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Don Gnocchi beato - Un esempio per tutti

Post n°575 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da Trappolinax
 

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 Milano - Con lo scoprimento dell'urna contenente il corpo e deposta sul sagrato del Duomo di Milano, Don Carlo Gnocchi è stato proclamato beato davanti a più di quarantamila persone.

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 Carlo Gnocchi, nasce nel 1902, entra in seminario e nel 1925 viene ordinato sacerdote raccogliendo da subito stima, consensi e affetto tra la gente.

Nel 1940 l'Italia entra in guerra e molti giovani studenti vengono chiamati al fronte. Don Carlo si arruola come cappellano volontario nel battaglione "Val Tagliamento" degli alpini: la sua destinazione è il fronte greco albanese.

Terminata la campagna nei Balcani, dopo un breve intervallo a Milano, nel 1942 Don Carlo Gnocchi riparte per il fronte.

Questa volta la meta è la Russia, con gli alpini della Tridentina.

Nel gennaio del 1943 inizia la drammatica ritirata del contingente italiano: Don Gnocchi, caduto stremato ai margini della pista dove passava la fiumana dei soldati, viene miracolosamente soccorso, raccolto da una slitta e salvato.

È proprio in questa tragica esperienza che, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, matura in lui l'idea di realizzare una grande opera di carità che troverà compimento, dopo la guerra, nella "Fondazione Pro Juventute".

Ritornato in Italia nel 1943, Don Gnocchi inizia il suo pellegrinaggio attraverso le vallate alpine, alla ricerca dei familiari dei caduti, per dare loro un conforto morale e materiale; aiuta molti partigiani e politici a fuggire in Svizzera: viene arrestato dalle SS con l'accusa di spionaggio e attività contro il regime.

Dal 1945  viene nominato direttore dell'Istituto Grandi Invalidi di Arosio (Como) e accoglie i primi orfani di guerra e i bambini mutilati. Inizia così l'opera che lo porterà a guadagnare sul campo il titolo più meritorio di "padre dei mutilatini".

 

Nel 1955 Don Carlo lancia la sua ultima grande sfida: si tratta di costruire un moderno centro che costituisca la sintesi della sua metodologia riabilitativa. Nel settembre dello stesso anno viene posata la prima pietra della nuova struttura nei pressi dello stadio Meazza (San Siro) a Milano.

Vittima di una malattia incurabile Don Gnocchi non riuscirà a vedere completata l'opera nella quale aveva investito le maggiori energie: il 28 febbraio 1956, la morte lo raggiunge.

L'ultimo gesto apostolico di Don Gnocchi è stato la donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti, quando in Italia il trapianto di organi non era ancora disciplinato da apposite leggi. 

 .... le sue ultime parole: Grazie di tutto ...

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La sua vita deve essere un insegnamento per tutti,  soprattutto per chi si limita a parlare e sentenziare.


  

 
 
 
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