Creato da sarahbb il 09/07/2011

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Come può parlare l'esiguità

Rimanere affascinati da una persona può essere un qualcosa di eccezionale, può essere l'esperienza più vera che la nostra anima richiede: il guardarsi negli occhi e lo sfiorarsi. Il sussurrare, il commoversi senza ridondanza. Anche l'esiguità può far star bene ma, a volte, c'è una linea sottilissima che esiste tra quello che potrebbe essere e quello che sarà. "Vuoi un caffè?" "Quando rientrerai qui nuovamente?". A malincuore lo salutai, quanto è difficile combattere con la razionalità; è un momento perdere il controllo e in quel momento non l'abbiamo persa. "Perdiamo la razionalità" disse. Ma che significa questo non detto in un contesto qualsiasi ma in uno ben preciso: quello della mia partenza, quello del mio lavoro. Non era una tappa qualsiasi la mia, o forse si? Significa volere bene, significa dare precedenza allo spirito di sacrificio che a quel piacere momentaneo della carne, significa sensibilità. Tante volte anche seguire l'istinto potrebbe fare soffrire. Forse dobbiamo costruire il nostro futuro, forse dobbiamo ancora fare delle esperienze che una volta che fonderemo l'stinto alla razionalità non sarà semplice fare. Il cuore inizialmente un pò soffre ma forse, dobbiamo sacrificare un pò di cuore, oltre che la nostra razionalità, perchè tengono tanto a certe esperienze che, per forza di cose, dobbiamo fare senza quella persona che vorremmo tanto al nostro fianco.

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INNO ALLA BELLEZZA

Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà? Il tuo sguardo, infernale e divino, versa, mischiandoli, beneficio e delitto: per questo ti si può comparare al vino.

Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora, diffondi profumi come una sera di tempesta; i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un'anfora, che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.

Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri? Il Destino incantato segue le tue gonne come un cane: tu semini a casaccio la gioia e i disastri, hai imperio su tutto, non rispondi di nulla.

Cammini sopra i morti, Beltà, e ti ridi di essi, fra i tuoi gioielli l'Orrore non è il meno affascinante e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari, sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.

La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela, e crepita, fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!" L'innamorato palpitante chinato sulla bella sembra un morente che accarezzi la propria tomba.

Venga tu dal cielo o dall'inferno, che importa, o Beltà, mostro enorme, pauroso, ingenuo; se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede, aprono per me la porta d'un Infinito adorato che non ho conosciuto?

Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena, che importa se tu - fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia unica regina - fai l'universo meno orribile e questi istanti meno gravi?

-Charles Baudelaire-

 

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