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Allenati con l'incipit  (Racconto a mille mani)

Post n°221 pubblicato il 01 Settembre 2008 da ditz

Alle otto il signor Burningstone esce. Si getta nella mischia e maledice il lavoro, il traffico e l'alba minacciosa di luce a casaccio sulle case ancora pitturate di notte. Alle otto e qualcosa il signor Burningstone sbaglia la frenata, arriva lungo al semaforo e decide in una frazione di secondo di passare col rosso. Alle otto e cinque il signor Burningstone arriva all'edicola, accosta, si sporge lungo lunghissimo dal finestrino, per poco non gli si blocca la schiena, un euro all'edicolante, il giornale in mano, soddisfazione. Riparte che sono le otto e sette.

Questo è tutto quello che sappiamo del signor Burningstone. Questo è tutto quello che fa ogni volta. Minuto più minuto meno. Poi sparisce dietro una montagna di traffico. In qualche buco nero di una qualsiasi tangenziale. Sepolto vivo nei grappoli di auto a singhiozzo dentro una statale qualunque, di un giorno qualunque. In un perfetto show dell'anonimato, nella vigilia rarefatta di bagliori lenti, di ribalte solo desiderate.

Chi è per l'appunto il signor Burningstone?

 
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francyespo
francyespo il 09/09/08 alle 00:20 via WEB
Passeggia per casa B. Gira in continuazione attorno al suo divano smeraldo come Paperon de' Paperoni quando si sforza di capire come frenare i Bassotti e proteggere la sua Numero Uno. Pensa. Il suo cervello quasi fuma. Si accende una sigaretta tenendola nella fessura ingiallita e puzzolente tra l'indice e il medio della sua mano destra. Guarda un po' dalla finestra. Vede passeggiare sotto di lui gente frenetica e felicemente scontenta. Getta la cenere sul davanzale e con un soffio di fiato la fa volare via. Per un attimo gli torna in mente lo strano sogno della notte precedente. Aveva sognato sua madre dondolarsi su un'amaca di paglia in un giardino di palme e cactus. Continuava a chiamarlo e a dirgli Corri, figlio mio. Corri. Non aspettare ancora. Corri. Correre, verso dove? Non aveva mai accettato i consigli di sua madre, quando era ancora in vita. L'aveva sempre ammirata in silenzio per la sua saggezza e determinazione. Ma aveva sempre preferito fare di testa sua, B. Aveva preferito crescere in fretta. Essere grande, in fretta. Questa volta qualcosa gli diceva che era il momento di cambiare. Dare una svolta. 'ffanculo al lavoro senza voglia. Era giunto il momento di aprire quella scatola e scartare uno di quei bigliettini gialli. Ecco cos'erano quei bigliettini. Tutto quello che B. avrebbe voluto fare nella vita, tutti i sogni che avrebbe voluto realizzare, i progetti che avrebbe voluto concretizzare e che per paura aveva impacchettato in quella latta fredda. Prende una sedia, con delicatezza si arrampica sulla credenza e raccoglie il suo io soprammobile. Suda un po', si tocca la nuca. Quanta polvere, quassù! si rimprovera arrabbiato. Prende la scatola e scarta un non-sogno giallo...
 
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È RIDICOLO CREDERE

È ridicolo credere
che gli uomini di domani
possano essere uomini,
ridicolo pensare
che la scimmia sperasse
di camminare un giorno
su due zampe

é ridicolo
ipotecare il tempo
e lo è altrettanto
immaginare un tempo
suddiviso in piú tempi

e piú che mai
supporre che qualcosa
esista
fuori dall'esistibile,
il solo che si guarda
dall'esistere.



(Eugenio Montale, Satura; Satura II)

 
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TAMARA

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PARANOID ANDROID - RADIOHEAD

Please could you stop the noise
I'm trying to get some rest?
From all the unborn chicken voices in my head
What's that, what's that

When I am king you will be first against the wall
With your opinion which is of no consequence at all
What's that, what's that

Ambition makes you look pretty ugly
Kicking squealing gucci little piggy

You don't remember, you don't remember,
why don't you remember my name
Off with his head man, off with his head man
Why don't you remember my name?
I guess he does

Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height
Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height

That's it sir, you're leaving,
the crackle of pig skin,
the dust and the screaming
The yuppies networking
the panic, the vomit,
the panic, the vomit
God loves his children,
God loves his children, yeah

 
 

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