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Post n°1757 pubblicato il 17 Giugno 2010 da ottimistasempreecomu

La vedo male...molto male!

Va da sè che, avendo un solido sostrato di ottimismo, sono sicuro che gli anticorpi a ciò che sta accadendo verranno fuori...ma la situazione è quella che è...

La Fiat propone (direi dispone) delle condizioni capestro agli operai per non far traslocare la costruzione della Panda in Polonia, intima (è questo il termine giusto) agli stessi in "prendere o lasciare", e 4 organizzazioni sindacali su 5 hanno accettato: gli operai accettano le condizioni su straordinari, pause, malattia, scioperi, turni di lavoro ecc. e CISL, UIL, (su cui non vale la pena neppure spendere il tempo necessario a criticarle, essendo per il sottoscritto diventate da tempo la leva con cui scardinare la capacità contrattuale dei sindacati), la UGL (che pur essendo schierata a destra, con la Polverini godeva delle mie simpatie, ma ora si è annacquata) e un 'altra sigla sindacale di cui non ricordo il nome hanno firmato.

Non si rendono conto!

Il mercato dell'auto è ovunque in crisi, ed è - secondo me - una crisi di sistema, non più contingente: potrà riprendersi per brevi periodi, magari drogata da incentivi o altro, ma l'auto - come intesa oggi - è destinata a lasciare il posto di prodotto trainante l'economia ad altre produzioni.

Cosa faranno gli operai - che oggi hanno ceduto al ricatto - quando tra un po' di tempo il problema si ripresenterà e li vedrà indeboliti sul piano dei diritti e della capacità contrattuale?

Perchè il vero problema, in Italia, è (ed è sempre stato) la miopia di una classe industriale che è assolutamente impreparata a sfide di lungo respiro...Ho presente la Olivetti, prima in assoluto in ordine di tempo nelle nuove tecnologie, lasciata morire (ed ora importiamo tecnologia), ho presente la tecnologia legata all'energia solare, che ci vide primi sulla nuova strada - abbandonata - (ed ora i tedeschi sono leader mondiali indiscussi)...

Una classe imprenditoriale che anzichè puntare sul nuovo, impegnarsi in una sfida con coraggio, punta a far concorrenza a Rumeni, Cinesi, ecc. sul piano dell'abbattimento dei costi del lavoro e dei diritti...

D'altronde, la suddetta classe imprenditoriale è sempre cresciuta e si è rafforzata all'ombra delle protezioni dei governi che si sono succeduti, non ha mai avuto una vera autentica cultura (fatte le pochissime dovute eccezioni: penso ad Adriano Olivetti, a Pirelli, a Feltrinelli - che comunque costituiva un caso a sè), ed ha prosperato all'ombra del protezionismo fascista prima e quello democristiano poi - che provvedeva, ogni volta che era necessario, a scaricare con le svalutazioni e l'inflazione a due cifre i costi dell'inefficienza industriale e culturale su tutti noi.

Solo che, allora, i sindacati erano davvero - tutti - al servizio dei lavoratori!

(to be continued)

 
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