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Antonio Pennacchi: Il Piacere

Post n°101 pubblicato il 16 Maggio 2011 da eugeniot

IL PIACERE
La vita nell’abbandono: incanti e desideri
di Antonio Pennacchi

Il piacere? Ecco, io non vorrei andare fuori tema. Già un’altra volta m’hanno rimandato in italiano - in secondo geometri - perché alla festa degli alberi scrissi che non me ne fregava niente. Dice: “Hanno fatto bene, eri un antiambientalista”. Non lo so, però avevo solo quindici anni e anche loro avrebbero potuto apprezzare un po’ più il mio fine umorismo. Comunque ora sono cresciuto e anche se resto un filoindustrialista, agli alberi gli voglio bene, specie agli eucalypti. Guai a chi me li tocca. Ogni volta che ne buttano giù uno, faccio un casino a Latina, mi metto su una sedia in piazza e comincio a strillare col megafono. I pini e le palme un po’ meno. Facessero quello che gli pare. Anzi, le palme non le posso proprio vedere. Tifo punteruolo rosso. O meglio, giallo-rosso.
Comunque del piacere non so niente. Mica sono D’Annunzio. Non è tema per me. La vita nell’abbandono, incanti e desideri? E che vuoi che ne sappia io? A casa mia ci hanno insegnato solo il dovere. Altro che il piacere. Il piacere stava tutto nel fare il proprio dovere e anche adesso, di notte, ogni tanto mi sogno che mi richiamano in fabbrica a lavorare e sono tutto contento insieme ai miei compagni, perché quando la notte il lavoro veniva male, tornavi a casa scontento, ma quando il lavoro veniva bene, allora ridevi con loro fino al parcheggio, ridevi fino a casa: “Stanotte me la sono guadagnata la giornata”. Questo è il piacere: prima il dovere e poi arriva il piacere, poiché non sei solo a questo mondo, tu stai insieme agli altri e agli altri rispondi. Che piacere è senza condivisione?
Dice: “Ma tu sei matto”. Sì, erano matti così pure mio padre e mia madre. E’ matta tutta la famiglia mia. Sappiamo solo lavorare e solo quando abbiamo lavorato bene siamo contenti. Oltre a dire la verità - pane al pane e vino al vino, più cruda è meglio è - e non deludere chi fa conto su di noi, questo è il piacere nostro ed è tutta colpa di mio padre.
Quando nacque mia sorella Laura - era il 1948, il 9 Luglio - mia madre capì la mattina presto che era l’ora e disse a mio padre: “Non andare a lavorare oggi, e va’ a chiamare la Cocco” che era la levatrice. Lui prese la bicicletta, andò ad avvisare al Consorzio agrario che sarebbe mancato e passò a prendere la Cocco. Poi si mise lì in cucina pure lui a scaldare pentolino d’acqua e ad ascoltare il trambusto che veniva dalla stanza.
Quando però si sono fatte le dieci o dieci e mezza e il sole batteva - era luglio - giù dalla strada hanno cominciato a strillare: “Giova’! Giova’!”. Lui s’è affacciato per farli stare zitti - eravamo al terzo piano - ma erano dei coloni che gli si era rotto il trattore in campagna e non sapevano più come fare: “Giova’, Giova’, stiamo tutti fermi, vienici ad aggiustare il trattore”.
“Non andare!” urlava mia madre dall’altra stanza: “Non andare che sto per partorire”.
“E come faccio?” disse mio padre: “Quelli hanno già la trebbia sul piazzale, non li posso lasciare col trattore fermo in mezzo ai campi. Come fanno? Io poi mica faccio la levatrice, io aggiusto i trattori, la levatrice te l’ho già portata”.
Mia madre non gliel’ha più perdonato, o almeno così diceva lei, perché poi invece quando è morto - qualche anno fa - non faceva che dirgli in continuazione, gli ultimi istanti: “Amore, amore mio”; che noi prima, in vita nostra, non glielo avevamo sentito mai.
Spero anch’io di morire così, dopo avere fatto fino in fondo davanti ai miei compagni, a mia moglie, ai miei figli e ai figli loro, tutto il mio dovere. Allora sì che sarà finalmente piacere.

 
 
 

Centenario swami Abhishiktananda 1910-1973

Post n°100 pubblicato il 04 Novembre 2010 da eugeniot

Henri Le Saux (1910-1973)
Henri Le Saux (swami Abhishiktananda) nacque il 10 agosto 1910 a Saint Briac sur Mer, in Bretagna.
A diciannove anni entrò nel monastero benedettino di Saint Anne de Kergonam (Congregazione di Solesme), ma nel 1948, a 38 anni, decise di partire per l’India con lo scopo di impiantare una tradizione monastica rispettosa della spiritualità indù. Insieme a Jules Monchanin, nella festa di San Benedetto del 1950, fondò così, nel Tamil Nadu, l’ashram di Shanitvanam, che, con il successore Bede Griffiths, è poi divenuto un monastero camaldolese. Dopo la morte del compagno, Le Saux lasciò appunto la responsabilità dell’ashram a Griffiths, ed alternò la vita eremitica con quella itinerante tipica dei samnyasin indiani. Soggiornò ripetutamente, per esempio, nelle grotte della montagna sacra di Arunachala e compì con Raimon Panikkar, che fu il suo più grande amico, un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Durante la sua esistenza indiana ebbe così numerosi contatti con maestri indiani e poté sperimentare direttamente la spiritualità Yoga e quella dell’Advaita Vedanta.

Il 14 luglio del 1973, a Rishikesh, dopo che per molti anni aveva molto sofferto la difficoltà a coniugare teologicamente la fede cristiana con le dottrine indù, fece l’esperienza mistica del risveglio spirituale cercando poi di darne una finale comprensione trinitaria.

Henri Le Saux - Abhishiktananda

Nella mia guhâ (caverna interiore) è la guhâ di Cristo.
Nella guhâ di Cristo è la guhâ del Padre.
Nella guhâ del Padre, io sono.


padre Henry Le Saux (swami Abhishiktananda), Diario spirituale, p. 197

 
 
 

Leggere bene ...tra le righe!

Post n°99 pubblicato il 14 Settembre 2010 da eugeniot

...non fare l'errore di prendere alla lettera il Vangelo: le parole sono state talmente manipolate e interpretate che ormai il messaggio originalep può essere recepito solamente ri-manipolando e re-interpretando "con cuore puro".

Giovanni 14:12-14
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.
E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

In sintesi e "in chiaro": "Se farete ciò che io vi insegno, farete miracoli ancora più grandi dei miei"

Marco 16:17-20
E questi sono i segni che accompagneranno quelli che hanno creduto: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno nuove lingue; prenderanno in mano dei serpenti, anche se berranno qualcosa di mortifero, non farà loro alcun male; imporranno le mani agli infermi, e questi guariranno». Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu portato in cielo e si assise alla destra di Dio. Essi poi se ne andarono a predicare dappertutto, mentre il Signore operava con loro e confermava la parola con i segni che l’accompagnavano. Amen.


 
 
 

FATICHE DA SCHIAVI

Post n°98 pubblicato il 02 Settembre 2010 da eugeniot

 
 
 

Gli alberi e le rocce

Post n°97 pubblicato il 01 Settembre 2010 da eugeniot

 “Troverai più nei boschi che nei libri.
Gli alberi e le rocce t’insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà.”

Bernardo di Chiaravalle

 
 
 

حسین بن منصور الحلاج

Post n°96 pubblicato il 12 Agosto 2010 da eugeniot

Ho molto pensato alle religioni, per capirle,
e ho scoperto che sono i molti rami di un’unica Fonte.

Non pretendere dunque dall’uomo che ne professi una,
ché così s’allontanerebbe dalla Fonte sicura.

È invece la Fonte, eccelsa e di significati pregna,
che deve venire a cercarlo, e l’uomo capirà.

Tu che biasimi il mio amore per Lui, come sei duro!
Se sapessi Chi intendo, così non faresti.

I pellegrini vanno alla Mecca, ed io da Chi abita in me,
vittime offrono quelli, io offro il mio sangue e la vita.

C’è chi gira attorno al suo tempio senza farlo col corpo.
perché gira attorno a Dio stesso, che dal rito lo scioglie.

 

al-Hallaj (martire Sufi) حسین بن منصور الحلاج

 

 
 
 

Sol et Luna - La Giusta Luce

Post n°95 pubblicato il 23 Luglio 2010 da eugeniot

La Giusta Luce

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/0a/Sun_Moon_Lake.jpg/800px-Sun_Moon_Lake.jpg

Ri     Yue

Quando i caratteri Sole e Luna vengono combinati insieme, formano un nuovo carattere, ming, che significa “puro”, “intelligente” e allude alla capacità di giudizio della Vescica Biliare.


Il carattere míng deriva il suo significato dalla sovrapposizione dei significati dei due caratteri che lo compongono: rì (sole) a sinistra e yuè (luna) a destra. La contemporanea presenza di sole e luna suggerisce l’idea della luminosità visto che entrambi sono sorgenti di luce diurna o notturna; il senso di tale luminosità si applica nel carattere míng al mondo concreto come a quello astratto con una miriade di significati possibili.

 

MEDICINA CINESE

GB 24 Ri Yue (Sole e Luna) - Collocato sotto il capezzolo tra il VI ed il VII spazio intercostale , è punto Mu della colecisti, drena Fegato e Colecisti, Disperde l’Umidità, tratta le patologie del Movimento LEGNO.

Nomi secondari: shenguang, luce spirituale (o luminosità dello shen); danmu, punto mu della vescica biliare. Il punto è il punto mu della vescica biliare, la vescica bilare è il ministero della correttezza centrale (o del giusto centro) da qui appaiono le decisioni. Per decidere c’è bisogno di chiedere chiarezza, la chiarezza (il carattere) è composto di sole e luna perciò si ha il termine, riyue, sole e luna. Nello Yijing Lijie: “riyue è il punto mu della vescica biliare a cinque fen inferiormente al punto qimen (la porta della speranza, o del ciclo), …il sole e la luna sorgono a est, essenza del legno, la vescica biliare appartiene al legno, perciò porta anche il termine di shenguang, luce spirituale.”

Nello Cai Ai Pian: “Riyue si trova a cinque fen da qimen ed è il punto mu della vescica biliare, mentre qimen è il punto mu del fegato. Questi due sono molto vicini e si osservano reciprocamente assomigliando all’unione reciproca di uno yin ed uno yang del sole e della luna” Libera il fegato e benefica la vescica biliare, rafforza la milza e fa discendere il corso anormale del Qi. Si punge ri yue se si tende ad essere tristi con profondi respiri, con sensazione di caldo nel basso addome e si desidera camminare (Jiayijing). Si considera questo punto per ridare la capacità di giudizio e può essere usato nei in cui si è indecisi e frustrati.

Questo punto fa parte anche del meridiano curioso Yangweimai “LASCIARSI AFFERRARE DALLA VITA”.

 

 
 
 

Il Pane

Post n°94 pubblicato il 15 Giugno 2010 da eugeniot

 

"Benedetto il tempo in cui qualche solitario poteva scandagliare il proprio abisso,
senza essere preso per un ossesso o per un demente.
Sacrificavano anche dieci o vent’anni, o tutta una vita,
per un presentimento, per un baleno di assoluto.

La parola “profondità” ha un significato,
soltanto se viene riferita ai tempi in cui il monaco era considerato
come il più nobile esemplare umano...

Perfino se avesse solo i suoi lati negativi,
il monachesimo varrebbe più di qualunque altro ideale.
Più che mai si dovrebbero costruire monasteri
-per coloro che credono a tutto e per coloro che non credono a niente-.

Dove fuggire?
Non esiste più nessun luogo,
dove sia possibile esecrare professionalmente questo mondo".

E.M.Cioran (Il funesto demiurgo)
http://www.terraeliberazione.org/il_pane.htm

 
 
 

Dankbarkeit FÜR Edith

Post n°93 pubblicato il 25 Marzo 2010 da eugeniot

 
 
 

Omaggio a Ray Douglas Bradbury

Post n°92 pubblicato il 12 Marzo 2010 da eugeniot

Accostati con discrezione alla musica,
non calpestare la tenera erba,
le vicissitudini della vita passano,
come tempeste in un bicchier d'acqua.

Muoviti tranquillo nell'ombra,
crogiolati pigramente al sole,
ringrazia per la sete
e per la possibilità di soddisfarla,
pensa che la vita è breve,
cammina leggero sul prato,
così da non ferire gli innamorati.

Ed esci dalla vita,
salutando e ringraziando.
E dormi, quando tutto è stato fatto,
quel sonno così faticosamente meritato.

[R. B.]

Ray Bradbury


 
 
 

Τι είναι αυτό ? What is that? (Constantin Pilavios, 2007)

Post n°91 pubblicato il 24 Novembre 2009 da eugeniot

E' davvero una piccola perla sia dal punto di vista filmico che sentimentale e morale. Guardatelo con pazienza, ascoltate il suono inusuale della lingua greca, leggete i sub in un facile inglese. UN ABBRACCIO A TUTTI.

 

 

con sottotitoli in ITALIANO

 
 
 

Chi è Saturno?

Post n°90 pubblicato il 30 Ottobre 2009 da eugeniot

(alla fine è tutto la stessa identica cosa)

Chi è Saturno? Saturno è Cronos, che possiamo riferire al lemma greco Chronos, il tempo; è, infatti il tempo che trascorre, ma la radice Kron-Korn ci conduce al greco Koron, cornacchia, che include anche il corvo (Korax). In latino abbiamo cornix, la cornacchia e corvus, il corvo. Il corvo è associato a molte divinità: Apollo, Saturno, Asclepio, Crono, Bran. Per i Celti, dunque, possiamo pensare, come suggerisce Robert Graves (La Dea Bianca, Adelphi), al dio del corvo Bran, a cui è associato l’ontano.

Il corvo è animale totemico del dio Lug (dei Tuatha de Danann, il Popolo della Dea Dana, che dopo aver conquistato l’Irlanda, si è ritirato nel Sid, il mondo parallelo a cui si accede dai tumuli, dai dolmen, dai moggi. Ricordo per inciso, che il popolo dei Danesi si ritiene figlio della Dea Dana). In dialetto bretone lugos è il corvo.

Lug, il Samildanach, “colui che tutto può” è associato alla lancia, al cane (fu infatti Cuchulain, il cane di Culin). Molte sono le sue epiclesi, ma soprattutto Lug, il luminoso, è associato al cervo (il Kernunnos camuno ne è un tardo esempio) e il cervo è associato al sole, alla sua rinascita.

Come si raccorda Saturno con Lug? Secondo Margarete Riemschneider (La religione dei Celti, Società editrice Il Falco, Milano, 1979) “sono la stessa persona, poiché.... sono le stesse anche le feste a loro consacrate”. Il dio vecchio (Saturno) è l’altra faccia del dio giovane, il sole che rinasce, il dio bambino. Margarete Riemschneider stabilisce un parallelo tra la festa celtica di Samuin (31 ottobre/ 1novembre, inizio del capodanno) e i Saturnali romani, che avvenivano un mese e mezzo più tardi. “Tutte e due le feste hanno in comune la tavola da gioco. A Roma durante la festa del Samuin i bambini celtici giocavano con la tavola da gioco, i romani invece in occasione dei Saturnali. ... La tavola del gioco è attributo di Lug e di Saturno”. “Lug - scrive ancora Margarete Riemschneider - è una divinità dall’aspetto giovanile, ma spesso appare anche come un vecchio. ...... Lug e Saturno hanno in comune anche un altro attributo: il cervo. Ovunque il cervo è l’animale della resurrezione. Presso i Germani appare al solstizio d’inverno”.

Possiamo, dunque, pensare, ragionevolmente, che l’antichissimo culto di Saturno al quale si riferisce Gabriele Rosa, fosse legato a Samuin e al solstizio d’inverno (Yule).

Non riesce pertanto difficile ipotizzare che questo antichissimo rito, risalente quantomeno all’età del bronzo (tornerebbero, a questo punto, i conti con i castellieri), nel V secolo, in presenza di Goti, Alemanni, Vandali che serbavano i culti di Odino, Thor, Irminsul, Iul, si sia perfettamente integrato con questi.

Irminsul è la sacra quercia e, al contempo, il frassino Asse del mondo.

Nel 772 Carlo, poi Magno, re dei Franchi, attaccò i Sassoni, conquistò la loro fortezza di Eresburg e all’Externsteine e distrusse il loro simbolo sacro, la quercia, l’Irminsul nella foresta di Teutoburgo, luogo sacro e magico da millenni, custodito dai Druidi.

Nella cultura nordica, nella mitologia Asatru, esso è il frassino Yggdrasil, l’Asse del Mondo, a cui fu appeso lo stesso Odino per nove giorni e nove notti e le cui radici affondano negli inferi e i cui rami reggono la volta celeste.

L’albero di Natale è la trasposizione cristiana (come il Natale stesso) di questo simbolo della tradizione primordiale europea. Yule è il Solstizio d’Inverno ( per i Romani Saturnalia, da Saturno e per i Celti Alban Arthan ) celebrato attorno al 21 Dicembre.

La parola moderna, derivante dall’Anglo- Sassone “Iul” o dal Germanico “Yula”, significa “ruota”, alla base il concetto che l’anno giri come una ruota, la Grande Ruota dello Zodiaco, la Ruota della Vita o del Sole. L’ora più buia è seguita dall’alba e Yule celebra la rinascita del sole.

Ad “Alban Arthan” i Druidi coglievano il vischio sacro dalla quercia, una tradizione che ha mantenuto il legame con l’usanza delle decorazioni natalizie con la medesima pianta. Yule è la festa dedicata alla nascita del Dio Sole, figlio del dio morto l’anno precedente. Giano bifronte (da ianua, porta, come ianuarius, gennaio, portale) ne è un altro simbolo: la stessa divinità è l’anno che muore e l’anno che rinasce, in una concezione circolare e sacra del tempo.

Per le popolazioni germaniche, Yule è la più importante festività dell’anno e in questo periodo le divinità, chiamate anche “esseri di Yule”, erano più vicine al Midgar (il mondo di mezzo, dove vivono gli umani). Gli spiriti dei morti erano liberi di tornare tra i vivi (così come per i Celti nella notte di Samuin) ed esseri come Elfi e Trolls.

n.b. guarda le coincidenze! La chiesa festeggia il 29 novembre: sant'Ermelinda (che significa “la dolcezza del dio Irmin”), San Saturnino di Cartagine e San Saturnino di Tolosa.

 


 
 
 

Say I am You

Post n°89 pubblicato il 17 Marzo 2009 da eugeniot

 
 
 

Post n°88 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da eugeniot

.

Di te me veggo e di lontan mi chiamo
per appressarm'al ciel dond'io derivo,
e per le spezie all'esca a te arrivo,
come pesce per fil tirato all'amo.
E perc'un cor fra dua fa picciol segno
di vita, a te s'è dato ambo le parti;
ond'io resto, tu 'l sai, quant'io son, poco.
E perc'un'alma infra duo va 'l più degno,
m'è forza, s'i' voglio esser, sempre amarti;
ch'i' son sol legno, e tu se' legno e foco.

.

Michelangelo Buonarroti

.

.

 
 
 

Post N° 87

Post n°87 pubblicato il 23 Novembre 2008 da eugeniot

CANTICO DELLE CREATURE

"Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumeni noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate"
Francesco d'Assisi

 
 
 

Post N° 86

Post n°86 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da eugeniot

"... la Divina Commedia!
E' un poema che narra non solo delle passioni,
ma dei ramarri, della brina,
di come guarda un uomo dall'occhio pigro,
di come ci si gratta il capo,
di cosa si pensa quando si sta sdraiati sul letto a pancia sotto.
Dante ha detto praticamente tutto,
e nemmeno Shakespeare è al suo livello:
Shakespeare ha abbracciato tutti gli uomini,
ma non ha sfiorato il Divino.
E Dante non ha scritto la Divina Commedia solo perchè Dio esiste,
ma anche perchè Dio esista."

(r.b.)

.

 
 
 

Post N° 85

Post n°85 pubblicato il 19 Ottobre 2008 da eugeniot

Immagine di Il vangelo segreto di Tommaso

  • Il vangelo segreto di Tommaso
  • Indagine sul libro più scandaloso del cristianesimo delle origini
  • Di Elaine Pagels, C. Lazzari (Traduttore)
  • .

     
     
     

    Post N° 84

    Post n°84 pubblicato il 11 Ottobre 2008 da eugeniot

    Non mangerai per soddisfare
    il tuo palato, ma la tua fame.

    Un uomo auto-indulgente vive per mangiare;
    un uomo misurato mangia per vivere.

    (Ghandi)

     
     
     

    ...

    Post n°83 pubblicato il 26 Agosto 2008 da eugeniot

    26 agosto 2004

    enzo-mohamed

    26 agosto 2008

    http://bloghdad.splinder.com/post/18171424/26+agosto+2008

    .

    Enzo, mi manchi.

    .

     
     
     

    Post N° 82

    Post n°82 pubblicato il 22 Agosto 2008 da eugeniot

    Senex cum adulescente filio agebat iter.
    Erat patri filioque unus parvus asellus: vicissim vehebantur asino et laborem viae levabant. Dum genitor vehitur et natus pedibus suis venit, irridebant obvii: "En, aiebant, moribundus inutilisque seniculus, dum valitudini suae parcit, formosum perdit adulescentem". Desiluit senex et invitum natum in suum locum imposuit. Murmuravit viatorum turba: "En, segnis et praevalidus adulescens, dum propriae indulget ignaviae, decrepitum patrem mactat". Pudore ille victus, patrem coegit ascendere. Ita uno quadrupede simul vehuntur: murmur occurrentium indignatioque crebrescit, quod unum parvum animal a duobus animalibus premebatur. Tum pariter pater et filius descendunt et  vacuo asello pedibus incedunt propriis. Enimvero tunc ludibrium risusque omnium auditur: "Duo asini, dum uni parcunt, sibi non parcunt". Tum pater: "Vide, fili, inquit: nihil ab omnibus probatur; nunc repetemus pristinum morem nostrum".

     
     
     

    LA MUSICA IN TESTA...

     

     

    The Mists of Avalon (L.McKennitt)

    Orlando (mus. Nyman)


    Betty Blue 37.2° le Matin

    Đurđevdan (Ederlezi)
    Festa della Primavera

     

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    PENSIERI SPARSI E NON SPERSI

    Cosa c'è di male nelle citazioni?
    Prima che a scrivere, impariamo a pensare.

    immagine

    Credo che non vedrò mai
    una poesia
    bella come un albero.
    Ma le poesie
    le fanno gli sciocchi
    come me.
    Un albero può farlo
    solamente Dio.

    «immaginera un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
    "Perché vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
    "È una grossa economia di tempo", disse il mercante, "Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano 53 minuti a settimana".
    "E cosa se ne fa di questi 53 minuti?"
    "Se ne fa quel che si vuole..."
    "Io", disse il piccolo principe, "se avessi 53 minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."»

    immagine


    immagine ' il tempo che hai perduto
    per la tua rosa
    che ha fatto la tua rosa
    così importante.

    (A. de Saint-Exupery)

     


     

     

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