STRISCE BIANCONERE
notizie e commenti sul mondo del calcio e dello sport in generale
Post n°336 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da goblins76
Dopo l’illusorio successo in Coppa Italia sul Napoli, la Juventus di Ciro Ferrara ritrova il feeling con la sconfitta: l’inguardabile formazione bianconera perde 1-0 sul campo del Chievo collezionando il quinto k.o. nelle ultime 7 gare di campionato. La discesa verso le zone anonime della classifica prosegue senza interruzioni e il quinto posto è una realtà per i torinesi, fermi a quota 33 dal 6 gennaio. Ferrara sfata un altro tabù: il Chievo, dal 2001 ad oggi, non aveva mai battuto la Juventus in una gara di Serie A. Con la nitida vittoria diventano 27 i punti dei veneti che marciano senza patemi verso la salvezza. La squadra di Domenico Di Carlo può sorridere dopo una prestazione incoraggiante: i veneti mettono in campo corsa e schemi. Tutto il contrario rispetto alla Juve che rischia di finire al tappeto prima ancora che gli spettatori prendano posto sugli spalti.
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Post n°335 pubblicato il 06 Gennaio 2010 da goblins76
La Juventus conquista a Parma tre punti importanti per la classifica e per il morale. Salihamidzic e poi un’autorete di Castellini, dopo il momentaneo 1-1 di Amoruso, hanno permesso alla squadra di Ferrara di uscire almeno per il momento da un periodo di crisi di risultati. L’unico neo per i bianconeri è rappresentato dall’infortunio di Trezeguet (la cui entità è da valutare) e l’espulsione con conseguente squalifica per Caceres che salterà così la sfida con il Milan. «Non ero preoccupato per la panchina, ero preoccupato per i problemi da risolvere», Ferrara esordisce così dopo la vittoria esterna sul Parma. «Dobbiamo ritrovare spirito ed entusiasmo dopo le ultime sconfitte - prosegue l'allenatore bianconero -. La sosta forse ci ha aiutato a stemperare le tensioni e oggi abbiamo vinto una gara importante». Contro il Parma la Juve si è schierata con un inedito 4-4-2, con il brasiliano Diego molto avanzato: «Volevamo tenerlo più vicino alla porta del Parma. Non ha tirato ma è stato comunque bravo a creare pericoli», ha concluso Ferrara. |
Post n°334 pubblicato il 13 Dicembre 2009 da goblins76
TORINO, 13 dicembre - A capo di una nottata tutta sbagliata, l’ennesima, diventa priorità la rifondazione. Non la prima dall’anno di disgrazia 2006, ma quella decisiva, netta. Ecco, è il momento di ripartire da zero. O quasi. Troppi i veterani che hanno chiuso o stanno concludendo un ciclo. Troppi gli acquisti rivelatisi sbagliati. La Juve ha investito parecchio sui giovani, ora è il caso di puntare su di loro. E l’allenatore, ora che è evidente il fallimento di Ciro Ferrara, scommessa che sembrava corretta e invece si è rivelata azzardata, dovrà essere più tutelato dal club. E l’unica soluzione è individuare un direttore generale che abbia carta bianca sulla gestione tecnica e che collabori e dia indirizzo ad Alessio Secco (l’operatore di mercato). Vedere lo stesso Secco in panchina a Bari è parso il tentativo di un club che ha chiaro in testa cosa non funzioni, ma non abbia le alternative. Così, nel caos derivato dall’assenza di gioco e risultati, dalla perdita di fiducia, tutti finiscono allo sbando, naufragano. IL DG - Cosa sia successo dopo l’incoraggiante avvio di stagione resterà probabilmente nel segreto dello spogliatoio, però è evidente che qualcosa sia cambiato. E che si sia smarrita la strada. Avrebbe potuto perderla anche il Milan, dopo l’inizio stagione assai deludente e molto problematico. Ma l’intervento di Galliani a sostegno del progetto tecnico è stato risolutivo. Questo non è avvenuto in casa bianconera. Laddove ieri sera non è bastato l’orgoglio, né poteva visti gli evidenti problemi di natura tecnica e le incomprensioni. È un problema complesso e composito quello che accompagna la Juventus. Che la scorsa estate aveva scelto di investire pesantemente per sfidare l’Inter. Ma non possono essere due giocatori a cambiare il corso. Non c’è più tempo per correggere, è arrivato il momento delle scelte estreme e decise. Da parte della società che avrebbe dovuto prenderle prima (magari sin dal ritorno in A) e invece ha cercato di cambiare poco alla volta. Bruciando solo allenatori. Una società che ha bisogno come dell’ossigeno di essere implementata. Da un direttore generale, un uomo esperto, di calcio. Che abbia le conoscenze e il carisma per essere ascoltato e rispettato dagli atleti. E che sia in sintonia con l’allenatore. Ovvero che scelga lui la via tecnica. L'OMBRA DI BETTEGA - Intanto però potrebbe tornare Roberto Bettega in società anche se Blanc precisa: «La società andrà ad organizzarsi e rinforzarsi quando ci sarà bisogno, ho la capacitù di prendere decisioni in un senso o nell'altro - spiega Blanc -. Anche se ho letto cose diverse credo che come siamo adesso andiamo bene». |
Il Bari ha sconfitto la Juventus per 3-1 stasera al ’San Nicolà di Bari nell’anticipo serale della 16.ma giornata del campionato di Serie A. I pugliesi, raggiunti al 23’ dal gol bianconero di David Trezeguet dopo il vantaggio ottenuto al 7’ con Riccardo Meggiorini, si sono imposti grazie ai gol di Paulo Vitor Barreto al 44’ su rigore e Sergio Almiron all’81’. Al 68’, sul punteggio di 2-1 per il Bari, Diego ha spedito sopra la traversa il calcio di rigore del possibile pareggio juventino. |
L’ex allenatore della Juventus Gigi Maifredi, nel corso della trasmissione radiofonica in onda su RADIOERRE2 “Tutti pazzi per la Juve”, ha prima lanciato pesanti frecciate verso il neo-allenatore juventino Ciro Ferrara ed è poi ritornato sul suo passato bianconero, indicando quelli che davvero ritiene come i veri colpevoli di quel fallimento. Alla fine ha voluto dire la sua anche su Calciopoli, da lui definito un “teatrino per far fuori Moggi e Giraudo”. “Ciro è stato un grandissimo giocatore. Nella mia carriera da allenatore ho provato in tutti i modi ad averlo in squadra ma allenare è un’altra cosa. Lui non era assolutamente pronto per una squadra come la Juventus. Se invece la scelta della società è stata fatta per il futuro è ancora più sbagliato perché alla Juve si gioca solo per vincere e non si può aspettare che uno faccia esperienza a Torino. L’unica analogia che vedo tra questa e la mia Juve è la mancanza alle spalle dell’allenatore di una società esperta e competente. Sulla qualità della rosa non scherziamo invece. “Calciopoli? Meglio stendere un velo pietoso su questa vicenda. Ve lo dico, Moggi e Giraudo avevano già comprato Gerrard e Cristiano Ronaldo. Si erano gettate le basi per un dominio bianconero che sarebbe durato almeno 20 anni ed allora hanno dovuto per forza inventarsi uno scandalo che uccidesse una squadra del genere. |
Post n°331 pubblicato il 12 Dicembre 2009 da goblins76
TORINO Ferrara, dopo quanto è successo con il Bayern si sente in bilico? «No e avverto fortemente la stima e l’apprezzamento della società per il mio lavoro: sono un allenatore alle prime armi e devo crescere. Il problema è che c’è poco tempo». Dunque non ha mai pensato di dimettersi? «Non ci penso proprio». Nonostante le critiche? «Dopo l’eliminazione dalla Champions League mica potevamo essere elogiati: nel bene e nel male bisogna andare avanti e sopportare le critiche, rifiutando quelle prevenute e cattive. Per il resto ci sta tutto». Fa un esempio di critica prevenuta e cattiva? «Chi sa leggere se le vada a riguardare. Qualcosa non torna: anche all’inizio della stagione, quando vincevamo, più del risultato si sottolineavano le occasioni che lasciavamo agli avversari». Forse era soltanto preveggenza. Quei difetti non sono stati capiti né corretti e vi hanno portato a questo punto. «Però c’è chi, dopo l’eliminazione, ha criticato costruttivamente e chi va oltre, sul pesante: è un gioco che non mi piace, io sto tranquillo ma prima o poi restituisco tutto al mittente. Il libro nero l’ho già aperto da un po’». Si sente attaccato come Ranieri l’anno scorso? «Un’altra domanda». Con che spirito può ripartire? «Le persone forti e intelligenti devono reagire quindi siamo tenuti a farlo. Contro il Bayern non abbiamo fatto quanto ci si attendeva: incassiamo le critiche, le mazzate e andiamo avanti. Bisogna avere coraggio senza mettere giù la testa». Crede che a qualcuno dei suoi martedì sera sia mancato proprio il coraggio? «Non penso che i miei giocatori avessero paura di sbagliare: non è stato questo il problema. La delusione è stata forte, la sconfitta brucia. Ho detto a loro le stesse cose che ripeto a tutti: dobbiamo crescere». Tre giorni prima della Coppa, contro l’Inter, si era vista un’altra Juve. Come lo spiega? «È la dimostrazione che ogni partita fa storia a sé». La storia con il Bayern è meglio non raccontarla. Non è soprattutto il modo in cui siete stati battuti a rendere grave l’eliminazione europea? «Uscire sarebbe stato comunque il fastidio più grande: certo, il modo in cui è successo non aiuta a superarlo». Lei usa molto i concetti di gruppo, di impegno, di motivazione. Dopo ogni sconfitta la ricetta sembra soltanto psicologica. Dunque la tecnica di chi sbaglia passaggi di 2 metri e l’organizzazione tattica che non si è vista in Coppa non contano più? «Non le ho mai messe in secondo piano però se parla con i giocatori capirà che, oltre al modulo e alle tattiche, danno importanza ad altre cose». Lei insiste su questo tipo di gioco o cambia? «Non c’è nessuna revisione tattica. Mi sembra di vivere in un altro mondo: io non cambio modulo così sono tutti contenti. Questi discorsi mi hanno già rotto le scatole, ne avete scritte di cose sul modulo...». Qui non si discute di formulette ma di come la Juve si allena e di come sta in campo. «Noi lavoriamo su tecnica, tattica, corsa. Su tutto». Lavorerete anche sui tanti gol presi su calcio piazzato? «Per quello ci sono poche scuse e nessun alibi. Non è una questione di modulo o di quanto si corre: lì conta l’attenzione che va migliorata». Almeno sappiamo che qualcosa non va nel concreto. «Non ho mai negato che in alcune partite abbiamo incontrato difficoltà a concretizzare in attacco, in altre potevamo fare meglio in difesa. Sono cose che sappiamo». Non interverrà su alcuni giocatori chiaramente in confusione? A Felipe Melo, ad esempio, non servirebbe una sosta più lunga della giornata di squalifica che lo fermerà con il Bari? «Non farò niente di specifico. Il momento e la sconfitta ci coinvolgono tutti: i brasiliani non sono più responsabili di quanto lo sia io o gli altri». Però Melo, Diego e anche Amauri stanno deludendo più degli altri. Come può intervenire? «Anche loro sanno che devono migliorare. Tutto qui». Perché ha permesso a Buffon di rinviare ancora l’operazione al ginocchio? «Perché è un bel gesto. E’ l’ulteriore dimostrazione di quanto sia grande e importante per la squadra: vuole essere vicino ai compagni e alla società». Però con questo ritardo diventa quasi impossibile che recuperi per il 10 gennaio con il Milan. «Il rischio ci sarebbe stato anche se si fosse operato mercoledì scorso». Contro il Bari e il Catania vi giocate l’ultima credibilità? «Ce la giochiamo tutti i giorni ma restiamo lucidi e sereni: non possiamo andare a Bari carichi di pressione. E se avremo la stessa umiltà che dimostra il Bari faremo bene». (La Stampa) |
Post n°330 pubblicato il 12 Dicembre 2009 da goblins76
NAPOLI, 12 dicembre - «La Juve ha tutto quello che le serve per riprendere il suo cammino, nella società, nello staff tecnico e nel parco giocatori». Così Marcello Lippi riguardo al momento che sta attraversando la Juventus. Lippi oggi è a Napoli, all'ospedale Monaldi per partecipare alla festa di Natale, nell'aula magna del nosocomio, organizzata dall'Associazione "Obiettivo Cuore Abc" (Associazione bambini cardiopatici) insieme ai clown di dottor sorriso e alla Fondazione Cannavaro-Ferrara. «Gioca stasera - ha aggiunto Lippi - vediamo cosa farà. Certo, non viene da un periodo felicissimo. Ma Ferrara non ha bisogno di consigli». |
Post n°329 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da goblins76
La Juventus è stata eliminata dalla Champions League. I bianconeri nell’ultima giornata del Gruppo C sono stati sconfitti per 4-1 dal Bayern Monaco a Torino chiudendo il girone al terzo posto. I tedeschi, andati sotto per effetto del gol di David Trezeguet al 19’, hanno rimontato con i gol del portiere Hans Joerg Butt su rigore al 30’, di Ivica Olic al 52’, Mario Gomez all’83’ e Anatolij Tymoshchuk al 93’. Il Bayern Monaco passa agli ottavi di finale al secondo posto dietro al Bordeaux. Alla Juventus, terza davanti ai modesti israeliani del Maccabi Haifa, sarebbe bastato un pareggio per superare la fase a gironi. Una sconfitta amara, che palesa enormemente i limiti di questa squadra, lontana parente della juve sbattuta in B ingiustamente dopo 2 scudetti stravinti sul campo. Oggi, siamo qui a commentare una juve piccola, molto piccola, da ricostruire dalle fondamenta, dirigenti compresi. |
Post n°328 pubblicato il 05 Dicembre 2009 da goblins76
Un gol da cineteca di Claudio Marchisio ha consentito alla Juventus di sconfiggere l’Inter per 2-1 e frenare la fuga dei nerazzurri, ora primi in classifica con quattro punti di margine sul Milan e cinque sugli avversari di stasera. |
Post n°327 pubblicato il 02 Dicembre 2009 da goblins76
Ferrara troverà una soluzione ai nostri problemi». Fabio Cannavaro, a Londra per l'iniziativa “Lace Up. Save Lives”, lanciata da Nike all’interno del progetto Red del cantante Bono degli U2 per promuovere la lotta all’Aids in Africa, si concede ai microfoni di Sky Sport 24 per un'intervista che verte soprattutto sul prossimo match con l'Inter, che rischia di essere uno spartiacque decisivo per la stagione della Juve. Se i bianconeri vincono, tornerà la calma (e magari anche un po' di entusiasmo). Con un pari rimarrà tutto più o meno come adesso (cioè non molto bene). E in caso di sconfitta meglio non pensarci. |
Post n°326 pubblicato il 30 Novembre 2009 da goblins76
Anche una partita di calcio offre almeno due prospettive da cui può essere vista: perciò Ferrara ha colto del match di Cagliari il lato in luce e scarica sull’arbitro, sul destino e su qualunque cosa non abbia attinenza con la Juve le colpe della seconda sconfitta per 2-0 in 4 giorni. Tutti gli altri invece ne hanno scorto la faccia in ombra e pensano che don Ciro abbia assistito a un’altra partita, probabilmente come gli sarebbe piaciuto che fosse. Erano dentro lo stesso cinema, il Sant’Elia di Cagliari, ma allenatore e giocatori della Juve devono aver visto film diversi, dalla recensione che ne hanno poi fatto. Sempre di pellicola horror si tratta, nel primo tempo una delle peggiori, ma fa la sua differenza. |
Post n°325 pubblicato il 26 Novembre 2009 da goblins76
In tanti dicono che sono testardo e arrogante. Il mio vero difetto è invece la coerenza. Tifosi e giornali sono come i partiti politici. Per la Nazionale ognuno ha il suo candidato. È legittimo, per carità. Ma io seguo con convinzione le mie idee. E quando non do spiegazioni è perchè sono certo che ci costruirebbero su altre polemiche». (la stampa) |
Post n°324 pubblicato il 26 Novembre 2009 da goblins76
Come 24 anni fa la Juve lascia Bordeaux con una sconfitta per 2-0 ma se quella fu una battaglia epica contro una grande avversaria e valse la finale di Coppa dei Campioni, la batosta di ieri mette solo tristezza per una squadra che non riesce a trovarsi. La finale di Champions, se dobbiamo credere alla squadra battuta dai gol di Fernando e di Chamakh, entrambi di testa e nell’area piccola, è più di una chimera: gli juventini sfollano con l’etichetta di una squadra piccina, maldestra, alla ricerca di un modulo e di un gioco, persino antipatica per alcuni interventi da calciatori frustrati, da Camoranesi a Caceres. Il pubblico di Bordeaux non ha apprezzato. |
Post n°323 pubblicato il 24 Novembre 2009 da goblins76
TORINO Assolti «perchè il fatto non sussiste». Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega, i componenti della triade che per un decennio abbondante ha guidato la Juventus fino alla tempesta di calciopoli, esce così dal processo per la gestione finanziaria della società bianconera. Assoluzione anche per la stessa Juventus, imputata in qualità di persona giuridica, che, in caso di eventuali violazioni amministrative, aveva chiesto di patteggiare una pena pecuniaria. La sentenza, pronunciata oggi a Torino dal gup Dante Cibinel, cancella le accuse di falso in bilancio e ostacolo all’attività degli organi di controllo: in due parole, del «doping amministrativo» innescato, secondo la prima ipotesi degli inquirenti, dalle cosiddette plusvalenze sulla compravendita di calciatori. In fumo anche la tesi della truffa alla Federcalcio (iscrizione ai campionati viziata dalle irregolarità contabili). La procura aveva chiesto tre anni per Moggi e Giraudo, due per Bettega. Con un tratto di penna Cibinel ha cancellato anni di indagini che portarono gli inquirenti a sentire tutti i giocatori bianconeri, dirigenti e procuratori sportivi in mezza Europa, vagliando acquisti e cessioni di Zidane, Mutu, Maresca, Miccoli e tanti altri. Accolta la tesi della difesa: non si può quantificare in modo scientifico la valutazione di un atleta, non ci furono pagamenti fittizi a intermediari. «L’offensiva basata sul nulla - dicono in una nota congiunta i sei avvocati della triade - che dal 2006 si è abbattuta sulla Juventus per ragioni tutte interne al mondo del calcio riceve costante e radicale smentita dalle verifiche giudiziarie. Le pronunce di una magistratura competente e indipendente restituiscono dignità e onore alla Juventus, ai suoi milioni di tifosi, alle persone che l’hanno amministrata con tanto successo e fedeltà nel corso di ben dodici anni, a tutto il mondo dello sport». In aula, ad ascoltare la sentenza, c’erano Bettega e Giraudo, che non hanno rilasciato commenti. Da Napoli, impegnato al processo di Calciopoli, ha parlato Moggi: «È una bella soddisfazione. È emerso quello che doveva emergere e cioè che non è successo niente. Mi dispiace solo per quello che è capitato durante la causa». Il cenno è alle condotte della nuova gestione del club, corredate dalla richiesta di patteggiare. Ma da corso Galileo Ferraris rispondono così: «La Juventus non si è mai dissociata dall’attività difensiva comune. Si era limitata a definire con la procura un congruo ammontare per le violazioni amministrative eventualmente riconosciute. Grazie alla strategia di tutti gli imputati è stata riconosciuta la correttezza del comportamento della Juventus». La Juventus ha accolto con soddisfazione la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Torino in merito al procedimento in corso per falso in bilancio». Lo afferma la Juventus commentando la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Torino nel processo per falso in bilancio che vedeva come imputati gli ex vertici della Juventus, Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega. L’inchiesta della procura torinese ipotizzava il falso in bilancio legato a delle plusvalenze sulla compravendita dei giocatori. Il giudice ha disposto per i tre l’assoluzione perchè il fatto non sussiste. «Grazie alla strategia difensiva di tutti gli imputati portata avanti in questi anni, è stata infatti riconosciuta la correttezza del comportamento della società. Le perizie depositate dai legali della Juventus - che sostenevano la tesi secondo cui la valutazione dei giocatori non può essere stabilita sulla base di »listini« o di altri parametri non propri del mercato del calcio - e le memorie difensive di tutti gli imputati hanno quindi permesso al giudice Dante Cibinel di assolvere la società e i suoi ex amministratori, Antonio Giraudo, Luciano Moggi e Roberto Bettega, per non aver commesso il fatto», si legge sul sito della societa bianconera. «Infine, la Juventus precisa che non si è mai dissociata dall’attività difensiva comune a tutti gli imputati, ma si era limitata a definire con la Procura della Repubblica di Torino un congruo ammontare per le violazioni amministrative che fossero eventualmente state riconosciute a suo carico». Una vera mazzata per tutti i detrattori della Signora del calcio italiano, tanti, troppi erano convinti che in questo processo sarebbero venute a galla chidssà quali e quante verità nascoste circa il supposto malaffare juventino nel calcio italiano. Dopo anni di indagini l'unica verità venuta a galla è la totale innocenza degli imputati. Puliti! e allora ecco comparire le prime vere crepe del processo sportivo targato Calciopoli, che ha tolto 2 scudetti alla società bianconera spedita successivamente in serie B, la verità prima o poi verrà completamente fuori e a giudicare da questa prima sentenza si intuisce anche quale sarà. |
Post n°322 pubblicato il 23 Novembre 2009 da goblins76
La banda del brivido è tornata in azione e anche dopo la sosta del campionato chi accorre a vedere la Juventus lo fa a rischio delle proprie coronarie: chiamatele, se volete, emozioni. La vittoria per 1-0 sull’Udinese, la prima con Del Piero in campo (benché Alex in rodaggio sia entrato dopo il gol di Grosso), non è stata esemplare ma non lo fu neppure quella dell’Inter che a San Siro battè i friulani con una rete nel recupero: sotto questo profilo i bianconeri si tengono sulla rotta dei nerazzurri, per il resto la differenza è ancora palpabile e non saranno i cori idioti e i saltelli contro Balotelli a esorcizzare il «nemico». Al massimo serviranno a far pagare alla Juve una multa e a rischiare la squalifica del campo, anche se il club ha prontamente ricordato ai propri tifosi di essere contro qualunque forma di razzismo. Come risposta, il coro si è alzato più forte. La juve quindi, porta a casa un successo meritatoi, più per la costanza dimostrata nel tenere chiusi gli spazi agli avversari, che per il gioco dimostrato, ben poca cosa a dire il vero. Bene così, a - 5 dall'inter
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PRIMO GOAL
Eri poco più di un ragazzo quando ti buttarono dentro al tuo primo campo di calcio di serie A.
In quel momento, quando il Trap ti disse:"Dai, scaldati che tocca a te", tu non sapevi che pensare, un groppo in gola, le gambe che tremavano, ma ti facesti coraggio.
Alzarsi dalla panchina e iniziare il riscaldamento, una corsa verso l'ignoto.
Pensasti a tuo padre, a tua madre, al fratello che ti aveva sempre sostenuto, ai tuoi amici più cari ai quali sarebbe venuto un'infarto nel vederti entrare in campo, ma dopo c'era solo l'ignoto.
Non sapevi a cosa seresti andato in contro dentro quel campo da calcio, eppure il terreno di gioco l'avevi calpestato migliaia di volte, in quel momento ti sembrava fosse la prima volta che ti capitava di giocare...
Pensare a cosa fare, a come doverlo fare, pianificando tutto nei minimi dettagli, e poi l'arbitro fischiò…toccava a te.
Baggio ti sorrise e strizzò l'occhio, Moeller ti guardò impassibile, Ravanelli ti battè il 5..:"e adesso?.....cosa ne sarà di me", ti chiedesti?...Dribbling di Julio Cesar, palla a Marocchi che dà subito a Baggio,il quale lancia la palla in profondità, sui tuoi piedi..Goal..si Goal...non sapevi cosa fosse...gioia, emozione...cuore gonfio di sentimenti che passano veloci confusi nella mente e nell'animo che sembra poter volare
Inviato da: Juveman
il 16/11/2017 alle 15:37
Inviato da: goblins
il 07/12/2010 alle 20:44
Inviato da: 1carinodolce
il 30/11/2010 alle 13:40
Inviato da: hopper
il 19/08/2010 alle 19:38
Inviato da: goblins76
il 02/04/2010 alle 21:44