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Il sogno di volare

Post n°2298 pubblicato il 29 Dicembre 2013 da Cartman72
 
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Perdonatemi... Sarò monotono ma anche oggi il tema del blog è dedicato all'ultimo libro di Carlo Lucarelli "Il sogno di volare". Dopo "La merda" di Anton Virgilio Savona e "Tre passi avanti" della Bandabardò, stavolta si va all'orgine di tutto. La canzone del giorno infatti è "Il sogno di volare" scritta da Andrea Buffa e che ha ispirato il libro dandogli anche il titolo come racconta proprio Carlo Lucarelli nel primo video che vede anche l'esecuzione live di Buffa. Ho messo anche un secondo video con una versione da studio degli Arangara che l'hanno pubblicata nell'album "Terra di mari" e che hanno omaggiato lo stesso Lucarelli di un brano. La canzone è decisamente molto bella ed è l'ennesima scoperta per la quale devo ringraziare il bravo Carlo e il suo bel libro e potrebbe non essere finita qua. A voi la palla... e il giudizio. Buon ascolto e buona domenica!

Il sogno di volare (Andrea Buffa)

Da giovane avevo un sogno
volare come un uccello
ma adesso che schiaccio l’aria
col mio peso non mi pare bello
io volo come un mattone 
come un sasso, una chiave inglese
volare senza le ali
è un problema, mi sembra palese
volare senza le ali
è un problema, mi sembra palese


Questa mattina alle sei
con il buio ed un vento gelato
sfrecciavo con il mio ciao
sembravo un ghiacciolo impazzito
non volevo far tardi
col capo che rompe i maroni
ci paga tre euro e settanta
all’ora se stiamo buoni
ci paga tre euro e settanta
all'ora se stiamo buoni


Così Fatima e Mohamed Roberto
stamane non ho salutato
ieri sera ero davvero stanco
e però un poco abbiamo giocato
poi li ho guardati dormire
per un'ora coprendo la luce
han sorriso per tutto il tempo
questa vita ancora gli piace 
han sorriso per tutto il tempo
questa vita ancora gli piace


E volo che volo lento
dal sesto giù al primo piano
e ho paura che mai più potrò
dire a mia moglie quanto la amo
quanto mi piace quando i capelli
raccoglie assieme sopra la nuca
che io il canto dell’universo
lo sento quando la vedo svestita
che io il canto dell’universo
lo sento quando la vedo svestita 

E c’è qualcosa che non mi torna
nel poco tempo che mi rimane
che fine ha fatto quel bel ragazzo
che una mattina ha preso il mare
sopra una zattera assieme ad altri cento 
per non morire di guerra o di fame 
dentro una bara semi-affondata
sicuro soltanto di non tornare 
dentro una bara semi-affondata
sicuro soltanto di non tornare 

Perché diciamoci onestamente

crepare a trent’anni è proprio un peccato
a quel punto almeno a quaranta
nel mio parse sarei arrivato
e questo senza prendere il mare
veder mio fratello morire annegato
e dopo poi venire rinchiuso
senza aver mai commesso un reato
e dopo la fuga finire schiavo
tra i pomodori dal sole bruciato 

Così adesso il sole si spegne
sopra il cantiere ed il cielo tutto
sono incazzato ed ho molta paura 
ma dire male mi pare brutto
voglio che l’ultimo dei miei respiri
si stringa attorno a ciò che ho di più bello
il viso di Laura il riso dei bimbi

 
 
 
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