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Messaggi del 31/07/2019

Antica Storia economica

Post n°2309 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

  Fonte: le Scienze

La storia economica dell'Impero Romano

è scritta nei ghiacci della Groenlandia

I livelli di piombo nelle carote di ghiaccio

riflettono le fluttuazioni economiche

dell'Urbe più fedelmente di qualunque

altro indicatore.

Guerre, carestie, periodi di pace e di

conquista hanno lasciato tracce riconoscibili

nella calotta glaciale.

shutterstock_475938013Un libro aperto (o quasi).|SHUTTERSTOCK

Un resoconto dettagliato, anno per anno,

della fortuna economica dell'antica Roma 

è stato ricavato dall'analisi di una fonte

inaspettata: non antichi documenti, ma antichi

ghiacci estratti dalla calotta della Groenlandia.

Duemila anni fa i Romani fondevano preziosi

minerali nelle fornaci, estraendo argento per

le monete e immettendo piombo in atmosfera.

Ora un gruppo di scienziati ha studiato i

depositi annuali di queste particelle inquinanti,

e ha scoperto che picchi e cali nella loro

quantità corrispondono con assoluta precisione

a periodi più o meno prosperi della storia di Roma.

La ricerca è stata pubblicata su Proceedings of

the National Academy of Sciences.

MAGGIORE DETTAGLIO. 

Gli antichi Romani usavano il piombo per le

tubature dei loro acquedotti e per rivestire

gli scafi delle loro navi.

Ma questo metallo, si diceva, è anche un fedele

indicatore della salute della loro economia

perché per produrre il denario, una piccola e

assai diffusa moneta in argento dell'epoca,

era necessario un processo metallurgico che

liberava in atmosfera particelle di piombo.

Che in parte sono finite imprigionate nei

ghiacci artici dove, tutt'ora, vengono ricercate

da alcune missioni scientifiche.

Le misurazioni sono iniziate negli anni '90, ma

finora avevano fornito valori riferiti a intervalli

di tempo di almeno due anni, con la possibilità

dunque di ricostruire l'evoluzione delle

concentrazioni di piombo in modo abbastanza

approssimato.

Andrew Wilson, archeologo dell'Università di

Oxford, e Joseph R. McConnell, esperto in analisi

di carote di ghiaccio del Desert Research Institute

di Reno, Nevada, hanno tentato un approccio più

preciso.

I due hanno misurato le concentrazioni di piombo

in una carota di ghiaccio lunga 423 metri già

estratta per un altro progetto di ricerca, il North

Greenland Ice Core Project.

Il campione corrispondeva a un periodo compreso

tra il 1100 a. C. e l'800 d. C.

Gli scienziati hanno fuso il ghiaccio poco a poco,

trasferendo di volta in volta i campioni in spettrometri

di massa, per analizzare la quantità di piombo con

una precisione corrispondente a un miliardesimo

di grammo.

Il lavoro certosino ha permesso di ottenere la ricostru-

zione di 1.900 anni di storia economica di Roma,

con 12 rilevazioni di piombo per ogni anno: una misura

incredibilmente puntuale e dettagliata dei picchi

e dei cali di inquinamento, che è stata confrontata

con i dati su eventuali emissioni non antropiche,

come quelle dovute ad eruzioni vulcaniche (che

sono state sottratte dal totale).

CRONACA FEDELE. 

Le fluttuazioni di piombo sono parse allineate con

i momenti più salienti della storia dell'Impero.

Salivano nei periodi di pace e prosperità economica,

come durante la Pax Romana (27 a. C-180 d. C.) e

calavano in corrispondenza delle guerre civili (come

quelle che precedettero la Pax e che portarono

all'ascesa dell'Imperatore Augusto). Bruschi cali delle

particelle coincidono anche con il periodo della

peste antonina (165-180 d. C.) - forse un'epidemia

di vaiolo, che uccise milioni di persone - e con le

guerre in Spagna (un'importante area di conio di 

monete) degli ultimi secoli prima dell'anno zero.

Minori quantità di piombo furono immesse in atmosfera,

naturalmente, durante il collasso dell'Impero

Romano d'Occidente nel 476 d. C. e, prima, sotto

l'imperatore Nerone, (64 d. C.) quando la proporzione

di argento nelle monete fu ridotta all'80%, e se ne

estrasse di meno perché si riciclava quello già usato.

Ora si lavorerà per capire se sia possibile risalire

alla provenienza geografica del piombo liberato,

e stabilire quali aree dell'Imperofossero

economicamente più floride.

 
 
 

Nuove foreste per rallentare il cambiamento climatico

Post n°2308 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: le Scienze

Piantare gli alberi giusti nei posti giusti

potrebbe immagazzinare 205 gigaton-

nellate di anidride carbonica in 40-100 anni.

Si è detto per anni che piantare alberi può

aiutare a salvare il mondo dal riscaldamento

globale.

Quel mantra, però, era per lo più una

professione di fede.

Ora finalmente sono disponibili i dati per

dimostrare che, se le giuste specie di alberi

sono piantate nei giusti tipi di suolo in tutto

il pianeta, le foreste emergenti potrebbero

catturare 205 gigatonnellate di anidride

carbonica nei prossimi 40-100 anni.

Sono due terzi di tutta l'anidride carbonica

che gli esseri umani hanno generato a

partire dalla rivoluzione industriale.

"Il recupero delle foreste è di gran lunga la

nostra soluzione più potente oggi su scala

planetaria", dice Tom Crowther, professore

di ecologia dell'ecosistema globale presso

l'Istituto federale svizzero di tecnologia

(ETH) di Zurigo, autore di uno studio pubblicato

su "Science" che ha generato questo

numero sorprendente.

Il gruppo ha analizzato quasi 80.000

misurazioni fotografiche satellitari di coperture

arboree in tutto il mondo e le ha combinate

con enormi banche dati globali sulle

condizioni del suolo e del clima, valutando

un ettaro alla volta.

L'esercizio ha generato una stima dettagliata

di quanti alberi la Terra potrebbe sostenere

naturalmente, e una mappa di dove le foreste

crescono ora e dove potrebbero crescere, al

di fuori di aree come deserti e savane che

possono sostenere pochissimi alberi o

nessuno.

Il gruppo ha poi sottratto le foreste esistenti,

nonché le aree urbane e i terreni usati per

l'agricoltura, arrivando a 0,9 miliardi di ettari

che potrebbero essere coperti da foreste ma

non lo sono.

Se quegli spazi fossero pieni degli alberi che

già crescono nelle vicinanze, la nuova crescita

potrebbe immagazzinare 205 gigatonellate

di carbonio, quando le foreste saranno cresciute.

 La mappa elaborata nello studio: in alto, le

foreste attuali (in blu quelle più dense);

in basso gli 0,9 miliardi di ettari potenzial-

mente interessati dalla riforestazione

(in verde; in grigio le aree desertiche)

(Jean-Francois Bastin et al. in Science, Vol.

365, issue 6448, July 5, 2019)
Dopo 40 o 100 anni, naturalmente, il tasso

di crescita della cattura si appiattirebbe, via

via che la crescita delle foreste si livellerà,

ma i ricercatori sostengono che le 205 gigaton-

nellate si manterrebbero via via che vecchi

alberi moriranno e ne cresceranno di nuovi.

Ci sarebbe "un deposito di carbonio in eccesso

che non è più nell'atmosfera", dice Crowther.


Il gruppo ha anche creato uno strumento di

pianificazione collegato alla mappa, aperto al

pubblico dal 5 luglio. Individui e organizzazioni

possono ingrandire qualsiasi posizione per

vedere dove si possono far crescere nuove foreste.

Crowther non ha studiato altre tecniche di

cattura del carbonio che sono state molto

discusse ultimamente, come la fertilizzazione

oceanica (far crescere alghe per assorbire il

carbonio) o la cattura diretta dall'aria (con

macchine che estraggono CO2 dall'atmosfera),

ma pensa che sarebbero molto più costose che

far crescere gli alberi.

Egli stima che piantare alberi su 0,9 miliardi

di ettari potrebbe costare al mondo 300

miliardi di dollari.

E le nuove foreste forniscono un altro grande

vantaggio: ripristinano la biodiversità, che

è cruciale, perché molte specie vegetali e

animali stanno scomparendo.

Crowther dice di aver iniziato a studiare la

riforestazione perché stava davvero cercando

modi per fermare la perdita di specie. I benefici

enormi oltre il sequestro del carbonio "derivano

dalla biodiversità, poiché forniscono cibo,

medicine, acqua pulita e ogni sorta di beni

per gli esseri umani", afferma.

L'ultima speranzadi Richard Conniff
Sottrarre tutto quel carbonio dall'atmosfera,

però, potrebbe richiedere più tempo del

previsto.

Le foreste potrebbero impiegare più di

70 o 100 anni per raggiungere la piena

maturità, dice Robin Chazdon, ecologa e

biologa evolutiva dell'Università del

Connecticut, che non era coinvolta nello

studio.

Tuttavia, Chazdon afferma che qualsiasi

ripiantamento dovrebbe iniziare il prima

possibile, perché i cambiamenti climatici

possono compromettere la capacità di

crescita delle foreste.

Le temperature più alte aumentano la

traspirazione degli alberi, che causa loro

uno stress. E la siccità si diffonderà,

riducendo la crescita degli alberi.

Crowther aggiunge che, se anche i cambiamenti

climatici pemetteranno a più alberi di crescere

alle latitudini settentrionali, renderanno più

secche le latitudini tropicali.

Le perdite di alberi nei tropici, dice, supereran-

no i guadagni nell'estremo nord.

Chazdon sottolinea anche che il ripiantamento

potrebbe non essere così semplice come sembra,

e si chiede se potrà riguardare 0,9 miliardi di

nuovi ettari, date le priorità sul campo.

Più alberi consumano più acqua e questo potrebbe

minacciare l'agricoltura o altre attività umane in

aree aride.

E le popolazioni locali potrebbero non volere

foreste, se hanno bisogno di generare reddito

dalla terra, per esempio dall'agricoltura o dalla

pastorizia.

Alcuni importanti programmi di riforestazione,

come quelli nelle Filippine, hanno fallito "perché

non c'era alcun coinvolgimento locale", dice.

I posti migliori per iniziare la riforestazione sono

quelli in cui è possibile ottenere facilmente più

benefici.

In un articolo su "Science Advances" del 3 luglio,

Chazdon e colleghi hanno identificato una serie

di località nei tropici che presentano un potenziale

beneficio superiore alla media e una facilità di avvio.

Tutto il nuovo lavoro sugli alberi, dice Chazdon,

segnala che "stiamo entrando nella fase

dell'applicazione pratica" della riforestazione

intelligente. "Siamo in grado di portare tanta scienza

interdisciplinare a supporto, spero che ci sarà più

interazione tra scienziati e politici, una volta

capito che gli strumenti ora disponibili possono

guidare la riforestazione che è la più vantaggiosa

dal punto di vista economico, e ha molteplici

benefici e meno compromessi".

(L'originale di questo articolo è stato pubblicato

su "Scientific American" il 4 luglio 2019.

Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.

Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.) 

 
 
 

Il ritiro dei ghiacciai italiani delle Alpi dei Tauri occidentali

Post n°2307 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

Fonte: Cnr-Ismar/Cnr-Isac

© Angelo Cavalli/AGF

  Un nuovo studio degli Istituti di scienze

marine e di scienze dell'atmosfera e del

clima CNR pubblicato sul "Journal of Glaciology"

stima una forte riduzione di lunghezza,

entro il 2100, dei ghiacciai del settore più

settentrionale delle Alpi italiane.

In quest'area, daI 1982 ad oggi, registrano

una diminuzione complessiva di superficie

del 40% ed entro il 2100 le proiezioni del

modello indicano una riduzione di lunghezza

dei ghiacciai montani superiore al 35% con

una riduzione della superficie maggiore

del 60%

Un nuovo studio del Consiglio nazionale

delle ricerche - Istituti di scienze marine

(Cnr-Ismar) e Istituto di scienze

dell'atmosfera e del clima (Cnr-Isac) -

pubblicato sul "Journal of Glaciology" stima

una forte riduzione di lunghezza, entro

il 2100, dei ghiacciai del settore più set-

tentrionale delle Alpi italiane (versante

italiano dei Tauri occidentali), a cavallo

con l'Austria. "Si tratta di 46 ghiacciai,

di cui solo sette con una superficie

maggiore di un km2, prevalentemente di

tipo montano (Fig.1), condizionati dalla

morfologia dei versanti su cui giacciono

e privi di una lingua valliva. E, in misura

minore, di ghiacciai di tipo vallivo (Figg. 2 e 3),

caratterizzati da una zona di accumulo definita

e da una lingua di ghiaccio che si allunga

verso il fondovalle" spiega Rossana Serandrei-

Barbero, che insieme a Sandra Donnici ha

analizzato i dati glaciologici.

"Quelli presenti oggi costituiscono solo una

parte dei 63 ghiacciai censiti nel 1962 in

quest'area dove, daI 1982 ad oggi, registrano

una diminuzione complessiva di superficie

del 40%".

I ricercatori del Cnr hanno utilizzato un

modello matematico per stimare il comportamento

di questi ghiacciai nel caso di un aumento di

temperatura di 2,7 °C entro il 2100.

"Questo aumento di temperatura è compatibile

per l'area di studio con lo scenario di emissione

individuato dal Gruppo Intergovernativo sul

Cambiamento Climatico e noto con la sigla A1B,

che descrive un futuro con una crescita

economica molto rapida e un sistema energetico

caratterizzato da un sostanziale equilibrio tra

combustibili fossili e altre fonti", prosegue

Stefano Zecchetto, che ha curato la parte modellistica.

"Entro il 2100 le proiezioni del modello indicano

un comportamento diverso per i ghiacciai di

tipo montano o vallivo.

La riduzione di lunghezza dei ghiacciai montani

risulta superiore al 35% (Fig. 4) con una ridu-

zione della superficie maggiore del 60%.

Ma questa riduzione rappresenta un valore

limite oltre il quale i ghiacciai si frammenteran-

no in unità più piccole con un conseguente

aumento della velocità di fusione a parità

di condizioni climatiche".

"Nel settore italiano dei Tauri occidentali, i

ghiacciai montani rappresentano circa il 95%

dei ghiacciai", conclude Serandrei-Barbero:

"La grande riduzione delle loro dimensioni

indicata da questo studio, unita alla scomparsa

già in corso dei 26 ghiacciai più piccoli (e per

questo non trattati dal modello), significherebbe

l'estinzione di quasi la totalità degli esistenti

ghiacciai entro la fine di questo secolo, lasciando

sopravvivere forse solo i tre ghiacciai vallivi che

mostrano riduzioni più contenute rispetto

ai ghiacciai montani".

 
 
 

Polvere di meteore per le nubi di Marte

Post n°2306 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

fonte: Le Scienze

Nubi su Marte riprese nell'infrarosso

dalla missione MAVEN (NASA GSFC/

MAVEN/University of Colorado) 

Le polveri prodotte dalla disintegrazione

dei detriti che entrano nell'atmosfera del

Pianeta Rosso dallo spazio possono

servire da nuclei iniziali per la formazione

di nubi

I planetologi lo chiamano fumo meteorico.

È polvere ghiacciata, prodotta dai detriti

spaziali che possono entrare nelle atmosfere

dei pianeti, ed è l'anello mancante per

spiegare finalmente la formazione delle

nubi osservate su Marte a partire da 30

chilometri di quota, secondo quanto

riportato su "Nature Geoscience" da

Victoria Hartwick e colleghi dell'Università

del Colorado a Boulder, negli Stati Uniti.

"Siamo abituati a pensare alla Terra, a

Marte e ad altri pianeti simili come a corpi

che contengono tutti i fattori che

controllano il loro clima", ha spiegato

Hartwick. "Ma il clima dei pianeti non è i

ndipendente dal resto del sistema solare

circostante".

Per cominciare a condensarsi, le nubi

hanno bisogno di nuclei iniziali, cioè piccole

particelle su cui si aggregano le molecole

d'acqua fino a formare gocce più grandi.

Sulla Terra i nuclei sono costituiti da grani

di sale marino o di polvere trasportati

dall'aria.

Il problema è che questi nuclei iniziali non

possono esistere nell'atmosfera di Marte.

I ricercatori hanno quindi ipotizzato che

le polveri provengano dalle meteore:

ogni giorno su Marte arrivano 2-3 tonnellate

di detriti spaziali che, disintegrandosi,

immettono grande quantità di polveri

nell'atmosfera.

Sono sufficienti per spiegare le misteriose

nubi marziane? Per rispondere, Hartwick

e colleghi hanno effettuato simulazioni al

computer che riproducono flussi e turbolenza

dell'atmosfera del Pianeta Rosso.

E quando si includono le meteore nei calcoli,

ecco che fanno loro comparsa anche le nubi.

"Prima d'ora il nostro modello non poteva

prevedere la formazione delle nubi a queste

quote", ha aggiunto Hartwick.

"Ora che abbiamo messo dentro tutti gli

ingredienti, le cose sembrano essere al

posto giusto".

Si tratta di nubi molto rarefatte, ma che

hanno comunque un effetto sulla dinamica

del clima.

Le simulazioni, per esempio, mostrano che

possono far oscillare le temperature nelle

zone alle alte latitudini anche di dieci gradi

Celsius.

Inoltre, il risultato della simulazione potrebbe

fare luce sul passato del pianeta.

"Sempre più modelli indicano che l'antico clima

di Marte è stato riscaldato dalla presenza di

nubi ad alta quota, permettendo la presenza

di fiumi di acqua liquida sulla superficie",

ha concluso Brian Toon, coautore dell'articolo.

"È possibile che il nostro risultato sostenga

queste ipotesi". (red)

 
 
 

La Letteratura post-moderna

Post n°2305 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Letteratura postmoderna

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La tendenza letteraria che nasce come

una serie di stili e idee dopo la seconda

guerra mondiale in reazione alle

teorizzazioni del modernismo viene chiamato

 letteratura postmoderna, ed estende molte

delle tecniche e assunzioni fondamentali

della stessa letteratura modernista.

La letteratura postmoderna è caratterizzata

dalla dipendenza da tecniche narrative come

la frammentazione, il paradosso e il "narratore

inaffidabile" (unreliable narrator); e spesso è

(sebbene non esclusivamente) definita come

uno stile o una moda che emerse nel secondo

dopoguerra.

Le opere postmoderne sono viste come una

risposta al seguito dogmatico del pensiero

illuminista e agli approcci letterari modernisti.

Panoramica

La letteratura postmoderna, come il postmodernismo

nel suo insieme, tende a resistere a una

definizione o classificazione come "movimento".

Infatti, la convergenza della letteratura

postmoderna con varie modalità di teoria critica,

in particolare gli approcci reader-response e 

decostruzionista, e le sovversioni dell'implicito

contratto tra autore, testo e lettore

(caratteristiche delle opere postmoderne),

hanno portato alcuni romanzi premoderni come

il Don Chisciotte di Cervantes e ilTristram Shandy 

di Laurence Sterne, a essere considerate da

alcuni come primi esempi di letteratura postmoderna. 

Si può affermare che sia la letteratura

modernista sia quella postmodernista

rappresentano una rottura rispetto al realismo

 delXIX secolo, in cui una storia veniva raccontata

da un punto di vista oggettivo o onnisciente.

Eppure è stato rilevato che alcuni scrittori

postmoderni (per ad esempio Steven Millhauser 

o talvolta John Barth) riprendano idee, stili,

tecniche della letteratura ottocentesca.

Mentre c'è un minimo consenso sulle

precise caratteristiche, scopi, e importanza

della letteratura postmoderna (come spesso

capita con i movimenti artistici), essa è

comunemente definita in relazione a un

precursore. In particolare, gli scrittori

postmoderni sono visti come ribelli nei

confronti dei precetti del modernismo,

e spesso operano come dei "bricoleurs"

letterari, parodizzando forme e stili legati

a scrittori e artisti modernisti (e altri).

Le opere postmoderne inoltre tendono

a celebrare il caso sull'astuzia, oltre a

impiegare la metanarrazione per indebolire

l'autorità o autenticità del testo.

Un'altra caratteristica della letteratura

postmoderna è il domandarsi sulle distinzioni

tra cultura bassa e cultura alta, per mezzo

delpastiche, la combinazione di soggetti e

generi precedentemente non ritenuti adatti

per la letteratura.

 Certamente il citazionismo, l'imitazione e il

pastiche sono tratti caratteristici della

letteratura postmoderna più che di quella

modernista, quindi è facile ritrovare negli

scrittori postmoderni deliberate imitazioni

dello stile di scrittori nel passato.

Ne è un ottimo esempio il romanzo di Thomas

Pynchon Mason & Dixon, che imita il tono e

addirittura l'ortografia degli scrittori del

Settecento inglese (come Henry Fielding e

 Jonathan Swift).

Nello sviluppo dei personaggi, sia la letteratura 

moderna che quella postmoderna esplorano

il soggettivismo metafisico, passando dalla

realtà esterna per esaminare gli stati

interni della coscienza, in molti casi

appoggiandosi ad esempi della letteratura

moderna come il flusso di coscienza di 

Virginia Woolf e James Joyce.

Ma alcuni narratori postmoderni rifuggono

dai personaggi a tutto tondo, privilegiando

personaggi monodimensionali, spesso

ripresi in modo più o meno esplicito da altre

opere letterarie (come il Marco Polo di 

Italo Calvino ne Le città invisibili).

Inoltre sia la letteratura moderna che

quella postmoderna esplorano la fram-

mentarietà nella narrativa e nella costruzione

del personaggio, che riflette i lavori del dram-

maturgo svedese August Strindberg e

dell'italiano Luigi Pirandello.

I personaggi della letteratura postmoderna

spesso non ambiscono ad essere ritratti

approfonditi di psicologie analizzate in estremo

dettaglio: spesso sono personaggi piatti, o

allegorici, che non pretendono di avere una 

profondità psicologica.

In questo possono ricordare certe figure che

s'incontrano nelle opere di Franz Kafka, scrittore

ceco assimilabile al modernismo, ma che ha

influito potentemente sulla letteratura post-

moderna.

Esempi di questa tendenza si possono trovare

nei racconti diDonald Barthelme o nei romanzi

di John Barth.

Riguardo alle modalità di rappresentazione,

mentre la letteratura modernista cercava nuovi

modi di raccontare una realtà che comunque

era ritenuta conoscibile (anche se i modi di rap-

presentazione sperimentali di autori come Joyce 

Ford Madox Ford o Virginia Woolf possono

spiazzare il lettore abituato alla narrativa tradizionale),

la letteratura postmoderna si pone il problema

di raccontare una "realtà" che non è più data,

oggettiva, solida come quella postulata dal 

positivismo delXIX secolo.

Questo può portare l'accento su una serie di

fenomeni socioculturali che hanno ripetutamente

attratto la narrativa postmoderna:

le realtà simulazionali e virtuali (dal mondo artificiale

creato dai massmedia alla realtà virtuale);

gli inganni e le trappole della narrazione e

della letteratura in generale (il concetto di

 fiction o finzione);

i complotti, gli intrighi, i segreti, le messe in

scena della storia;

i limiti alla nostra capacità di conoscere

decretati anche dalle scienze (principio di

indeterminazione di Heisenberg, entropia,

teoria della probabilità, teorie del caos, ecc.)

la società dei consumi con la sua spettacolariz-

zazione delle merci;

i simulacri nel senso previsto da Jean Baudrillard,

cioè di significanti privi di un vero significato;

l'impossibilità di ricomprendere la complessità

del reale con un unico discorso conoscitivo (o

"grande narrazione" nel senso di Jean-François

Lyotard).

Origine e sviluppo della letteratura postmoderna

È come al solito difficile individuare il punto

esatto in cui cessa una stagione letteraria e se

ne apre un'altra.

Nel caso della letteratura postmoderna il problema

è complicato dal fatto che essa trova il suo nome

e la sua teorizzazione negli Stati Uniti, ma accoglie

al suo interno scrittori di altri paesi "adottati" dal

movimento nordamericano (i nomi più significativi

in questo caso sono quelli di Borges, Calvino,

García Márquez, Nabokov).

È comunque possibile indicare come momento

di transizione tra modernismo e postmoderno

quello che va dal 1940 al 1960.

In questo periodo si situano opere chiave come

The Recognitions (Le perizie) di William Gaddis,

del 1955; The Cannibal di John Hawkes, del 1949; 

Il giardino dei sentieri che si biforcano di Jorge

Luis Borges, del 1941; Lolita di Vladimir Nabokov,

del 1955.

La piena "fioritura" della letteratura postmoderna

si ha però negli anni Sessanta, a partire dalla

pubblicazione di The Sot-Weed Factor di John Barth 

(1960), del capolavoro di Joseph HellerComma 22,

del 1961, e del primo romanzo di Thomas Pynchon,

 V., nel 1963. Soprattutto il successo commerciale

di Comma 22 ha aperto la strada alla narrativa

postmoderna che troverà la sua consacrazione

nel 1973, con la pubblicazione del capolavoro di

Pynchon, L'arcobaleno della gravità, vincitore del

premio National Book Award.

 
 
 

La letteratura postmoderna.

Post n°2304 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

La Letteratura postmoderna,

parte seconda.

Influenze notevoli

I drammaturghi che lavorarono tra il XIX e

il XX secolo, i cui pensieri e opere avrebbero

influenzato l'estetica postmoderna, includono

il drammaturgo svedese August Strindberg,

l'autore italiano Luigi Pirandello, e il drammaturgo

e teorico tedescoBertolt Brecht.

Negli anni Dieci, gli artisti appartenenti al 

Dadaismo celebravano il caso, la parodia,

la giocosità, e sfidavano l'autorità dell'artista.

 Tristan Tzara affermò in How to Make a

Dadaist Poem che per creare un poema

dadaista basta solo buttare parole a caso

in un cappello e dopo tirarle fuori una per una.

Un altro modo in cui il Dadaismo influenzò la

letteratura postmoderna fu lo sviluppo del

collage, nello specifico usando elementi da

pubblicità o illustrazioni di romanzi popolari

(i collage di Max Ernst, per esempio).

Gli artisti appartenenti al Surrealismo, che

si svilupparono dal Dadaismo, continuarono

a condurre esperimenti con il caso e la

parodia mentre celebravano il flusso delle

mente inconscia.

André Breton, il fondatore del Surrealismo,

suggerì che l'automatismo e la descrizione

dei sogni avrebbe giocato un grande ruolo

nella creazione della letteratura.

Egli utilizzò l'automatismo per creare il proprio

romanzo Nadja e con esso le fotografie,

che sostituivano le descrizioni, come se

fossero le parodie di quelle degli scrittori

eccessivamente descrittivi, che spesso

criticava.

Gli esperimenti con la significazione del

surrealista René Magritte sono usati come

esempi da Jacques Derrida e Michel Foucalt.

Foucalt inoltre fa esempi con Jorge Luis Borges,

che diede una diretta influenza a molti scrittori

di romanzi postmodernisti.

Egli è occasionalmente elencato come un

postmodernista, sebbene egli iniziò a scrivere

negli anni Venti.

L'influenza dei suoi esperimenti con la metanar-

razione e il realismo magico non venne completa-

mente compresa nel mondo anglo-americano

fino al periodo propriamente postmoderno.

Infine, questa viene vista come la più alta

stratificazione di criticismo, secondo gli studiosi.

Altri primi romanzi del XX secolo come 

Impressions d'Afrique di Raymond Roussel 

(1910) e Locus Solus (1914), eHebdomeros 

di Giorgio de Chirico (1929), sono stati identificati

come importanti «precursori postmoderni».

Confronto con la letteratura modernista

Sia la letteratura modernista sia quella

postmodernista rappresentano una rottura

dal realismo ottocentesco.

Nello sviluppo del personaggio, entrambe le

letterature esplorano il soggettivismo, volgendo

dalla realtà esterna verso l'esame degli stati

interiori di coscienza, in molti casi ricorrendo

a esempi modernisti, nello stile del "flusso di

coscienza" di Virginia Woolf eJames Joyce, o

di poemi esplorativi come The Waste Land di

 T. S. Eliot. Inoltre, sia la letteratura modernista,

sia quella postmodernista, esplora la

frammentarietà nella costruzione narrativa e

dei personaggi. 

The Waste Land è spesso citata come un

esempio per distinguere le due letterature.

Il poema è frammentario e impiega il pastiche

come molta della letteratura postmoderna,

ma l'oratore dice «ho posto questi frammenti

contro le mie rovine».

La letteratura modernista vede la frammenta-

zione e l'estrema soggettività come crisi

esistenziali, o il conflitto interiore freudiano

come un problema che va risolto, e l'artista

è spesso citato come colui che lo possa risolvere.

I postmodernisti, invece, spesso dimostrano

che questo caos è insormontabile; l'artista è

impotente, e l'unica risorsa contro la "rovina"

è di giocare nel caos stesso.

La giocosità è presente in molti lavori modernisti

(Finnegans Wake di Joyce o Orlando di Virginia

Woolf, per esempio), ed essi possono sembrare

molto simili a quelli postmodernisti, ma con il

postmodernismo la giocosità diviene centrale

e l'obiettivo effettivo di raggiungere l'ordine e

il significato diventa improbabile. 

Gli esperimenti giocosi di Gertrude Stein con la

 metanarrazione e il genere ne The Autobiography

of Alice B. Toklas (1933) sono stati interpretati

come postmodernisti.

Cambiamento verso il postmodernismo

Come per tutte le ere stilistiche, non vi sono

date che indichino l'ascesa e la caduta della

popolarità del postmodernismo.

Il 1941, l'anno in cui James Joyce e Virginia Woolf 

morirono entrambi, è a volte utilizzato come un

indicatore grezzo per l'inizio del postmodernismo.

Il romanziere irlandeseFlann O'Brien completò

 The Third Policeman nel 1939.

Gli fu respinta la pubblicazione e rimase sospesa

fino al 1967, quando il romanzo fu pubblicato

postumo.

Una versione rivista chiamata The Dalkey Archive

 fu pubblicata prima dell'originale nel 1964, due

anni prima della morte di O'Brien.

Malgrado la comparsa dilatoria, il teorico letterario

 Keith Hopper ritiene The Third Policeman come

uno dei primi romanzi del genere che chiama

romanzo postmodernista.

Il prefisso "post", comunque, non implica neces-

sariamente una nuova era.

Piuttosto, esso potrebbe anche indicare una

reazione contro il modernismo all'alba della 

seconda guerra mondiale (con il suo disprezzo

per i diritti umani, confermato dalla Convenzione

di Ginevra, attraverso il massacro di Nanchino,

la marcia della morte di Bataan, i bombardamenti

atomici di Hiroshima e Nagasaki, l'Olocausto,

il bombardamento di Dresda, ibombardamenti

di Tokyo, l'internamento dei giapponesi negli

Stati Uniti).

Esso può anche implicare una reazione a

eventi postbellici significativi: l'inizio della 

Guerra Fredda, il movimento per i diritti civili

degli afroamericani, il postcolonialismo

(letteratura post coloniale), e gli sviluppi

dell'informatica (romanzo cyperpunk e

 iperromanzo).

Alcuni sostengono che l'inizio della letteratura

postmodernista potrebbe essere demarcato

da significative pubblicazioni o eventi letterari.

Per esempio, alcuni indicano l'inizio del

postmodernismo con la prima pubblicazione

del The Cannibal diJohn Hawkes nel 1949,

il primo spettacolo di Waiting for Godot nel

1953, la prima pubblicazione di Howl nel

1956 o di Naked Lunch nel 1959.

Per altri l'inizio lo si può indicare con alcuni

momenti della teoria critica: la lezione di 

Jacques Derrida"Structure, Sign, and Play"

nel 1966 o il più recente utilizzo ne T

he Dismemberment of Orpheus di Ihab Hassan

 nel 1971.Brian McHale approfondisce la

propria tesi principale riguardo questo

cambiamento, e sebbene molte opere

postmoderniste si siano sviluppate dal

modernismo, il modernismo è caratterizzato

da una dominante epistemologica, mentre

il postmodernismo è principalmente concentrato

su questioni ontologiche.

Dibattito sul postmoderno

Soprattutto l'ultimo problema ha scatenato

critiche spesso accese e rifiuto della letteratura

postmoderna su base morale o politica: una

letteratura che rifiuti l'idea di verità è stata

messa in discussione come legittimazione di

pratiche di dominio e sfruttamento cui può

far gioco l'idea che la verità non esista, e che

una buona campagna di propaganda (o

comunicazione, come viene spesso chiamata

ultimamente) possa far sparire o comparire

fatti e situazioni a piacimento.

La replica di uno dei più grandi scrittori post-

moderni, Thomas Pynchon, nel suo romanzo 

Mason & Dixon, è stata che non c'è niente di

più temibile di una versione unica di come stan-

no le cose nel mondo o come sono andate le

cose nella storia (e con ciò Pynchon allude

evidentemente al pensiero unico).

La letteratura che lui pratica, quella postmoderna,

cerca invece di dare voce a più versioni della

storia, in modo che ci sia possibilità di dialogo,

di dibattito, di confronto; questo lascia spazio

anche alla verità dei deboli, degli sfruttati,

degli sconfitti (quelli che Pynchon ha definito

i "preteriti").

Umberto Eco, uno dei più importanti esponenti

italiani del Postmoderno, afferma nelle postille

de "Il nome della rosa" che il "post-moderno è

un termine buono à tout faire" e che può essere

riferito a differenti periodi del Novecento.

Per Eco, inoltre, in ogni epoca si giunge a momenti

in cui ci si accorge che "il passato ci condiziona, ci

sta addosso, ci ricatta". All'inizio del Novecento,

per questi motivi, l'avanguardia storica cerca di

opporsi al condizionamento del passato, distrug-

gendolo e sfigurandolo.

Ma l'avanguardia non si ferma qui, procede fino

all'annullamento dell'opera stessa (il silenzio

nella musica, la cornice vuota in pittura, le pagine

bianche in letteratura etc).

Dopo ciò "l'avanguardia (il moderno) non può

più andare oltre".

Dunque siamo costretti a riconoscere il

passato e a prenderlo con ironia, ma senza

ingenuità.

"La risposta post-moderna al moderno -

afferma Eco - consiste nel riconoscere che il

passato, visto che non può essere distrutto,

perché la sua distruzione porta al silenzio,

deve essere rivisitato: con ironia, in modo

non innocente".

 
 
 

New Wave (fantascienza)

Post n°2303 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

New Wave (fantascienza)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La New Wave (letteralmente "nuova

ondata" in inglese) è stata una corrente 

letteraria della fantascienza sorta nel 1964,

quando un giovane scrittore inglese, 

Michael Moorcock, assunse la direzione

della rivista di fantascienza britannica 

New Worlds, trasformandola in breve tempo

nel punto di raccolta di tutte le tendenze più

sperimentali ed eversive della fantascienza

di quel periodo. La New Wave nacque come

reazione spontanea alla fantascienza allora

esistente (in particolare quella britannica),

giudicata priva di originalità, pesante e

senza alcuna ambizione.

Temi

La New Wave fu caratterizzata da un alto

grado di sperimentazione, sia nella forma che

nei contenuti.

Gli autori New Wave introdussero nelle loro

opere di fantascienza varie tecniche usate

nella letteratura mainstream, come ad esempio l

a tecnica del cut-up di William S. Burroughs, o

il monologo interiore (anche detto

"flusso di coscienza") reso celebre da James Joyce.

Nei contenuti, la New Wave rigettò l'intero

nucleo dei temi propri sino ad allora della

fantascienza tradizionale (definito "outer space",

ovvero spazio esterno), a favore della focalizzazione

sulla violazione dei tabù (come l'incesto, l'ateismo,

l'antimperialismo ecc.) con un approccio più

marcatamente rivolto agli abissi della mente

umana, un tema che J. G. Ballard, uno dei

massimi esponenti di questa nuova corrente

(nonostante il suo continuo rifiuto di dichiararsene

parte), chiamò "innerspace" (letteralmente 

spazio interno).

«I maggiori progressi dell'immediato futuro

avranno luogo non sulla Luna o su Marte, ma

sulla Terra; è lo spazio interiore, non quello

esterno, che dobbiamo esplorare.
L'unico pianeta veramente alieno è la Terra»

(dall'articolo "Qual è la strada per lo spazio interiore", di J. G. Ballard)

Una delle idee centrali della New Wave fu l'entropia 

(tema classico della letteratura postmoderna), l'idea

che l'universo cesserà irrevocabilmente di esistere,

e le sue ripercussioni sulla società umana. Ma ebbe

molto seguito anche l'idea della "rilevanza" (relevance);

il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di

una tendenza in atto nella società contemporanea

per proiettarla nei suoi sviluppi futuri, non tanto con

lo scopo di prevedere il futuro come farebbe la

 futurologia, quanto per discutere fenomeni rilevanti 

del presente estremizzati in un contesto ipotetico.

La New Wave iniziò ad esplorare molti soggetti,

incluso il sesso nella fantascienza, in modi ritenuti

fino ad allora impensabili.

L'antologia Dangerous Visions di Harlan Ellison ne fu

un'importante pietra miliare, fungendo da vetrina per l

a New Wave sia statunitense che britannica.

La rivista New Worlds non ebbe vita lunga.

Sei anni dopo la sua nascita fu costretta a chiudere.

Molte delle innovazioni proprie della New Wave non

erano state gradite dal pubblico più tradizionale e

avevano innescato lunghe polemiche tra gli

appassionati del genere fantascientifico.

La rivoluzione culturale della New Wave non si esaurì

comunque del tutto. Molti degli autori di fantascienza

degli anni settanta erano ormai stati influenzati da

questa nuova ondata e dimostrarono di sapersi

sbarazzare facilmente di molti dei preconcetti e

delle barriere culturali che avevano caratterizzato

la fantascienza degli anni passati.

Origine del termine

Il termine New Wave deriva dal nome del

movimento cinematografico Nouvelle Vague 

(in francese nuova onda): film caratterizzati dal

lavoro di Jean-Luc GodardFrançois Truffaut ed altri.

Fu in seguito applicato ai nuovi fenomeni musicali

successivi al punk rock britannico degli anni settanta.

Importanti autori New Wave

Ray BradburyTheodore SturgeonAlgis Budrys 

(specialmente per il suo romanzo Rogue Moon

 con il suo uso del Freudismo) ed Alfred Bester 

possono invece essere considerati importanti

precursori di questa corrente letteraria.

 
 
 

Fantascienza

Post n°2302 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La fantascienza è un genere di narrativa popolare 

di successo sviluppatosi nelNovecento, che ha le

sue radici nel romanzo scientifico.

Dalla letteratura la fantascienza si è massicciamente

estesa agli altri mass media, anzitutto il cinema, quindi

fumetti, la televisione e i videogiochi.

La fantascienza ha come tema fondamentale l'impatto di

una scienza e/o unatecnologia - reale o immaginaria - sulla

società e sull'individuo. I personaggi, oltre che esseri umani,

possono essere alienirobotcyborgmostri o mutanti;

la storia può essere ambientata nel passato, nel presente

o, più frequentemente, nel futuro.

Il termine è usato, in senso più generale, in riferimento

a qualsiasi tipo di letteratura di fantasia che includa un

fattore scientifico, comprendendo a volte ogni genere

di racconto fantastico; un certo grado di plausibilità

scientifica rimane tuttavia un requisito essenziale.

L'espressione inglese science fiction fu coniata da Hugo

Gernsback nel 1926. Gernsback inizialmente chiamò questo

genere di storie scientific fiction.

L'espressione poi si contrasse in scientifiction, per ridursi i

nfine a science fiction(spesso abbreviata Sci-Fi dagli anglosassoni).

La traduzione italiana fantascienza, attraverso un 

calco linguistico, è attribuita a Giorgio Monicelli nel 1952

Storia

La data di nascita della fantascienza è convenzionalmente

indicata al 5 aprile del 1926, quando uscì negli Stati Uniti la

prima rivista di fantascienza, Amazing Stories, diretta da 

Hugo Gernsback, ma al genere possono essere ascritte numerose

opere precedenti, dal Frankenstein di Mary Shelley ai romanzi

di Jules Verne e H. G. Wells.

Prima della fantascienza

Prima della fantascienza esistevano i resoconti dei viaggiatori,

che presentavano elementi spesso fantasiosi o del tutto immaginari.

Da qualche parte, lontano da qui, in qualche angolo inesplorato

del mondo, esistevano strane culturefauna e flora esotiche,

a volte persino mostri marini.

La fantascienza vera e propria vide i suoi albori solo dopo la

nascita della scienza moderna, in particolare dopo le rivoluzioni

avvenute nel campo dell'astronomia e dellafisica nel corso del

Seicento.

Fianco a fianco con l'antico genere della letteratura fantastica

 (di cui oggi il sottogenere più diffuso è il fantasy), vi erano notevoli

precursori, tra i quali:

Ilromanzo grecoLa storia veradiLuciano di Samosata

(120-180 d.C.), primo resoconto noto di un viaggio 

sullaLuna, e di incontri con iSeleniti. Esso include due 

dei temi principali del genere: il viaggio su un altro corpo 

celeste e l'incontro con una civiltà extraterrestre.

Il trattatoLa nuova Atlantide(incompiuto) diBacone

sebbene sia per lo più un trattato filosofico, racconta 

di una civiltàtecnocraticaavveniristica che immagina

molte delle nostre invenzioni future.

Iviaggi immaginarisullaLunadelXVII secolo, mostrati

per la prima volta nelSomniumdiGiovanni Keplero(1634),

poi neL'altro mondo o Gli stati e gli imperi della Luna(

L'autre monde ou Les états et empires de la Lune,1657)

diSavinien Cyrano de Bergerac

Il mondo alternativo scoperto nell'Articoda un giovane

nobiluomo nel romanzo diMargaret Cavendishdel

1666The Description of a New World, Called the Blazing-

World

Descrizioni di vita nelfuturo, comeL'anno 2440diLouis

-Sébastien Mercier(1772) o laStoria filosofica dei secoli f

uturidiIppolito Nievodel1860. Tra queste opere vi è il

secondo romanzo più venduto del secolo negli Stati Uniti,

Guardando indietro, 2000-1887(Looking Backward)

diEdward Bellamy(1888).Culture aliene neI viaggi di Gullive

rdiJonathan Swift(1726) e neIl viaggio sotterraneo di Niels

KlimdiLudvig Holberg(1741)

Elementi di fantascienza nelle storie delXIX secolodiEdgar

Allan Poe,Nathaniel HawthorneeFitz-James O'Brien.

Negli ultimi decenni del secolo, le opere fantascientifiche

per adulti e ragazzi erano numerose, malgrado non esistesse

ancora il termine "science fiction".

 
 
 

La fantascienza

Post n°2301 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

 

Nellapoesia romantica, inoltre, le immaginazioni degli scrittori

portavano a visioni di altri mondi e di remoti futuri come in

Locksley HalldiAlfred Tennyson.Voltaire, d'altra parte,

chiamava il suoMicromégas(1752) non un racconto

fantastico ma una "storia filosofica" (titolo ripreso poi,

non a caso, da Nievo).

Il più rilevante esempio rimane però il romanzo Frankenstein 

di Mary Shelley, del 1818Brian Aldiss, nel suo libro Billion

Year Spree, sostiene che Frankenstein rappresenta "il primo

lavoro seminale al quale l'etichetta di fantascienza può essere

logicamente appiccicata". È anche il primo esempio del cliché 

dello "scienziato pazzo". Un altro romanzo avveniristico di

Mary Shelley, L'ultimo uomo (The Last Man), è spesso citato

come la prima vera storia di fantascienza.

La prima fantascienza

La fantascienza in Europa inizia propriamente alla fine del 

XIX secolo con il romanzo scientifico (scientific romance),

di cui un esponente di spicco fu Jules Verne(1828 - 1905),

per il quale la scienza era piuttosto sul livello dell'invenzione,

come pure le storie di critica sociale orientate alla scienza di 

H. G. Wells (1866 -1946).

Wells e Verne non furono privi di concorrenti nello scrivere la

prima fantascienza: racconti e romanzi brevi con temi di

immaginazione fantastica apparvero nei quotidiani per tutta la

fine dell'Ottocento, e molti utilizzavano idee scientifiche

come espediente per l'immaginazione. Erewhon è un romanzo

diSamuel Butler pubblicato nel 1872 sul concetto che le 

macchine potessero un giorno diventaresenzienti e supplenti

della razza umana.

Malgrado sia più conosciuto per altre opere, sirArthur Conan

Doyle scrisse anch'egli di fantascienza.

L'unico libro con il quale Charles Dickens si avventurò nel territorio

della speculazione scientifica e negli strani misteri della natura

fu il romanzo Casa desolata (Bleak house, 1852), nel quale

faceva morire uno dei personaggi di combustione umana

spontanea (dopo avere svolto minuziose ricerche sulla

casistica del fenomeno).

Wells e Verne avevano entrambi un bacino di lettori

internazionale e influenzarono numerosi scrittori, in particolare

in America, dove ben presto nacque fantascienza indigena.

Molti scrittori britannici inoltre trovarono più lettori nel

mercato americano, scrivendo in uno stile americanizzato.

Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov, uno dei due fondatori

del bolscevismo, medico, sperimentatore, filosofo ed economista,

fu il più importante scrittore fantascientifico russo prima della

 rivoluzione del 1917, autore del popolare romanzo

 La stella rossa(Красная звезда Krasnaja zvezda, 1908) e del

suo seguito L'ingegner Menni (Inžener Menni, 1912), ambientati

in un pianeta Marte dalla società socialista utopica.

Circa negli stessi anni esordì il grande scrittore americano H. P.

Lovecraft, considerato uno dei geni più rivoluzionari nel campo

della fantascienza "cosmica" e dell'horror soprannaturale.

Nel 1924 fu pubblicato il romanzo Noi del russo Evgenij

Ivanovič Zamjatin, considerato il precursore di molti

successiviromanzi distopici.

La science fiction, come fenomeno letterario di massa, è fatta

risalire alla pubblicazione negli Stati Uniti del primo numero

diAmazing Stories (Storie sorprendenti), il 5 aprile del 1926.

 Hugo Gernsback, il fondatore della rivista, nell'editoriale

annunciava di voler pubblicare: "... Quel tipo di storie scritte

da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe - un affascinante

romanzo fantastico, in cui si mescolino fatti scientifici e

visioni profetiche... ".

Il successivo grande scrittore britannico di fantascienza

dopo H. G. Wells fu Olaf Stapledon (1886 - 1950), le cui

quattro opere maggiori (Last and First Men1930Odd John

1935Star Maker1937Sirius1940) introdussero una miriade

di idee che furono presto adottate da altri scrittori.

Più tardi, le opere di John Wyndham (1903 - 1969) guadagnarono

l'acclamazione del pubblico dei lettori e della critica. Wyndham,

che firmava con una quantità di pseudonimi, amava definire la

fantascienza come una logical fantasy.

Prima dellaseconda guerra mondiale, Wyndham scrisse quasi

esclusivamente per i pulp magazine statunitensi, ma nel

dopoguerra divenne noto al grande pubblico, anche al di fuori

dell'ambito degli appassionati, a partire dal suo romanzo 

Il giorno dei trifidi(The Day of the Triffids, 1951).

 
 
 

La fantascienza, parte seconda

Post n°2300 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

La fantascienza, parte seconda

Anni quaranta: l'epoca d'oro

La prima fantascienza aveva una forte

base avventurosa ed era caratterizzata

dalla "meraviglia" per i progressi della

scienza (si era nell'epoca dell'avvento

dell'elettricità), ma dagli anni quaranta

 cominciò a occuparsi più delle ripercussioni

del progresso scientifico che non delle

ipotetiche conquiste della scienza in sé

stesse.

Questi anni sono dominati da John W.

Campbell, che alla fine del 1937 assunse

la direzione della rivista Astounding Stories

nella quale ospitò tutti gli autori della cosid-

detta Golden Age (Età dell'oro), quali A. E.

Van VogtIsaac AsimovRobert A. Heinlein

Clifford D. SimakRay BradburyTheodore

Sturgeon: per quanto l'"epoca d'oro" vera e

propria la si consideri terminata negli 

anni cinquanta, questi scrittori sarebbero

diventati i "mostri sacri" a cui si sarebbero

rifatti gli autori successivi, compresi quelli

degli anni sessanta, anche solo per

contestarli o farne la satira.

Secondo i critici degli anni cinquanta, la carat-

teristica della fantascienza americana era

l'estrapolazione, ovvero il riconoscimento,

sulla base di alcuni elementi, di una tendenza

in atto per proiettarla nei suoi sviluppi futuri,

non tanto con lo scopo di prevedere il futuro

come farebbe la futurologia, quanto per

discutere fenomeni del presente estremizzandoli

in un contesto ipotetico.

Altri spunti critici mettono invece in luce il (prevalente)

riferimento al "sense of wonder" ("la meraviglia"),

che fa appello ad un analogo della "volontaria 

sospensione dell'incredulità" di cui parlava il

poeta Coleridge ("Quella volontaria e momentanea

sospensione dell'incredulità che costituisce la fede

poetica").

Anni cinquanta: tra sociologia e letteratura

Gli anni cinquanta segnano per la fantascienza

americana un notevole cambiamento: all'atteg-

giamento fiducioso e ottimistico nei confronti della

scienza, a causa della bomba atomica si sostituisce

un approccio più angosciato.

La guerra fredda, la società dei consumi, la 

paura del diverso (sia esso il comunista o il nero,

a causa delle lotte per i diritti civili), la società di

massa americana dominata da pubblicità e 

televisione (significativa fu la vittoria alle elezioni

del 1952 di Dwight D. Eisenhower su Adlai Stevenson:

nonostante  Stevenson fosse candidato più colto

e brillante, l'apparato pubblicitario scatenato

per sostenere Eisenhower lo portò alla vittoria):

tutti temi centrali per quella che verrà a lungo

chiamata "fantascienza sociologica".

Rappresentanti più importanti di questa

tendenza sono la coppia Frederik Pohl e 

Cyril M. KornbluthRobert Sheckley,Richard

MathesonWalter M. Miller, jr. nonché la

prima produzione di Philip K. Dick.

Ma accanto a questa linea sociologica, che

usa la fantascienza come strumento di critica

della società americana e dei suoi eccessi,

ce n'è un'altra, che s'incarna soprattutto

nella figura del grande editor e scrittore 

Anthony Boucher, che si sforza di promuovere

una migliore qualità letteraria nella fantascienza.

Suo discepolo è Philip K. Dick, ma a questa

tendenza appartengono anche altri scrittori

che esplodono in questo decennio, come 

Fritz Leiber (che insegnava Shakespeare in

uncollege) o Cordwainer Smith (coltissimo

discendente di una potente famiglia americana,

cresciuto in Cina e imbevuto della cultura di

quel paese); le esperienze, le invenzioni, le

scoperte e le soluzioni stilistiche di questi

scrittori apriranno la strada ai discepoli,

negli anni sessanta, della "New Wave".

Anni sessanta: la New Wave

La rivoluzione nella fantascienza fu portata

avanti sui due lati dell'Atlantico: nel Regno

Unito c'era il gruppo di scrittori legati alla rivista

 New Worlds, tra cui spiccava James G. Ballard,

ma che contava anche altri talenti come

Brian W. AldissJohn Brunner e Michael Moorcock.

Negli Stati Uniti la figura di riferimento diventò

il provocatorio e dissacrante Harlan Ellison,

innovativo autore di racconti e curatore di due

antologie (intitolate Dangerous Visions e Again,

Dangerous Visions) che smossero le acque fin

troppo ferme del genere con argomenti scottanti:

il sesso, ledroghe, il femminismo, il razzismo, il 

Vietnam, ecc. Nelle antologie di Ellison ci sono

nomi importanti della nuova fantascienza americana:

 Robert SilverbergPhilip José FarmerPhilip K. Dick,

 Roger ZelaznySamuel R. DelanyNorman Spinrad,

 R. A. LaffertyJoanna RussUrsula K. Le Guin

Gene WolfeKate Wilhelm.

La fantascienza della New Wave fu il prodotto di

due tendenze che s'incrociavano creando un

equilibrio instabile:

una ricerca letteraria che spinge molti scrittori a

rifarsi ai modelli della letteratura modernista e alle

avanguardie delpostmodernismo, quindi a non

scrivere nello stile da best seller (letteratura di

consumo) tipico fino a quel momento di molta

letteratura fantascientifica (e il migliore rappresentante

di questa tendenza è il più sofisticato e letterario

tra gli scrittori americani, Thomas Disch);

una ben precisa volontà di andare a toccare temi

tabùche erano stati assenti per anni dalle riviste

di fantascienza: non a caso questo è il momento

in cui s'inseriscono autori neri, come Delany, o

donne, come la Russ o la Le Guin, o dichiaratamentegay,

come Thomas Disch e ancora Delany.

Se da un lato la nuova ondata (questo il significato

letterale di New Wave) costrinse finalmente il mondo

accademico - non solo negli Stati Uniti - ad occuparsi

della fantascienza (pur tra resistenze e incomprensioni)

- è in questo periodo che nascono le prime riviste

accademiche di critica sulla fantascienza, 

Science-Fiction Studies, Foundation edExtrapolation, 

- dall'altro la sofisticazione letteraria di queste

opere portò alla presa di distanza di molti fan

della fantascienza tradizionale degli Asimov e

degli Heinlein.

Anni settanta

Il decennio successivo fu caratterizzato dalla

continuazione dell'attività della New Wave:

soprattutto Ballard scrisse in questo periodo

la sua trilogia fondamentale,Crash

Il Condominio (High Rise) e L'isola di cemento

 (The Concrete Island).

Entrò in crisi invece Philip K. Dick, per problemi

di droga ed esistenziali, che lo portarono a

una pausa nella sua produzione fino alla seconda

metà del decennio.

L'impatto innovativo della New Wave poco a

poco si attenuò: i singoli autori andarono ciascuno

per la propria strada.

Il fenomeno degli anni settanta fu da un lato

l'emergere di numerose scrittrici, sempre più

interessate ai temi del femminismo e più in

generale dell'identità femminile.

Tra le figure dominanti spiccarono Joanna Russ 

Ursula K. Le Guin,Marion Zimmer Bradley

Doris Lessing (autrice che proveniva da altre

esperienze, ma che negli anni settanta scrisse

il monumentale ciclo fantascientifico di Canopus

in Argos: Archives).

A queste va aggiunta Alice Sheldon, una notevole

autrice che fino al 1977 si era nascosta dietro

lo pseudonimo maschile di James Tiptree Jr..

A metà degli anni settanta nel cinema di

fantascienza il travolgente successo di Guerre

stellari di George Lucas riporta in auge i temi

della space opera degli anni quaranta; la pellicola

richiamava alcuni elementi di sword and sorcery

 (fu coniato per essa il termine ibrido science

fantasy[13] e alcuni commentatori si sono

azzardati a dichiarare che si tratta di una fiaba

riverniciata di fantascienza).

Il successo clamoroso della serie sancì il ritorno

a una fantascienza d'intrattenimento, più

spensierata e meno culturalmente impegnata.

Anni ottanta: il cyberpunk

A dominare la scena nei primi anni ottanta fu

l'ondata cyberpunk.

Il nuovo spazio da esplorare, dopo quello esterno

tra le stelle e quello interiore della psiche,

fu quello virtuale delle tecnologie informatiche 

e di telecomunicazione.

Si può dire che Internet sia stata profetizzata

(anche se già ne esisteva una prima forma

pionieristica) nel 1984 dal romanzo più celebrato

del cyberpunk, Neuromante di William Gibson

 con il suo cyberspazio.

Anche il cyberpunk fu lanciato da un'antologia di

racconti, Mirrorshades, curata dall'intraprendente

scrittore e giornalista Bruce Sterling.

Sulla scia dell'ondata cyberpunk si assistette

ad un rinnovato interesse accademico per la

fantascienza (vista come un'area confinante

con la letteratura postmoderna), all'esplodere

dell'immaginario fantascientifico nel nuovo

ambito dei videogiochi, ma soprattutto ad un

rinnovato interesse da parte del cinema di 

Hollywood, che cominciò a realizzare, complici

le nuove tecnologie digitali, film sempre più

spettacolari spesso basati, direttamente o

indirettamente, sui classici del genere.

Le avanguardie furono una volta ancora sostituite

del "mercato".

L'ondata cyberpunk durò meno della New Wave,

soprattutto a causa dell'affievolirsi dell'ispirazione

dell'autore più dotato, William Gibson.

Altri autori del movimento si affermarono in modo

più o meno duraturo, come Lucius ShepardKim

Stanley RobinsonRudy RuckerLewis Shiner.

A margine del movimento cyber si pose una tra

le più interessanti autrici di quegli anni, la

sofisticata e letteraria Pat Cadigan, mentre ne

era del tutto al di fuori l'altra figura di spicco

della scrittura al femminile, l'afroamericana 

Octavia Butler.

Anni novanta

Il periodo fu caratterizzato da una forte ripresa

della fantascienza britannica, tanto che alla fine

del decennio si parlò di un vero e proprio "British

Boom", legato all'attività di nuovi autori quali 

Iain BanksKen MacLeodM. John Harrison e

infine il più giovane, China Miéville.

Negli Stati Uniti si assistette invece a un declino

delle vendite di tali proporzioni che alcuni scrittori

cambiarono genere: un vecchio leone come 

Thomas M. Disch, si riciclò brillantemente

nell'horror con la sua Minnesota Supernatural

Series; Robert Sheckley tentò di passare al giallo

(come aveva già fatto negli anni sessanta), ma

senza grandi risultati; Patricia Anthony, una delle

autrici più promettenti, dalla fantascienza passò

al fantasyJonathan Lethem, considerato da

alcuni l'unico vero erede di Philip K. Dick, passò

alla letteratura mainstream.

Tutto questo avvenne nel momento in cui temi,

idee, immagini, luoghi, trame della fantascienza

comparivano sempre più spesso anche al di fuori

del genere, e si parlò di un genere avantpopche

pescava dalla fantascienza, dal giallo, dal western,

dall'horror.

Oltre alla prima produzione di Lethem, buon

rappresentante di questa tendenza fu uno

degli scrittori giovani, Matt Ruff.

Anche in Gran Bretagna la ripresa della let-

teratura fantascientifica si legò a fenomeni

d'ibridazione, che fecero parlare dinew weird,

o di weird fiction, o slipstream.

China Miéville, ad esempio, nei suoi romanzi

mescolò fantasy, horror, gotico, fantascienza

e (in dosi massicce) i giochi di ruolo.

 
 
 

La fantascienza, parte terza.

Post n°2299 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

La fantascienza in lingua italiana

da Wikipedia, parte terza

La protofantascienza italiana

Ancora prima della nascita del termine

"fantascienza", a partire dagli ultimi anni

del XIX secolo appaiono in Italia racconti

e romanzi brevi di contenuto fantascientifico

nei supplementi domenicali dei quotidiani,

nelle riviste letterarie, in collane popolari e

 opere antologiche.

Gli autori sono tra i protagonisti della

letteratura popolare dell'epoca, come 

Emilio Salgari (in particolare con il romanzo

 Le meraviglie del duemila) e Yambo, ma

anche note figure della letteratura, tra i

quali Massimo BontempelliLuigi Capuana

Guido GozzanoErcole Luigi Morselli.

Già prima di questi vi sono però degli interes-

santi quanto poco conosciuti esempi, come

la Storia filosofica dei secoli futuri di 

Ippolito Nievo del 1860.

La nascita ufficiale (1952

L'anno ufficiale di nascita della fantascienza

in Italia è considerato generalmente il 1952,

con il primo numero della rivistaScienza

Fantastica, avventure nello spazio, tempo

e dimensione e nello stesso anno della rivista 

Urania.

A queste prime pubblicazioni ne seguono altre,

generalmente di breve vita, non tutte con

storie avventurose in cui non mancano classici

elementi come gli alieni dalla carnagione verde,

armi a raggi, astronavi ed eroine scollate, in puro

stile pulp.

La rivista Oltre il cielo, diretta dall'ing. Cesare

Falessi, affiancava lavori di science fiction al

consueto novero di articoli sull'aviazione e

l'astronautica.

Poi nel 1957 si affianca alla guida della rivista 

Oltre il cielo l'ingegnere Armando Silvestri che

nell'anteguerra, nel 1938, aveva ideato, ma

senza successo concreto, il progetto per una

rivista quadrimestrale, Avventure dello spazio,

che però non trovò mai il favore di un editore.

A testimonianza dell'aderenza del pubblico

al canone da poco sviluppatosi oltreoceano,

gli scrittori italiani pubblicano i loro racconti

sotto pseudonimi rigorosamente anglosassoni:

 Gianfranco Briatore diventa John Bree; 

Ugo Malaguti si firma Hugh Maylon; 

Luigi Naviglio, Louis Navire; Roberta Rambelli

 è Robert Rainbell, al maschile; Carlo Bordoni,

 Charley B. Drums.

All'inizio degli anni sessanta, con Futuro - a

cura di Lino Aldani già noto sotto lo pseudonimo

di N. L. Janda, Massimo Lo Jacono già conosciuto

sotto lo pseudonimo di L. J. Mauritius e Megalos

Diekonos, e Giulio Raiola - la science fiction 

italiana acquista tuttavia un respiro internazionale,

che avrà però corta durata (solo otto numeri

mensili, fra il maggio-giugno 1963 e il novembre 

1964).

Negli anni sessanta il numeroso pubblico degli

appassionati diede vita a numerose fanzine, il

più delle volte pubblicate a ciclostile in poche

centinaia di copie, che costituirono un momento

di passaggio per futuri scrittori come 

Vittorio Curtoni ePaolo Brera.

Il ruolo di Urania

Sempre nel 1952 la casa editrice Mondadori 

lancia una rivista e una collana di romanzi, i

spirandosi alla musa dell'astronomiaUrania.

Primo direttore: Giorgio Monicelli, che conia

anche il termine italiano "fantascienza".

 La rivista chiude dopo appena un anno, mentre

i suoi romanzi a cadenza quindicinale riscuotono

un grande successo.

Negli anni sessanta le copertine sono disegnate

da Karel Thole, mentre la direzione della collana

viene assunta da Fruttero & Lucentini.

Il ruolo di Urania nella diffusione della letteratura

fantascientifica tra gli italiani è rilevante:

molti scrittori di fantascienza comeAsimov

BallardDickLe Guin e altri furono pubblicati

per la prima volta in questi libri dal cerchio rosso

in copertina.

D'altro canto per un trentennio la collana evitò

di pubblicare autori italiani, favorendo l'idea che

si trattasse di una letteratura esclusivamente

d'importazione, fino a che nel 1989 istituì un noto

 premio letterario, che ha scoperto e lanciato

autori comeLuca Masali e Valerio Evangelisti.

La fantascienza online

Con l'eccezione di Urania, oggi la letteratura di

fantascienza è praticamente scomparsa dalle

edicole italiane, avendo ceduto molto terreno ai

generi fantasy e horror.

Il ruolo di riviste come Robot (tuttora pubblicata)

è stato parzialmente ripreso dalle pubblicazioni

sul Web (riviste e fanzine), che raggiungono migliaia

di lettori.

Le più popolari sono Delos e il Corriere della

Fantascienza che sono parte del portale

Fantascienza.com e Intercom.

Le riviste online raggiungono non soltanto il

tradizionale lettore della narrativa di fantascienza,

ma coinvolgono anche chi è appassionato a questo

genere in altre forme, come cinema, fumetti e

soprattutto serie televisive. In questo senso le

riviste online contribuiscono in qualche misura

ad avvicinare alla letteratura chi non la conosceva,

dando un impulso, anche se di proporzioni tutte

da verificare, allo sviluppo di nuove generazioni

di lettori.

Siti web, blog, forum, newsgroup e mailing list

inoltre contribuiscono in questa direzione grazie

alla creazione di grandi comunità di appassionati

e al conseguente scambio di esperienze e di consigli

di lettura, allargando quello che prima degli anni

novanta era, sebbene in misura molto minore e

qualitativamente diversa, il fenomeno delfandom.

 
 
 

La fantascienza, parte 4

Post n°2298 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Wikipedia.

La fantascienza cinematografica italiana

Il film di Paolo Heusch La morte viene

dallo spazio, del 1958, è spesso indicato

come la prima pellicola fantascientifica

(non farsesca) del cinema italiano;

narra della minaccia al pianeta Terra 

portata da una pioggia di asteroidi, con

precisi riferimenti al cinema americano

ed effetti speciali di Mario Bava

Totò nella luna, dello stesso anno, è

stato visto come la risposta comica a

questo film. In precedenza c'erano stati

altri film farseschi: la commedia Mille

chilometri al minuto (1939) di Mario Mattoli 

(uno dei primi voli verso il pianeta Marte,

anche se s'interrompe quasi sul nascere)

Baracca e burattini, una commedia

musicale del 1954, con la regia di Sergio

Corbucci.

Di una certa rilevanza per il genere, la

tetralogia della stazione spaziale Gamma

1, del 1965, diretta da Antonio Margheriti.

Generi e filoni

Malgrado la fantascienza sia stata un tempo

incentrata anzitutto "sulla scienza", all'interno

e ai confini di questo tipo di narrativa si

è evoluta una grande varietà di generi e

sottogeneri, con la commistione sempre

più frequente della fantascienza con il fantasy 

e l'horror, tanto che alcuni autori e critici

utilizzano di preferenza l'espressione

 speculative fiction (narrativa speculativa)

per descrivere complessivamente il fenomeno

e altri utilizzano il termine slipstream 

intendendo ilfantastico, cioè quella forma

letteraria estremamente ampia che utilizza

l'immaginario, il surreale e tutto ciò che non

è mimetico della realtà, per dare maggior

impatto ad un messaggio radicato nella

visione politica, ideologica del reale.

Vi possono essere molti modi diversi

per tentare di classificare un'opera di

fantascienza; non di rado un'opera o

un autore utilizzano vari temi contemporanea-

mente e si possono collocare all'interno

di più categorie.

Una prima classificazione, puramente convenzio-

nale, viene spesso effettuata tra fantascienza

hard o tecnologica (hard science fiction) e 

fantascienza soft (soft science fiction), dove

la prima si occupa con verosimiglianza degli

aspetti tecnologici, la seconda rivolge il suo

interesse ai temi umanistici e sociologici.

Un genere avventuroso molto popolare è

la space opera (in particolare quella militare),

a base di astronavi e battaglie spaziali, che

ha avuto un notevole influsso anche nella

tv e nel cinema, da Star Trek a Guerre stellari.

Altre storie di forte presa sul pubblico sono

quelle apocalittiche o post apocalittiche, che

descrivono in termini drammatici la fine del

mondo o della civiltà.

Movimenti che hanno introdotto nuovi fermenti

nel panorama fantascientifico sono stati

prima la New Wave negli anni sessanta,

poi il cyberpunk negli anni ottanta; quest'ultimo

ha generato tutta una serie di sotto-filoni fino

ai giorni nostri, e ad esso si affianca lo 

steampunk.

Le opere contemporanee di fantapolitica, le 

utopie e le distopie vengono a loro volta fatte

rientrare nel genere fantascientifico, come pure

le ucronìe, dove le vicende sono ambientate in

una immaginaria linea temporale del passato,

una "storia alternativa".

Temi tipici

Vi sono alcuni temi particolarmente sfruttati

nelle storie di fantascienza.

Anzitutto lospazio: la sua conquista,

l'esplorazione e la sua colonizzazione,

il viaggio interstellare (in genere con 

astronavi più veloci della luce) è stato per

lungo tempo uno dei temi più popolari, ed in

buona parte rimane tale.

Lo spazio tuttavia può essere visto anche

come un pericolo per l'umanità, un luogo ignoto

e misterioso da cui possono prevenire terribili

minacce, come un corpo celeste che minaccia

la Terra o una invasione aliena.

L'esistenza di forme di vita e di intelligenze

extraterrestri (maligne o benigne), assieme

alla possibilità di stabilire con esse unprimo

contatto, sono soggetti ritenuti particolarmente

affascinanti dagli autori e dai loro lettori, vista

la mole di opere che vi sono state dedicate.

Dalla fine degli anni cinquanta, con la nascita

dell'ufologia, anche gli UFO sono un elemento

molto presente nelle opere popolari.

Dagli anni sessanta lo sono anche le facoltà

paranormali e la parapsicologia.

Il viaggio nel tempo è un tema classico già a

partire dalla fine dell'Ottocento, con 

La macchina del tempo di H. G. Wells.

A propria volta, la teoria sull'esistenza di

 dimensioni parallele offre innumerevoli

spunti narrativi per le più diverse trame.

La possibilità ipotetica di creare vita artificiale,

presente in miti e leggende e nel Frankenstein,

mantiene intatto ed accresce il suo fascino

grazie all'interesse sviluppato per l'intelligenza

artificiale e con la creazione di robotcyborg

 e androidi ad imitazione dell'essere umano.

Questo tema è spesso legato a quello della 

ribellione della macchina.

Verso la fine delNovecento, dopo la rivoluzione

informatica, tra gli ambienti da esplorare si è

aggiunta la realtà virtuale e in particolare

ilcyberspazio.

La trascendenza dalla condizione umana, così

spesso trattata a livello filosofico e religioso,

è divenuta a sua volta un tema fantascientifico,

soprattutto in relazione alle modificazioni della 

genetica, come le mutazioni o la clonazione, e

alle biotecnologie in generale.

Cinema di fantascienza

Benché il cinema di fantascienza venga spesso

riconosciuto come genere autonomo solo a partire

dagli anni cinquanta, l'elemento del fantastico 

era ben presente fin dagli esordi della settima arte.

Il neonato cinema viene scoperto infatti come

un mezzo che permette di portare sullo schermo

non solo la realtà quotidiana, ma anche per

visualizzare i sogni, le fantasie dell'essere umano,

in modo da suscitare stupore e meraviglia nello

spettatore.

Tra i primissimi esempi Viaggio nella Luna[16]del

 1902 di Georges Méliès, seguito a breve distanza

da Viaggio attraverso l'impossibile; lo stesso

Méliès è anche l'inventore dei primi effetti speciali.

Per circa mezzo secolo sarebbero quindi uscite

una serie di opere che verranno definite solo

a posteriori come fantascienza, ma sono più

che altro appartenenti al genere avventuroso 

di ambientazione esotica, venato di fantastico e

condito di dettagli pseudoscientifici.

Fanno eccezione poche pellicole, a cominciare

dal celeberrimo Metropolis (1927), diFritz Lang 

La vita futura di William Cameron Menzies del 

1936. Queste opere forniranno ispirazione

per le produzioni successive, quali Aelita 

(primo kolossal sovietico), King KongFrankenstein,

 La donna e il mostroLa maschera di Fu Manchu,

 L'isola delle anime perdute, per citarne alcuni

tra i più noti e suggestivi.

Il cinema di fantascienza ha esplorato una grande

varietà di soggetti e temi, molti dei quali non

potrebbero essere facilmente rappresentati

in alcun altro genere.

Questi film sono stati utilizzati, oltre che per

intrattenere lo spettatore, per esplorare delicati

temi sociali e politici.

Attualmente le produzioni fantascientifiche

puntano molto sull'azione e sono in prima linea

riguardo all'uso degli effetti speciali.

La platea si è abituata alla rappresentazione di

realistiche forme di vita aliene, spettacolari

battaglie spaziali, armi ad energia, viaggi più

veloci della luce e paesaggi di lontani mondi.

 
 
 

J. G. Ballard

Post n°2297 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

From Wikipedia, the free encyclopedia

Born

James Graham Ballard
15 November 1930
Shanghai International Settlement, China

Died

19 April 2009 (aged 78)
London, England

Occupation

Novelist, short story writer

Alma mater

King's College, Cambridge
Queen Mary University of London[1]

Genre

Science fiction
transgressive fiction

Literary movement

New Wave

Notable works

Crash
Empire of the Sun 
High-Rise
The Atrocity Exhibition

Spouse

Helen Mary Matthews
(m. 1955; died 1964)

Children

3, including Bea Ballard

James Graham Ballard (15 November 1930 

- 19 April 2009 was an English novelist, short

story writer, and essayist who first became

associated with the New Wave of science fiction 

for his post-apocalyptic novels such asThe Wind

from Nowhere (1961) and The Drowned World 

(1962). In the late 1960s, he produced a variety

of experimental short stories (or "condensed

novels"), such as those collected in the controversial 

The Atrocity Exhibition(1970).

In the mid 1970s, Ballard published several

novels, among them the highly controversial 

Crash (1973), a story about symphorophilia and

car crashfetishism, and High-Rise (1975), a

depiction of a luxury apartment building's descent

into violent chaos.

While much of Ballard's fiction would prove

thematically and stylistically provocative, he

became best known for his relatively conventional

war novel,Empire of the Sun (1984), a semi-

autobiographical account of a young British

boy's experiences in Shanghai during 

Japanese occupation.

Described by The Guardian as "the best British

novel about the Second World War", the

story was adapted into a 1987 film by Steven

Spielberg starring Christian Bale.

In the following decades until his death in 2009,

Ballard's work shifted toward the form of the

traditional crime novel.

Several of his earlier works have been

adapted into films, including David Cronenberg's

controversial 1996 adaptation ofCrash and

 Ben Wheatley's 2015 adaptation of High-Rise.

The literary distinctiveness of Ballard's

fiction has given rise to the adjective

"Ballardian", defined by the Collins English

Dictionary as "resembling or suggestive of

the conditions described in J. G. Ballard's

novels and stories, especially dystopian

 modernity, bleak man-made landscapes

and the psychological effects of technological,

social or environmental developments". 

The Oxford Dictionary of National Biography 

entry describes Ballard's work as being

occupied with "erosthanatosmass media 

and emergent technologies"

Shanghai

Ballard's father was a chemist at a Manchester

-based textile firm, the Calico Printers' Association,

and became chairman and managing director

of its subsidiary in Shanghai, the China Printing

and Finishing Company His mother was Edna,

 néeJohnstone.

Ballard was born and raised in the Shanghai

International Settlement, an area under foreign

control where people "lived an American style

of life".

 He was sent to the Cathedral School, the Anglican

Holy Trinity Church near the BundShanghai 

After the outbreak of the Second Sino-Japanese

War, Ballard's family were forced to evacuate their

suburban home temporarily and rent a house in

central Shanghai to avoid the shells fired by

Chinese and Japanese forces.

After the Japanese attack on Hong Kong, the

Japanese occupied the International Settlement

in Shanghai.

In early 1943, they began to intern Allied

civilians, and Ballard was sent to the Lunghua

Civilian Assembly Center with his parents and

younger sister.

He spent over two years, the remainder of World

War II, in the internment camp.

His family lived in a small area in G block, a two

-story residence for 40 families.

He attended school in the camp, the teachers

being camp inmates from a number of professions.

As he explained later in his autobiography 

Miracles of Life, these experiences formed the

basis of Empire of the Sun, although Ballard

exercised considerable artistic licence in writing

the book, such as the removal of his parents

from the bulk of the story.

It has been supposed that Ballard's exposure

to the atrocities of war at an impressionable

age explains the apocalyptic and violent nature

of much of his fiction. 

Martin Amis wrote that Empire of the Sun 

"gives shape to what shaped him." 

However, Ballard's own account of the experience

was more nuanced:

"I don't think you can go through the experience

of war without one's perceptions of the world

being forever changed.

The reassuring stage set that everyday reality

in the suburban west presents to us is torn

down; you see the ragged scaffolding, and

then you see the truth beyond that, and it

can be a frightening experience.

" But also: "I have-I won't say happy-not

unpleasant memories of the camp. [...]

I remember a lot of the casual brutality and

beatings-up that went on-but at the same

time we children were playing a hundred

and one games all the time!" Ballard later

became an atheist.

Britain and Canada

In late 1945, after the end of the war, his

mother returned to Britain with Ballard and

his sister on the SS Arawa.

They lived in the outskirts of Plymouth, and

he attendedThe Leys School in Cambridge.

He won an essay prize whilst at the school

but did not contribute to the school magazine.

 After a couple of years his mother and sister

returned to China, rejoining Ballard's father, l

eaving Ballard to live with his grandparents

when not boarding at school.

In 1949 he went on to study medicine atKing's

College, Cambridge, with the intention of

becoming a psychiatrist.

At university, Ballard was writing avant-

garde fiction heavily influenced bypsycho-

analysis and surrealist painters.

At this time, he wanted to become a writer

as well as pursue a medical career.

In May 1951, when Ballard was in his second

year at Cambridge, his short story "The Violent Noon", 

Hemingwayesque pastiche

written to please the contest's jury, won a crime

story competition and was published in the

student newspaper Varsity.

Encouraged by the publication of his story and

realising that clinical medicine would not leave

him time to write, Ballard abandoned his medical

studies, and in October 1951 he enrolled at 

Queen Mary College to read English Literature. 

However, he was asked to leave at the end

of the year.

Ballard then worked as a copywriter for an

advertising agency and as an encyclopaedia

salesman.

He kept writing short fiction but found it impos-

sible to get published.

In spring 1954 Ballard joined the Royal Air Force

 and was sent to the Royal Canadian Air Force 

flight-training base in Moose Jaw, Saskatchewan,

Canada.

There he discovered science fiction inAmerican

magazines

While in the RAF, he also wrote his first science

fiction story, "Passport to Eternity", as a pastiche

and summary of the American science fiction he

had read.

The story did not see publication until 1962.

Ballard left the RAF in 1955 after thirteen

months and returned to England. 

In 1955 he married Helen Mary Matthews and

settled in Chiswick, the first of their three

children being born the following year.

He made his science fiction debut in 1956 with

two short stories, "Escapement" and "Prima

Belladonna", published in the December 1956

issues of New Worlds andScience Fantasy 

respectively. The editor of New WorldsEdward J.

Carnell, would remain an important supporter

of Ballard's writing and would publish nearly all

of his early stories.

From 1958 Ballard worked as assistant editor

on the scientific journal Chemistry and Industry.

 His interest in art led to his involvement in

the emerging Pop Art movement, and in the

late fifties he exhibited a number of collages

 that represented his ideas for a new kind of

novel.

Ballard's avant-garde inclinations did not sit

comfortably in the science fiction mainstream

of that time, which held attitudes he

considered philistine.

Briefly attending the 1957 Science Fiction

Convention in London, Ballard left disillusioned

and demoralised and did not write another

story for a year.

By the late 1960s, however, he had become

an editor of the avant-garde Ambit magazine, 

which was more in keeping with his aesthetic

ideals.

Full-time writing career

In 1960 Ballard moved with his family to the

middle-class London suburb of Shepperton in

Surrey, where he lived for the rest of his life

and which would later give rise to his moniker

as the "Seer of Shepperton". 

Finding that commuting to work did not leave

him time to write, Ballard decided he had to

make a break and become a full-time writer.

He wrote his first novel, The Wind from Nowhere,

over a two-week holiday simply to gain a

foothold as a professional writer, not

intending it as a "serious novel"; in books

published later, it is omitted from the list of his

works. When it was successfully published in

January 1962, he resigned from his job at 

Chemistry and Industry, and from then on

supported himself and his family as a writer.

Later that year his second novel, 

The Drowned World, was published, establishing

Ballard as a notable figure in the fledgling 

New Wave movement of science fiction.

Collections of his stories started getting published,

and he began a period of great literary productivity,

while pushing to expand the scope of acceptable

material for science fiction with such stories as

"The Terminal Beach".

 
 
 

Ballard's biography

Post n°2296 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

 

In 1964 Ballard's wife Mary died suddenly of

pneumonia, leaving him to raise their three

children - James, Fay and Bea Ballard - by

himself. Ballard never remarried; however,

a few years later his friend and fellow author 

Michael Moorcockintroduced him to Claire Walsh,

who became his partner for the rest of his life

(he died at her London residence) and is often

referred to in his writings as "Claire Churchill".

Walsh, who worked in publishing during the

1960s and 70s, was a sounding board for

many of his story ideas, and introduced him

to the expat community in the south of France 

which formed the basis of several novels.

After the profound shock of his wife's death,

Ballard began in 1965 to write the stories that

became The Atrocity Exhibition, while continuing

to produce stories within the science fiction genre.

In 1967 Algis Budrys listed Ballard, Brian W.

Aldiss,Roger Zelazny, and Samuel R. Delany 

as "an earthshaking new kind of" writers, and

leaders of the New Wave. 

The Atrocity Exhibition (1969) proved controversial

- it was the subject of an obscenity trial, and

in the United States, publisherDoubleday 

destroyed almost the entire print run before it

was distributed - but it gained Ballard recognition

as a literary writer. It remains one of his iconic

works, and was filmed in 2001.

A chapter of The Atrocity Exhibition is titled

"Crash!", and in 1970 Ballard organised an

exhibition of crashed cars at the New Arts Laboratory,

simply called "Crashed Cars".

The crashed vehicles were displayed without

commentary, inspiring vitriolic responses and

vandalism.

In both the story and the art exhibition, Ballard

dealt with the sexual potential of car crashes,

a preoccupation he also explored in a short film

in which he appeared with Gabrielle Drake in

1971.

His fascination with the topic culminated in

the novel Crash in 1973.

The main character of Crash is called James

Ballard and lives in Shepperton, though other

biographical details do not match the writer,

and curiosity about the relationship between

the character and his author increased when

Ballard suffered a serious automobile accident

shortly after completing the novel.

Regardless of real-life basis, Crash, like The

Atrocity Exhibition, was also controversial

upon publication. 

In 1996, the film adaptation by David Cronenberg

 was met by a tabloid uproar in the UK, with the

 Daily Mail campaigning actively for it to be banned.

 In the years following the initial publication of Crash,

Ballard produced two further novels:

1974's Concrete Island, about a man who becomes

stranded in the waste area of a high-speed motorway,

 and High-Rise, about a modern luxury high rise

apartment building's descent into tribal warfare.

Although Ballard published several novels and

short story collections throughout the seventies

and eighties, his breakthrough into the

mainstream came only with Empire of the Sun

 in 1984, based on his years in Shanghai and

theLunghua internment camp.

It became a best-seller,was shortlisted for the

 Booker Prize and awarded the Guardian Fiction

Prize and James Tait Black Memorial Prize for fiction. 

It made Ballard known to a wider audience,

although the books that followed failed to achieve

the same degree of success. Empire of the Sun 

was filmed by Steven Spielberg in 1987, starring

a young Christian Bale as Jim (Ballard). Ballard

himself appears briefly in the film, and he has

described the experience of seeing his childhood

memories reenacted and reinterpreted as bizarre.

Ballard continued to write until the end of his

life, and also contributed occasional journalism

and criticism to the British press.

Of his later novels, Super-Cannes (2000) was

particularly well received winning the regional 

Commonwealth Writers' Prize

These later novels often marked a move away

from science fiction, instead engaging with

elements of a traditional crime novel. Ballard

was offered a CBE in 2003, but refused, calling it

"a Ruritanian charade that helps to prop up

our top-heavy monarchy". 

In June 2006, he was diagnosed with terminal 

prostate cancer, which metastasised to his

spine and ribs.

The last of his books published in his lifetime

was the autobiography Miracles of Life, written

after his diagnosis. His final published short story,

"The Dying Fall", appeared in the 1996 issue

106 of Interzone, a British sci-fi magazine.

It was reproduced in The Guardian on 25 April

2009.

 

 

 
 
 

Biografia e opere di Ballard, parte seconda.

Post n°2295 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

 

In October 2008, before his death,

Ballard's literary agent Margaret Hanbury

brought an outline for a book by Ballard

with the working title Conversations with

My Physician: The Meaning, if Any, of Life

 to the Frankfurt Book Fair.

The physician in question is oncologist 

Professor Jonathan Waxman of Imperial

College, London, who was treating Ballard

for prostate cancer.

While it was to be in part a book about

cancer, and Ballard's struggle with it, it

reportedly was to move on to broader themes.

In April 2009 The Guardian reported that 

HarperCollins announced that Ballard's 

Conversations with My Physiciancould not

be finished and plans to publish it were

abandoned.

 In 2013, a 17-page untitled typescript

listed as "Vermilion Sands short story in

draft" in the British Library catalogue and

edited into an 8,000-word text by Bernard

Sigaud appeared in a short-lived French

reissue of the collection under the title

"Le labyrinthe Hardoon" as the first story

of the cycle, tentatively dated "late 1955/

early 1956" by Sigaud and others.

Archive

In June 2010 the British Library acquired

Ballard's personal archives under the British

government's acceptance in lieuscheme for 

death duties.

The archive contains eighteen holograph 

manuscripts for Ballard's novels, including

the 840-page manuscript for Empire of the

Sun, plus correspondence, notebooks, and

photographs from throughout his life.

In addition, two typewritten manuscripts for 

The Unlimited Dream Company are held at

the Harry Ransom Center at the University

of Texas at Austin

Dystopian fiction

With the exception of his autobiographical

novels, Ballard most commonly wrote in the

post-apocalyptic dystopia genre.

His most celebrated novel in this regard is 

Crash, in which cars symbolise the mechanisation

of the world and man's capacity to destroy

himself with the technology he creates.

The characters (the protagonist, called Ballard,

included) become increasingly obsessed

with the violent psychosexuality of car

crashes in general, and celebrity car crashes

in particular.

Ballard's disturbing novel was turned into

a controversial-and likewise disturbing-cerebral

 film by David Cronenberg.

Particularly revered among Ballard's admirers

is his short story collection Vermilion Sands 

(1971), set in an eponymous desert resort

town inhabited by forgotten starlets, insane

heirs, very eccentric artists, and the merchants

and bizarre servants who provide for them.

Each story features peculiarly exotic technology

such as cloud-carving sculptors performing for

a party of eccentric onlookers, poetry-

composing computers, orchids with operatic

voices and egos to match, phototropicself-

painting canvases, etc. In keeping with Ballard's

central themes, most notably technologically-

mediated masochism, these tawdry and weird

technologies service the dark and hidden

desires and schemes of the human castaways

who occupy Vermilion Sands, typically with

psychologically grotesque and physically fatal

results.

In his introduction to Vermilion Sands, Ballard

cites this as his favourite collection.

In a similar vein, his collection Memories of the

Space Age explores many varieties of individual

and collective psychological fallout from-and

initial deep archetypal motivations for-the

American space exploration boom of the 1960s

and 1970s.

Commentators such as Will Self have described

much of his fiction as being concerned with

'idealised gated communities; the affluent, and

the ennui of affluence [where] the virtualised

world is concretised in the shape of these gated

developments.'

He added in these fictional settings 'there is no

real pleasure to be gained; sex is commodified

and devoid of feeling and there is no relationship

with the natural world.

These communities then implode into some form

of violence.

Budrys, however, mocked his fiction as "call[ing]

for people who don't think ... to be the protagonist

of a J. G. Ballard novel, or anything more than a

very minor character therein, you must have

cut yourself off from the entire body of scientific

education".[

In addition to his novels, Ballard made extensive

use of the short story form.

Many of his earliest published works in the 1950s

and 1960s were short stories, including influential

works like Chronopolis.

In an essay on Ballard, Will Wiles notes how his

short stories 'have a lingering fascination with

the domestic interior, with furnishing and

appliances,' adding, 'it's a landscape that he

distorts until it shrieks with anxiety'.

He concludes that 'what Ballard saw, and what

he expressed in his novels, was nothing less

than the effect that the technological world,

including our built environment, was having

upon our minds and bodies.'

Television

On 13 December 1965, BBC Two screened an

adaptation of the short story "Thirteen to

Centaurus" directed by Peter Potter.

The one-hour drama formed part of the first

season of Out of the Unknown and starred 

Donald Houston as Dr. Francis and James

Hunter as Abel Granger. In 2003, Ballard's

short story "The Enormous Space" (first

published in the science fiction magazine 

Interzone in 1989, subsequently printed in

the collection of Ballard's short stories War

Fever) was adapted into an hour-long

television film for the BBC entitled Home by 

Richard Curson Smith, who also directed it.

The plot follows a middle class man who

chooses to abandon the outside world and

restrict himself to his house, becoming a hermit.

Influence

Ballard is cited as an important forebear of

the cyberpunk movement by Bruce Sterling

 in his introduction to the seminalMirrorshades 

anthology.

Ballard's parody of American politics, the

pamphlet "Why I Want to Fuck Ronald Reagan",

which was subsequently included as a chapter

in his experimental novel The Atrocity Exhibition,

was photocopied and distributed by pranksters

at the 1980 Republican National Convention.

In the early 1970s, Bill Butler, a bookseller in 

Brighton, was prosecuted under UK obscenity

laws for selling the pamphlet.

In his 2002 book Straw Dogs, the philosopher 

John Gray acknowledges Ballard as a major

influence on his ideas. Ballard described the

book as a "clear-eyed assessment of human

nature and our almost unlimited gift for self-

delusion."

According to literary theorist Brian McHale

The Atrocity Exhibition is a "postmodernist 

text based on science fictiontopoi.

Lee Killough directly cites Ballard's seminal 

Vermilion Sands short stories as the inspiration

for her collection Aventine, also a backwater

resort for celebrities and eccentrics where

bizarre or frivolous novelty technology facilitates

the expression of dark intents and drives. 

Terry Dowling's milieu of Twilight Beach is also

influenced by the stories of Vermilion Sands 

and other Ballard works.

In Simulacra and SimulationJean Baudrillard 

hailed Crash as the "first great novel of the

universe of simulation."

Ballard also had an interest in the relationship

between various media. In the early 1970s,

he was one of the trustees of theInstitute for

Research in Art and Technology.

In popular music

Ballard has had a notable influence on popular

music, where his work has been used as a basis

for lyrical imagery, particularly amongst British 

post-punk and industrial groups.

Examples include albums such as Metamatic by 

John Foxx, various songs by Joy Division (most

famously "Atrocity Exhibition" from Closer),

"High Rise" by Hawkwind "Miss the Girl" by 

The Creatures (based on Crash), "Down in

the Park" by Gary Numan, "Chrome Injury"

by The Church, "Drowned World" by Madonna 

"Warm Leatherette" by The Normal and 

Atrocity Exhibition by Danny Brown.

 SongwritersTrevor Horn and Bruce Woolley

 credit Ballard's story "The Sound-Sweep"

with inspiring The Buggles' hit "Video Killed

the Radio Star",and the Buggles' second album

 included a song entitled "Vermillion Sands.

" The 1978 post-punk bandComsat Angels 

took their name from one of Ballard's short

stories.

An early instrumental track by British electronic

musicgroup The Human League "4JG" bears

Ballard's initials as a homage to the author

(intended as a response to "2HB" byRoxy Music).

The Manic Street Preachers include a sample

from an interview with Ballard in their song

"Mausoleum".Klaxons named their debut album 

Myths of the Near Future after one of Ballard's

short story collections. 

The Sound of Animals Fighting took the name

of the song "The Heraldic Beak of the Manufacturer's

Medallion" from Crash. The song "Terminal Beach"

by the American band Yacht is a tribute to his

short story collection that goes by the same

name.

 
 
 

Crash (James Graham Ballard

Post n°2294 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Wikipedia, risorse in rete

Titolo originale

Crash

Autore

J. G. Ballard

1ª ed. originale

1973

1ª ed. italiana

1990

Genere

romanzo

Sottogenere

postmoderno

Lingua originale

inglese

Ambientazione

Londra

Crash (1973) è un romanzo dello scrittore inglese 

James Graham Ballard, in precedenza conosciuto

come autore di fantascienza. Con Crash Ballard

inaugura nel 1973 una nuova carriera al di fuori

della letteratura di genere, pur continuando a

scrivere fantascienza ancora per alcuni anni.

Dal romanzo è stato tratto nel 1996 l'omonimo film

 diretto da David Cronenberg.

Trama

Già dal primo capitolo, in cui la voce del punto di

vista che ha lo stesso nome dell'autore, James Ballard,

riepiloga in prima persona gli avvenimenti dei

quali è stato testimone, il lettore percepisce il

tono fuori dell'ordinario della narrazione; vi si

parla infatti del rapporto tra eccitazione sessuale

e scontri automobilistici con vittime:

«Per lui, ferite del genere erano le chiavi di una

nuova sessualità, generata da una perversa tecnologia;

e le loro immagini stavano appese nella sua galleria

mentale come oggetti esposti in un museo da macello.»

Ballard, un regista televisivo, viene coinvolto in un

incidente automobilistico al ritorno a casa dall'appuntamento

con la sua segretaria Renata, che è anche la sua amante.

Perso il controllo dell'auto, invade la corsia opposta e

si scontra frontalmente con la vettura di una coppia;

il marito rimane ucciso sul colpo, sbalzato fuori  

dall'abitacolo, la moglie rimane ferita non gravemente

ma sotto choc, e nell'attesa di soccorso osserva Ballard

che a sua volta, imprigionato sul sedile, si scopre a

nutrire pensieri morbosi sulla donna.

Siccome l'incidente è avvenuto nei pressi dell'aeroporto,

Ballard viene ricoverato con entrambe le rotule fratturate

come unico paziente in un reparto d'ospedale destinato

ai superstiti di disastri aerei.

Sua moglie Catherine, che ha una relazione extraconiugale

con il proprio insegnante di volo da diporto, viene in

visita di frequente, con una sollecitudine che lo stupisce.

I due sono soliti raccontarsi a vicenda le avventure sessuali

per eccitarsi durante il rapporto.

Quando Ballard riesce a muovere qualche passo, passeggia

nel corridoio del nosocomio, dove ha già notato più volte

un uomo che malgrado vesta il camice bianco non è un

medico perché svolge incombenze a basso contenuto

professionale.

Un giorno Ballard si imbatte nella dottoressa Helen

Remington, la moglie dell'uomo deceduto durante l'incidente

automobilistico, a sua volta ricoverata, che lo riconosce

ma lo evita.

Catherine sembra eccitata da quello che è capitato al marito.

Entrambi giudicano sessualmente rilevante l'accostamento

tra corpo umano e automobili, anzi più in generale con

qualsiasi macchina, come se la tecnologia aprisse nuove

prospettive alla sessualità.

Dopo l'incidente mortale il desiderio di entrambi sembra infatti

rivitalizzato, come se le cicatrici lasciate sul corpo di lui

aumentassero le possibilità del piacere.

Uscito dall'ospedale e in convalescenza del suo appartamento,

Ballard osserva dal balcone del suo condominio lo scorrere del

traffico nelle strade a alta velocità che si estendono tutto

intorno, tra Londra e le città dell'hinterland.

Ha l'impressione che l'intensità del traffico sia triplicata dopo

il suo incidente.

Insiste per prendere un'auto in affitto, malgrado i dubbi della

moglie e di Renata, la sua amante.

Un giorno si apparta all'ultimo piano del parcheggio dell'aeroporto

insieme a una prostituta, ma si accorge di essere stato seguito

da una grossa auto americana, una Lincoln Continental, alla

cui guida c'è l'uomo che frequenta l'ospedale e che lui credeva

un medico.

A questo punto Ballard riconosce Robert Vaughan, scienziato

esperto di sistemi informatici piuttosto conosciuto perché

conduceva un programma tv sull'applicazione delle tecniche

elettroniche al controllo del traffico; coinvolto in un brutto

incidente automobilistico, si è ritirato dallo schermo, ma la sua

immagine di "scienziato-teppista" è ancora famosa.

Ballard si reca al deposito dove si trova la sua auto incidentata,

qui incontra Helen Remington giunta con lo stesso proposito.

Le dà un passaggio in auto verso l'aeroporto, dove lei lavora

al controllo immigrazione; quando transitano sul luogo

dell'incidente, lui viene colto da un'incontrollabile eccitazione

sessuale al pensiero del corpo della donna sul sedile accanto.

Al processo per la morte di Remington, Ballard viene assolto

con formula piena. Si dedica a girare a vuoto in automobile

nei dintorni dell'aeroporto, nei fiumi di veicoli che rendono

disumano e meccanico il paesaggio della sua vita, finché non

incontra di nuovo Helen Remington.

Lei accetta l'offerta di un passaggio; di nuovo eccitato dalla sua

presenza a bordo, lui si apparta in una strada fuori dal flusso

del traffico e i due hanno un violento atto sessuale sul sedile

anteriore.

Da questo momento la relazione con la dottoressa Remington

sostituisce quella con la sua segretaria Renata.

Catherine si reca a Parigi per lavoro, Ballard porta Helen

Remington a uno spettacolo di automobili: uno stuntman che

lavora con gli studi cinematografici, Seagrave, vuole ricreare

un incidente d'auto che ha coinvolto 5 vetture presso Londra.

Durante la ricostruzione  la sua auto urta violentemente,

Seagrave si procura una commozione cerebrale; Vaughan,

presente sul posto (sembra anzi una sorta di regista dello

spettacolo), porta con sé Ballard e la donna a casa dello

stuntman infortunato; qui conoscono sua moglie Vera e

una giovane donna, Gabrielle, che cammina solo grazie a

un complicato apparecchio ortopedico a causa di un incidente.

Vaughan chiede l'aiuto di Ballard per un suo fumoso progetto:

coinvolgere nella ricostruzione di un incidente d'auto l'attrice 

Elizabeth Taylor che è in contatto con l'agenzia del regista

per girare uno spot di automobili.

Helen Remington comincia a collaborare con i Road Research

Laboratories, che studiano crash test per migliorare la sicurezza

stradale. Uno di questi filmati produce su Ballard, Vaughan e

gli altri un effetto erotizzante. Ballard sente sempre di più

l'ascendente sessuale di Vaughan, e si rende conto di provare

fantasie omoerotiche.

Vaughan lo coinvolge in un giro notturno sulla  Lincoln

Continental, e mentre il regista guida per le strade trafficate

si intrattiene in un amplesso sul sedile posteriore insieme a

due prostitute.

Lo stuntman Seagrave sostituisce Liz Taylor nella ricostruzione

di un incidente automobilistico per un film. Vaughan vorrebbe

che Ballard gli procurasse un incontro con l'attrice, ha intenzione

di sottoporle uno dei test che egli stesso elabora per scatenare le

fantasie latenti dei soggetti nei confronti del rapporto tra scontro

automobilistico e sessualità. Ballard prende tempo, anche perché

scopre che Vaughan ha documentato con foto al teleobiettivo

non solo il suo incidente, ma anche il periodo di degenza

ospedaliera.

La polizia ferma Vaughan per l'investimento di un pedone, deve

lasciarlo andare senza prove; Catherine, venuta a prendere il marito,

sostiene che Vaughan non può guidare perché troppo scosso.

Lo riaccompagnano a casa, Ballard alla guida dell'auto della moglie;

incappano in un incidente che ha coinvolto tre veicoli, ci sono

morti e feriti, passeggeri ancora intrappolati nelle vetture, polizia

e infermieri e un'enorme folla di curiosi.

Vaughan ha un comportamento morboso con la macchina fotografica.

Quando si allontanano, Catherine sale sul sedile posteriore

con Vaughan.

Si fermano a un autolavaggio perché ci sono effettivamente tracce

di sangue sul radiatore, forse di un animale investito;

Ballard contempla nello specchietto retrovisore un complesso

rapporto sessuale tra i due; mentre le spazzole ruotano acqua

saponata contro i finestrini, Vaughan dispone sua moglie nelle

posizioni delle vittime dello scontro cui hanno assistito e la

possiede come se fosse uno dei corpi insanguinati in attesa di

soccorso.

Balalrd è ormai in balia dell'ossessione  sessuale- tecnologica

trasmessagli da Vaughan.

I due portano Gabrielle a un salone dell'automobile e si compiac-

ciono di osservare l'imbarazzo dei venditori alle sue difficoltà

nell'adattare le protesi all'abitacolo delle vetture.

Il corpo di Gabrielle, deformato e protetto dal metallo, ha una

forte attrazione su Ballard; lo scontro automobilistico imprime

sul corpo umano tracce, ematomi e ferite che rappresentano

nuove geometrie sessuali: è naturale che la sfortunata giovane

diventi oggetto di desiderio. I due hanno un amplesso durante

il quale l'uomo è estasiato dai segni che il metallo imprime nella

carne di Gabrielle.

Ballard non riesce più a fare a meno di Vaughan.

Non gli confessa che la trattativa con Liz Taylor per uno spot

pubblicitario non è andata in porto.

I due passano il loro tempo sulla strada, caricando prostitute

da possedere sui sedili dell'auto in movimento, finché incappano

in un grosso incidente.

Una delle due vittime è Seagrave, che indossa ancora la parrucca

usata per fare da controfigura.

Il rapporto di Ballard con Vaughan raggiunge il culmine dopo che

Catherine viene inseguita dall'auto dello scienziato teppista; i due

uomini si appartano in un parcheggio abbandonato e hanno un

amplesso omosessuale.

Vaughan, che di solito è rude e attivo con le donne, si dimostra

docile e passivo, ma subito dopo tenta di investire Ballard sceso

a piedi nel parcheggio.

Nei giorni successivi Catherine si sente minacciata, la sua auto

viene danneggiata nel parcheggio, i segni di vernice della Lincoln

sono riconoscibili sulla sua carrozzeria.

Vaughan scompare praticamente dalla circolazione dopo aver

rubato l'auto di Ballard dalla rimessa sotto il condominio.

Sapendo che è ricercato dalla polizia per l'investimento di un

pedone su un cavalcavia, Ballard e la moglie si mettono in

auto e percorrono senza sosta le strade della periferia londinese.

L'epilogo previsto dal regista però è già avvenuto: nel tentativo

si schiantarsi contro l'autovettura di Liz Taylor, Vaughan è

uscito di carreggiata precipitando nella corsia inferiore, sul tetto

di un autobus che trasporta passeggeri delle linee aeree.

Vi sono morti e feriti, Vaughan è ucciso sul colpo, Liz Taylor

non viene coinvolta e rimane illesa.

Ballard e la moglie si recano nel deposito giudiziario dove

hanno accesso all'auto, gravemente danneggiata durante

l'incidente mortale di Vaughan, e fanno l'amore sui sedili

macchiati dal sangue secco dell'uomo.

Critica

«Quando l'ho scritto Crash di certo non lo pensavo nei

termini di una novella morale, esploravo alcune tendenze,

vicine al confine con la psicopatologia, che parevano

iscriversi nel mondo che osservavo: senz'altro la

situazione post assassinio dei Kennedy, la sensazionaliz-

zazione della violenza stava diventando un elemento

dell'immaginario popolare.»

Quello di Ballard è un mondo devastato dalla mancanza di

comunicazione e dall'incapacità dei corpi di godere secondo

le coordinate naturali richieste dall'energia libidica: quello

che emerge da una trama volutamente deviante e sfuggente

è un profondo senso di nausea per il presente disumanizzato.

La pubblicazione del romanzo si incastona perfettamente tra

la fine dell'era industriale che ha creato l'alienazione della

catena di montaggio e dei cicli produttivi, e l'inizio dell'era t

ecnologica, che ha prodotto la spersonalizzazione dell'essere

umano.

Anticipando tematiche del successivo movimento cyberpunk,

Ballard trasforma l'automobile, simbolo dell'industrializzazione

dei consumi, in un prolungamento del corpo umano, quasi una

sua protesi, elevandola a metafora dell'era tecnologica, per

immergerci in una realtà in cui i protagonisti hanno bisogno di

uno stimolo esterno per tentare di riappropriarsi delle proprie

emozioni.

 La radicalità di Ballard sta nel fatto di estremizzare la modernità,

portando alle più radicali conseguenze situazioni già esistenti

nel nostro quotidiano, fino al punto di creare una mitologia propria.

Il romanzo viene tradotto e pubblicato in Italia nel 1990, molti

anni dopo l'apparizione originale.

Ballard è sempre stato uno scrittore ripetitivo e ossessivo, e in 

Crash questa scelta estetica è ancora accentuata: le esplicite

descrizioni sessuali e le descrizioni cliniche di ferite e mutilazioni,

la strana e radicale unione tra carne e macchina si esplicitano in

una scrittura che è più medico-scientifica che letteraria, perfetta

immagine di rapporti sociali totalmente disgregati e vissuti senza

alcun sentimento.

«La sola cosa che amplia il paesaggio del XX secolo è la

psicopatologia, e questa psicopatologia se ne ride dei diktat

della morale.

Il narratore e sua moglie hanno conquistato questa immensa

libertà che permette loro di giocare i loro strani giochi senza

preoccuparsi delle conseguenze.

La psicopatologia è divenuta il motore di gran parte della

nostra vita quotidiana.»

 
 
 

Il vento dal nulla

Post n°2293 pubblicato il 31 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Autore

JG Ballard

Nazione

Regno Unito

linguaggio

Inglese

Genere

Fantascienza

Editore

Berkley Books

Data di pubblicazione

1961

Tipo di supporto

Stampa ( cartonato etascabile )

The Wind from Nowhere è unromanzo

di fantascienza dell'autore inglese JG Ballard . 

Pubblicato nel 1961, era il suo romanzo di

debutto . In precedenza aveva pubblicato

solo racconti.

Il romanzo è stato il primo di una serie di

romanzi di Ballard che affrontano scenari

di disastro naturale. 

Qui, la civiltà è ridotta in rovina dai venti

di forza uragani prolungati in tutto il mondo.

Come dimensione aggiuntiva, Ballard

esplora i modi in cui il disastro e la tragedia 

possono unire le persone in modi che

nessuna esperienza normale potrebbe mai. 

Questo è un altro tema ricorrente nelle

sue opere e fa una delle sue prime

apparizioni qui.

 Alcuni critici hanno suggerito che i

suoi primi quattro romanzi si basano

su temi elementali, mostrando distruzione

globale per via aerea, acquatica,

antincendio e terrestre.

Ballard in seguito ha respinto il romanzo,

scritto in dieci giorni, come un "pezzo di

hackwork",  riferendosi invece a 

The Drowned World come al suo primo

romanzo.

Riepilogo grafico 

Un vento soffia in tutto il mondo: è costante-

mente verso ovest e più forte all'equatore. 

Il vento sta gradualmente aumentando e

all'inizio della storia, la forza del vento sta

rendendo impossibile il viaggio aereo. 

Più tardi, le persone vivono in tunnel e

scantinati, incapaci di andare fuori terra.

 Verso la fine, "Il flusso d'aria portava con

sé enormi quantità di vapore acqueo - in

alcuni casi il contenuto di interi mari, come

il Caspio e i Grandi Laghi , che erano stati

prosciugati a secco, i loro letti chiaramente visibili." 

Londra , per far fronte alla situazione,

vengono istituite organizzazioni speciali.

 Il Central Operations Executive (COE),

composto principalmente da personale del

War Office, è stato istituito da Simon Marshall.

Le operazioni di salvataggio combinato si oc-

cupano del crollo degli edifici. 

Donald Maitland, un medico incapace di

recarsi in Canada per un nuovo lavoro a

causa del vento, ne fa parte. 

Maitland salva Marshall quando viene

ferito dalla caduta della muratura e lo

porta a casa per riprendersi. 

Nel seminterrato della casa di Marshall,

Maitland vede l'equipaggiamento militare

etichettato "Hardoon Tower" e si chiede

quali interessi Marshall stia realmente

servendo.

Hardoon Tower è una struttura piramidale

destinata a resistere al vento; è stato

costruito da Hardoon, un uomo d'affari

milionario, che ha un esercito privato.

Il rapporto di Maitland con sua moglie

Susan sta finendo, ma quando sente

che lei è ancora nel loro appartamento

al piano superiore, mentre la maggior parte

delle persone sono sotterranee, ci va. 

Susan non sarà persuasa ad andarsene,

e in piedi vicino a una finestra aperta,

viene portata via dal vento.

Man mano che la distruzione aumenta a

Londra, COE decide di abbandonare la

sua base sotterranea.

 Arriva uno degli ufficiali di Hardoon, una

figura taciturna con elmo chiamata Kroll.

Marshall pensa di essere lì per portarlo

alla Hardoon Tower, ma Kroll lo uccide.

Maitland viene evacuato dalla base sot-

terranea insieme a Steve Lanyon, un

capitano sottomarino americano e Patricia

Olsen, giornalista.

 Lanyon e Olsen hanno sviluppato una

relazione durante le recenti esperienze in

Italia. 

Sono in un gruppo che parte in un

gigantesco veicolo corazzato con un periscopio. 

Maitland, rendendosi conto che stanno

passando vicino alla Torre di Hardoon e

che vogliono indagare su di esso, sabota

le apparecchiature di navigazione in modo

che il veicolo vada alla torre, che possono

localizzare tramite un segnale radio.

Hardoon riceve il gruppo in modo che

Olsen, il giornalista, possa denunciare il

suo successo. 

La piramide, costruita su tunnel sotterranei

che stanno crollando, inizia a cadere nel

vento e Hardoon, guardando il vento

attraverso una finestra speciale, non può

essere salvato.

 Maitland e gli altri, cercando di fuggire

dalla distruzione, si rendono conto di

essere salvati perché il vento sta iniziando

a placarsi.

 
 
 

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