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pensieri

Post n°1318 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da ottimistasempreecomu

“Quelli che moiono, bisogna pregare Iddio per loro, e sperare che anderanno in un buon luogo; ma non è giusto, né anche per questo, che quelli che vivono abbiano a viver disperati...” è la frase che il Manzoni fa dire a Renzo nel capitolo 36° dei “Promessi Sposi”, allorché incontra ed ha un dialogo con Lucia…

Manzoni è di formazione giansenista e cultura francese, radicale nelle sue convinzioni, nella distinzione tra luce ed ombra, tra vita e morte, tra purezza e peccato, ma di fronte allo scenario della peste fa prevalere un senso di pudore che solo può scaturire da un profondo senso della “pietas”…

Non so perché, ma la notizia della morte di Eluana mi ha richiamato alla mente questo passo dei “Promessi Sposi”…no, non è esatto, non è stata la notizia, è stato tutto lo stravolgimento morale, politico, giuridico che essa ha scatenato a farmelo venire in mente.

A nessuno è venuto in mente di abbassare i toni, perché la morte merita rispetto e silenzio, a pochi è venuto in mente di evitare giudizi estremi o comunque di commentare. L’intreccio di questa vicenda è micidiale, ma tutti hanno preferito vedere le pagliuzze nell’occhio dell’altro anziché le travi nei propri. Non lo ha fatto il Vaticano, preoccupato di salvaguardare principi (in apparenza), in realtà preoccupato di salvaguardare delle forme che ne difendevano il potere. Non lo ha fatto il governo, che ha messo in campo una serie di iniziative al limiti della legalità, non lo ha fatto il parlamento, che si accapiglia ora in un indecoroso spettacolo di insulti ed invettive, non lo ha fatto l’opinione pubblica, che ha ignorato a lungo il problema ed ha evitato di sollecitare il parlamento ad approvare una legge che evitasse questo scempio.

Iniziamo dalle gerarchie ecclesiastiche. Esse sono parse sollecite alla difesa della vita, ma dov’erano tutti quei prelati quando si trattava di affrontare discorsi sull’etica della malattia? Si, perché – ha ragione, in questo, Veronesi – ormai si profila molto chiaramente all’orizzonte il momento in cui le macchine terranno in vita artificialmente degli esseri umani che di vivente non hanno più nulla. Qualche anticipo lo abbiamo avuto: chi ricorda dell’agonia del generalissimo Franco in Spagna? O di Tito? Ambedue furono tenuti in vita artificialmente per preparare (ahimè, con esiti diversi) la successione. Eccellentissimi prelati, vogliamo affrontare la questione? Essi hanno ragione: la vita umana è sacra. Dov’erano quando si è saputo del tentativo di suicidio di massa a Lampedusa, qualche giorno fa? Non mi risulta che abbiano tuonato contro le condizioni degli immigrati a Lampedusa, o la tassa per la richiesta del permesso di soggiorno, ecc.

La chiesa….ma quale? Quella di papa Giovanni XXIII era molto differente da questa…qual è quella giusta? A quale chiesa appartengo? A quella della messa in latino o a quella che accolse il genero di Krusciev (e chi ha la mia età, ricorda lo scandalo enorme del gesto)? Alla chiesa che si definisce “cattolica” (universale) perché cerca di persuadere, convincere, di lavorare sulle anime e sulle coscienze di ciascuno in un perenne tentativo escatologico di raggiungere la cattolicità, ovvero l’universalità, o quella che cerca – non sapendo più svolgere il proprio mestiere – di imporre ad uno stato laico ed attraverso quest’ultimo, comprendente cioè esseri umani di religione differente e di diverso pensiero, alla totalità degli esseri umani il proprio pensiero? E’ la chiesa del teologo Ratzinger o del teologo Kung? E’ la chiesa dei vescovi Lefevriani, riammessi nel suo seno, o quella cui appartengono milioni di divorziati, da essa esclusi? E quale sacerdote può dire, esattamente, cosa prova un padre che decide coscientemente di porre fine alla vita della propria figlia? O più semplicemente, quale sacerdote, vescovo, papa, può davvero sapere quali pulsioni scorrono, anche nella vita quotidiana, nei rapporti tra padre e figlio? E, in questo scenario, davvero credono che la battaglia del papà di Eluana sia stata indolore?

Il governo. Se davvero per il governo la legge per il testamento biologico era fondamentale, perché non la ha fatta discutere dal parlamento fin dall’inizio, magari sostituendo nella scala di priorità il “lodo Alfano”? Tutta l’azione del governo è stata motivata, a mio modo di vedere, quasi esclusivamente dal tentativo di mostrarsi conciliante col Vaticano (e sto usando chiaramente un eufemismo). E d’altronde, l’interdipendenza delle destre attuali col vaticano è cosa nota (tolti i fondi alle scuole pubbliche, ma rimasti alle private, per esempio, per non parlare dei numerosi “rumori” che riguardano la legge sull’aborto. Per il divorzio, no, vista la situazione personale dei tanti politici – cattolicissimi, peraltro - interessati all’argomento…). Poi, la situazione è precipitata: la magistratura evidentemente non sapeva di dover essere ossequiosa al vaticano….il Capo dello Stato non sapeva di dover essere ossequioso al vaticano…e si è tentato di far approvare una legge (questa sì, ossequiosa al vaticano) in tre giorni. Indubbiamente al nostro governo preme la vita umana, peccato che non si trovi traccia di questo interesse nelle leggi votate ultimamente, nelle parti concernenti l’immigrazione, o nel tentativo di evitare all’ILVA di Taranto di assoggettarsi ai limiti imposti all’emissione di diossina (pare il 92% del totale emissioni nazionali) che sta avvelenando Taranto e dintorni (media tumori 3 volte superiore a quella regionale)…del tutto casuale che il gruppo appartenga ad un certo Emilio Riva – certamente omonimo di quello che fa parte della cordata che ha rilevato Alitalia…o è la stessa persona? Mah!!!

Ma torniamo al discorso principale. Ormai la legge dev’essere discussa e approvata. Si tratta di una legge che riguarda i principi etici di una società, della nostra società…ma è proprio questo che mi dà i brividi: faremo trattare di etica a chi? A gente che non sa cosa sia? Un parlamento in cui siedono non so quanti condannati e non so quanti inquisiti, un parlamento composto da persone che cambiano partito come i calzini, un parlamento che si è lasciato espropriare della sua ragion d’essere (la discussione) in nome del potere, dei soldi, questo parlamento deve discutere di etica?

Rabbrividisco!!!!

 
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