Un blog creato da luc.conifru.nic il 29/12/2011

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IN RICORDO DI AUGUSTO DAOLIO

 
 
 
 
 
 
 

PARIS MON AMOUR

 
 
 
 
 
 
 
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WEST LIFE

..hai preso le mie mani
hai toccato il mio cuore
mi hei sempre presente
vicino a me notte e giorno
attraverso tutte le difficoltà
ma vada come vada
spazzata via da un'onda di emozioni
sopraffatta dall'occhio della tempesta
e ogni volta che mi sorridi
faccio fatica a credere che
tu appartenga a me
questo amore è indistruttibile
è inequivocabile
e ogni volta che ti guardo negli occhi,
so perchè questo amore è intoccabile
sento che il mio cuore non può proprio negarlo
abbiamo riso insieme abbiamo pianto insieme
entrambi sappiamo che da qui ce la faremo
perche insieme siamo forti
le mie braccia sono il luogo a cui appartieni....ai abbracciato forte

...sono stato sfiorato dalle mani di un angelo
sono stato benedetto dal potere dell'amore
e ogni volta che sorridi
faccio fatica a credere che tu appartenga a me
questo amore è indistruttibile
tra fuoco e fiamme
quando arriverà la fine di tutto
il nostro amore continuerà ad esistere...

 

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
« Intervista al maestro Al...L'isola dei poeti »

Intervista al maestro Aletti 2° parte

 

10) Come è nata l'idea di abbinare alla sua attività poetica la promozione dei vari concorsi letterari tra cui "Il Federiciano"?


L'idea di abbinare la mia attività di poeta ai concorsi o altre iniziative come il festival del
Federiciano è nata dal fatto che io vado a creare di volta in volta tutta una serie di iniziative alle
quali avrei partecipato se non avessi avuto la possibilità e la fortuna di idearle: ecco perché poi
hanno così tanto successo, perché, praticamente, è vero che sono un editore, oltre ad essere un
poeta, e sono di gran lunga il più importante formatore di poesia che c'è in Italia, però rimango
comunque principalmente un autore, un poeta, per cui mi viene naturale ideare quelle iniziative che
danno agli autori la possibilità di fare un percorso di legittimazione della loro proposta poetica. Ad
esempio La panchina dei versi è nata come manifestazione spontanea all'interno dell'ultima
edizione estiva del festival Il Federiciano, perché ci avevano tolto l'utilizzo della piazza dei poeti
federiciani, che era una sorta di piazza simbolica, un'unione tra i poeti federiciani del1200 e
quelli del terzo millennio. Dopo di che quella panchina dei versi è diventata un punto
fondamentale di incontro, di condivisione e di aiuto per tutte le persone che erano ferme a casa
durante la pandemia, perché ho preso quella panchina dei versi e l'ho fatta diventare lunghissima,
centinaia e centinaia di km che passava nelle case delle persone, le fece accomodare per ben tre
volte durante la giornata, per molti è stato un momento di grande sollievo dalla solitudine. Provate a
immaginare delle persone che vivono nei palazzi al centro della città senza balconi, o persone sole,
altre spaventate, durante il primo lockdown, aver avuto un'oasi di pace per diverse ore della
giornata è stata una ancora di salvezza, e nell'arco di qualche giorno il Festival on line La panchina ​
dei versi, è diventato il più importante festival di poesia di quel periodo su facebook italiano; è
andato avanti per tre mesi, va avanti ancora oggi, ma per quei primi tre mesi tutti i giorni gli
artisti si sono alternati: Francesco Baccini, Alberto Fortis, Silvia Mezzanotte, professori
universitari, Haidar, Gazzè, io, Quasimodo e molti altri, artisti che sono intervenuti dalla Spagna, in
diretta dall'India, un festival internazionale.
È stato naturale, qualche mese dopo, edificare un concorso di poesia che si chiamava la panchina
dei versi, che testimoniava e storicizzava un evento straordinario come appunto la realizzazione di
un festival on line durante la pandemia che ha fatto registrare numeri incredibili. L'esordio del
festival fu del cantautore Francesco Baccini; oltre ad esserci centinaia, centinaia di persone on line
durante la diretta, il video superò le 20mila visualizzazioni in pochi giorni; un numero incredibile
per un festival nato così in maniera estemporanea dalla mia esigenza di dire grazie alle persone che
ci seguivano: era l'unico modo che avevamo per far loro compagnia in un momento drammatico.
È stato un momento molto bello, anche di grande utilità perché ci siamo sostituiti al servizio
pubblico, diciamo che se uno accendeva la tv tutti i giorni c'era solo il bollettino dei morti, molto
angosciante, se invece accendeva facebook tre volte al giorno trovava di nuovo la gioia e la
condivisione dell'arte, per cui diciamo in definitiva è normale il fatto che io organizzi iniziative per
gli autori perché sono quelle iniziative che io avrei frequentato. Altra cosa è invece per quanto
riguarda il paese della poesia, fu un sogno quello di poter realizzare un luogo ideale e reale per dare
un luogo alla poesia, luogo d'incontro per tanti anni per gli autori. Alla fine il festival era un
pretesto per potersi rincontrare, poter vivere qualche giorno, come lo chiamo io, il tempo sospeso,
dove non hai la fatica del passato, l'incombenza degli impegni futuri, gli obblighi quotidiani, ma
dove l'unica cosa che hai è quella di condividere dalla mattina a notte fonda la stessa passione per la
poesia con tutti quelli che partecipano. Come dico sempre: "Il paese della poesia è come il paese dei
balocchi per Pinocchio, l'unica differenza è che quando te ne vai non ti crescono le orecchie d'asino
ma nuove consapevolezze".

 

11) Quale importanza ha per lei l'attività di formatore? Quali sono i suoi obiettivi in merito? 


Il mio ruolo di formatore lo ritengo fondamentale, perché è un momento molto, molto importante perché è un atto di generosità nei confronti degli autori, per essere un formatore bisogna essere molto generosi, bisogna dare tutto ciò che uno ha senza remore, spostare una sorta di decentramento cognitivo da me a loro; non sono più io al centro ma è al centro la loro poetica, il loro testo, il loro percorso perché è bello, soprattutto non solo l'aspetto tecnico che pure c'è, ma è importante andare a comprendere tutti quei processi creativi che anticipano o accompagnano la
stesura dei versi; è lì la cosa principale, per cui per fare questo ci vuole grande empatia, grande conoscenza dei meccanismi emotivi che ci portano a scrivere delle cose, molte volte anche ad eluderle, cioè ad autocensurarsi perché si ha il timore di essere giudicati, perché ancora non si è pronti, non si ha il coraggio di andare ad indagare non soltanto la parte che è in luce ma anche quella che è in penombra o addirittura all'oscuro. La formazione è uno dei pochi campi in cui non 
puoi fingere: per essere veramente utile devi dire le cose così come stanno.
Da lì, dai punti di debolezza, dagli errori nasce il miglioramento, come dico sempre, per
migliorare bisogna allenare i propri limiti. In qualche modo è come se io prestassi i miei occhi agli
autori e gli facessi vedere una serie di cose che loro non vedono. All'interno del testo, come dico
sempre, ci sono delle macchie invisibili agli autori che pensano di aver scritto dei capolavori ma
sono visibilissime ai miei occhi, a un occhio di un critico letterario o a un presidente di giuria ̧ se
è un concorso prestigioso. In poesia, come in qualunque altra disciplina artistica fare formazione è
fondamentale, è come una sorta di acceleratore di idee.

 


12)Quali sono le sensazioni o le emozioni che prova leggendo i testi di altri autori?

In generale un lettore di poesie, compreso me, quando legge un testo di poesie cerca solo una cosa,
cerca qualcosa che lo sorprenda, qualcosa di inaspettato che gli possa far vivere l'esperienza
estetica, lo stupore della meraviglia.

 


13 )Quali sono i consigli che vorrebbe dare a scrittori in erba per trasformare le
immagini in parole che suscitino grandi emozioni nei lettori comunicando messaggi
poetici?


Un consiglio per gli autori in erba per migliorare è quello di leggere tantissimo. C'è questo
paradosso, tutto italiano, che la maggior parte degli autori che scrive poesie non legge. Così come
tanto, tanto tempo fa grandi artisti andavano a bottega e poi magari ogni tanto capitava che l'allievo,
il discepolo, superava il maestro la stessa cosa vale per la poesia. Noi dobbiamo frequentare quelli
che hanno dedicato la loro intera esistenza a creare bellezza per noi. E poi andare, quando è
possibile alle iniziative di formazione. Abbiamo creato non solo eventi dal vivo come le
Mastermind, ma anche video corsi che si possono frequentare comodamente da casa, come il primo
video corso mai realizzato per la poesia in Italia: La Nuova Era della Poesia che ho diretto e condotto.

 

14) Quali sono i messaggi che vuole comunicare con i suoi versi?

I messaggi che voglio comunicare con i miei versi sono molteplici, diciamo la cosa principale è quella di continuare comunque a credere sempre in se stessi, in maniera concreta, tipo uno sta sul divano di casa e con il telefonino davanti spera di diventare un astronauta. Lì non si tratta di avere un sogno, lì è una cosa diversa; i sogni spesso sono così campati in aria, invece bisogna avere degli obiettivi, in quel caso se noi abbiamo degli obiettivi mettiamo in moto degli atti concreti. Il mio obiettivo con le poesie, con i miei versi, diciamo così, è quello di comunicare che c'è la possibilità di uno spazio all'interno di questa società completamente disumana che tende spesso a spersonalizzare le persone, a considerarle soltanto dei possibili consumatori di prodotti ma non più individui come esseri umani. Da lì poi discendono una marea di storture che noi viviamo quotidianamente. La mia poesia vuole dirti in sostanza che esiste una parte di te che devi comunque coltivare perché è la parte più bella di noi stessi, che è quella che poi dà un senso a tutto ciò che viviamo, anche a quelle situazioni che non ci piacciono e ci dà la possibilità, anche un po' in maniera stoica, di sopportarle.

 


15)Quali sono i suoi progetti per il futuro? 


Scrivere ameno un libro all'anno per i prossimi 10 anni, e fare almeno 3 eventi formativi sulla
scrittura poetica ogni anno.

 


16) Come pensa di promuovere l'importanza della poesia nei giovani?


Per i giovani il consiglio che mi sento di dare è quello di provare a continuare a cercare la propria
strada, questo è fondamentale, cioè ognuno ha una voce, bisogna aver la forza di ascoltarla
anche quando quella voce ci porta verso strade inconsuete, verso strade molto diverse dalla nostra
storia familiare, dalla nostra storia sociale.

 
 
 
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finestra

Vilma (gallovil), Massimiliano Gentile e i nostri cari guidano i nostri passi dalla finestra dell'universo.

 
 
 
 
 
 
 

PREGHIERA PER IL NUOVO ANNO

 

Quando ho paura
inghiottita dalla notte scura,
vedo la tua luce
il tuo volto che riluce.

Quando perdo la speranza
sento la tua voce in danza,
che mi indica la via
e sostiene l'anima mia.

Quando non vedo coi miei occhi
tu li apri e il cuore tocchi,
la tua strada è sempre là
per chi cerca la verità.

Quando guardo le mie mani
vuote senza domani,
trovo la tua forza infinita il futuro oltre la vita

Tu ci sei non mi abbandoni
sono io che non vedo i tuoi doni,
donami Signore il coraggio
di portarti nel cuore in questo viaggio.

Manuela

 

 
 
 
 
 

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