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Post N° 1079

Post n°1079 pubblicato il 09 Luglio 2008 da ottimistasempreecomu

Senza Luce

Ascoltavo questo brano, stamane…ed ho visto un ragazzino correre. e quel brano…quella corsa lì mi hanno ricordato qualcosa.

Quel brano mi ha ricordato quando “non esistevano” le ore, il giorno, la notte, il tempo dedicato al riposo e quello destinato all’attività, ma esisteva solo “il tempo”…un amalgama indistinto fatto apposta per non essere preso in considerazione, una galassia fatta di infinite costellazioni le cui singole stelle – gli attimi - erano (apparivano) immobili, salvo poi a scoprire, a fine estate, che erano fuggite. Il ragazzino mi ha ricordato di quando “non esistevano” il freddo, il fango, la ghiaia, il sole ed il caldo, il sudore, il fiatone, la necessità di mostrarsi impeccabili (presentabili, va’). In effetti mi capita stupidamente a volte di sentirmi già vecchio. Ma non meno felice. Certo, ci sono momenti in cui non lo sono, o lo sono meno, ma nel complesso, posso dire di esserlo!

* * *
da Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari

Giovanni aspetta paziente la sua ora che non è mai venuta, non pensa che il futuro si è terribilmente accorciato, non è più come una volta quando il tempo avvenire gli poteva sembrare un periodo immenso, una ricchezza inesauribile che non si rischiava niente a sperperare.

Eppure un giorno si è accorto che da parecchio tempo non andava più a cavalcare sulla spianata dietro alla Fortezza. Si è accorto anzi di non averne nessuna voglia e che negli ultimi mesi (chissà da quanto esattamente?) non faceva più le scale di corsa a due a due. Sciocchezze, ha pensato, fisicamente si sentiva sempre lo stesso, tutto stava a ricominciare, non c’era neppure dubbio; una prova sarebbe stata ridicolmente superflua.

No, fisicamente Drogo non è peggiorato, se riprendesse a cavalcare e a correre su per le scale sarebbe benissimo capace, ma non è questo che importa. Il grave è che lui non ne sente più voglia, che lui preferisce dopo colazione starsene a sonnecchiare al sole piuttosto che scorazzare su e giù per la spianata sassosa. E’ questo che conta, solo questo registra gli anni passati.

Oh, se ci avesse pensato, la prima sera che fece le scale a un gradino per volta! Si sentiva un po’ stanco, è vero, aveva un cerchio alla testa e nessun desiderio della solita partita a carte (anche in precedenza del resto aveva qualche volta rinunciato a salire le scale di corsa per via di malesseri occasionali). Non gli venne il più lontano dubbio che quella sera fosse molto triste per lui, che su quei giardini, in quell’ora precisa, terminasse la sua giovinezza, che il giorno dopo, per nessuna speciale ragione, non sarebbe più ritornato al vecchio sistema, e neppure dopodomani, né più tardi, né mai.

 
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