Creato da goblins76 il 23/07/2006

STRISCE BIANCONERE

notizie e commenti sul mondo del calcio e dello sport in generale

 

Ritorno al futuro..bianconero

Post n°321 pubblicato il 16 Novembre 2009 da goblins76
 

 

Pavel Nedved tor­na alla Juventus. Senza scarpini, purtroppo, ma con la stessa voglia di vincere che aveva in campo. Accadrà nel 2010, cioè fra qualche mese: non è stata fissata una data, ma è lecito atten­dere il grande rientro verso primavera. Il suo anno sab­batico, insomma, sta per fi­nire e gli amici del ceco dico­no che è molto sereno, rilas­sato, ma in fondo si sta an­che rompendo le scatole: dif­ficile per uno come lui stare senza far niente. In questo periodo si è dedicato alla sua famiglia, ha continuato a lavorare per la Fondazione Sant’Anna e per le sue ini­ziative benefiche in Repub­blica Ceca, ha trovato anche il tempo per un paio di blitz a Vinovo ( uno prima della trasferta di Monaco, l’altro per una lezione ai bambini delle Soccer School). E’ ov­viamente rimasto in contat­to con tutti i compagni e ha avuto modo di avere qualche contatto pure con i dirigenti bianconeri, che non si sbi­lanciano sui tempi del ritor­no in “famiglia” di Pavel, ma ribadiscono: «Le porte per lui sono spalancate, lo dicia­mo da quest’estate».

RI-UNIONE - E quelle porte, aperte da Jean Claude Blanc e Alessio Secco, Ned­ved potrebbe varcarle nei prossimi mesi per rivestire un compito dirigenziale. Il primo incarico di Pavel, in­fatti, potrebbe essere all’in­terno dell’organigramma di Corso Galileo Ferraris, poi si vedrà. Nel senso che non è da escludere l’ingresso del ceco nello staff di Ciro Fer­rara (che era stato il primo a offrirgli un posto quest’e­state). Ora, però, non sareb­be opportuno alterare gli equilibri di una squadra, quella degli assistenti del tecnico bianconero, che sta funzionando molto bene. A fine stagione ci sarebbe, in­vece, la possibilità di ripen­sare la struttura e sfruttare anche a Vinovo l’apporto di Nedved, che qualcuno già vede come l’ideale collega­mento fra la prima squadra e la società, godendo di grandissimo rispetto sia da parte dei suoi ex compagni ( anzi, in alcuni casi si po­trebbe parlare di venerazio­ne) sia da parte degli attua­li dirigenti, che ne hanno sempre apprezzato la gran­de integrità.

 
 
 

Gemellaggio tra Grandi

Post n°320 pubblicato il 12 Novembre 2009 da goblins76
 

Nonostante se le diano di brutto fino all’ultimo secondo, parola del capitano Richie McCaw, gli All Blacks sembrano indistruttibili. Per questo Alex Del Piero gli ha chiesto qualche consiglio: «Spero di averlo capito anch’io adesso - ride il capitano vicino al rientro dopo il secondo infortunio stagionale - ma mi farò dire come fanno a recuperare così in fretta. E lui deve farlo molto bene, perché a ogni partita è il migliore». Detto con voluta e comica deferenza da consumato attore, perché Richie, un metro e 88 per 106 chili, sembra un furgone vestito da All Blacks: uno di quelli cui daresti ragione a prescindere.

Il capitano della nazionale neozelandese di rugby ricambia: «Da noi non si segue molto il calcio, ma su Del Piero teniamo un occhio». Fatti incrociare da Iveco, che da tre anni griffa i rugbisti più famosi del mondo e che domenica 22 stamperà il suo logo sulle casacche della Juve (al posto di New Holland), i due capitani si sono poi scambiati le maglie: «La mia ti starà un po’ aderente», rideva ancora Del Piero. Autografate, saranno all’asta su e-bay per una settimana, e il ricavato andrà in favore del reparto di Neonatologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino.

I due non si sono invece scambiati linguacce, anche se la smorfia appartiene a entrambi. «L’Haka è molto importante nella cultura neozelandese - spiega McCaw, parlando della danza maori che gli All Blacks fanno prima di ogni partita - perché ruotare gli occhi, o tirare fuori la lingua, è una cosa che viene fatta per spaventare gli avversari e vedere se hanno il coraggio di guardarci in faccia». Alex ci è arrivato per altri sentieri: «Li ho visti tante volte eseguire l’Haka - spiega il capitano bianconero - ma quando ho fatto la linguaccia per la prima volta, a Milano, non era per copiarli, ma mi uscì in maniera spontanea. E poi si è ripetuta in un modo simpatico. Se spero di farla contro l’Inter? Spero prima». La voglia, sua e della squadra, è notevole: «Siamo affamati - attacca il dieci - ed è proprio il termine esatto. Per lo scudetto i giochi sono aperti, abbiamo il dovere e la voglia di fare bene. Il Milan? Sì, anche loro sono in corsa».

Contro l'Udinese sarà pronto a rimettere i piedi sul prato: «Sto bene - continua Del Piero - mi sto allenando a pieno regime da quindici giorni, ora voglio solo giocare». Tutti l’aspettano al fianco di Diego: «Voglio vedermi anche io in campo visto che finora non ho giocato - sorride - ancora più dei tifosi». E pazienza se il posto fisso appartiene ad altre epoche: «Giusto così, l’importante è essere tutti pronti, così da mettere l’allenatore in difficoltà nelle scelte. Poi speriamo di andare avanti in Champions, così avremo più chance di giocare». All’Inter non ci pensa: «Adesso non è il momento, bisogna fare un passo alla volta. Anche perché non si risolve tutto nello scontro diretto». John Elkann, parlando a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico, ha chiesto «continuità» alla sua Juve: «Dobbiamo prendere ciò che di buono è stato fatto finora, che è tanto - ragione Del Piero - limare le cose che non vanno e trovare continuità. Così possiamo fare la differenza».

Aspettando il campo, continuità continua a esserci sui conti: la società ha infatti chiuso il primo trimestre dell’esercizio 2009/2010 con ricavi in crescita del 12,7% a 64,9 milioni di euro. Risultato netto positivo per 5,6 milioni di euro, contro i precedenti 3,1 milioni e patrimonio netto salito da 101,8 a 107,4 milioni di euro, sono gli altri dati approvati dal cda bianconero di ieri. Se la squadra imiterà il bilancio, diceva ieri una voce di casa Juve, lo scudetto si può vincere.

 
 
 

Per Diego la Juve c'è

Post n°319 pubblicato il 09 Novembre 2009 da goblins76

TORINO, 9 novembre Diego ha fiducia nella sua Juve: «Abbiamo moltissima qualità in squadra - dice ai microfoni di Sky - Se riusciremo ad utilizzare tutto il nostro potenziale, potremo raggiungere i nostri obiettivi. Per questo, dico che la grande sfida per noi è con noi stessi, giocare come sappiamo ed essere consapevoli della forza del gruppo. Solo così potremo ottenere quello che vogliamo».

L'INTER
- E sull'Inter? «È la nostra avversaria diretta, giocare contro l’Inter sarà un banco di prova importantissimo, se vogliamo vincere lo scudetto. L'Inter è sicuramente raggiungibile. Noi dobbiamo avere continuità e rimanere concentrati». Quali sono gli obiettivi di questa Juve? «Non scelgo fra scudetto e Champions League, possiamo vincerli tutti e due. Chiaramente, la Champions è un po’ più difficile, ma l’obiettivo è questo. Facciamo un passo alla volta pensando prima di tutto a vincere. Il mio obiettivo è vincere, e lo voglio fare con la Juve».

DEL PIERO
- Oggi è il compleanno di Del Piero: «Faccio gli auguri ad Alex. Sono contento che tornerà presto. Giocare insieme? Nessun problema». Tra gli obiettivi personali anche la convocazione in Nazionale? «È un sogno e un obiettivo. Spero di avere un'opportunità».  

TUTTO PERFETTO
- Diego si è ambientato subito a Torino: «Sto benissimo, per me è l’ambiente perfetto, anche se con il tempo, comunque, le cose possono sempre migliorare. In questo momento, va tutto davvero alla perfezione».
(Tuttosport)

 
 
 

Raggiunto Omar Sivori

Post n°318 pubblicato il 08 Novembre 2009 da goblins76
 

Meno male che doveva togliere il disturbo dalle aree italiane e dalla Juve, David Trezeguet, e forse lo farà davvero a fine stagione, come annunciato e poi mezzo ritrattato. Nell’attesa, fa il mestiere di sempre, nonostante gli infortuni, gli anni che passano e la concorrenza che s’infittisce: morale, il francese ha già buttato dentro sei gol, masticando pure briciole di partite, arrampicandosi, ieri sera, a 167 gol. Come Omar Sivori. Storia, mica cronaca, ormai. Si può quasi proiettare questo film di pedate vincenti, dal primo centro bianconero al Panathinaikos, annus domini 2000, suo avvento alla Juve, al battesimo in campionato, 2-2 contro il Milan, segnando insieme ad Antonio Conte, il nemico di ieri sera. Il numero 167, per questo ha esultato come un folle, accennando lo spogliarello e beccandosi l’ammonizione da Morganti. «Io parlo sempre con le cifre», ha sempre ripetuto David.

E si leva qualche sassolino. «Questo è l’anno delle rivincite», attacca appena uscito dal prato il bomber. Punta subito a Sivori: «È un traguardo personale importantissimo, ne sono orgoglioso. In estate mi ero preparato al meglio, ho lavorato tantissimo. Purtroppo ci sono stati gli infortuni di alcuni miei compagni, ma intanto io ho guadagnato la fiducia del tecnico». Ritrovato se stesso, e la Juve, vuol dare la caccia all’Inter: «Noi ci crediamo. Dobbiamo soltanto trovare continuità e approfittare di questi quindici giorni di sosta per cominciare una fase importante». Anche Ciro Ferrara si presenta con il sorrisone: «Sono soddisfatto, non si vede? Oltre ai gol ho visto il gioco, la mentalità propositiva, la personalità da grande squadra anche nei momenti difficili». Il bessaglio sarebbe sempre l’Inter: «Calma, è presto per parlarne. Siamo in novembre, di sicuro non ci arrendiamo ora».

Un complimento particolare va a Felipe Melo: «Che ha avuto la possibilità di esprimersi al meglio perché aveva davanti Camoranesi, Diego e Giovinco». Merito pure di Ciro, però: «Diciamo che ci siamo detti qualche parolina», sorride il tecnico. Il mediano ha ringraziato, a suo modo, andandolo a stritolare nell’abbraccio dopo il suo gol, quello che ha dato una bella botta alla partita. Dev’essere stata quella solidarietà tra naufraghi che sa cementare ancor più rapporti e amicizie nella tempesta, a pilotarlo in quell’abbraccio all’allenatore. Il brasiliano s’è ritrovato la palla tra i piedi qualche metro fuori dall’area, ha controllato, preso la mira e freddato Consigli con un tiro forte e preciso.

Primi passi di corsa verso lo spicchio dei tifosi bianconeri, poi decisa virata in direzione panchina. L’hanno stretto tutti i compagni, come già era successo per i due gol di Camoranesi, e come accade sepre, ma stavolta c’era qualcosa di particolare: gli occhi e le braccia di Felipe cercavano Ferrara. Trovatolo, l’hanno squassato con un’esultanza subito diventata reciproca. Mister 25 milioni di euro, non sempre dimostrati sul prato, insieme a quello che l’ha sempre difeso: «Melo è un grande acquisto e lo farà vedere, ne sono convinto», ha sempre ripetuto Ciro. Dietro alla rivincita di Melo, c’è la conferma di Camoranesi, che è stato di parola: «Più che i moduli, conta la qualità dei giocatori che puoi mettere in campo». Come dargli torto.

(La Stampa)

 
 
 

Goleada Juve

Post n°317 pubblicato il 07 Novembre 2009 da goblins76
 

BERGAMO, 7 novembre - La Juve travolge 5-2 l'Atalanta a Bergamo e manda un segnale al campionato: i bianconeri ci sono e non mollano il campionato. Anzi. La squadra di Ferrara dà una dimostrazione di forza contro i bergamaschi di Antonio Conte. Camoranesi segna una doppietta in un minuto, in gol anche Melo con un tiro stupendo, Diego (che finalmente torna a gioire per una rete) e Trezeguet, che agguanta Sivori a 167 reti.

LA PARTITA
- Ferrara schiera Camoranesi, Diego e Giovinco dietro Trezeguet. In difesa l'allenatore conferma Caceres dopo la buona prova contro il Maccabi. Il primo tiro pericoloso è di Camoranesi, ma la palla finisce in angolo. Al 15' la Juve rischia tantissimo. Tiribocchi fa un gran taglio al centro dell'area e fa fuori Chiellini, ma il suo tiro non riesce a centrare la porta. La Juve al 29' va in gol. Caceres supera tutti sulla corsia di destra e crossa al centro. Trezeguet stacca come al suo solito e segna di testa. Ma il guardalinee sbandiera: è fuorigioco. La risposta dell'Atalanta è affidata a Doni. Punizione dalla destra, il centrocampista colpisce al volo al centro dell'area: palla fuori. Ma a questo punto entra in scena Camoranesi. L'italo-argentino segna due gol in due minuti: prima di testa su assist al bacio di Grosso. Poi insacca con un destro appena dentro l'area di rigore. Per i bergamaschi è un uno-due che sembra da ko. Prima della fine del tempo c'è spazio per un tiro al volo bellissimo di Guarente che Buffon para senza problemi.

LA RIPRESA
- Passano cinque minuti della ripresa e Valdes riporta in gara l'Atalanta. Guarente inventa un passaggio filtrante che taglia fuori la difesa juventina e mette Valdes solo davanti a Buffon. Gol e la squadra di Conte ricomincia a crederci. La Juve ha anche la possibilità di richiudere subito il match: Melo prima e poi Poulsen segnano, ma l'arbitro annulla per fuorigioco. Felipe Melo, però, si rifà subito. All'11 scarica tutta la sua rabbia su un pallone respinto dalla difesa bergamasca e lascia partire un bolide che si insacca sotto l'incrocio dei pali. L'Atalanta prova a riaprire di nuovo il match. Ci prova Valdes a giro, dopo aver superato Caceres: palla fuori di un soffio. Ancora Valdes al 27' dà il via all'azione del 2-3. L'esterno serve Tiribocchi che al volo serve Ceravolo, dribbling su Grosso e tiro di sinistro sul secondo palo. Buffon non può nulla. Ferrara corre ai ripari: fuori Giovinco e dentro De Ceglie. La squadra rischia di meno e riesce a chiudere la sfida con il gol di Diego. Il brasiliano infila Consigli con un tocco di sinistro da posizione defilata. C'è ancora tempo per il gol di Trezeguet che raggiunge Sivori a 167 reti.
(Tuttosport)

 
 
 

Ciro sfida Antonio

Post n°316 pubblicato il 06 Novembre 2009 da goblins76
 

TORINO, 6 novembre - Contro il 'nemico' Antonio Conte, la Juventus gioca una partita fondamentalle per proseguire la rincorsa alll'Inter, in testa alla classifica a +7 dai bianconeri. Ferrara sta studiando le mosse per battere l'Atalanta. «È normale che la continuità di risultati è importante - dice l'allenatore della Juve - dopo la partita con il Maccabi c'è voglia di rituffarsi in campionato e recuperare terreno, questo è il nostro obiettivo. Sul distacco è chiaro che ognuno di noi fa riflessioni, ma dobbiamo avere la forza e l'entuisiasmo di lavorare, crederci e essere consapevoli di essere una squadra forte che deve giocarsi tutte le chance fino alla fine non è ammissibile scoraggiarsi e pensare che tutto sia già compromesso, lo ripeto ai ragazzi tutti i giorni, abbiamo le qualità per diminuire il distacco».

CONTE - «Sono contento di ritrovare Antonio Conte, con cui ho vissuto momenti bellissimi, il nostro rapporto di amicizia continua, credo sia bello ritrovarsi dopo qualche anno con ruoli diversi, ma con lo spirito e la voglia di far bene. Quando eravamo avversari con Conte ricordo belle battaglie tra di noi quando io ero nel Napoli e lui già nella Juve». Conte poteva essere al posto suo, sulla panchina della Juve. «Ci siamo anche sentiti con lui, io so che Antonio, come altri allenatori, sono stati ascoltati dalla Juve e di questo non me ne faccio un problema, non poteva essere altrimenti, mi sembra giusto che la società abbia valutato diverse possibilità e diversi allenatori e sono felice che alla fine abbiano scelto me, ma anche se siamo stati in concorrenza il rapporto è molto solido».

DIFFERENZA CON LA CHAMPIONS - Una Juve che incassa troppi gol in campionato, a differenza della Champions. «Difficile capire quali possano essere la motivazioni, però indubbiamente è un fatto che ci fa riflettere, bisogna capire dov'è la verità, se la Champions o il campionato, sono sicuro che può essere la Champions, in questo periodo stiamo subendo in campionato, ma è solo un periodo. Vogliamo migliorarci e dobbiamo essere molto più attenti».

SACCHI -
«Ho letto che Sacchi ha detto di voler allenare la Juve, anche con lui ho avuto modo di scambiare qualche chiacchiera ogni tanto, e devo dire che è molto gentile con me, ogni tanto mi manda sms, mi fa piacere leggere queste sue dichiarazioni ma gli chiedo ancora un po' di tempo».

CHAMPIONS - «Buffon è un giocatore decisivo per questa Juve, la società ha investito tanto su di lui e lui ci ha ripagato sempre, e dico a Conte che è in piena forma. La partita col Maccabi è stata molto importante, perché venivamo da una sconfitta anche se ogni partita ha una storia diversa, e quindi magari la sconfitta anche se dolorosa riesci a metterla davanti e vinci in Coppa, prendi un margine importante, e mentre all'inizio c'era un po' di delusione e necessità di recuperare, adesso siamo in una posizione di classifica migliore e vogliamo qualificarci in Champions».

INFORTUNATI - «26 o 27? Numeri non veri, devo ringraziare quelli che stanno giocando e che all'inizio non se l'aspettavano, Poulsen è uno di questi. La speranza è avere a disposizione tutti il prima possibile. Del Piero oggi ha fatto la partitella, mi auguro che queste due settimane possano reintegrarlo a pieno titolo, vediamo come procederanno i recuperi di Marchisio e Sissoko, ma la sosta sarà sicuramente importante».

INTER - « L'Inter ha avuto una grandissima reazione con la Dinamo Kiev, terminata con i due gol nel finale, ma avrebbe meritato di chiuderla prima per le occasioni che ha avuto. Ha avuto una grandissima forza e una grandissima reazione, una bella partita». Non sono stati fortunati come dice Chiellini? «Fa parte del gioco, ma Giorgio voleva dare i meriti all'Inter, un pizzico di fortuna comunque ci vuole per tutti, ma bisogna volerle le cose. Anche se è arrivato nel finale il risultato è meritato. In questa fase il fatto che l'Inter vada avanti in coppa non è un problema, è un problema quando va avanti in campionato per noi. È quella la sfida tra noi due, non è in Champions. È sicuramente dispendioso come energie, ma l'Inter ha una rosa ampia per gestire i due impegni».

CAMBIAMENTI - «Dobbiamo continuare a lavorare senza avere la pretesa che tutto sia risolto, ora e quando le cose andranno meglio, bisogna martellare tutti i giorni perché c'è sempre qualcosa da migliorare. Il cambiamento è stato notevole non solo di modulo, quindi è giusto lavorare tutti i giorni su questo aspetto».

CACERES - «Ha fatto molto bene col Maccabi, è entrato con personalità sembra un giocatore che è qui da tanto tempo, non è un ragazzo timido. Lo aveva già fatto in occasione dellla prima partita a Roma e l'altra sera è stato decisivo come uomo assist. Si sta dimostrando un giocatore interessante.

DIEGO - «In settimana è stato bersagliato da giocatori che non fanno parte del campionato italiano, penso fosse cosciente di cosa lo aspettava, tutti cercano di prendergli le misure fa parte del nostro campionato. Rispetto al campionato tedesco qui ci sono molti meno spazi come superi un avversario ne trovi un altro che ti butta giù. Penso che venire a prendere la palla dietro rientri nelle sue caratteristiche di gioco, prché è un giocatore che ha personalità per andare a prendersi il pallone anche per liberarsi dalla marcatura e venendo a prender palla più indietro ha spazi in più per giocarla con più tranquillità. Sono le sue qualità e anche se gli chiediamo di giocare più avanti, fa parte delle sue caratteristiche».
 
 (Tuttosport)

 
 
 

I numeri non mentono

Post n°315 pubblicato il 05 Novembre 2009 da goblins76

 

I numeri, fortunatamente, non sono opinabili ma fanno discutere. I numeri dicono, per esempio, che la Juve ha vinto uno scudetto (stagione 2001-2002) pur avendo (appena) 17 punti dopo undici giornate di campionato. Ma ne ha vinto anche altri due “girando” all’undicesima rispettivamente con 22 e 23 punti.

Oggi la Juve ha 21 punti, gli stessi della scorsa stagione (nel suo momento migliore, quarta vittoria consecutiva). I numeri dicono che la Juve può ancora raggiungere la prima posizione del suo girone di Champions. I numeri (dell’infermeria), infine dicono che la Juve ha ancora fuori giocatori come Del Piero, Sissoko, Marchisio, Iaquinta, Salihamidzic, Zebina. I numeri (5-1) dicono che la Juve ha demolito una Sampdoria che fino a quel momento era la squadra rivelazione (per gioco) del campionato.

Quello che i numeri (degli schemi) non dicono è che non basta un 4-4-2 o un 4-1-3-2 o un 4-2-3-1 se poi i giocatori non sputano l’anima in campo dal primo all’ultimo minuto per conquistare il successo. Contro il Napoli, Ferrara è stato criticato (anche da noi) per aver sostituito Poulsen con Trezeguet. Cioè un centrocampista con un attaccante. Gli è andata male perché poi ha perso la partita.

Contro la Dinamo Kiev, Mourinho, ha tolto un difensore (Chivu) per inserire un attaccante (Balotelli), poi nel finale ha fatto uscire un altro difensore (Samuel) per un centrocampista (Muntari). A lui è andata bene perché poi ha vinto la partita. Al diavolo il sistema di gioco! Giusto avere una impostazione di squadra, ma sono poi il carattere dei singoli e lo spirito di squadra a fare la differenza. E’ quello che ancora manca alla Juve.

(Tuttosport)

 
 
 

Il capitano brucia le tappe

Post n°314 pubblicato il 04 Novembre 2009 da goblins76
 

Alessandro Del Piero è stato il grande assente nella vittoriosa trasferta di Champions della Juve a Tel Aviv. I tifosi israeliani lo cercavano, chiedevano di lui, desideravano vederlo giocare dal vivo.

Ma purtroppo quest'anno Pinturicchio il campo l'ha visto pochissimo (solo 10 minuti in campionato con il Bologna). Il programma di recupero dalla lesione all'adduttore della coscia sinistra, come riporta oggi il 'Corriere dello Sport', è stato pienamente rispettato e dopo un mese di lavoro il fantasista risulta completamente guarito.

Anche ieri Del Piero ha lavorato 5 ore in palestra a Vinovo per accelerare il rientro e teoricamente sarebbe già convocabile per la trasferta di Bergamo di sabato sera. Ferrara ci penserà a lungo, anche perchè si trova con gli attaccanti contati dopo gli infortuni di Iaquinta e Giovinco e la squalifica di Amauri.

Ma in considerazione del fatto che la partita con l'Atalanta capita giusto prima della sosta, non è da esclu­dere che Del Piero venga tenuto ancora a riposo. E' una soluzione che anche lui per certi versi preferisce, dal momento che pretende di essere al cento per cento quando rientrerà. Lo staff tecnico bianconero è sicuro di riaverlo al meglio per il posticipo di domenica 22 novembre contro l'Udinese.

La Juventus ha un gran bisogno del talento e del carisma del suo capitano. A 35 anni Alex ha ancora voglia di stupire, potrebbe essere lui la carta vincente di Ferrara per tentare un riavvicinamento all'Inter e fare più strada possibile in Champions.

(goal.com)

 
 
 

Riscossa da..CHAMPIONS

Post n°313 pubblicato il 04 Novembre 2009 da goblins76
 

C’era la necessità di portare a casa da Israele una vittoria e così è stato. Alla fine di una gara oculata e giocata con il freno a mano tirato nel secondo tempo, la Juventus tira un grande sospiro di sollievo e si porta a quota 8 nel proprio girone guidato dai Girondini del Bordeaux. Il Maccabi ci ha messo il cuore, ma non riesce a cancellare quello zero alle voci punti e goal segnati.

In campo –  Nella Juve fuori Giovinco per affaticamento muscolare al suo posto Tiago. In difesa Caceres preferito a Grygera. Camoranesi in campo con 4 punti di sutura. Nel Maccabi rientra il capitano Katan molto temuto da Ciro Ferrara.

Si gioca – Si gioca al Ramat Gan di Tel Aviv ma è molto elevata la presenza di tifosi bianconeri sugli spalti. Terreno di gioco in ottime condizioni. Amauri già al primo minuto si tocca dolorante la caviglia, guarda la panchina ma decide di stringere i denti e di restare in campo. Al 5’ la rapidità di Diego lascia sul posto la difesa del Maccabi, il brasiliano arriva al tiro, il “polipo” Davidovitch respinge in angolo. La Juve pressa e resta in attacco con Amauri che si fa vedere in un paio di occasioni. Al 9’ insidiosissima punizione di Diego, il portiere israeliano risponde benissimo e manda ancora in angolo. Un malinteso tra Buffon e Legrottaglie al 18’ poteva costare molto caro ai bianconeri, ma l’attaccante del Maccabi non ne approfitta. Il ritmo si abbassa un po’ sebbene la Juventus sia sempre molto propositiva. Al 28’ è Gigi Buffon che salva il risultato compiendo un vero e proprio miracolo su Dvalishvili in due tempi: riflessi prontissimi con la mano destra da terra evita alla palla di finire in rete. La Juve non si è spaventata però e va vicinissima al goal con Amauri che imbeccato da Diego costringe il portiere a salvarsi in calcio d’ angolo. Clima caldo sugli spalti e rovente in campo con un eclatante battibecco tra Felipe Melo e Culma che sembrano essere arrivati allo scontro fisico proprio sotto gli occhi  dell'arbitro Hauge che ammonisce entrambi. Al 37’ Caceres salva in scivolata su una conclusione di Dvalishvili che si era girato molto bene liberandosi della marcatura di Legrottaglie. Verso la fine del tempo regolamentare è il Maccabi che cerca di farsi vedere in avanti, ma appena si scopre un po’ la Juve passa in vantaggio. Diego serve Caceres che si stava proponendo in avanti sulla fascia destra, cross per Camoranesi che colpisce al volo, Davidovitch si allunga ma non ci arriva complice forse una deviazione della difesa. Juve 1 Maccabi 0.  

Culma non rientra sul terreno di gioco a causa di un infortunio al ginocchio, al suo posto Ghadir. Il Maccabi deve spingere se vuole segnare il suo primo goal in questa Champions League. Non un gran ritmo in questo avvio di secondo tempo. Gioia smorzata sul nascere per il popolo bianconero quando al 53’ viene annullato un goal ad Amauri per netto fuorigioco.  Secondo tempo molto più noioso con la Juve che sembra accontentarsi e gli israeliani davvero poco offensivi. Levy in più toglie inspiegabilmente Dvalishvili, l’unico che aveva messo in apprensione la difesa juventina mentre Ferrara toglie Tiago ed inserisce De Ceglie che immediatamente entra nel vivo del gioco per quel poco di vivo che c’è. Brivido gelido per la Juve al 76’ quando una palla morbida messa da Refaelov sul secondo palo viene mancata prima da Arbeitam e poi da Ghadir. Buffon sospira. Amauri lascia il campo abbastanza contrariato, forse scontento della sua prestazione senza goal. Diego subisce una serie di falli innumerevole. La Juve gestisce con serenità il risultato fino al fischio finale. Importantissimi tre punti per gli uomini di Ferrara, il Maccabi resta a quota zero.     

La chicca –   Almeno tremila gli israeliani con al collo la sciarpa bianconera. In Israele è molto forte la presenza di tifosi juventini.

La chiave –  La Juve ha spinto soprattutto sulla destra, fascia di competenza di Caceres e Camoranesi guarda caso protagonisti dell’azione che ha portato al vantaggio della Juventus

Top & Flop –  Buffon salva miracolosamente il risultato sullo 0-0, il suo dirimpettaio Davidovitch si salva con un paio di interventi notevoli. Camoranesi è indispensabile. Arbeitman non pervenuto. Culma nervosissimo. 

Vittoria Melchioni

TABELLINO

MACCABI HAIFA-JUVENTUS 0-1

MARCATORI: 46’ pt Camoranesi (J)

MACCABI HAIFA (4-4-2): Davidovitch 6.5; Meshumar 5.5, Keinan 6, Teixeira 6, Mesilela 5.5; Osman 6, Boccoli 6 (71’ Zaguri sv), Culma 5.5 (46’ Ghadir 6), Katan 5.5; Arbeitman 5, Dvalishvili 6 (55’ Rafaelov 6). A disposizione: Edri, Harazi, Maymon, Tawatha. All: Levy 5.5

JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon 7.5; Caceres 7, Legrottaglie 6, Chiellini 6, Grosso 5.5; Poulsen 6, Felipe Melo 6; Camoranesi 7.5, Diego 7, Tiago 6 (60’ De Ceglie 5,5); Amauri 5.5 (84’ Trezeguet sv). A disposizione: Manninger, Grygera, Cannavaro, Molinaro, Immobile. All: Ferrara 6.

ARBITRO: Hauge 6,5

AMMONITI:  Masilela (M), Culma (M), Melo (J), Osman (M)

(Tuttosport)
 
 
 

Nessuno acquisterebbe l'Inter

Post n°312 pubblicato il 03 Novembre 2009 da goblins76
 

 

Tre anni per rimettere in ordine i conti dei club, eliminando i debiti: prosegue la campagna di Michel Platini contro gli eccessi economici del calcio europeo, e l'esterofilia della Premier League. E a proposito di società gravate da debiti milionari - tra le quali ha citato l'Inter - ha dichiarato: "Chi sarebbe così stupido da acquistare una società così indebitata?".

Nel corso di un'intervista in esclusiva al Daily Telegraph il presidente della Uefa ha assicurato di voler aiutare le società ad avere bilanci migliori, impedendo che i costi superino i ricavi. "Introducendo nuove regole proteggeremo gli investimenti di Roman Abramovich, Massimo Moratti e Malcolm Glazer - le parole di Platini - Sono sicuro che vorrebbero vendere ma chi mai sarebbe così stupido da acquistare club così indebitati? Il criterio che seguiremo è che chi vorrà partecipare alle nostre competizioni non potrà spendere più di quanto incassa. Tutti i proprietari mi hanno chiesto una migliore filosofia, più trasparenza. In Germania i debiti non sono consentiti, in Inghilterra sì".

Il numero uno della Uefa è convinto che la nuova regolamentazione avvicinerà nuovi potenziali investitori. "Se regoli il sistema, più persone saranno interessate ad acquistare. Non sono un economista, ma uso la logica". Platini si augura inoltre che il calcio europeo non segua l'esempio della Premier League dove 10 club su 20 sono in mano di proprietari stranieri. "Mi piace quando si investe nei propri campionati d'origine. Gli inglesi dovrebbero fare leggi per impedire l'arrivo di altri investitori stranieri, così come in Germania dove uno straniero non può controllare più del 50% della società. In Francia gli stadi sono di proprietà dei comuni locali. A me piace il modello del Barcellona: i tifosi sono gli azionisti e non può esserci un proprietario straniero. Grande".

Platini si scaglia anche contro i presidenti stranieri, e contro i giovani stranieri acquistati dai club più ricchi. "In Inghilterra ci sono talenti, non bisognerebbe comprare ragazzi di 13 anni dal resto d'Europa. Non mi piace il sistema dell'Arsenal. Più giocatori inglesi hai in rosa e meglio è per il calcio nazionale. Dobbiamo proteggere le nazionali. La Commissione Europea ha stabilito che uno straniero dopo un certo periodo di soggiorno può giocare per quella nazionale, ma noi non siamo d'accordo che Didier Drogba indossi la maglia dell'Inghilterra".

Anche la scelta di Fabio Capello sulla panchina dei Tre Leoni non ha convinto il presidente Uefa: "Capello è un bravo tecnico e l'Inghilterra lo ha chiamato per vincere. Ma io continuo a preferire un tecnico francese per la nazionale francese". Nonostante le recenti sviste in Europa League Platini difende infine anche l'introduzione dei giudici di porta. "La tecnologia ucciderà il calcio. Affidarsi agli uomini è meglio, il mio compito è aiutarli a vedere tutto quello che succede in campo. Per questo motivo abbiamo voluto il giudice di porta".

LA REPLICA DELL'INTER - "L'Inter non è una Società indebitata. Comprendiamo le sue preoccupazioni istituzionali per l'economia del calcio europeo, ma citando l'Inter nei suoi ragionamenti dimentica che il nostro club non ha debiti con le banche. L'Inter non rientra nell'ambito di quei club che, da questo punto di vista, possono preoccupare il presidente Uefa" - questa la risposta del club nerazzurro, affidata al sito internet del club.

Eurosport

 
 
 

Il giorno dopo la disfatta

Post n°311 pubblicato il 03 Novembre 2009 da goblins76
 

Cosa è successo in soli tre gior­ni? Com’è possibile che la meravigliosa Juventus di mercoledì sera si sia suicida­ta con un finale di partita di pura follia e cedevolezza? Questione di testa, di gam­be, di schemi e sistema di gioco, di singo­li e collettivo: una sconfitta, tante spiega­zioni. Forse è meglio mettere ordine.

LA TESTA - La Juventus che ha travolto la Sampdoria aveva ritrovato il coraggio e la convinzione nei propri mezzi che do­vrebbe avere. Scacciati i fantasmi delle prestazioni precedenti, era uscito il carat­tere ed era stato determinante. Ieri la Ju­ventus ha iniziato bene, poi si è improv­visamente rivista la paura che l’aveva condizionata e frenata nella crisetta dei primi di ottobre. Il primo gol di Hamsik ha tirato indietro le lancette mentali dei bianconeri. I problemi, dunque, sono an­cora quelli: ci vuole più coraggio, più sicu­rezza, più convinzione. Non bisogna aver paura della rimonta avversaria quando si è in vantaggio, perché è il modo migliore per contribuire a realizzarla. Ancora più grave, poi, è l’autodenuncia di Trezeguet che ha ravvisato una eccessiva tranquil­lità dopo il 2-0. Sedersi è il più inammis­sibile degli errori mentali.

LE GAMBE - Con la testa, però, sono ve­nute a mancare pure le gambe: nella ri­presa alla squadra di Ferrara è venuto a mancare lo spunto, soprattutto nella fase difensiva. Una Juve nuovamente opaca e poco reattiva: il contrario di mercoledì. Questione di preparazione? In parte sì, ma attenzione, mercoledì la Juventus ha corso meglio, non di più. “Meglio” perché tutti hanno corso, tutti si sono aiutati, tut­ti avevano le idee chiare su dove andare e cosa fare. Ieri, nella ripresa, questa lu­cidità è mancata e con questa una più ef­ficace applicazione tattica.

IL SISTEMA - Il 4-2-3-1 stava funzionan­do anche ieri sera. Meno dinamico per l’assenza di Sissoko, sostituito con Poul­sen, comunque solido nel reggere l’impat­to del Napoli e sufficiente a produrre due gol. Ma per far funzionare questa squa­dra non basta un’applicazione scolastica del sistema, c’è bisogno della rabbia e del­l’abnegazione agonistica che mercoledì ha travolto la Samp. Questa Juve se alza anche solo un poco il piede dall’accelera­tore non rallenta, si blocca del tutto. E co­sì è accaduto: qualcosa si è incrinato nel­la ripresa e il crollo è stato definitivo nel passaggio al rombo dell’ultimo quarto d’o­ra (via Poulsen dentro Amauri), in cui gli equilibri tattici sono saltati definitiva­mente.

GLI UOMINI - Ma salta anche agli occhi la differenza di rendimento di alcuni gio­catori: dov’è finito il Diego ispirato e ispi­ratore? Perché Melo è tornato un perico­loso perdi-palloni? Come mai Trezeguet è sparito dopo il gol? Se oltre agli infortuni (la sequenza allungata dal colpo a Camo­ranesi di ieri sera è ormai paradossale), Ferrara deve incassare le defezioni vir­tuali di quelli che stanno bene, diventa tutto più difficile. Il tutto senza parlare dell’incredibile voragine a destra dove Grygera non è in grado di giocare se non in un copertissimo 4-4-2 e le alternative latitano (qualcuno ha notizie dei lungode­genti Salihamidzic e Zebina?). E in que­sto caso il buco va coperto sul mercato.

LA SPERANZA - Oggi Ferrara ha analizzato la sconfitta e ha cominciato a preparare la partita di martedì con il Maccabi (e fallire a Tel Aviv sarebbe assai più fatale). Cosa può fare questa squadra lo si è visto mercoledì, perché non lo ha rifatto ieri deve scoprir­lo Ferrara nei prossimi due giorni, ma non è tutta nera la situazione. Non anco­ra per lo meno.
(Tuttosport)

 
 
 

Juve 5 Samp 1...Il campionato è servito

Post n°310 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da goblins76
 

Operazione sorpasso effettuata. La Juve rifila un secco 5-1 alla rivelazione Samp e si lancia all’inseguimento dell’Inter. Tutto piuttosto facile per i bianconeri a segno due volte con Amauri e una con Chiellini, Camoranesi e Trezeguet in una serata in cui la squadra di Gigi Del Neri non brilla e Cassano non punge.

Ferrara risolve il dubbio Felipe Melo-Poulsen a favore del brasiliano e recupera Amauri, in forse per la febbre fino a poco prima del match. Del Neri perde capitan Palombo per problemi muscolari e al suo posto a centrocampo gioca l’argentino Tissone. Partita combattuta: all’11’ la prima palla gol è per la Juve con un colpo di testa di Chiellini sul quale si oppone con una gran parata Castellazzi salvandosi in angolo. Al 13’ la replica doriana con cross rasoterra di Cassano e provvidenziale chiusura in angolo di Buffon su Ziegler, che aveva battuto sul tempo Cannavaro. Non ci sono grosse occasioni da rete e la Juve sblocca il risultato su palla inattiva al 26’: angolo di Giovinco, Amauri ci prova di testa, la palla gli resta li e supera Castellazzi con un rasoterra; terzo gol consecutivo per il brasiliano, ormai definitivamente sbloccato.

Al 37’ cross dalla trequarti di Grosso, Amauri colpisce ma la palla è lenta e finisce a lato. Del Neri prova a cambiare, sostituisce Zauri, arretra Ziegler e inserisce Bellucci dietro a Cassano e Pazzini. Al 42’ però la Juve raddoppia; Amauri si fa spazio sulla sinistra scartando Stankevicius, Gastaldello rinvia goffamente e la palla arriva in mezzo per Chiellini che ribadisce in rete. Ad inizio ripresa i bianconeri sfiorano il tris: punizione di Diego e palla nell’area affollata dove Lucchini anticipa per un soffio Amauri. Il gol non tarda ad arrivare al 5’: Diego serve Giovinco che entra in area da sinistra, palla bassa per Camoranesi che di piatto insacca. Al 18’ il 4-0: cross di Camoranesi da destra e colpo di testa vincente di Amauri. Al 20’ la Samp accorcia le distanze grazie al solito Pazzini che di testa anticipa Cannavaro su cross di Cassano. Al 44’ a chiudere i conti per il 5-1 finale ci pensa David Trezeguet con un preciso colpo di testa su cross di Grosso.

 

Ciro Ferrara è raggiante: «Certo, penso che sia stata la miglior prestazione della stagione. Sì, molto meglio delle partite di Roma e di Genova. I ragazzi hanno fatto il massimo sfoderando una grande prova collettiva. I 5 gol sono importanti, compresi i due di Amauri, ma più di tutto contano il gioco e la voglia di non mollare nulla, dall’inizio alla fine».

Dunque una grande prova che arriva dopo un periodo non privo di critiche. «Venivamo da alcuni risultati negativi e forse questo condizionava la squadra - racconta il tecnico bianconero -. Ci stiamo riprendendo e spero si continui su questa squadra perché questo è lo spirito-Juventus. Forse, come dicevano Buffon e Chiellini, mancava lo scoccare di una scintilla che ci facesse reagire dopo i risultati negativi».

Il campionato ne guadagna, finalmente è tornata la Juve. Si era persa, avviluppata in calcio lento e indigeribile: sguardi preoccupati si incrociavano dalle parti di Vinovo, le rivoluzioni arrivano sempre al momento del dubbio. Se quello visto contro la Sampdoria, fino a ieri sera la seconda forza della serie A, non è stato un meraviglioso incendio di paglia, la notte è passata e si torna a ragionare sul duello con l’Inter che è ancora la più forte ma può restare sotto il tiro di una squadra che ha ridotto la Samp a una sogliola, sotto il peso di un 5-1 che poteva essere più largo.

Amauri, in dubbio fino all’ultimo per un attacco di febbre che l’aveva colto in mattinata, ha segnato la svolta, gli altri gli sono arrivati quasi alla pari in una partita perfetta e che sarà difficile ripetere con la stessa efficacia. Lippi ha sicuramente goduto nel vedere un match che premiava le sua scelta di aspettare il passaporto di Amauri e di ignorare Cassano. Siamo davvero sfortunati. Abbiamo osservato Cassano contro l’Inter e contro la Juve e non ha mai visto la palla, quasi che riservasse le fantameraviglie per i parenti poveri e le lasciasse nello spogliatoio contro i più forti. Il sospetto è lecito. Le zampate di Cannavaro, Chiellini e soprattutto di Felipe Melo a centrocampo hanno tolto a Cassano la voglia di sorridere, se non di parlare.

Amauri invece ha realizzato il gol dell’1-0 e consegnato al tumultuoso Chiellini la palla per il raddoppio, poi ha segnato ancora (quarta rete in quattro partite) a conferma che gli attaccanti possono restare dentro al tunnel per mesi ma quando ne escono infilano una giocata dopo l’altra. Sarà più tranquillo il dirigente federale che poche settimane fa, nel pieno della crisi, si chiedeva se fosse il caso di aggiungere l’oriundo juventino a una batteria di punte che in Nazionale non segnavano più.

Insieme a Cassano, e persino prima di lui, la Samp si era sciolta. Per quanto Palombo sia importante nell’equilibrio dei blucerchiati, non si può pensare che la sua assenza abbia stravolto la squadra che qualche bello spirito ha accostato alla squadra felice e vincente di Vialli e Mancini. Vale quanto pensano da sempre Marotta e Del Neri: arrivare in Europa è l’obiettivo massimo, forse ci saranno altre serate come questa in cui i limiti di un organico buono, non straordinario, emergono. Quanti palloni buttati in tribuna abbiamo visto sotto la pressione di una Juve determinata e aggressiva come non la vedevamo dal match di Marassi contro il Genoa.

Forse sente l’aria di quella città: Ferrara se ne faccia inviare una bottiglietta, come l’acqua benedetta del Trap. Sta di fatto che, dopo dieci minuti guardinghi, i bianconeri hanno macinato gioco con un’intensità impensabile a tre giorni dalla "slow motion" di Siena. Stessa disposizione tattica vista contro il Maccabi (una punta sola davanti a tre mezzepunte) ma una resa enormemente superiore perché sono gli uomini, non le formule, che vanno in campo. La pressione iniziava da Melo, rimessosi a tempo di record dall’infortunio alla caviglia, e Sissoko; si diramava con la regia offensiva di Diego, cui la Samp teneva il guinzaglio largo. La Juve si muoveva insieme, manovrava in velocità, dava più soluzioni al portatore di palla. Diego, aveva due compagni capaci di dialogare con lui: Camoranesi e Giovinco, in gran spolvero soprattutto nella ripresa.

L’assoluta pochezza dei contrattacchi doriani, spezzati da Cannavaro e da Chiellini, aumentava la convinzione juventina cui mancava solo il gol per concretizzarsi. Arrivava al 26’ ed era il meno bello. Ancora un calcio piazzato di Diego, dall’angolo, mischia, palla in caduta vicino ad Amauri, il più lesto a colpire. La serata del brasiliano cominciava bene e proseguiva al 42’ con l’assist dal fondo per il gol di Chiellini: azione di pura forza cominciata proprio dall’esuberante anticipo del difensore pisano a centrocampo. Era la fine. La ripresa avrebbe accentuato il dominio juventino, arrivavano tre gol belli ancora su azione (grande quella lanciata da Diego e finalizzata benissimo da Giovinco per Camoranesi). Lo spunto di Pazzini, di testa in anticipo su Cannavaro, era l’unica traccia della Samp che doveva arrivare a Torino e invece si era fermata a qualche casello

( La Stampa)

 
 
 

Tutto in un Blanc

Post n°309 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da goblins76
 

Non vado a lavorare come un uomo solo, perché non sono un uomo solo. Questo nuovo cda, però non è un nuovo ciclo: il ciclo riaperto nel 2006 si chude solo con un ritorno alla vittoria. E noi vinceremo. Abbiamo tutto per farlo, e farlo con un calcio sostenibile. Nomi per il futuro? Sono stati fatti nomi validi,ma questa squadra. Se ci sarà bisogno di migliorare, lo faremo,anche se oggi siamo organizzati bene». Così Jean Claude Blanc che sarà nominato nuovo presidente della Juventus dal consiglio di amministrazione attualmente in corso, parla del suo prossimo impegno. «Sono un uomo dello sport, sono un manager e questi 3 anni che ho trascorso nel mondo del calcio e come se fossero molti di più. Capisco che l'apprezzamento non può essere di tutti e rispetto queste opinioni. Voglio però dire che non andrò a lavorare come un uomo solo, oggi abbiamo l'opportunità di votare un consiglio di sette persone che lavoreranno insieme, andranno a fondo sugli argomenti strategici della società con una discussione viva e costruttiva. Non sono un uomo solo - ha ribadito ancora - perché ho una struttura che lavora con me fondata su tre pilastri: lo sport, gli accordi commerciali, la parte finanziaria e sono convinto che una società moderna di calcio non si può governare da soli».

I PILASTRI  - Parlando poi ancora dei tre «pilastri» Blanc ha ricordato i tre manager responsabili delle diverse strutture: Alessio Secco per quello sportivo, Marco Fassone per la parte commerciale e Michele Bergero per quella finanziaria. «Giudicherò io nei prossimi tre anni se questa squadra avrà bisogno di essere più completa e competitiva. La priorità - ha detto ancora - resta sempre la società e cercheremo di avere sempre una migliore squadra perchè l'obiettivo è vincere. Alla fine vince uno solo e speriamo di essere noi». «Abbiamo fatto una grande squadra per essere in grado di portare a casa la terza stella. Abbiamo la squadra giusta fuori e dentro per ottenere grandi risultati».

RINGRAZIAMENTI - Dopo le parole del presidente uscente Giovanni Cobolli Gigli è stato Jean Claude Blanc a prendere la parola nel corso dell'assemblea degli azionisti. L'attuale direttore generale e amministratore delegato della Juve ha voluto ringraziare Cobolli Gigli per il lavoro fin qui svolto: «Con Giovanni abbiamo fatto un cammino molto difficile assieme - dice - non ci conoscevamo prima dell'incarico. Chi ha fatto la scelta di nominarlo presidente ha fatto la scelta giusta, ci siamo trovati bene, grazie a lui ho conosciuto l'Italia, anche se ancora non ho totalmente capito. A nome di tutta l'azienda lo ringrazio per il lavoro fatto, per la sua passione, intelligenza e classe. Abbiamo avuto un presidente di grandissima classe e ha aiutato molto la Juventus nel cammino che abbiamo fatto negli ultimi tre anni».

LA TERZA STELLA
- «Agli azionisti ho detto che l'obiettivo primario è quello di conquistare la terza stella. Voi sapete che su tutti i nostri documenti ufficiali ci sono 29 scudetti, con due asterischi per quelli che ci hanno tolto. Ma per noi e per i nostri tifosi la terza stella arriverà con il prossimo scudetto. E comunque ora pensiamo a vincerlo, il prossimo scudetto», dice Blanc in conferenza stampa.

RANIERI - Infine risponde duramente a Ranieri, che in conferenza stampa aveva tirato in ballo il mancato acquisto di Stankovic. «Chi cambia società non deve raccontare certe cose».

 
 (Tuttosport)

 
 
 

Siena portafortuna

Post n°308 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da goblins76
 
Foto di goblins76

Tre punti senza brillare. La Juventus passa per 1-0 a Siena e ritrova la vittoria in campionato dopo un mese di digiuno. Ciro Ferrara ringrazia Amauri, autore della rete decisiva, e si gode la vittoria.

Al di là del risultato, però, le note positive per la Vecchia Signora sono pochissime. Il gioco latita e la condizione atletica non appare ottimale: in sostanza, la Juve è grigia come la maglia che sfoggia al Franchi e come lo spettacolo che offre in casa dei toscani.
La formazione di Ferrara gestisce il possesso del pallone sin dalle prime battute della gara ma non si rende mai pericolosa. I tentativi di Trezeguet e De Ceglie non creano nessun problema a Curci, che al 25’ può limitarsi a guardare il destro sballato di Diego: palla in curva.

Rischia di più Buffon sul capovolgimento di fronte: Jajalo prova da fuori e sfiora la traversa. In un pomeriggio monotono, fa notizia la punizione che Diego calcia al 31’: Vergassola anticipa Chiellini e la palla finisce tra le braccia di Curci. Al 42’ il difensore della Juventus decolla su una nuova punizione di Diego, la palla finisce alta di poco. Nel recupero, la chance migliore capita ai padroni di casa: serve un’uscita tempestiva di Buffon per fermare Ekdal.

Nella ripresa, Ferrara prova a cambiare la situazione con gli inserimenti di Caceres e Camoranesi. La doppia mossa non sembra dare risultati apprezzabili: il Siena si difende anche se non ne ha bisogno, visto che l’attacco degli ospiti non esiste. I toscani, quindi, provano anche a pungere e le incursioni isolate di Jajalo sono sufficienti a tenere impegnata la difesa torinese. Al 64’ serve una chiusura eccellente di Chiellini per evitare che Calaiò si presenti da solo davanti a Buffon.

Il pericolo scuote la Juve, che comincia a spingere con maggiore convinzione. I risultati si vedono al 72’: Amauri svetta sulla punizione di Diego, capocciata vincente e 1-0.
Il Siena avrebbe un quarto d’ora per tentare di imbastire una reazione ma fatica ad arrivare dalle parti di Buffon. La Juve vince e sale a 18 punti, a 4 lunghezze dall’Inter capolista e a 2 dalla Sampdoria. Il Siena, con 5 punti, è il fanalino di coda della Serie A.

(la stampa)
 
 
 

Il Ferrara pensiero

Post n°307 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da goblins76
 

Mancano poco più di 30 ore alla sfida fra la Juventus di Ciro Ferrara e il Maccabi Haifa, valevole per la Champions League. I bianconeri cercano il riscatto dopo un mese senza vittorie e dopo un inizio di Champions in cui hanno racimolato solo due punti in altrettante gare:

«C'è grande voglia di riscatto per un momento negativo anche se non disastroso – dice Ferrara in conferenza stampa – è vero che non è usuale per la Juventus non vincere da un mese, ma i pareggi sono stati diversi e ognuno va analizzato a se. Dobbiamo conquistare i 3 punti. In Coppa non si possono perdere occasioni e noi abbiamo già mancato un'opportunità in casa». Ferrara ha ribadito: «Se dall'esterno si vuole dipingere tutto come un disastro, io non sono d'accordo. È un momento particolare, la squadra vuole tornare a vincere e si impegna per riuscirci. In alcune gare, abbiamo fornito prestazioni valide e non siamo riuscire a vincere – ha aggiunto il tecnico bianconero - contro la Fiorentina abbiamo subito goal alla prima azione ma abbiamo reagito e abbiamo creato molte occasioni. A livello di gioco, ci sono molte differenze tra i vari risultati che abbiamo ottenuto nell'ultimo mese».

Nulla è invece trapelato per quanto riguarda la formazione che scenderà in campo domani sera. Da varie parti si ventila un probabile cambio di modulo, un adozione di un 4-2-3-1 che garantirebbe maggiore copertura e più spinta sulle fasce ma Ferrara, per ora, non si sbilancia anche se qualcosa lascia trapelare: «Mi sembra che rispetto alle altre formazioni la Juve è l’unica che ha fatto un cambiamento totale dal punto di vista tattico. A volte si cambia perché ci sono esigenze momentanee della squadra e a volte dipende dall'avversario e questo ovviamente richiede dei movimenti diversi anche magari per avere un maggior equilibrio. Equilibrio che, ci tengo a sottolinearlo, abbiamo avuto all’inizio anche con il classico modulo con i tre centrocampisti e la mezza punta. Lo abbiamo fatto bene all'inizio, ma adesso può darsi sia il caso di giocare in maniera diversa».

Ma Ferrara non vuole sentire affiancato l'aggetivo protetto al suo nome: «Non mi aspettavo nessuna indulgenza per il fatto di essere alle prime armi. Il fatto di avere ottenuto buoni risultati con la squadra all'inizio ha significato rimandare un problema che sarebbe comunque venuto fuori. Era difficile criticarci dopo che avevamo fatto un buon precampionato e un buon inizio di campionato. Mi sembra strano che qualcuno dica che non ci siano state critiche nei miei confronti. Le critiche arrivano quando non ci sono i risultati. Appena questi sono mancati, nessuno mi ha risparmiato. Sono andati giù dritti come è giusto che sia se lo si fa correttamente. Se qualcuno vuole sparare su Ferrara faccia pure, può essere anche utile, Ma lasciate perdere la squadra».

 
 
 

JUVENTUS - LAZIO 2- 1

 

UNA NUOVA ERA

 

 

 

 

Oasis frend

Del Piero punisce

 

 

AREA PERSONALE

 

DEL PIERO STORY

Fattore Krasic

 

 

 

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 18
 

ULTIME VISITE AL BLOG

francesco.ienzilagreca.valentinosonny15Danydarkjj2Annad26alessandropinatoyakkamattuni72pieroceloriaGiorgio.Bascherinineweletricvindiesel72lucaberardi2000chiccatweetyhimmlischcreacofranco
 
 

LE ROI

 

 

Tributo ad Alex

 

 

 

 

 Del Piero vs Nakamura by Adidas

 

 

Essenzialmente Alex

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAMPIONI

 

 

 

DIVIN CODINO

immagine

immagine

immagine

immagine

immagine

 

PRIMO GOAL

Eri poco più di un ragazzo quando ti buttarono dentro al tuo primo campo di calcio di serie A.

In quel momento, quando il Trap ti disse:"Dai, scaldati che tocca a te", tu non sapevi che pensare, un groppo in gola, le gambe che tremavano, ma ti facesti coraggio.

Alzarsi dalla panchina e iniziare il riscaldamento, una corsa verso l'ignoto.

Pensasti a tuo padre, a tua madre, al fratello che ti aveva sempre sostenuto, ai tuoi amici più cari ai quali sarebbe venuto un'infarto nel vederti entrare in campo, ma  dopo c'era solo l'ignoto.

Non sapevi a cosa seresti andato in contro dentro quel campo da calcio, eppure il terreno di gioco l'avevi calpestato migliaia di volte, in quel momento ti sembrava fosse la prima volta che ti capitava di giocare...

Pensare a cosa fare, a come doverlo fare, pianificando tutto nei minimi dettagli, e  poi l'arbitro fischiò…toccava a te.

Baggio ti sorrise e  strizzò l'occhio, Moeller ti guardò impassibile, Ravanelli ti battè il 5..:"e adesso?.....cosa ne sarà di me", ti chiedesti?...Dribbling di Julio Cesar, palla a Marocchi che dà subito a Baggio,il quale lancia la palla in profondità, sui tuoi piedi..Goal..si Goal...non sapevi cosa fosse...gioia, emozione...cuore gonfio di sentimenti che passano veloci confusi nella mente e nell'animo che sembra poter volare

 

immagine

 

LA STORIA SIAMO NOI

immagine 

immagine

immagine

 

 

 

 

 

ULTIMI COMMENTI

Juventus is the best team ever.I want Italy to be next...
Inviato da: Juveman
il 16/11/2017 alle 15:37
 
non credo che la juventus intenda invesire su un campionato...
Inviato da: goblins
il 07/12/2010 alle 20:44
 
LA JUVE COMPRERà CASSANO ??? ...
Inviato da: 1carinodolce
il 30/11/2010 alle 13:40
 
"l'unico vero investi­mento economico della...
Inviato da: hopper
il 19/08/2010 alle 19:38
 
Queste intercettazioni si commentano da sole... che altro...
Inviato da: goblins76
il 02/04/2010 alle 21:44
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963