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Messaggi del 14/02/2020

Dormire senza biancheria intima fa bene, anzi benissimo, a tutti e due

Post n°247 pubblicato il 14 Febbraio 2020 da massimo.sbanderno

Dormire con le mutande è la scelta che (presumibilmente) viene fatta dalla maggior parte delle persone. Ma è davvero il metodo migliore per mettersi a letto?

Prima di mettersi a letto c’è tutto un rituale da seguire: struccarsi (per le donne), lavarsi (per entrambi, si spera), mettersi il pigiama… Qualcuno beve anche una tisana. Ma se si parla di biancheria intima, allora la faccenda si fa seria. Meglio dormire con gli slip o senza? A rigor di igiene, verrebbe da rispondere ‘con’: una protezione in più contro dormirepigiamagermi e batteri non guasta mai.

Gli esperti tuttavia potrebbero avere qualcosa in contrario. Il motivo, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, non ha nulla a che vedere con l’intimità di coppia. A prescindere dallo stato di salute della propria coppia, infatti, ci sono validi motivi per coricarsi senza slip. A dimostrarlo è anche il fatto che tale consiglio sia da riferire anche a coloro che dormono soli, in assenza di una ‘dolce metà’.

Alyssa Dweck, autrice di successo, ha motivato così la sua presa di posizione che bandisce la biancheria intima dalle lenzuola: gli slip rendono l’intera area più umida e ciò provocherebbe l’insorgere di batteri. Ciò vale in modo specifico per le donne, come dimostrato dall’indagine portata avanti dal dipartimento di ginecologia della New York University. Per questo sarebbe meglio che prendessero la buona abitudine di levarsi gli slip prima di mettersi a letto… Per la gioia dei loro partner?

Anche per gli uomini gli esperti hanno in serbo qualche consiglio: dormire con gli slip (o con i boxer, non fa certo differenza il modello!) è sconsigliato per motivi completamente diversi. Il pericolo non sono i batteri bensì la temperatura. Le parti maschili, a quanto pare, hanno bisogno di qualche grado in meno rispetto al resto del corpo affinché la produzione di seme raggiunga i livelli ottimali. Brian Steixner, un urologo di Atlantic City, non ha dubbi: le mutande non sono adatte per la notte!

 
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Orlando Bloom si tatua il nome del figlio, ovviamente sbagliato. La foto è virale

Post n°246 pubblicato il 14 Febbraio 2020 da massimo.sbanderno

C’è una legge non scritta che, chi si appresta farsi tatuare la pelle, conosce bene: bisogna stare attenti all’ortografia, specie se si sceglie una lingua straniera. Una legge che Orlando Bloom, evidentemente, non deve tatuaggioconoscere poi così bene. Nelle ultime ore l’attore ha pubblicato sul suo profilo Instagram il suo nuovo tatuaggio. Seguendo un trend sempre più diffuso tra le star del mondo dello spettacolo, l’uomo ha deciso di incidere indelebilmente sulla sua pelle il nome del suo amato figlio, Flynn Christopher. Il bambino, lo ricordiamo, ha oggi nove anni ed è nato dal matrimonio – ormai concluso – con Miranda Kerr.

La peculiarità del tatuaggio scelto da Orlando Bloom, grazie al quale si posiziona in una posizione decisamente più alta rispetto alle altre star nella classifica legata all’originalità, è che il nome del figlio è stato scritto in codice Morse. Da qui, però, arriva anche l’errore: l’attore, non conoscendo la lingua, si è affidato al suo tatuatore, Balazs Bercsenyi. Il quale ha però commesso un errore non secondario: ha infatti sbagliato a scrivere il nome, dimenticando un puntino. Il tatuaggio recita quindi «Frynn», e non «Flynn» (la lettera r in codice morse è • — •, mentre la l è •— •• ). Oltre al nome, l’attore ha deciso di imprimere indelebilmente sulla sua pelle anche la data e l’ora di nascita del bambino.

Immediatamente i fan di Orlando Bloom non hanno mancato di far notare all’attore l’errore commesso. Sotto la foto pubblicata su Instagram – nella cui didascalia si legge: «New tattoo, can you guess who?» – si sono susseguiti numerosi commenti. «Bellissima l’idea, ma la scritta significa Frynn. Per la ‘l’ devi aggiungere un altro punto», gli fa notare un follower. L’attore è subito corso ai ripari, tant’è che il suo tatuatore, Balazs Bercsenyi, ha fatto pubblica ammenda. E ha garantito che rimedierà al suo errore aggiungendo il puntino mancante.

 
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Jane Fonda: "Sono stata bulimica e dipendente dalla chirurgia estetica per decenni"

Post n°245 pubblicato il 14 Febbraio 2020 da massimo.sbanderno

Jane Fonda a Elle Canada racconta il difficile rapporto avuto con il suo corpo. Bellissima, sensuale, intrigante, l’attrice, star di Hollywood, confessa di essere stata bulimica e dipendente dalla chirurgia estetica per decenni. Solo ora, a 82 janefondaanni, ha imparato ad accettarsi.
“Non facevo aerobica per stare bene, ma perché non riuscivo a smettere di vomitare. Sono stata bulimica per decenni e bruciare calorie come una dannata era il solo modo per sentirmi in pace”, confessa al giornale la diva.

Poi, con il trascorrere degli anni, è arrivata la dipendenza dalla chirurgia estetica: “Fu un’altra 'droga' che sostituì la bulimia. Sostituii una dipendenza con un’altra e solo ora che ho 82 anni riesco a guardarmi allo specchio e ad accettarmi così come sono, tanto da postare su Instagram anche immagini di me al naturale, a volte anche senza un dente che mi manca da tempo… ma non mi importa più perché ho deciso di smettere di far dipendere la mia autostima dal prossimo intervento di chirurgia plastica”, sottolinea.

Jane Fonda spiega di aver definitivamente chiuso con lifting e qualsiasi altro intervento chirurgico che possa ringiovanirla. “Non posso far finta di non essere vanitosa, lo sono eccome, ma non ci sarà più alcun intervento di chirurgia plastica, non mi metterò più sotto i ferri. Ho chiuso", annuncia.

Per lei, nonostante l’ammissione, è "una pausa dolorosa": "Devo lavorare ogni giorno per accettarmi per quella che sono e non è facile per me, è una lotta continua perché sono cresciuta in un tempo in cui le donne erano come tante gatte in competizione tra loro, pronte ad abbattersi a vicenda per conquistare l’ammirazione di un uomo. Ma oggi le cose sono cambiate e non c’è limite a ciò che possiamo realizzare se collaboriamo tutte insieme”.

Ha ritrovato la voglia di battersi per gli ideali che l’animavano da giovane. L’attivismo le ha donato nuova energia. Non fa più shopping: utilizzerà finché morirà solo gli abiti che già possiede. E scende in piazza manifestando contro il cambiamento climatico, facendosi puntualmente arrestare dalle forze dell’ordine.

“Da giovane avevo grandi ideali e averli recuperati adesso, tornando in piazza a manifestare per ciò che credo mi fa sentire più giovane della chirurgia plastica", afferma sicura. Incita le altre donne ad accettarsi, come fa lei ora, e a smetterla con i ritocchini ”perché non basta mai, ogni volta credi di poterti migliorare ancora di più, invece poi ti senti come prima ed è una droga, davvero e l’unico antidoto è iniziare ad accettarsi. So che è difficile, io lo sto imparando solo ora a 82 anni".

 
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