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« Non scrivevo una poesia ...30/11/2011 Buon complean... »

Questo il mio racconto per il gioco letterario "Strane creature" di Elliyna: LE JANARE.

Post n°300 pubblicato il 22 Ottobre 2011 da Erasmo69
 

LE JANARE

Giorgia viveva sola, in una bella villetta, ad un piano, situata nello stretto di Barba, una gola che si incontra sulla strada per Avellino. Suo figlio si trovava a Napoli, da oltre un anno, in quanto conviveva con la sua compagna.

Dopo l'estate Giorgia accusava un po' la solitudine perché Benevento era una città piena di vita nei mesi estivi ma, a settembre, tutto sembrava spegnersi, quasi come le giornate che s'accorciavano ed il freddo che rubava spazio alla calda stagione.

Dopo il lavoro tornò a casa, come tutte le altre sere, e aveva già in mente quel che doveva fare.
Verso le otto aprì il frigorifero e preparò la cena, la consumò in compagnia del telegiornale dopodiché andò in giardino ad annaffiare le piante, prima di potersi gustare un bel film alla tv.

Le ultime gocce d'acqua le versò ai piedi di quell'albero di noce.

Era già buio e rientrò in casa. Si gettò sul divano e accese la TV, cercò di cambiare canale ma non c'era verso di farlo: il televisore non solo non distingueva più i canali pubblici da quelli privati (ma del resto in Italia è così), ma rimaneva fisso, dopo aver premuto qualsiasi tasto del telecomando, su un film dal titolo "Le Janare".
Non le restò altro che guardare quello spettacolo.

Che "strane creature" quelle Janare, mostri femminili capaci di volare, sembravano streghe per come erano vestite e per come avevano i capelli acconciati. Alcune erano accompagnate da uomini con le sembianze dei caproni, ma senza occhi e con delle grandi corna.
In quella gran confusione c'erano anche dei folletti, ma facevano semplici scherzi senza comunque far del male a nessuno, diciamo che erano innocui.
Giorgia fissò con attenzione quelle specie di streghe e riconobbe nei loro volti quelli delle donne che incontrava quotidianamente: colleghe, amiche, vicine di casa, cugine, ecc.
Improvvisamente la sua sala da pranzo mutò aspetto e lei si ritrovò seduta su una poltrona posta al centro di un lungo tavolo, in una immensa stanza: era nella sala di un castello situato in mezzo ad un bosco, almeno questo sembrava scorgersi dalle finestre.
Così iniziarono intense conversazioni e discussioni tra lei e le Janare ma, curiosamente, il motivo di ogni dialogo era proprio lei: Giorgia e il suo mondo!
Le Janare riversarono contro Giorgia tutto quello che le volevano, le dovevano dire e non le avevano mai detto. Qualcuna le rimproverò alcuni torti fatti, qualche altra criticò il suo modo di fare, ci fu anche chi le lanciò accuse indecenti, chi la offese ma ci fu anche chi le disse che le voleva sinceramente bene, chi le confessò che il suo ex marito non era granché a letto, chi le mostrò rispetto oppure indifferenza. Anche la compagna del figlio, con la quale non aveva mai avuto un buon rapporto, le confidò stima e gratitudine.
Ma, allo stesso tempo, Giorgia poteva rivolgere a tutte qualsiasi tipo di domanda e, chiunque sedesse al tavolo, era costretto a rispondere con estrema sincerità.

La curiosità è donna: capirete che non ci fu abbastanza tempo per esaudire tutti i dubbi e per dare una risposta a tutte le domande. Considerate che ad un certo punto fu necessario l'uso di una clessidra per limitare il tempo delle risposte.
Arrivò l'alba, momento in cui le Janare cominciarono a fuggire via, a destra e a manca.
Giorgia si ritrovò, da sola, in un batter d'occhio, assopita nella sua casa, sdraiata sul divano: erano le cinque e, stanca, si addormentò per un'oretta abbondante.

La mattina seguente Giorgia era davvero frastornata, cercò su internet informazioni utili sulle cosiddette Janare e apprese che "La natura incorporea delle Janare fa si che loro, di notte, possano entrare nelle abitazioni penetrando sotto le porte, come un soffio di vento, oppure dalle finestre, come un lieve spiffero.
Per impedirgli di entrare, dietro alle porte e alle finestre, vanno appesi dei sacchi di sale o delle scope, perché la tradizione vuole che la Janara, prima di entrare in casa, debba obbligatoriamente contare tutti gli acini di sale o tutti i fili e le fibre che formano la scopa. Così, la Janara è costretta ad espletare il suo compito ma nel frattempo sopraggiunge l'alba che la costringe a ritornare nella sua abitazione".

Si fece, di nuovo, sera e Giorgia, per non rivivere una notte tormentata, pensò di preparare scope e sacchi di sale per evitare il ritorno delle Janare ma alla fine decise di non farlo, perché in fondo era stata in compagnia, diciamo che si era anche divertita o almeno aveva avuto modo di mettersi in discussione e, soprattutto, comprese che quelle streghe facevano parte della sua vita!

 
 
 
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INFO


Un blog di: Erasmo69
Data di creazione: 20/08/2008
 

NOTA IMPORTANTISSIMA

I post che inserisco non rispecchiano il mio "attuale" stato d'animo... questo potrà accadere ma sarà l'eccezione, ok?
Un saluto con un sorriso, Erasmo

 

 

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