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ECOREATI: UN PASSO AVANTI NELLA LOTTA AI CRIMINI AMBIENTALI!!

Post n°24 pubblicato il 22 Giugno 2007 da angela_n
 

Finalmente dopo tanto parlare di progetti, dopo tanti decreti e ordinanze,pare che il Governo abbia deciso di apportare una modifica sensata ma soprattutto definitiva, lasciando trasparire così in controluce una parvenza di credibilità. Sto parlando degli ECOREATI che sono in dirittura d’arrivo per la conquista di un posto nel codice penale! Precisamente, dopo il Titolo VI (quello sull’incolumità pubblica), verrà inserito il Titolo VI-bis.: “Dei delitti contro l’ambiente”. Si da così esecuzione a quanto disposto dalla Corte di giustizia europea che ancora una volta deve tirare le orecchie al governo italiano, che tende sempre ad una deregulation in campo ambientale. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge "Disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente. Delega al governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina”. Ora il testo sta attraversando tutto l’iter legislativo dunque è sottoposto all’esame del Parlamento.

Il governo, recependo le richieste del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ha approvato lo scorso 24 aprile questo disegno di legge, che si compone di 5 articoli in materia di tutela ambientale…il fatto stesso di impegnare il governo nel riordino, coordinamento e integrazione della relativa disciplina,conferisce all’esecutivo una forte responsabilità. Vediamo un po’ in breve ciò che prevede questo ddl. Dunque le pene più severe riguardano il traffico di materiale radioattivo o nucleare: in questo caso, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 50.000 a 250.000 euro chiunque illegittimamente cede, acquista, trasferisce, importa e esporta sorgenti radioattive o materiale nucleare. Alla stessa pena soggiace il detentore che si disfa illegittimamente di una sorgente radioattiva. La pena è aumentata ‘di un terzo’ se dal fatto deriva pericolo concreto di una compromissione durevole o rilevante del suolo, delle acque o, per fare qualche esempio, della flora.Inoltre è punito con la reclusione fino a cinque anni e 30.000 euro anche chiunque (art.452-bis) immette nell'ambiente “sostanze o energie cagionando o contribuendo a cagionare pericolo concreto di una compromissione durevole o rilevante” della flora e della fauna. Anche sottrarre o danneggiare minerali sarà reato penale punibile con una multa fino a 20.000 euro e da uno a tre anni di carcere. Discorso a parte e che rende pregnante il progetto di modifica al c.p. è rappresentato dalle “circostanze aggravanti”. La pena è aumentata di un terzo se la compromissione o il pericolo di compromissione dell'ambiente ha per oggetto aree naturali protette o beni sottoposti a vincolo paesaggistico, ambientale, storico artistico, architettonico o archeologico.Il ddl contiene anche la normativa per il traffico illecito di rifiuti, precisamente all’art.452-septes. Esso sancisce che:chiunque illegittimamente cede, acquista, riceve, trasporta, importa, abbandona o smaltisce ingenti quantità di rifiuti è punito con la reclusione fino a cinque anni e con la multa da 10.000 a 30.000 euro. In caso di rifiuti pericolosi la reclusione sale fino a sei anni e la multa fino a 50.000 euro. Novità anche per i reati "in forma organizzata": quando c'è associazione (anche non esclusiva o prevalente) allo scopo di commettere reati contro l'ambiente le pene "sono aumentate di un terzo".

L’ articolo 3 di questo ddl è forse il punto cruciale di tutta la proposta: esso infatti stabilisce che il Governo deve emanare, entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge, decreti concernenti illeciti penali e amm.vi  circa la difesa dell’ambiente e del territorio e poi l’articolo conclude dicendo che “dall'esecuzione della nuova legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato". Cosa avrà voluto dire l’esecutivo con questa postilla??mah, ai posteri l'ardua sentenza!!!

Quella appena delineata è una richiesta che Legambiente presenta al Governo dal 1994, quindi è una importante conquista l’aver deciso di punire i criminali dell’ambiente anche con l’arresto; introdurre nel codice penale tali disposizioni significa formalizzare uno strumento di tutela per contrastare chi arreca danni all’ambiente e minaccia la salute dei cittadini, nonché delle future generazioni, solo per scopo di lucro.

Probabilmente però a far scattare questa molla è stato il contributo massiccio apportato dal Rapporto Ecomafia di Legambiente,che è stato  presentato a Roma lo scorso 17 aprile e che è stato definito ‘un documento sconcertante’, perchè ha svelato(per non dire che in realtà ha sfondato una porta già aperta) la realtà di traffici illeciti, fra i quali il più problematico risulta essere proprio quello dei rifiuti che, ogni anno, mette illegalmente in circolazione tonnellate di scarti tossici e arricchisce le tasche dei clan mafiosi. Il bilancio dell’anno appena trascorso delineato nel Rapporto Ecomafia  è di tre reati contro l’ambiente ogni ora. Nel 2006 sono state accertate dalle forze dell’ordine 23.668 infrazioni (contro le 23.660 del 2005) e le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania sono stabilmente ai primi quattro posti della classifica con il 45,9% dei reati ambientali. E’ un vero e proprio business che cresce ogni anno del 38% circa.
Dati allarmanti, esasperanti, ma costituiscono oggi la nostra realtà; una realtà che tutti hanno il diritto di conoscere e chi ci governa, invece , ha il dovere di cambiare. Speriamo che il parlamento approvi in tempi brevi questa legge, intanto un passo avanti è stato fatto…adesso bisogna solo augurarsi che il progetto non si fermi per la strada, come avviene per tutte le
questioni che comportano un regresso per i criminali, un ‘intoppo’ per le fonti dei loro guadagni.

 
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