie e ingannare la gente, soprattutto se si tratta di amici, ma la bugia l'ho dovuta dire per forza. Non potevo farmi vedere che salivo su una capsula spaziale e partivo verso un'astronave persa nello spazio. Il luogo effettivo della partenza era quello nel quale ero arrivato e l'ho raggiunto con una pratica unità di trasporto chiamata col tablet.

La capsula magnetica si è materializzata alle 19.50 precise e sono salito a bordo. La sonda posta al centro del parabrezza si è mossa per alcuni secondi emettendo un sordo ronzio. Ho capito che stava analizzando il mio corpo. Sono stato fermo fino a che il ronzio non è terminato. Sono passati altri due minuti nei quali sono stati completati i di test di verifica e alla fine un messaggio registrato mi ha detto che ero idoneo al teletrasporto.

Mancavano tre minuti alla partenza. Allora mi è balenata la grande idea: un paio di righe di istruzioni dalla consolle e ho impostato come tappa intermedia le Cascine.

La capsula è decollata dolcemente e si è avviata alla velocità minima. Avevo anche attuato lo schermo antiradar per cui non era visibile.

Ma io li ho visti: tutti e sei, anzi erano sette perchè Gilda aveva portato anche il suo bambino per farmelo conoscere. Eccoli lì, i miei ragazzi. Erano seduti su un muretto che mi aspettavano per salutarmi.

I miei occhi si sono riempiti di lacrime.