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Messaggi di Luglio 2019
Post n°2304 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
La Letteratura postmoderna, parte seconda. Influenze notevoli I drammaturghi che lavorarono tra il XIX e il XX secolo, i cui pensieri e opere avrebbero influenzato l'estetica postmoderna, includono il drammaturgo svedese August Strindberg, l'autore italiano Luigi Pirandello, e il drammaturgo e teorico tedescoBertolt Brecht. Negli anni Dieci, gli artisti appartenenti al Dadaismo celebravano il caso, la parodia, la giocosità, e sfidavano l'autorità dell'artista. Tristan Tzara affermò in How to Make a Dadaist Poem che per creare un poema dadaista basta solo buttare parole a caso in un cappello e dopo tirarle fuori una per una. Un altro modo in cui il Dadaismo influenzò la letteratura postmoderna fu lo sviluppo del collage, nello specifico usando elementi da pubblicità o illustrazioni di romanzi popolari (i collage di Max Ernst, per esempio). Gli artisti appartenenti al Surrealismo, che si svilupparono dal Dadaismo, continuarono a condurre esperimenti con il caso e la parodia mentre celebravano il flusso delle mente inconscia. André Breton, il fondatore del Surrealismo, suggerì che l'automatismo e la descrizione dei sogni avrebbe giocato un grande ruolo nella creazione della letteratura. Egli utilizzò l'automatismo per creare il proprio romanzo Nadja e con esso le fotografie, che sostituivano le descrizioni, come se fossero le parodie di quelle degli scrittori eccessivamente descrittivi, che spesso criticava. Gli esperimenti con la significazione del surrealista René Magritte sono usati come esempi da Jacques Derrida e Michel Foucalt. Foucalt inoltre fa esempi con Jorge Luis Borges, che diede una diretta influenza a molti scrittori di romanzi postmodernisti. Egli è occasionalmente elencato come un postmodernista, sebbene egli iniziò a scrivere negli anni Venti. L'influenza dei suoi esperimenti con la metanar- razione e il realismo magico non venne completa- mente compresa nel mondo anglo-americano fino al periodo propriamente postmoderno. Infine, questa viene vista come la più alta stratificazione di criticismo, secondo gli studiosi. Altri primi romanzi del XX secolo come Impressions d'Afrique di Raymond Roussel (1910) e Locus Solus (1914), eHebdomeros di Giorgio de Chirico (1929), sono stati identificati come importanti «precursori postmoderni». Confronto con la letteratura modernista Sia la letteratura modernista sia quella postmodernista rappresentano una rottura dal realismo ottocentesco. Nello sviluppo del personaggio, entrambe le letterature esplorano il soggettivismo, volgendo dalla realtà esterna verso l'esame degli stati interiori di coscienza, in molti casi ricorrendo a esempi modernisti, nello stile del "flusso di coscienza" di Virginia Woolf eJames Joyce, o di poemi esplorativi come The Waste Land di T. S. Eliot. Inoltre, sia la letteratura modernista, sia quella postmodernista, esplora la frammentarietà nella costruzione narrativa e dei personaggi. The Waste Land è spesso citata come un esempio per distinguere le due letterature. Il poema è frammentario e impiega il pastiche come molta della letteratura postmoderna, ma l'oratore dice «ho posto questi frammenti contro le mie rovine». La letteratura modernista vede la frammenta- zione e l'estrema soggettività come crisi esistenziali, o il conflitto interiore freudiano come un problema che va risolto, e l'artista è spesso citato come colui che lo possa risolvere. I postmodernisti, invece, spesso dimostrano che questo caos è insormontabile; l'artista è impotente, e l'unica risorsa contro la "rovina" è di giocare nel caos stesso. La giocosità è presente in molti lavori modernisti (Finnegans Wake di Joyce o Orlando di Virginia Woolf, per esempio), ed essi possono sembrare molto simili a quelli postmodernisti, ma con il postmodernismo la giocosità diviene centrale e l'obiettivo effettivo di raggiungere l'ordine e il significato diventa improbabile. Gli esperimenti giocosi di Gertrude Stein con la metanarrazione e il genere ne The Autobiography of Alice B. Toklas (1933) sono stati interpretati come postmodernisti. Cambiamento verso il postmodernismo Come per tutte le ere stilistiche, non vi sono date che indichino l'ascesa e la caduta della popolarità del postmodernismo. Il 1941, l'anno in cui James Joyce e Virginia Woolf morirono entrambi, è a volte utilizzato come un indicatore grezzo per l'inizio del postmodernismo. Il romanziere irlandeseFlann O'Brien completò The Third Policeman nel 1939. Gli fu respinta la pubblicazione e rimase sospesa fino al 1967, quando il romanzo fu pubblicato postumo. Una versione rivista chiamata The Dalkey Archive fu pubblicata prima dell'originale nel 1964, due anni prima della morte di O'Brien. Malgrado la comparsa dilatoria, il teorico letterario Keith Hopper ritiene The Third Policeman come uno dei primi romanzi del genere che chiama romanzo postmodernista. Il prefisso "post", comunque, non implica neces- sariamente una nuova era. Piuttosto, esso potrebbe anche indicare una reazione contro il modernismo all'alba della seconda guerra mondiale (con il suo disprezzo per i diritti umani, confermato dalla Convenzione di Ginevra, attraverso il massacro di Nanchino, la marcia della morte di Bataan, i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, l'Olocausto, il bombardamento di Dresda, ibombardamenti di Tokyo, l'internamento dei giapponesi negli Esso può anche implicare una reazione a eventi postbellici significativi: l'inizio della Guerra Fredda, il movimento per i diritti civili degli afroamericani, il postcolonialismo (letteratura post coloniale), e gli sviluppi dell'informatica (romanzo cyperpunk e Alcuni sostengono che l'inizio della letteratura postmodernista potrebbe essere demarcato da significative pubblicazioni o eventi letterari. Per esempio, alcuni indicano l'inizio del postmodernismo con la prima pubblicazione del The Cannibal diJohn Hawkes nel 1949, il primo spettacolo di Waiting for Godot nel 1953, la prima pubblicazione di Howl nel 1956 o di Naked Lunch nel 1959. Per altri l'inizio lo si può indicare con alcuni momenti della teoria critica: la lezione di Jacques Derrida"Structure, Sign, and Play" nel 1966 o il più recente utilizzo ne T he Dismemberment of Orpheus di Ihab Hassan nel 1971.Brian McHale approfondisce la propria tesi principale riguardo questo cambiamento, e sebbene molte opere postmoderniste si siano sviluppate dal modernismo, il modernismo è caratterizzato da una dominante epistemologica, mentre il postmodernismo è principalmente concentrato su questioni ontologiche. Dibattito sul postmoderno Soprattutto l'ultimo problema ha scatenato critiche spesso accese e rifiuto della letteratura postmoderna su base morale o politica: una letteratura che rifiuti l'idea di verità è stata messa in discussione come legittimazione di pratiche di dominio e sfruttamento cui può far gioco l'idea che la verità non esista, e che una buona campagna di propaganda (o comunicazione, come viene spesso chiamata ultimamente) possa far sparire o comparire fatti e situazioni a piacimento. La replica di uno dei più grandi scrittori post- moderni, Thomas Pynchon, nel suo romanzo Mason & Dixon, è stata che non c'è niente di più temibile di una versione unica di come stan- no le cose nel mondo o come sono andate le cose nella storia (e con ciò Pynchon allude evidentemente al pensiero unico). La letteratura che lui pratica, quella postmoderna, cerca invece di dare voce a più versioni della storia, in modo che ci sia possibilità di dialogo, di dibattito, di confronto; questo lascia spazio anche alla verità dei deboli, degli sfruttati, degli sconfitti (quelli che Pynchon ha definito i "preteriti"). Umberto Eco, uno dei più importanti esponenti italiani del Postmoderno, afferma nelle postille de "Il nome della rosa" che il "post-moderno è un termine buono à tout faire" e che può essere riferito a differenti periodi del Novecento. Per Eco, inoltre, in ogni epoca si giunge a momenti in cui ci si accorge che "il passato ci condiziona, ci sta addosso, ci ricatta". All'inizio del Novecento, per questi motivi, l'avanguardia storica cerca di opporsi al condizionamento del passato, distrug- gendolo e sfigurandolo. Ma l'avanguardia non si ferma qui, procede fino all'annullamento dell'opera stessa (il silenzio nella musica, la cornice vuota in pittura, le pagine bianche in letteratura etc). Dopo ciò "l'avanguardia (il moderno) non può più andare oltre". Dunque siamo costretti a riconoscere il passato e a prenderlo con ironia, ma senza ingenuità. "La risposta post-moderna al moderno - afferma Eco - consiste nel riconoscere che il passato, visto che non può essere distrutto, perché la sua distruzione porta al silenzio, deve essere rivisitato: con ironia, in modo non innocente". |
Post n°2303 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
New Wave (fantascienza) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La New Wave (letteralmente "nuova ondata" in inglese) è stata una corrente letteraria della fantascienza sorta nel 1964, quando un giovane scrittore inglese, Michael Moorcock, assunse la direzione della rivista di fantascienza britannica New Worlds, trasformandola in breve tempo nel punto di raccolta di tutte le tendenze più sperimentali ed eversive della fantascienza di quel periodo. La New Wave nacque come reazione spontanea alla fantascienza allora esistente (in particolare quella britannica), giudicata priva di originalità, pesante e senza alcuna ambizione. Temi La New Wave fu caratterizzata da un alto grado di sperimentazione, sia nella forma che nei contenuti. Gli autori New Wave introdussero nelle loro opere di fantascienza varie tecniche usate nella letteratura mainstream, come ad esempio l a tecnica del cut-up di William S. Burroughs, o il monologo interiore (anche detto "flusso di coscienza") reso celebre da James Joyce. Nei contenuti, la New Wave rigettò l'intero nucleo dei temi propri sino ad allora della fantascienza tradizionale (definito "outer space", ovvero spazio esterno), a favore della focalizzazione sulla violazione dei tabù (come l'incesto, l'ateismo, l'antimperialismo ecc.) con un approccio più marcatamente rivolto agli abissi della mente umana, un tema che J. G. Ballard, uno dei massimi esponenti di questa nuova corrente (nonostante il suo continuo rifiuto di dichiararsene parte), chiamò "innerspace" (letteralmente spazio interno).
Una delle idee centrali della New Wave fu l'entropia (tema classico della letteratura postmoderna), l'idea che l'universo cesserà irrevocabilmente di esistere, e le sue ripercussioni sulla società umana. Ma ebbe molto seguito anche l'idea della "rilevanza" (relevance); il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di una tendenza in atto nella società contemporanea per proiettarla nei suoi sviluppi futuri, non tanto con lo scopo di prevedere il futuro come farebbe la futurologia, quanto per discutere fenomeni rilevanti del presente estremizzati in un contesto ipotetico. La New Wave iniziò ad esplorare molti soggetti, incluso il sesso nella fantascienza, in modi ritenuti fino ad allora impensabili. L'antologia Dangerous Visions di Harlan Ellison ne fu un'importante pietra miliare, fungendo da vetrina per l a New Wave sia statunitense che britannica. La rivista New Worlds non ebbe vita lunga. Sei anni dopo la sua nascita fu costretta a chiudere. Molte delle innovazioni proprie della New Wave non erano state gradite dal pubblico più tradizionale e avevano innescato lunghe polemiche tra gli appassionati del genere fantascientifico. La rivoluzione culturale della New Wave non si esaurì comunque del tutto. Molti degli autori di fantascienza degli anni settanta erano ormai stati influenzati da questa nuova ondata e dimostrarono di sapersi sbarazzare facilmente di molti dei preconcetti e delle barriere culturali che avevano caratterizzato la fantascienza degli anni passati. Origine del termine Il termine New Wave deriva dal nome del movimento cinematografico Nouvelle Vague (in francese nuova onda): film caratterizzati dal lavoro di Jean-Luc Godard, François Truffaut ed altri. Fu in seguito applicato ai nuovi fenomeni musicali successivi al punk rock britannico degli anni settanta. Importanti autori New Wave
Ray Bradbury, Theodore Sturgeon, Algis Budrys (specialmente per il suo romanzo Rogue Moon con il suo uso del Freudismo) ed Alfred Bester possono invece essere considerati importanti precursori di questa corrente letteraria. |
Post n°2302 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La fantascienza è un genere di narrativa popolare di successo sviluppatosi nelNovecento, che ha le sue radici nel romanzo scientifico. Dalla letteratura la fantascienza si è massicciamente estesa agli altri mass media, anzitutto il cinema, quindi i fumetti, la televisione e i videogiochi. La fantascienza ha come tema fondamentale l'impatto di una scienza e/o unatecnologia - reale o immaginaria - sulla società e sull'individuo. I personaggi, oltre che esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti; la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o, più frequentemente, nel futuro. Il termine è usato, in senso più generale, in riferimento a qualsiasi tipo di letteratura di fantasia che includa un fattore scientifico, comprendendo a volte ogni genere di racconto fantastico; un certo grado di plausibilità scientifica rimane tuttavia un requisito essenziale. L'espressione inglese science fiction fu coniata da Hugo Gernsback nel 1926. Gernsback inizialmente chiamò questo genere di storie scientific fiction. L'espressione poi si contrasse in scientifiction, per ridursi i nfine a science fiction(spesso abbreviata Sci-Fi dagli anglosassoni). La traduzione italiana fantascienza, attraverso un calco linguistico, è attribuita a Giorgio Monicelli nel 1952 Storia La data di nascita della fantascienza è convenzionalmente indicata al 5 aprile del 1926, quando uscì negli Stati Uniti la prima rivista di fantascienza, Amazing Stories, diretta da Hugo Gernsback, ma al genere possono essere ascritte numerose opere precedenti, dal Frankenstein di Mary Shelley ai romanzi di Jules Verne e H. G. Wells. Prima della fantascienza Prima della fantascienza esistevano i resoconti dei viaggiatori, che presentavano elementi spesso fantasiosi o del tutto immaginari. Da qualche parte, lontano da qui, in qualche angolo inesplorato del mondo, esistevano strane culture, fauna e flora esotiche, a volte persino mostri marini. La fantascienza vera e propria vide i suoi albori solo dopo la nascita della scienza moderna, in particolare dopo le rivoluzioni avvenute nel campo dell'astronomia e dellafisica nel corso del Seicento. Fianco a fianco con l'antico genere della letteratura fantastica (di cui oggi il sottogenere più diffuso è il fantasy), vi erano notevoli precursori, tra i quali: Ilromanzo grecoLa storia veradiLuciano di Samosata (120-180 d.C.), primo resoconto noto di un viaggio sullaLuna, e di incontri con iSeleniti. Esso include due dei temi principali del genere: il viaggio su un altro corpo celeste e l'incontro con una civiltà extraterrestre. Il trattatoLa nuova Atlantide(incompiuto) diBacone, sebbene sia per lo più un trattato filosofico, racconta di una civiltàtecnocraticaavveniristica che immagina molte delle nostre invenzioni future. Iviaggi immaginarisullaLunadelXVII secolo, mostrati per la prima volta nelSomniumdiGiovanni Keplero(1634), poi neL'altro mondo o Gli stati e gli imperi della Luna( L'autre monde ou Les états et empires de la Lune,1657) Il mondo alternativo scoperto nell'Articoda un giovane nobiluomo nel romanzo diMargaret Cavendishdel 1666The Description of a New World, Called the Blazing- Descrizioni di vita nelfuturo, comeL'anno 2440diLouis -Sébastien Mercier(1772) o laStoria filosofica dei secoli f uturidiIppolito Nievodel1860. Tra queste opere vi è il secondo romanzo più venduto del secolo negli Stati Uniti, Guardando indietro, 2000-1887(Looking Backward) diEdward Bellamy(1888).Culture aliene neI viaggi di Gullive rdiJonathan Swift(1726) e neIl viaggio sotterraneo di Niels Elementi di fantascienza nelle storie delXIX secolodiEdgar Allan Poe,Nathaniel HawthorneeFitz-James O'Brien. Negli ultimi decenni del secolo, le opere fantascientifiche per adulti e ragazzi erano numerose, malgrado non esistesse ancora il termine "science fiction". |
Post n°2301 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
Nellapoesia romantica, inoltre, le immaginazioni degli scrittori portavano a visioni di altri mondi e di remoti futuri come in Locksley HalldiAlfred Tennyson.Voltaire, d'altra parte, chiamava il suoMicromégas(1752) non un racconto fantastico ma una "storia filosofica" (titolo ripreso poi, non a caso, da Nievo). Il più rilevante esempio rimane però il romanzo Frankenstein di Mary Shelley, del 1818. Brian Aldiss, nel suo libro Billion Year Spree, sostiene che Frankenstein rappresenta "il primo lavoro seminale al quale l'etichetta di fantascienza può essere logicamente appiccicata". È anche il primo esempio del cliché dello "scienziato pazzo". Un altro romanzo avveniristico di Mary Shelley, L'ultimo uomo (The Last Man), è spesso citato come la prima vera storia di fantascienza. La prima fantascienza La fantascienza in Europa inizia propriamente alla fine del XIX secolo con il romanzo scientifico (scientific romance), di cui un esponente di spicco fu Jules Verne(1828 - 1905), per il quale la scienza era piuttosto sul livello dell'invenzione, come pure le storie di critica sociale orientate alla scienza di H. G. Wells (1866 -1946). Wells e Verne non furono privi di concorrenti nello scrivere la prima fantascienza: racconti e romanzi brevi con temi di immaginazione fantastica apparvero nei quotidiani per tutta la fine dell'Ottocento, e molti utilizzavano idee scientifiche come espediente per l'immaginazione. Erewhon è un romanzo diSamuel Butler pubblicato nel 1872 sul concetto che le macchine potessero un giorno diventaresenzienti e supplenti della razza umana. Malgrado sia più conosciuto per altre opere, sirArthur Conan Doyle scrisse anch'egli di fantascienza. L'unico libro con il quale Charles Dickens si avventurò nel territorio della speculazione scientifica e negli strani misteri della natura fu il romanzo Casa desolata (Bleak house, 1852), nel quale faceva morire uno dei personaggi di combustione umana spontanea (dopo avere svolto minuziose ricerche sulla casistica del fenomeno). Wells e Verne avevano entrambi un bacino di lettori internazionale e influenzarono numerosi scrittori, in particolare in America, dove ben presto nacque fantascienza indigena. Molti scrittori britannici inoltre trovarono più lettori nel mercato americano, scrivendo in uno stile americanizzato. Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov, uno dei due fondatori del bolscevismo, medico, sperimentatore, filosofo ed economista, fu il più importante scrittore fantascientifico russo prima della rivoluzione del 1917, autore del popolare romanzo La stella rossa(Красная звезда Krasnaja zvezda, 1908) e del suo seguito L'ingegner Menni (Inener Menni, 1912), ambientati in un pianeta Marte dalla società socialista utopica. Circa negli stessi anni esordì il grande scrittore americano H. P. Lovecraft, considerato uno dei geni più rivoluzionari nel campo della fantascienza "cosmica" e dell'horror soprannaturale. Nel 1924 fu pubblicato il romanzo Noi del russo Evgenij Ivanovič Zamjatin, considerato il precursore di molti successiviromanzi distopici. La science fiction, come fenomeno letterario di massa, è fatta risalire alla pubblicazione negli Stati Uniti del primo numero diAmazing Stories (Storie sorprendenti), il 5 aprile del 1926. Hugo Gernsback, il fondatore della rivista, nell'editoriale annunciava di voler pubblicare: "... Quel tipo di storie scritte da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe - un affascinante romanzo fantastico, in cui si mescolino fatti scientifici e visioni profetiche... ". Il successivo grande scrittore britannico di fantascienza dopo H. G. Wells fu Olaf Stapledon (1886 - 1950), le cui quattro opere maggiori (Last and First Men, 1930; Odd John, 1935; Star Maker, 1937; Sirius, 1940) introdussero una miriade di idee che furono presto adottate da altri scrittori. Più tardi, le opere di John Wyndham (1903 - 1969) guadagnarono l'acclamazione del pubblico dei lettori e della critica. Wyndham, che firmava con una quantità di pseudonimi, amava definire la fantascienza come una logical fantasy. Prima dellaseconda guerra mondiale, Wyndham scrisse quasi esclusivamente per i pulp magazine statunitensi, ma nel dopoguerra divenne noto al grande pubblico, anche al di fuori dell'ambito degli appassionati, a partire dal suo romanzo Il giorno dei trifidi(The Day of the Triffids, 1951). |
Post n°2300 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli
La fantascienza, parte seconda Anni quaranta: l'epoca d'oro La prima fantascienza aveva una forte base avventurosa ed era caratterizzata dalla "meraviglia" per i progressi della scienza (si era nell'epoca dell'avvento dell'elettricità), ma dagli anni quaranta cominciò a occuparsi più delle ripercussioni del progresso scientifico che non delle ipotetiche conquiste della scienza in sé stesse. Questi anni sono dominati da John W. Campbell, che alla fine del 1937 assunse la direzione della rivista Astounding Stories nella quale ospitò tutti gli autori della cosid- detta Golden Age (Età dell'oro), quali A. E. Van Vogt, Isaac Asimov, Robert A. Heinlein, Clifford D. Simak, Ray Bradbury, Theodore Sturgeon: per quanto l'"epoca d'oro" vera e propria la si consideri terminata negli anni cinquanta, questi scrittori sarebbero diventati i "mostri sacri" a cui si sarebbero rifatti gli autori successivi, compresi quelli degli anni sessanta, anche solo per contestarli o farne la satira. Secondo i critici degli anni cinquanta, la carat- teristica della fantascienza americana era l'estrapolazione, ovvero il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di una tendenza in atto per proiettarla nei suoi sviluppi futuri, non tanto con lo scopo di prevedere il futuro come farebbe la futurologia, quanto per discutere fenomeni del presente estremizzandoli in un contesto ipotetico. Altri spunti critici mettono invece in luce il (prevalente) riferimento al "sense of wonder" ("la meraviglia"), che fa appello ad un analogo della "volontaria sospensione dell'incredulità" di cui parlava il poeta Coleridge ("Quella volontaria e momentanea sospensione dell'incredulità che costituisce la fede poetica"). Anni cinquanta: tra sociologia e letteratura Gli anni cinquanta segnano per la fantascienza americana un notevole cambiamento: all'atteg- giamento fiducioso e ottimistico nei confronti della scienza, a causa della bomba atomica si sostituisce un approccio più angosciato. La guerra fredda, la società dei consumi, la paura del diverso (sia esso il comunista o il nero, a causa delle lotte per i diritti civili), la società di massa americana dominata da pubblicità e televisione (significativa fu la vittoria alle elezioni del 1952 di Dwight D. Eisenhower su Adlai Stevenson: nonostante Stevenson fosse candidato più colto e brillante, l'apparato pubblicitario scatenato per sostenere Eisenhower lo portò alla vittoria): tutti temi centrali per quella che verrà a lungo chiamata "fantascienza sociologica". Rappresentanti più importanti di questa tendenza sono la coppia Frederik Pohl e Cyril M. Kornbluth, Robert Sheckley,Richard Matheson, Walter M. Miller, jr. nonché la prima produzione di Philip K. Dick. Ma accanto a questa linea sociologica, che usa la fantascienza come strumento di critica della società americana e dei suoi eccessi, ce n'è un'altra, che s'incarna soprattutto nella figura del grande editor e scrittore Anthony Boucher, che si sforza di promuovere una migliore qualità letteraria nella fantascienza. Suo discepolo è Philip K. Dick, ma a questa tendenza appartengono anche altri scrittori che esplodono in questo decennio, come Fritz Leiber (che insegnava Shakespeare in uncollege) o Cordwainer Smith (coltissimo discendente di una potente famiglia americana, cresciuto in Cina e imbevuto della cultura di quel paese); le esperienze, le invenzioni, le scoperte e le soluzioni stilistiche di questi scrittori apriranno la strada ai discepoli, negli anni sessanta, della "New Wave". Anni sessanta: la New Wave La rivoluzione nella fantascienza fu portata avanti sui due lati dell'Atlantico: nel Regno Unito c'era il gruppo di scrittori legati alla rivista New Worlds, tra cui spiccava James G. Ballard, ma che contava anche altri talenti come Brian W. Aldiss, John Brunner e Michael Moorcock. Negli Stati Uniti la figura di riferimento diventò il provocatorio e dissacrante Harlan Ellison, innovativo autore di racconti e curatore di due antologie (intitolate Dangerous Visions e Again, Dangerous Visions) che smossero le acque fin troppo ferme del genere con argomenti scottanti: il sesso, ledroghe, il femminismo, il razzismo, il Vietnam, ecc. Nelle antologie di Ellison ci sono nomi importanti della nuova fantascienza americana: Robert Silverberg, Philip José Farmer, Philip K. Dick, Roger Zelazny, Samuel R. Delany, Norman Spinrad, R. A. Lafferty, Joanna Russ, Ursula K. Le Guin, La fantascienza della New Wave fu il prodotto di due tendenze che s'incrociavano creando un equilibrio instabile: una ricerca letteraria che spinge molti scrittori a rifarsi ai modelli della letteratura modernista e alle avanguardie delpostmodernismo, quindi a non scrivere nello stile da best seller (letteratura di consumo) tipico fino a quel momento di molta letteratura fantascientifica (e il migliore rappresentante di questa tendenza è il più sofisticato e letterario tra gli scrittori americani, Thomas Disch); una ben precisa volontà di andare a toccare temi tabùche erano stati assenti per anni dalle riviste di fantascienza: non a caso questo è il momento in cui s'inseriscono autori neri, come Delany, o donne, come la Russ o la Le Guin, o dichiaratamentegay, come Thomas Disch e ancora Delany. Se da un lato la nuova ondata (questo il significato letterale di New Wave) costrinse finalmente il mondo accademico - non solo negli Stati Uniti - ad occuparsi della fantascienza (pur tra resistenze e incomprensioni) - è in questo periodo che nascono le prime riviste accademiche di critica sulla fantascienza, Science-Fiction Studies, Foundation edExtrapolation, - dall'altro la sofisticazione letteraria di queste opere portò alla presa di distanza di molti fan della fantascienza tradizionale degli Asimov e degli Heinlein. Anni settanta Il decennio successivo fu caratterizzato dalla continuazione dell'attività della New Wave: soprattutto Ballard scrisse in questo periodo la sua trilogia fondamentale,Crash, Il Condominio (High Rise) e L'isola di cemento (The Concrete Island). Entrò in crisi invece Philip K. Dick, per problemi di droga ed esistenziali, che lo portarono a una pausa nella sua produzione fino alla seconda metà del decennio. L'impatto innovativo della New Wave poco a poco si attenuò: i singoli autori andarono ciascuno per la propria strada. Il fenomeno degli anni settanta fu da un lato l'emergere di numerose scrittrici, sempre più interessate ai temi del femminismo e più in generale dell'identità femminile. Tra le figure dominanti spiccarono Joanna Russ e Ursula K. Le Guin,Marion Zimmer Bradley, Doris Lessing (autrice che proveniva da altre esperienze, ma che negli anni settanta scrisse il monumentale ciclo fantascientifico di Canopus in Argos: Archives). A queste va aggiunta Alice Sheldon, una notevole autrice che fino al 1977 si era nascosta dietro lo pseudonimo maschile di James Tiptree Jr.. A metà degli anni settanta nel cinema di fantascienza il travolgente successo di Guerre stellari di George Lucas riporta in auge i temi della space opera degli anni quaranta; la pellicola richiamava alcuni elementi di sword and sorcery (fu coniato per essa il termine ibrido science fantasy[13] e alcuni commentatori si sono azzardati a dichiarare che si tratta di una fiaba riverniciata di fantascienza). Il successo clamoroso della serie sancì il ritorno a una fantascienza d'intrattenimento, più spensierata e meno culturalmente impegnata. Anni ottanta: il cyberpunk A dominare la scena nei primi anni ottanta fu l'ondata cyberpunk. Il nuovo spazio da esplorare, dopo quello esterno tra le stelle e quello interiore della psiche, fu quello virtuale delle tecnologie informatiche e di telecomunicazione. Si può dire che Internet sia stata profetizzata (anche se già ne esisteva una prima forma pionieristica) nel 1984 dal romanzo più celebrato del cyberpunk, Neuromante di William Gibson con il suo cyberspazio. Anche il cyberpunk fu lanciato da un'antologia di racconti, Mirrorshades, curata dall'intraprendente scrittore e giornalista Bruce Sterling. Sulla scia dell'ondata cyberpunk si assistette ad un rinnovato interesse accademico per la fantascienza (vista come un'area confinante con la letteratura postmoderna), all'esplodere dell'immaginario fantascientifico nel nuovo ambito dei videogiochi, ma soprattutto ad un rinnovato interesse da parte del cinema di Hollywood, che cominciò a realizzare, complici le nuove tecnologie digitali, film sempre più spettacolari spesso basati, direttamente o indirettamente, sui classici del genere. Le avanguardie furono una volta ancora sostituite del "mercato". L'ondata cyberpunk durò meno della New Wave, soprattutto a causa dell'affievolirsi dell'ispirazione dell'autore più dotato, William Gibson. Altri autori del movimento si affermarono in modo più o meno duraturo, come Lucius Shepard, Kim Stanley Robinson, Rudy Rucker, Lewis Shiner. A margine del movimento cyber si pose una tra le più interessanti autrici di quegli anni, la sofisticata e letteraria Pat Cadigan, mentre ne era del tutto al di fuori l'altra figura di spicco della scrittura al femminile, l'afroamericana Anni novanta Il periodo fu caratterizzato da una forte ripresa della fantascienza britannica, tanto che alla fine del decennio si parlò di un vero e proprio "British Boom", legato all'attività di nuovi autori quali Iain Banks, Ken MacLeod, M. John Harrison e infine il più giovane, China Miéville. Negli Stati Uniti si assistette invece a un declino delle vendite di tali proporzioni che alcuni scrittori cambiarono genere: un vecchio leone come Thomas M. Disch, si riciclò brillantemente nell'horror con la sua Minnesota Supernatural Series; Robert Sheckley tentò di passare al giallo (come aveva già fatto negli anni sessanta), ma senza grandi risultati; Patricia Anthony, una delle autrici più promettenti, dalla fantascienza passò al fantasy; Jonathan Lethem, considerato da alcuni l'unico vero erede di Philip K. Dick, passò alla letteratura mainstream. Tutto questo avvenne nel momento in cui temi, idee, immagini, luoghi, trame della fantascienza comparivano sempre più spesso anche al di fuori del genere, e si parlò di un genere avantpopche pescava dalla fantascienza, dal giallo, dal western, dall'horror. Oltre alla prima produzione di Lethem, buon rappresentante di questa tendenza fu uno degli scrittori giovani, Matt Ruff. Anche in Gran Bretagna la ripresa della let- teratura fantascientifica si legò a fenomeni d'ibridazione, che fecero parlare dinew weird, o di weird fiction, o slipstream. China Miéville, ad esempio, nei suoi romanzi mescolò fantasy, horror, gotico, fantascienza e (in dosi massicce) i giochi di ruolo. |
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