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Allenati con l'incipit  (Racconto a mille mani)

Post n°221 pubblicato il 01 Settembre 2008 da ditz

Alle otto il signor Burningstone esce. Si getta nella mischia e maledice il lavoro, il traffico e l'alba minacciosa di luce a casaccio sulle case ancora pitturate di notte. Alle otto e qualcosa il signor Burningstone sbaglia la frenata, arriva lungo al semaforo e decide in una frazione di secondo di passare col rosso. Alle otto e cinque il signor Burningstone arriva all'edicola, accosta, si sporge lungo lunghissimo dal finestrino, per poco non gli si blocca la schiena, un euro all'edicolante, il giornale in mano, soddisfazione. Riparte che sono le otto e sette.

Questo è tutto quello che sappiamo del signor Burningstone. Questo è tutto quello che fa ogni volta. Minuto più minuto meno. Poi sparisce dietro una montagna di traffico. In qualche buco nero di una qualsiasi tangenziale. Sepolto vivo nei grappoli di auto a singhiozzo dentro una statale qualunque, di un giorno qualunque. In un perfetto show dell'anonimato, nella vigilia rarefatta di bagliori lenti, di ribalte solo desiderate.

Chi è per l'appunto il signor Burningstone?

 
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francyespo
francyespo il 11/09/08 alle 16:16 via WEB
Ancora B. ricorda con straziante rimpianto il pomeriggio del loro addio. Ricorda la voce tremante di Angela al telefono, che gli diceva che avrebbe ritardato al loro consueto appuntamento pomeridiano. Erano soliti prendere un buon caffè, dopo la pausa pranzo, nel primo pomeriggio. Lei prendeva la metropolitana, uscita dall'università. Lui l'aspettava nel bar all'angolo della redazione del giornale. Stranamente non sapevano chiamarsi per nome. Drin drin -Pronto, che fine hai fatto? Ti aspetto da più di un mezz'ora. Il signor P. tra un po' mi licenzia! - Lo so, lo so. Ho avuto da fare. Sto arrivando. Un piccolo contrattempo all'università, un tesista che voleva sapere da me come scrivere la bibliografia...bla bla. Poi ti racconto. Arrivo. Ciao. -Ma è tutto ok? Pronto? Prooonto? Ha riattaccato! Lo dicevo io, dà troppo a questa università. Ma cosa le è saltato in mente oggi. Quando arriva...freddezza. Ma no, che dico! Che colpa ne avrà lei. Sarà stato quello stupido del professor G. Ma perché deve sfruttarla così... Camminava come un pazzo davanti al bar, sudava e si sfregava la nuca perplesso. Decide di accendere l'ennesima sigaretta ma si pente. Aveva già la nausea. Non era nemmeno arrivato a metà giornata che già aveva fumato un pacco di Marlboro rosse. Non aveva ancora capito, Carmelo Burningstone, che quella banale e momentanea scusa nascondeva un'amara e definitiva verità. Cominciava a delinearsi una figura abbastanza familiare, laggiù in fondo alla strada. La riconosceva dalla camminata goffa. Dal cappottino azzurro cielo. Era lei? Poteva essere lei? Che ci faceva con quelle valigie? Strizza gli occhi, B. Si asciuga il sudore con un fazzoletto che da lì a poco avrebbe asciugato le sue lacrime disperate. Il battito cardiaco cresceva, cominciava a temere il peggio. La voce restava strozzata nella gola arrossata dal fumo che corrode. Comincia a correre verso di lei, per ridurre l'attesa devastante. -Amore, cosa... -Parto. Sono finita qui. -C c ome p p arti? Balbettò B. Silenzio. Un tuono in lontanaza preannunciava l'arrivo di un temporale. -Lo sai. Se resto qui morirò dentro. La mia casa è un inferno. Vivere con te, quei pochi mesi, mi ha fatto capire che non possiam...Ma che fai? B. non riuscì a trattenere le lacrime. Non li reggeva gli adiii, B. -No!Dimmi che scherzi, dimmi che è uno dei tuoi soliti scherzi. Fottutissimi scherzi... Silenzio. -Vieni con me, forse lontano da qui sistemeremo tutto. -Lo sai che non posso...perché mi fai questo? E poi dove credi di andare? Dove scappi? Dove? Dimmelo. -Non puoi? Ma quali fantasmi ti legano ancora qui? Quali? Me lo dici, eh? Lasciami andare. Perderò il mio aereo. Ho perso troppo tempo con te. Già. Quanto ti... -Angela! Aspetta. -Non chiamarmi Angela! Mi dà fastidio, spostati. Ti prego. -No. Non mi sposto. Ti...ti...ti...prego! Non ora. Ma poi, perché non me ne hai parlato prima? Silenzio. -Prima? Ma quante volte ad aspettare che tu ti accorgessi della mia infelicità, aspettare che sollevassi il tuo fottutissimo sguardo da quei fogli sudici, dalla tua penna tutta mangiucchiata? Eh? Il poco fiato che ti restava per parlare con me lo sprecavi per vomitare il fumo grigio delle tue dannate sigarette. Quali attenzioni per me, negli ultimi mesi? Settimane? Giorni? Ma mi vedi? Sono qui. Li vedi i miei occhi spenti? Le vedi le mie labbra che non sanno più sorridere? Spostati, dannato Burningstone. A. lo spinge di lato. B. ha la vista annebbiata. Il cervello risucchiato da un vortice di smarrimento e disperazione. Si accovaccia trattenendo lo stomaco aggrovigliato. Si piega verso le bianche ginocchia di A. e comincia a pregarla. -Non ora. Ti prego. Amore, amore mio. Ti prego. La freddezza e la determinazione di Angela non la impietosirono. L'amore va e viene. L'odio invece cresce dentro (...) e non muore mai. E purtoppo lei aveva iniziato a odiarlo. E non poteva più andare avanti. Così. lo guardò e gli disse Andrò in Germania. Non cercarmi. Non trovarmi. Addio. B. rimase immobile sul marciapiede macchiato dalle prime gocce di pioggia. Se la lasciò scappare. Non osò rincorrerla. Nonostante sapesse che A, avrebbe sperato di sentire i suoi passi dietro di lei. Le sue mani sulle spalle. Avrebbe sperato di sentirsi afferrare, strattonare, magari per un braccio, chiudere gli occhi e fare finta di niente. Ma B. preferì solo ricordarla. B. non avrebbe saputo rincorrerla.
 
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È RIDICOLO CREDERE

È ridicolo credere
che gli uomini di domani
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che la scimmia sperasse
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su due zampe

é ridicolo
ipotecare il tempo
e lo è altrettanto
immaginare un tempo
suddiviso in piú tempi

e piú che mai
supporre che qualcosa
esista
fuori dall'esistibile,
il solo che si guarda
dall'esistere.



(Eugenio Montale, Satura; Satura II)

 
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TAMARA

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PARANOID ANDROID - RADIOHEAD

Please could you stop the noise
I'm trying to get some rest?
From all the unborn chicken voices in my head
What's that, what's that

When I am king you will be first against the wall
With your opinion which is of no consequence at all
What's that, what's that

Ambition makes you look pretty ugly
Kicking squealing gucci little piggy

You don't remember, you don't remember,
why don't you remember my name
Off with his head man, off with his head man
Why don't you remember my name?
I guess he does

Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height
Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height

That's it sir, you're leaving,
the crackle of pig skin,
the dust and the screaming
The yuppies networking
the panic, the vomit,
the panic, the vomit
God loves his children,
God loves his children, yeah

 
 

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