Creato da ditz il 21/02/2005

scrittori

a fondo perduto

 

 

« Ripenso il tuo sorriso c...Quando un ministro di cl... »

Il commissario esterno pararigori

Post n°205 pubblicato il 23 Giugno 2008 da ditz

Il commissario esterno è un lavoro italiano. Il più tipico dei lavori italiani. E la parola "italiano" va intesa nel senso che gli ha attribuito Francesco Merlo nella splendida prefazione di "Uno, nessuno e centomila" per i tipi Rcs - il Corriere della sera. Tradotto: doppio.

Il commissario esterno sprizza sudori schizoidi. Lo capisci dall'incedere tentennante nei corridoi affollati della scuola  presso la quale è stato invitato a espletare il suo compito di esaminatore di commissione.

Da un lato abbozza improbabili sorrisi. Dall'altro mugugna un "ma chi cazzo me l'ha fatta fare!". Da un lato deve mostrarsi autoritario e irreprensibile e ispettore impettito. Dall'altro lascia trasudare compassionevoli rassicurazioni rivolte agli alunni che non conosce ma che denigra per i consueti e raccapriccianti modi del copiare.

Il commissario nell'aula copia e incolla è una figura rocambolesca della produzione letteraria fantasiosa e bellamente insidiosa che va sotto il nome di scuola.

Diciottenni ingegneri del banco-trincea erigono cattedrali gotiche di vocabolari di italiano durante la prova scritta di matematica. Ogni tanto sgusciano a latere schiene da rettili di alunni contorsionisti al suono del pifferaio magico: rovinano al suolo in cerca di arraffare qualche foglietto smistato da tasche colte. Sembrano  attaccanti tuffatori dopo un dribbling di troppo.

Poi, di tanto in tanto, fintano di pensare. E quello è l'alibi più suggestivo: "Non è come pensi, commisario testa di cazzo. Non potrei mai scartucciare dalla cartucciera numero 12, il proiettile-tema, collocato, ignobile scherzo del destino, oltre la innaturale propensione del braccio a roteare fino alla scapola opposta".

Cioè, non è che il maturando dica proprio così. Certo, quel suo pensare profondamente, quello strabuzzare gli occhi in cerca della frase a effetto, quell'idea acchiappata al volo da chissà quale buio profondissimo e mite, quell'accavallare la gamba per una più ergonomica cattura del foglio incartucciato nel punto della più stravagante scoliosi, sono gesti commoventi che ci inducono a ribadire un secco e ammirato grazie al commissario esterno nell'aula copia e incolla, per la solerzia della sua tenacia, per l'assidua compostezza dei suoi vaffanculo trattenuti rigorosamente dentro.  

Se l'alunno è la quintessenza del contapallismo,  il commissario esterno incarna a sua volta lo stemma araldico della finzione cinematografica. Con ammirevole vocazione hollywoodiana, osserva tutti in un ignaro e lontano orizzonte senza quasi mai farsi cogliere dall'alunno nella più facile delle coniugazioni: io so che tu sai che io so.

Il commissario esterno non esterna invece alcunché. Il commissario esterno deve pazientare, è più attendista dell'Italia pallonara, tanto prima o poi finiranno questi tempi regolamentari.

I supplementari arrivano quando siamo già allo stremo delle forze. Per sfinimento, il commissario è sopraffatto. Cede allo sguardo dell'alunno. Il gioco si inverte ancora. Il commissario allora sgranchisce il suo autorevole e autoriale: DIGNITA'! SI ESCA CON DIGNITA', ALMENO!

Questo è un punto della faccenda piuttosto complicato. Le sostituzioni sono già state effettuate. Restano solo i calci di rigore.

I colloqui o prove orali sono appunto i calci di rigore. Gli alunni, almeno, così li intendono. Sperano che il commissario-Buffon lasci correre. Non provi a tuffarsi. Non si allunghi sul lato giusto a cacciare dalla porta quel bellissimo tiro dagli undici metri che ha svariati nomi: Il ruolo della donna nel salto da un secolo all'altro, oppure La ricerca della possibile felicità, o ancora Amore e morte, due facce della stessa medaglia e via discorrendo.

E invece il commissario-portiere non resiste. L'istinto lo cattura. Lo ammalia. Lo porta al tuffo, all'intercettazione. "Vuole il maturando approfondire questa tematica? Ecco, Dante nel III canto del Paradiso, ecco, la donna, vediamo la nota vicenda di Piccarda, me ne parli. Oppure, facciamo così: meglio ancora: prenda il libro: un testo, grazie. Mi analizzi l'incipit".

Parata.

Eliminazione ai quarti.

22 all'orale.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/ditz/trackback.php?msg=4947403

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/06/08 alle 16:43 via WEB
Quando il commissario esterno arriva nella scuola destinazione è come il nemico che invade il territorio fortificato. Supera il "limes". Un po' come Cesare quando ha oltrepassato il Rubicone. Cesare sapeva che avrebbe scatenato l'inferno. Sapeva che avrebbe lasciato tutti ammutoliti. Zitti. Gli sguardi agghiacciati dei senatori non l'avrebbero nemmeno sfiorato. Sapeva il fatto suo, lui. Il commissario esterno avanza con la sua ventiquattro ore. Il suo scudo. Qualche libro bibbia dentro. Dei talismani, forse? Be' ma forse il furor di Cesare gli manca. Tra i corridoi della scuola che accoglie scorge le facce dei colleghi "interni", i pompeiani, che implorano clementia. "Sei nostro hospes". Che leccaculo, pensi! Ed è vero. Ti preparano il tappeto rosso. Ti sorridono. Ti lanciano sguardi ammiccanti. Le ancelle bidelle gettano fiori prima del tuo passo. Ma se nemmeno mi conoscete? Non pensate che può darmi fastidio, eh? Nel territorio straniero ti senti a tuo agio. Ti adatti subito. Le regole le accetti. Con i dovuti ma. Ti dimostri affabilmente formale. Professionale. Ancorato ai tuoi mores. Eppure l'armata cede. La legione si sfalda. Quel dannato tallone d'Achille diventa visibile anche ai meno furbi. E inveisci contro la tua Teti. Poteva tenerti meglio quel giorno, no? Quei visi. Quegli occhi. Quei toni. Quei sorrisi seri. Quelle parole. Ti penetrano dentro come frecce infuocate. Lo scudo che ti porti dietro per difenderti dagli attacchi "interni" diventa di carta e si sgretola davanti alla folla di maturandi già maturi e grandi. E nemmeno te ne accorgi. Il furor, la gravitas, sventolano bandiera bianca e lasciano spazio alla levitas, alla moderatio, alla benevolentia. Anche se davanti ai tuoi penati avevi promesso intransigenza. Serietà. Fermezza. E quindi il commissario da nemico della patria diventa tribunus plebis. Cerca di andare incontro alla sua folla. La sostiene, la incoraggia, la indirizza, la richiama, la spaventa. Perché in fondo la plebs è vittima di un sistema obsoleto e s-costumato. E' vittima di una società corrotta e immorale. E allora perché non giocarsela la partita? In fondo bisogna farlo capire che non sempre si può vincere a tavolino? E poi...in fondo...il commissario esterno un asso nella manica ce l'ha, forse. E saprà quando giocarlo, il suo ius intercessionis. Mila.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

FACEBOOK

 
 

MATITA PREFERITA

 

ULTIME VISITE AL BLOG

Cherryslmariomancino.mlutesmemymeymariluci_17max_6_66bal_zacpalestra.taborcow_boy_2006ansa007licciardi.annam2011ilsitodipatfalco58dglopposti_incongruentikombimk
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 

ULTIMI COMMENTI

altro ke cassaintegrato!
Inviato da: Rebuffa17
il 13/06/2012 alle 17:59
 
è vero...
Inviato da: Rebuffa17
il 13/06/2012 alle 17:58
 
ke bel posto, dv è?
Inviato da: Rebuffa17
il 13/06/2012 alle 17:57
 
ahahahahah!
Inviato da: Rebuffa17
il 13/06/2012 alle 17:56
 
lava le mani
Inviato da: puzzle bubble
il 02/05/2012 alle 21:12
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
immagine
 

È RIDICOLO CREDERE

È ridicolo credere
che gli uomini di domani
possano essere uomini,
ridicolo pensare
che la scimmia sperasse
di camminare un giorno
su due zampe

é ridicolo
ipotecare il tempo
e lo è altrettanto
immaginare un tempo
suddiviso in piú tempi

e piú che mai
supporre che qualcosa
esista
fuori dall'esistibile,
il solo che si guarda
dall'esistere.



(Eugenio Montale, Satura; Satura II)

 
immagine
 
immagine
 

TAMARA

immagine
 

PARANOID ANDROID - RADIOHEAD

Please could you stop the noise
I'm trying to get some rest?
From all the unborn chicken voices in my head
What's that, what's that

When I am king you will be first against the wall
With your opinion which is of no consequence at all
What's that, what's that

Ambition makes you look pretty ugly
Kicking squealing gucci little piggy

You don't remember, you don't remember,
why don't you remember my name
Off with his head man, off with his head man
Why don't you remember my name?
I guess he does

Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height
Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height

That's it sir, you're leaving,
the crackle of pig skin,
the dust and the screaming
The yuppies networking
the panic, the vomit,
the panic, the vomit
God loves his children,
God loves his children, yeah

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963