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Un blog creato da Kaos_101 il 23/10/2006

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Messaggi di Gennaio 2007

Sweetkiss

Post n°38 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da Kaos_101
 
Tag: Poesie

...nel limbo di un quieto torpore
la bella rincorre un pensiero
ardito sì quasi un dolore
più forte e intrigante del vero

legare con nastri di seta
non tanto dell'orko le mani
piuttosto la mente sua inquieta
perché mai più venga il domani..

forare la dura corazza
di scaglie e di spine appuntita
trovare nel fondo una chiazza:
il sangue di antica ferita


 
 
 

TEST

Post n°37 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da Kaos_101
 
Tag: Test

Test Psicologico


http://www.altamira.it/html/test_psico/test.asp?cmdG=Q

Legenda delle sigle:

E = estroverso
I = introverso
T = pensiero (T dall’inglese Thinking)
F = Sentimento (F dall’inglese Feeling)
S = Sensazione
N = Intuizione

Sono risultato:

Tipo ENF


Questo tipo è motivato dalle novità e dalle possibilità che la sua intuizione riesce a cogliere. È curioso, entusiasta e pieno di interessi. Ha molti amici che lo apprezzano per le sue doti. È empatico, spesso divertente, capace di capire le motivazioni delle persone. È anche sensibile ai bisogni e ai sentimenti degli altri che spesso riesce a captare o a anticipare. Generalmente ama circondarsi di persone piuttosto che rimanere da solo. Attribuisce molta importanza al calore dei sentimenti ed è molto leale nei confronti dei suoi amici. È una persona sensibile che rischia a volte di prendere le cose in maniera troppo personale. È sensibile agli elogi di cui ha occasionalmente bisogno. Cerca di evitare le situazioni che comportano delle tensioni: fa fatica a sopportarle, a meno che non riesca a vederle come un problema interessante da risolvere. Ama infatti, come tutti i tipi intuitivi, affrontare e risolvere i problemi. Ai suoi occhi non c'è niente che non abbia una qualche soluzione! È dotato di molta fantasia e immaginazione e riesce spesso a trovare delle soluzioni brillanti e originali. È indipendente e non è un conformista. Difficilmente si lascia impressionare dall'autorità e dalle regole. Anzi, spesso usa la sua creatività per aggirare le regole se le considera inutili o superflue! La sua funzione inferiore è la sensazione. Questa situazione lo espone al pericolo di non avere i piedi per terra. Ha una gran quantità di idee ma può non essere in grado di valutare se sono realistiche e realizzabili. La sua incuranza nei confronti dei dettagli e dei fatti concreti può portarlo a essere disordinato e a non trovare quello che cerca. Non è generalmente una persona precisa. Detesta la routine e le procedure complicate. Appena una cosa diventa ripetitiva, ha tendenza ad annoiarsi. Ha quindi bisogno di variare le sue attività. Appoggiandosi più al sentimento che non al pensiero, questo tipo rischia di non dedicare tempo sufficiente all’analisi dei problemi, saltando troppo rapidamente alle conclusioni e andando incontro a degli errori. Sul piano del lavoro è più adatto ad avviare dei progetti che a stabilizzarli o consolidarli. È comunque spesso una persona molto dotata, in grado di fare bene quello che le interessa. Sul piano delle relazioni di lavoro non incontra particolari difficoltà. È un entusiasta, è interessato ai rapporti interpersonali e sa trattare con le persone.
 
 
 

Giletti

Post n°36 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da Kaos_101
 

Tempo fa mi hanno segnalato una trasmissione di Gilletti nella quale si parlava del famoso libro di racconti BDSM al femminile. Come prevedibile il conduttore è riuscito a contribuire con un'ulteriore palata di banalità alla già fin troppo ricca galleria dei luoghi comuni che ci affliggono, la più simpatica delle quali pare essere stata definire il libro. "Una raccolta di fantasie delle casalinghe inquiete.
Non entro nel merito di qualcosa che non ho visto, ma ne traggo lo spunto per esprimere  alcune mie  personalissime  convinzioni .
Trovo non solo inutile, ma grandemente controproducente ogni tentativo di avvicinare il pubblico al BDSM.
Non approvo i vari munch, incontri, dibattiti, al limite trovo poco utili anche la ML a cui nonostante tutto partecipo, ma soprattutto detesto con tutto il cuore i tentativi di volgarizzazione e di spettacolarizzazione che la TV fa del BDSM.
Mi pare fin troppo evidente che lo show business abbia fiutato oramai da anni il potere trainante di certe immagini e certe situazioni. Non è una novità: da sempre il sesso è stato utilizzato per promuovere prodotti per vendere giornali, per imporre modelli colturali, ma qui c'è qualcosa di più perverso e sottile, c'è il tentativo di dire alla mitica casalinga di Voghera: " eccoti un modo facile di essere esclusiva e trasgressiva, Qualcosa che ti rende uguale a quei VIP che vedi sogni e che non puoi nemmeno sfiorare!"
Qualche giorno fa sono stato a comprarmi un paio di scarpe in uno di quei megastore e mi sono guardato in giro. Accidenti ragazzi! Buone nuove per i feticisti del piede! La moda del tacco a spillo e della scarpa a punta impazza! Sarà mica un caso che pubblicità giornali e mass media in genere parlano di BDSM e GUARDA CASO, la moda è tutta cinghie lacci lether & latex?
In effetti con poche centinaia di € chiunque si può attrezzare e interpretare un ruolo che, per l'arditezza del gesto, è assolutamente straordinario. Peccato che il BDSM non sia un "famolostrano" ma il punto di arrivo di un percorso di presa di coscienza di sè.
Spesso il BDSM è stato paragonato alla montagna.
L'accostamento non è casuale: la montagna è oggettivamente PERICOLOSA!
In montagna esistono pericoli che vanno presi nella loro giusta considerazione, e anche in montagna un uso massivo di impianti di risalita non fa altro che convogliare mandrie di beoti in territori i cui pericoli continuano ad esistere in barba alla più assoluta mancanza di percezione di chi li affronta. Ho visto sciurette in scarp de tenis e canotte D&G risalire ghiacciai convinte che la neve fosse solo un ottimo abbronzante e ho visto poveri Cristi rischiare la vita per andarle a ripescare dai crepacci in cui erano "inavvertitamente" finite.
Non voglio ghettizzare il BDSM così come non voglio precludere a nessuno la montagna. Intendo solo ribadire che trovo devastante il far credere alle persone che l'accesso a certi territori sia immediato ed agevole quanto acquistare il set del "piccolo Master" in un sexy shop. Proclamarsi Master o slave non dipende da come ci si è svegliati quella mattina, ma dovrebbe essere il risultato di un confronto serio e di un percorso lungo e difficile.
Mi si obbietta: "ma scusa meno saremo ghettizzati e colpevolizzati più persone roveranno il coraggio di accedere a questo mondo e a dar sfogo alle proprie pulsioni." Sarà anche vero, peccato però che per ogni pecorella smarrita ritrovata. avremo anche centinaia di chiassosi e volgari turisti sessuali alla ricerca di "emozioni forti" (Che guarda caso sono suggerite a gran voce dal tam tam pubblicitario della moda imperante)
Ho la sensazione che sotto sotto il messaggio che passa sia: venghino, venghino siori, più gente entra più bestie si vedono! Sinceramente non me ne frega UN CAZZO (opsss nulla ndr) di avere a disposizione una sterminata prateria di ruminanti slaves da predare quando la mandria è composta da elementi inaffidabili, psicologicamente instabili, alla sola ricerca di una conferma o di un'attenzione che non trovano altrove! Il discorso, ovviamente, va ribaltato pari pari a Master e Mistress, senza alcuna distinzione di ruolo o di sesso. Ben venga un radicale ridimensionamento della fauna se ciò contribuisce a una reale selezione della specie!
Chi accede a questo mondo, dovrebbe farlo con difficoltà, mettendoci del suo, pagando di persona e soprattutto crescendo e trasmutandosi nel percorso in modo da essere, se non pronto, almeno cosciente, del nuovo cammino che lo attende.
E adesso,  per cortesia,  che a nessuno vengano in mente  interpretazioni Nietzschiane o peggio razziste della mia mail!
(E' consentita, anzi caldeggiata, solo l'accusa di inguaribile snobismo!) 
Oscuro 

 
 
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 20 Gennaio 2007 da Kaos_101
 

Silvia  (1° parte)

Ciao Luca, ho conosciuto una figa spaziale ma, ovviamente, mi ha dato il due di picche. Guarda se riesci a fartela ti faccio un monumento!
Non sono solito orientare le mie scelte e le mie preferenze sulla base dei giudizi altrui e tanto meno dai loro successi o fallimenti.
Quella volta però, la sfida era stata lanciata in modo così diretto da solleticare il mio amor proprio. Mi faccio dare il numero di ICQ della tipa e la contatto.
La ragazza è un osso duro:
Chi sei? Come hai fatto ad avere il mio indirizzo ICQ? Cosa vuoi?. Raffazzono su un paio di scuse appena credibili e lei, sebbene con molta diffidenza, non mi sbatte la porta in faccia.
Comincia così un percorso di avvicinamento irto di buche, tentennamenti, lunghe scomparse e brevi momenti di confidenza.
Mi racconta che si chiama Silvia, ha 36 anni,vive a Torino e fa la ballerina di Flamenco. Al di là dei dati anagrafici, poco alla volta si scioglie, mi manda un paio di racconti che le sono piaciuti molto.
Nel primo una donna bellissima viene acquistata dal capitano di una nave pirata come “diversivo” per la ciurma, ma lei, troppo forte e orgogliosa per quella marmaglia finisce per catturare l’attenzione del corsaro che,alla fine,la prende come sua “schiava” personale.
Nel secondo invece, una signora di buona famiglia, rimasta improvvisamente  vedova,  scopre all’improvviso di essere piena di debiti e finisce “schiava” di un usuraio.
 Accetto con entusiasmo e finalmente mi “concede” il cellulare. La chiamo: ha una bella voce, ben modulata, piuttosto calda, ma la cosa che mi sorprende maggiormente è il tono di evidente titubanza che ha e che mal si concilia con l’immagine di donna decisa e volitiva che mi ero fatto di lei.
Guarda che non avremo praticamente tempo per vederci: arriviamo in pullman, dobbiamo fare le prove, poi lo spettacolo, la cena tutti assieme e si riparte
Non importa, se ti posso finalmente vedere già sarà valsa la pena di venire fin là e poi non ho mai visto uno spettacolo di flamenco per cui…
Ovviamente, come nella migliore tradizione della legge di Murphy, il giorno della manifestazione viene giù un tal nubifragio che la cosa abortisce prima ancora di iniziare e il mio incontro sfuma. I contatto però oramai c’è stato e mi è piaciuto molto quello che mi ha trasmesso.
Passano alcune settimane senza che quasi ci si senta.
Alla fine di agosto la chiamo: 
Ciao Silvia,questo fine settimana sono dalle tue parti. Ti va se ci vediamo? Ciao, sto tornando adesso dalle ferie, si potrebbe fare, ma solo domenica nel tardo pomeriggio
Non c’è problema va benissimo così. Ti chiamo domenica mattina per metterci d’accordo” “OK ciao, ti aspetto
Incredibile, dopo tutto il tempo passato in inutili schermaglie al primo affondo cede senza opporre la minima resistenza. Valle a capire le donne.
Domenica sera ore 17:55,sono in giro per Torino e mi sono ovviamente perso in quel cazzo di labirinto di vie sempre uguali che si intersecano ad angolo retto.
Le 18:00:non trovo l’indirizzo, devo chiamarla, mi secca doppiamente per il ritardo e perché è una piccola ammissione di debolezza che non mi andrebbe di fare con lei ma,pazienza,l’educazione prevale.
Scusa, ma non riesco proprio a trovare la tua strada.
Non ti preoccupare Luca, dimmi dove sei e ti guido io.
In 5 minuti arrivo finalmente e la vedo già in strada che mi aspetta: minuta ma non anoressica,indossa un abitino di cotone nero, maniche all’americana, accollato con una zip, sandali neri alti ma non altissimi, una pochette in mano. I capelli neri, tirati all’indietro, mettono in risalto una bella fronte, due occhi scuri vivaci e ridenti, una bocca carnosa e sensuale: davvero una bella donna.
Mi sorride un po’ imbarazzata e sale in macchina: i soliti convenevoli di rito, la conversazione però stenta a decollare.
Piazza … ci sediamo nel dehor estivo, io ordino un succo di pomodoro condito, lei un martini. Siamo vicini, so che la disturba essere toccata e, ovviamente, poso “distrattamente” una mano sul suo braccio nudo: trasale e si irrigidisce, percepisco la sua voglia di allontanarsi dalla mia mano. Non dico nulla ma la guardo negli occhi, sento che la sua reazione si acquieta, ma la smorfia sul suo volto non lascia adito a dubbi: sta subendo e non ha il coraggio di reagire. Parliamo a lungo, lei mi racconta le sue esperienze che più si avvicinano al BDSM,io le parlo di come vivo questa mia natura. La mia mano continua a sfiorare, carezzare, stringere il suo braccio; lei è palesemente a disagio, tanto da ordinare un altro Martini.
Sai
Mi dice
Qualche mese fa eravamo a cena con un gruppo di amici. Seduto davanti a me,al ristorante, avevo una persona che non conoscevo: un uomo sulla quarantina dall’aria piuttosto insignificante. Ci eravamo scambiati si e no quattro battute, quando mi viene voglia di bere. Mentre sto alzando il bicchiere per portarlo alle labbra lui mi afferra il polso in modo gentile, ma deciso e mi dice:
Aspetta non bere ancora.
Io lo guardo, non rispondo, ma lascio che la sua mano mi guidi a posare il bicchiere sul tavolo.
Per tutta la cena, ogni volta che tentavo portare il bicchiere alla bocca.. lui mi guardava con severità e io rinunciavo a bere.
Ti giuro che se alla fine della serata mi avesse detto: seguimi!
Sarei andata con lui e mi sarei lasciata fare qualsiasi cosa avesse voluto.
Sorrido divertito, ho la netta sensazione che mi stia dando gli strumenti per vincere la sua resistenza.
Continuiamo a parlare e io continuo a toccarla senza che lei si azzardi a reagire in alcun modo.
Mi sento molto sicuro di me, le parlo di come sia felice di averla conosciuta e di come la sua bellezza superi le mie aspettative.
Dove dormi stasera?
Mi chiede
E’ fatta!
Penso.
A dire il vero non era previsto che dormissi a Torino ma,se ti fa piacere, posso fermarmi.

 
 
 

Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 20 Gennaio 2007 da Kaos_101
 

Silvia (2° parte)

Mi guarda in tralice mordicchiandosi il labbro inferiore, finisce il secondo Martini tutto d’un fiato, fa un profondo respiro e mi dice:
Senti Luca mi dispiace, tu sei una persona affascinante, tutto quello che mi hai detto mi ha eccitato e mi ha fatto sognare ma, purtroppo, temo che tra di noi resterà solo un sogno.
Rimango piuttosto sorpreso e deluso, ma non commento.
Mi spiace davvero,
ripete lei
ma devi capire che io non ho mai avuto uomini più vecchi di me, inoltre vivo nel mondo della danza e il mio canone estetico è legato a quel tipo di fisicità, infine a me piacciono gli uomini glabri.
E’ una Caporetto! Sono di almeno dieci anni più vecchio di lei, sono piuttosto robusto e sicuramente lontano dai fisici dei ballerini e,come se non bastasse,sono peloso come un orso.
Vabbè,mi è andata buca.
penso tra me e me, ma siccome sono uno sportivo, faccio un bel sorriso e le dico.
Non importa, ti sono grato per ciò che mi hai detto, che mi ha lusingato, del resto non posso mica piacere a tutti. Ad ogni modo, se non ti dispiace, vorrei invitarti comunque a cena per prolungare il piacere della tua compagnia.
Lei mi guarda perplessa:
Non sei arrabbiato con me?
Mi chiede.
E perché mai dovrei esserlo?
Le rispondo con un sorriso:
Non mi avevi mica promesso nulla: ci siamo visti ci siamo trovati mentalmente, non è mica colpa tua se fisicamente non ti piaccio, sono molto più contento così che se ti fossi sentita in dovere di offrirmi qualcosa che non ti sentivi di darmi. Vuol dire che per farti perdonare accetterai il mio invito a cena.
Ma si, ma si ci vengo volentieri a cena con te, però poi tu come fai? Non vorrai mica partire questa notte tardi per tornare a Padova vero?
Certo che si.
Le rispondo,
Sono abituato a viaggiare non ti preoccupare non ci sono problemi.
Senti,
Mi fa lei
i miei sono ancora al mare, io vengo a cena con te a patto che poi tu ti fermi a dormire qui,non voglio sentirmi in colpa per averti fatto viaggiare la notte.
La guardo perplesso:
scusa Silvia, ma tu dove dormiresti?
Ma a casa del mio uomo ovviamente Ti accompagno a casa dei miei e mi vengo a far prendere da lui tu non ti devi preoccupare di niente.
Ecco mi pareva strano!
Per un attimo mi ero illuso che le cose si fossero aggiustate, ma la sua risposta troncava ogni illusione.
Ti piace mangiare indiano
Le chiedo?
Non ci sono mai stata.
Bene allora è la volta buona, conosco un buon ristorante qui vicino.
Mi alzo pago le consumazioni, la prendo per un braccio e ci avviamo alla macchina
Il passaggio in India è un bel ristorante indiano sulle rive del po’. La serata estiva è calda ma non afosa, entriamo, un cameriere in giacca damascata ci guida nel giardino estivo in cui i tavoli sono disposti nel verde e illuminati dalle candele
Nel complesso l’effetto è piacevolmente intimo. Il nostro cameriere ci fa accomodare ad un tavolo piuttosto centrale: l’unico ancora libero.
Che vuoi mangiare?
Non lo so fai tu io non  conosco proprio la cucina indiana.
Ordino una serie di antipasti misti, pollo tandoori, lenticchie in umido, chapati , cheese nan e una bottiglia di vino.
Ci guardiamo sorridendo, la tensione dell’incontro oramai è scomparsa, parliamo del più e del meno. Ad un certo punto ci ritroviamo a parlare di cinema e di ultimi film.
Ultimamente ho visto un film piuttosto curioso “Sliver”,ce l’hai presente?
Lei mi guarda pensosa e scuote la testa
È un film con Sharon Stone e Alec Baldwin
Le dico
I due sono amanti. Una sera lei, rientrando a casa, trova un completo intimo con un biglietto.
Indossalo stasera ti porto fuori a cena.
Scena successiva i due sono seduti al tavolo di un elegante ristorante e la Stone indossa un abito molto sexy.
Lui la guarda compiaciuto e le dice:
Hai indossato il mio regalo?
Lei sorride annuisce e scosta un poco il vestito per far vedere a Baldwin il reggiseno.
Lui annuisce e la obbliga a togliersi l’intimo lì in mezzo alla gente.
Silvia mi guarda attenta e io, senza quasi pensare a ciò che le sto dicendo:
…ed è esattamente ciò che farai tu adesso.
Lei mi guarda esterrefatta.
Cosa? Cosa? A parte che non indosso il reggiseno ma tu vorresti che me lo levassi qui davanti a tutti? Ma tu sei scemo! Non ci pensare nemmeno.
Io sorrido, oramai sono in ballo, tanto vale ballare.
Non ci sono problemi,  non ho fretta posso restare qui anche tutta la notte. Ti assicuro che non ci alzeremo da questo tavolo se prima tu non avrai posato le tue mutandine qui, di fianco al mio piatto.
Silvia è basita: non si aspettava certo quel repentino cambiamento di programma.
Io sono tranquillo oramai perso per perso tanto vale che mi diverta.
L’arrivo degli antipasti abbassa la tensione, io le verso un po’ di vino che lei tracanna velocemente.
Mi sporgo attraverso il tavolo infilo il dito nell’anello della zip e la apro scoprendo in parte uno splendido decolteè
Non mi vorrai mica privare del piacere di una simile visione no?
Silvia mi fulmina con lo sguardo ma non dice nulla.
Le verso un altro po’ di vino, lei beve quasi soprappensiero.
Prendo un pezzo di cheese nan e glielo faccio assaggiare mettendoglielo direttamente in bocca.
Mi accorgo che un pezzetto di formaggio è rimasto attaccato al mio pollice, lo avvicino alle sue labbra e le dico:
Non vorrai mica lasciarlo lì?
Lei sorride si sporge in avanti e lo afferra con le labbra.
Continua a guardarmi di sottecchi, mi studia, sta cercando di capire quanto sono determinato a portare a compimento il gioco.
Gli antipasti sono finiti è la volta del pollo tandoori e delle lenticchie.
Silvia è nervosa si agita sulla sedia.
Le verso un altro goccio di vino.
Lei mi guarda negli occhi e sbotta!
Ma davvero vuoi che lo faccia?
Secondo te parlo turco? Ti ho detto che non ci alziamo da qui se non metti le tue mutandine qui di fianco a me
Le dico, senza staccare gli occhi dai suoi.
A questo punto accade una cosa strana
Gli occhi di Silvia si illuminano di una luce maliziosa sorride e …
Sei un bastardo!
E ride.
Mi sporgo nuovamente attraverso il tavolo e le do un leggero bacio sulle labbra.
Questo è il mio incoraggiamento.
Ora datti da fare.
E’ una parola! Sto vestito è stretto!
Mica problema mio!
Silvia si agita sulla sedia, intuisco che sta cominciando a sfilarsi gli slip.
Lo fa in più riprese cercando di non attirare l’attenzione degli altri avventori.
Tutto inutile: a pochi metri da noi c’è un tavolo di sole donne, che già avevo notato per gli sguardi di fuoco che mi ci avevano lanciato quando eravamo entrati, ed è tutto un darsi di gomito parlottare e ridacchiare.
Il pollo passa dalla mia mano alla bocca di Silvia che lo afferra sempre più lentamente indugiando con le labbra sulle mie mani.
Versami da bere, cazzo! Quelle zitelle si stanno divertendo alle mi spalle!
Sibila.
Non ti preoccupare ora diamo loro qualcosa di cui scandalizzarsi.
Infilo indice e medio nella ciotola delle lenticchie e le avvicino alla sua bocca.
Lei socchiude le labbra, fa entrare le dita e me le succhia lentamente tenendo gli occhi fissi nei miei.
Ripeto l’operazione fino a che la ciotola non è vuota.
Improvvisamente Silvia si china, afferra qualcosa ai suoi piedi e lo appoggia si fianco al mio piatto: un perizoma nero di pizzo che lascio lì anche quando il cameriere viene a sparecchiare.
Silvia è euforica:mi sporgo per l’ennesima volta e le sforo le labbra.
Eh no!
Sbotta lei.
Adesso non mi accontento più di un bacino da sorella!
E così dicendo schiude le labbra e mi bacia languidamente per la gioia del gineceo alla nostra destra.
Se mi fermo a dormire con te mi fai vedere l’Orko cattivo?
Mi domanda con una luce maliziosa negli occhi.
Per forza, sono un Orko,che altro potrei fare?
Va bene, allora mi fermo con te,ma mi devi promettere che non ti fermerai qualsiasi cosa io ti dica.
Non ti preoccupare non succederà nulla che ti possa davvero mettere in difficoltà.
La rassicuro.
Andiamo?
Le chiedo.
Si vado un attimo in bagno e ti raggiungo.
Mentre lei va in bagno io pago il conto, e visto che non torna mi faccio indicare a mia volta la toilette.
Quando esco trovo Silvia china sul lavabo che si sta sciacquando le mani.
Non so resistere: le infilo una mano tra le cosce e la trovo piacevolmente bagnata, poi le afferro i seni da sopra il vestito e li stringo con violenza. Lei geme ma non si sottrae anzi, cerca col sedere il mio membro e ci si struscia contro.
Usciamo dal locale.
Fai guidare me?
Certo.
Si siede al volante, solleva la gonna fino a scoprire il pube, e parte
Il viaggio è breve. Destinazione successiva: i murazzi.
Scendiamo sulla banchina, lei si aggira tra il popolo della notte cercando qualcosa.
Finalmente scorge un amico e lo chiama.
Hai da fumare?
Si ma solo una canna!
Va bene ce la dividiamo.
Silvia si siede sul molo e la gonna si alza scoprendo un ciuffo di peli nerissimi.
Cazzo avrà visto tutto?
Brontola
Ma s,i chissenefrega, stanotte va così
Chiacchieriamo un poco, mentre fumano poi, finalmente, prendiamo la strada di casa.
Quella notte Silvia ha scoperto cosa possa combinare un Orko cattivo, ma questa è un’altra storia.
E’ evidente che la signora mi sta trasmettendo un messaggio ben preciso che io, ovviamente,raccolgo. Così i nostri dialoghi si fanno meno vaghi, le parlo del mio modo di vedere le cose, lei comincia a raccontarsi davvero.
Vengo così a sapere che ha iniziato a vivere le sue fantasie con l’attuale compagno, che è anche il suo chitarrista, ma che si è vista costretta ad interrompere tale esperienza per le interferenze che questa nuova condizione produceva nel loro rapporto professionale. Mi racconta dei timidi tentativi di “guardarsi attorno” sempre alla fine abortiti per mancanza di convinzione.
Il dialogo non è fluido, ci sono giorni in cui ci sentiamo in modo soddisfacente, ma sono molti di più quelli in cui ci sentiamo male o non ci sentiamo affatto.
La ragazza è decisamente sfuggente: non si sbottona, non mi dà nemmeno il suo numero di cellulare: se non fosse per le garanzie del mio amico, forse la manderei a quel paese. Passano i mesi e viene l’estate.
Poi un giorno mi dice: 
Sai che la prossima settimana sono a Passariano ad una manifestazione di ballo? Se vuoi venirmi a vedere…

 
 
 
 

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