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Allenati con l'incipit  (Racconto a mille mani)

Post n°221 pubblicato il 01 Settembre 2008 da ditz

Alle otto il signor Burningstone esce. Si getta nella mischia e maledice il lavoro, il traffico e l'alba minacciosa di luce a casaccio sulle case ancora pitturate di notte. Alle otto e qualcosa il signor Burningstone sbaglia la frenata, arriva lungo al semaforo e decide in una frazione di secondo di passare col rosso. Alle otto e cinque il signor Burningstone arriva all'edicola, accosta, si sporge lungo lunghissimo dal finestrino, per poco non gli si blocca la schiena, un euro all'edicolante, il giornale in mano, soddisfazione. Riparte che sono le otto e sette.

Questo è tutto quello che sappiamo del signor Burningstone. Questo è tutto quello che fa ogni volta. Minuto più minuto meno. Poi sparisce dietro una montagna di traffico. In qualche buco nero di una qualsiasi tangenziale. Sepolto vivo nei grappoli di auto a singhiozzo dentro una statale qualunque, di un giorno qualunque. In un perfetto show dell'anonimato, nella vigilia rarefatta di bagliori lenti, di ribalte solo desiderate.

Chi è per l'appunto il signor Burningstone?

 
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francyespo
francyespo il 12/09/08 alle 00:21 via WEB
Partire ora Carmè? Lo sai che inizia la scuola, domani? Cosa gli racconto a quella strafiga della dirigente soclastica? Te l'ho detto no che è arrivata una nuova...una tipa niente male. -Valerio me l'hai detto. E' dal primo di settembre che parli di lei. So tutte le gradazioni di camicie e gonne che porta, ormai. Risponde B. un po' seccato. -Sì, ma io che le racconto? Dimmelo. Come faccio a non presentarmi domani...magari...ehm...chiamo e dico che sto male...no, no, non va bene. Non è credibile. Oggi tenevo tanta allegria...ero una trottola in quell'aula docenti... Burningstone tossisce infastidito, sgrana gli occhi. -Allegro? Ma ti piace proprio lavorare in quel Liceo, no? Valerio prende un po' di fiato, gonfia il torace, i suoi occhi cominciano a brillare. Parlare della scuola lo rende talmente tanto euforico che non ci sta nella pelle. B. capisce che se non l'avesse fermato subito avrebbe parlato in continuazione tutto il tempo. Non era in vena B, di starlo ad ascoltare quel pomeriggio. Di solito si faceva quattro risate, ma quel pomeriggio no. E perciò si salva dicendogli, con un filo di voce, Angela se n'è andata. Pausa. Silenzio. Retromarcia. V. rilassa piano i muscoli del viso. Il sorriso smagliante si trasforma in incredulità. Poi, al solito, cazzeggia e dice Ma che dici Carmè...-Non mi chiamare così, m'incazzo!...-sarà una delle tue fantasie! -No! Oh dio mio, ma come fai a sdrammatizzare sempre tutto. Fermati, scendo. Non ce la faccio. Non ce la faccio. -Oh, ma allora tieni proprio una brutta cera, Carmè, ooops scusa, C A R M E L O. E' partita? Se n'è andata? E noi pure ce ne andiamo. Te lo dico io che si fa oggi. Oggi si va al mare. Sai dove ti porta Valerio oggi? Al mare. Non c'è problema. Sì. Anche se se la manda a mitragliate, oggi. Ma che gli è preso, oggi. Poi vediamo. Se il signor Burningstone vuole restarci al settembrino mare d'inverno si resta. Se, invece, decide di tornare al suo giornale, sai che fa Valerio suo? Lo riporta indietro. Vabbè? Che dici Carmè? Allora? Ti va? Aspetta, mi fermo in questo bar, prendo due birre e ti raggiungo. Aspè, ah. Non è che scappi! -No, non scappo. Fa' presto. -Eh mammamia...due minuti...mò arrivo, Carmè. -Carmelo. Valerio aveva la capacità di spezzare i nervi di B. con una facilità disarmante. Ma allo stesso tempo quel leggero fastidio che la sua strafottenza procurava alla testa di B. si trasformava in una molla di incontenibile leggerezza. Con V. Burningstone si sentiva leggero. Si sentiva forte. Sentiva di poter superare tutto. Spacchiamo tuuuuttoooo, gridavano spesso tirando fuori le teste dai finestrini, sulla statale, a tutta velocità. Sembrava di librare liberi in cielo, con tutto quel vento che stropicciava la faccia. Eccolo ritornare, con birre e patatine. Non cambia mai Valerio. Quattro chiacchiere con la cassiera dagli occhi blu l'avrà fatte per forza. Sicuro che l'ha invitata a una mega festa per stasera nella sua fantomatica villa. Peccato che abiti ancora in una casetta in periferia con la simpatica vecchina zia Asia. Valerio. Un tipo strano,lui. Ditz ci hai rovinati con questa palestra di scrittura! Bello. Davvero bello. Grazie. (Francy)
 
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È RIDICOLO CREDERE

È ridicolo credere
che gli uomini di domani
possano essere uomini,
ridicolo pensare
che la scimmia sperasse
di camminare un giorno
su due zampe

é ridicolo
ipotecare il tempo
e lo è altrettanto
immaginare un tempo
suddiviso in piú tempi

e piú che mai
supporre che qualcosa
esista
fuori dall'esistibile,
il solo che si guarda
dall'esistere.



(Eugenio Montale, Satura; Satura II)

 
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TAMARA

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PARANOID ANDROID - RADIOHEAD

Please could you stop the noise
I'm trying to get some rest?
From all the unborn chicken voices in my head
What's that, what's that

When I am king you will be first against the wall
With your opinion which is of no consequence at all
What's that, what's that

Ambition makes you look pretty ugly
Kicking squealing gucci little piggy

You don't remember, you don't remember,
why don't you remember my name
Off with his head man, off with his head man
Why don't you remember my name?
I guess he does

Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height
Rain down, rain down, come on rain down on me
From a great height, from a great height, height

That's it sir, you're leaving,
the crackle of pig skin,
the dust and the screaming
The yuppies networking
the panic, the vomit,
the panic, the vomit
God loves his children,
God loves his children, yeah

 
 

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