Creato da skarma64 il 05/03/2010

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se si fa molto silenzio si può sentire crescere l'erba...

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Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 10 Febbraio 2011 da skarma64
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Benedire significa "lasciare andare"

"Ti benedico" è l’antico segreto che sospende l’esperienza del dolore quanto basta, per rimpiazzarla con un altro sentimento. Quando benediciamo le persone o le cose che ci hanno feriti, interrompiamo momentaneamente il ciclo del dolore. Non fa alcuna differenza che la sospensione duri un nanosecondo o una giornata intera. Qualunque ne sia la durata, l’atto di benedire ci spalanca una porta per cominciare a star meglio e voltare pagina. La chiave di tutto sta nel sollevarsi dal dolore per il tempo necessario a riempire il cuore e la mente con qualcos’altro.

 
 
 

27 gennaio

Post n°26 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

Oggi è il giorno della memoria

Per non dimenticare cosa di più aberrante è riuscito a fare l’uomo.

Questa storia della superiorità della razza

Gli ignobili anni del reich. Strage di massa. Olocausto.

Alle volte mi chiedo se gli uomini sono davvero pronti a non ricascarci più.

Gli uomini intesi come massa, ma anche come singoli individui.

Mi chiedo se una cosa così succedesse ancora, noi come ci comporteremmo?

Preferisco non scrivere le mie risposte, sono varie come sono varie le ns possibilità di esseri umani.

Scegliamo ogni momento. Scegliamo oggi cosa saremo domani.

Questo sterminio innanzitutto è stato l’espediente economico da parte della Germania per rialzare il culo dopo che la guerra precedente glielo aveva affondato con un mega debito nei confronti degli altri paesi.

Un espediente economico che ha scomodato questa ideologia, inventato un teatrino pazzesco con questa storia della superiorità della razza per impadronirsi di risorse altrui.

Via i negozi, via le case, tolti anelli e catenine, sottratti soldi alla gente ebrea, eliminati per non lasciare in giro poveracci, e zac: sorti della Germania nettamente migliorate. Bilancio statale: positivo.

Altro  che razza ariana: la parte più bestiale dell’uomo. Quella che in un passato più lontano ha sterminato i veri americani, di cui rimangono pochi esemplari nelle riserve. Quella che in un passato più lontano ha praticato lo schiavismo, trasportando i neri in navi dove spesso morivano prima ancora di arrivare a destinazione. Lontani dalle loro terre, schiavi in terra straniera.

In realtà l’espediente è sempre economico. Scomoda ideologie che affascinano chi ne trae profitto-potere-sicurezza a discapito dell’essere umano che diventa vittima sventurata di quella falsa ideologia, dell’invenzione o politica o religiosa o tutt’e due del momento.

Quale potrebbe essere l’antidoto?

D’istinto ti risponderei: più poeti e più eroi.

Forse per poeti intendo quelli che praticano l’arte dei buoni sentimenti.

Arte intesa come senso del bello, non per forza erotico, né scandalistico, né l’urlo di munch.

Il bello estetico. Il bello sano. Che ispira emozioni sane.

Il bello e buono. Come c’è nei film di Walt Disney.

Su emozioni sane puoi edificare una famiglia sana.

Su emozioni sane puoi essere anche il capofamiglia di una nazione.

Una poesia che risvegli quanto di bello c’è nella natura umana, quanto nobile e capace di amore e di bellezza e armonia sia.

Per eroi intendo quelle persone edificate su sani principi e con un sentimento e una coscienza talmente elevati  che non esiterebbero a sacrificare la propria vita per salvare un’altra vita o anche cento.

Come la madre che non esita a gettarsi fra le fiamme per salvare un figlio.

Come quel signore che ha salvato migliaia di ebrei rischiando ogni volta la propria vita.

Eroici allo stesso modo rispetto ai propri ideali, ai giusti principi. Non li tradirebbero mai. Una scala di valori che ascende fino al cielo.

Forse guerrieri della luce: un misto di eroismo e poesia…

 
 
 

manca qualcosa?

Post n°25 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da skarma64
Foto di skarma64

Ultimamente vivo molto nel mio mondo interiore.

Il mondo esterno lo osservo con attenzione, come uno scrittore. Osservo persone ed eventi fin nei minimi particolari.

Spinta da una curiosità profonda, osservo. Ascolto. Quasi annuso le persone.

Una sorta d’istinto scatena la mia immaginazione. Gestualità, discorsi rubati. Dettagli e minuzie vengono elaborati per restituirmi un diamante ricco di sfaccettature. Storie, vite, uomini, romanzi.

Sicché ascoltavo i giudizi di alcune persone riguardo alle ultime performance del ns premier. Le chiacchiere sull’ambiente politico e quello televisivo (in fondo la stessa cosa, le differenze sono ormai sottili).

Sentivo commentare circa certi week end che una ventenne avrebbe dovuto trascorrere a forte dei marmi con un ottantenne come possibilità o ricatto di una carriera televisiva. Che era poi sfumata, perché la ventenne a forte dei marmi non ci andò.

“ah: io ci sarei andata!” chiosa una donna.

“ma dai!” ribatte l’altra: “ e se fosse successo a tua figlia?” (è anche madre, penso io. Ha una figlia, come me.)

“chissenefrega!” esclama: “Almeno si sistema!”

Mi sento amareggiata. Che tempo grandioso! Che civiltà! Che progresso!

Oggi i disonesti sono chiamati furbi e alle mignotte si battono le mani!

Ragazzi: manca la moralità, la dignità la stiamo cedendo un pezzo alla volta.

Alle volte la perdiamo per distrazione: trent’anni di intrattenimento televisivo iniziano a dare i loro frutti.

Ma non è del tutto anormale questo exploit del pensiero e del costume in un momento di crisi.

Lo dico così, per chi si sente originale a vendersi il culo senza tentennamenti.

È scientificamente provato, è un fenomeno sociale: laddove la povertà avanza, si crea la prostituzione.

Basta guardarsi intorno fra i paesi di questo mondo.

Chissà un giorno verranno a fare turismo sessuale anche da noi. Ed economicamente parlando, si abbasseranno pure le tariffe. Non abbiate fretta.

Sicché se oggi non ci scandalizziamo dei p*****i che una ventenne potrebbe fare ad un ultranziano, domani –come evoluzione- potremmo vendere le ns bambine al miglior offerente..

Pensiamoci, quando iniziamo a cedere il primo pezzo della ns dignità.

Il male è come la singola mela marcia nella cassetta della frutta: può partire da una Villa ed estendersi in tutto il territorio nazionale.

È soprattutto in questi frangenti che dovremmo essere più riflessivi e cogliere l’occasione per essere dignitosi, nobili. Essere umani

 
 
 

......

Post n°24 pubblicato il 21 Novembre 2010 da skarma64
Foto di skarma64

ECCO COME DROGANO LE NOSTRE MENTI
Post n°319 pubblicato il 04 Novembre 2010 da alf.cosmos
 

ECCO COME DROGANO LE NOSTRE MENTI

 

In questi giorni di forte instabilità politica si riaccendono i toni e si rimescolano i temi che hanno animato il calderone mediatico degli ultimi 15 anni: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso. Nel nostro Paese succede che molti ingenui continuino ad esempio a meravigliarsi delle boutade del presidente del Consiglio, limitandosi a bollare barzellette e proclami del premier brianzolo come uscite inammissibili, senza considerare quanta macchinazione logica stia dietro ad ogni singola affermazione. Un meccanismo ben oliato a cui fanno ricorso non solo uomini politici, ma esperti di marketing e uomini di potere in genere. Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:

1-La strategia della distrazione

 L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

 Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

 Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire

 Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

 La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

 Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

 Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

 Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza

 Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere agli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

 Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d'opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base. Noam Chomsky ci aiuta a svelare l'inganno

 
 
 

annamaria fiorillo....

Post n°23 pubblicato il 13 Novembre 2010 da skarma64
Foto di skarma64

L’ho vista nel tg, la mia prof di diritto..

Dieci anni che non ci vedevamo, ricordo l’ultima volta in una via del centro.

“Che emozione: sto abbracciando un magistrato”, ribattevo sorridente alla notizia che non insegnavi più e facevi questa carriera.

 

Poi ieri il tuo nome di sfuggita nel tg regionale

Chiedo ai miei colleghi di zittirsi un attimo, di farmi sentire che stavano dicendo a tuo proposito.

Intanto si accavallano i ricordi: la tua bella figura esile che entrava in classe.

Trent’anni fa, pressappoco. Ricordi piacevoli, ricordi positivi che hanno dato forma alla mia personalità, che si sono insinuati nelle pieghe del mio tessuto sociale e familiare, stirandole un po’.

Fotografie del l’ album della memoria si estraevano

Quella volta che mi portasti a casa tua, sconcertata dalle reazioni violente dei miei genitori, sproporzionate rispetto agli eventi..

Normali per me, che in quell’ottica ci vivevo da sempre.. e se per te erano anomale per me era anomalo passare quel pomeriggio sereno e speciale a casa tua.

Non avevi trent’anni, laureata e giovane madre già insegnavi.

Con un fare fresco e gioviale non facevi pesare a nessuno le tue precoci responsabilità, la tua vita così giovane e già faticosa e ci trasmettevi un senso di giustizia che non veniva dalla giurisprudenza che ci insegnavi ma che direttamente distillavi dal tuo carattere..

Ed ora, apprendevo, era proprio  a causa del tuo senso di giustizia e verità che apparivi nel notiziario regionale, a causa dell’ esigenza di trasparenza e del vero che ti ha sempre caratterizzato

Man mano capivo che lavoravi presso il Tribunale dei Minori e non me ne stupivo conoscendo la tua indole, e capivo che il caso ti aveva messo in turno proprio lai notte che fu fermata la minorenne ruby la rubacuori

Capivo che le famose telefonate (addirittura sette?!) dell’Innominato che in modo improprio ne richiedevano la liberazione erano destinate a te, sollecitavano te, insistenti tanto da produrre l’effetto contrario.

Perché conoscendoti, immaginavo quanto ti indispettivano le ingiustizie, le cose scorrette, gli scavalcamenti di corsia, le inversioni a U dove non si possono fare, sicché ti mettevi di punta.

Cercavi per la ragazza un’allocazione appropriata.

Mettevi la firma perché fosse consegnata ad una comunità protetta idonea per il suo caso, quello di una ragazzina recidiva di reato, di giovane età ma già prostituita, che trattava il suo corpo con abilità manageriale ed era quotata bene in borsa.

Ci sono comunità per giovani ragazze madri e comunità per disagi familiari e comunità d’aiuto per  ogni tipo di fragilità sociale, ci voleva qualcosa di specifico per lo specifico caso

Invece la ragazza in questione veniva prelevata da un’emissaria mandata dall’Innominato

Poco dopo era già in strada a picchiarsi con una brasiliana, i due gg seguenti li trascorreva degente in ospedale. Non era quello che tu avevi disposto.

Sono solo un’alunna affezionata, riconoscente per le gocce di luce che hanno contribuito a formare un fiume di me stessa luminoso, formato dal tuo e da altri preziosi apporti, da contributi che hanno illuminato un destino buio d alla nascita..

Troppo orgogliosa per esibire  il mio male interiore, nel mio silenzio apprezzavo le tue parole, e al di là delle tue parole apprezzavo il tuo essere così in gamba, così costruttiva e dinamica e serena.

È quando si vuole essere un po’ come qualcuno che avviene quella magia attraverso la quale si fagocitano le sue qualità e se ne imitano le virtù.

Ti sei messa di punta con il tuo amore onesto per le cose chiare e corrette ed io prego il mio Dio che ti benedica e ti protegga e ti dia tutta la forza necessaria, affinché con la tua piccola fionda e un semplice sasso, tu possa abbattere il gigante: un enorme animale politico corrotto, formato di tanti ominidi appassionati di festini e coca. Per l’estero ormai noi siamo “italiani: sesso e coca” e la gnocca è protagonista di affaccendamenti politici più che le calamità naturali.

Mai si è visto uno schifo come questo, solo dieci anni fa tiravamo pomodori a Craxi e lo esiliavamo per molto meno

Solo fino a dieci anni fa eravamo capaci di scandalizzarci. Almeno.

 Attualmente non sappiamo fare neanche questo..

Che Dio benedica i passi onesti del tuo sentiero, cara Annamaria.

Io, alunna di allora, faccio il tifo per te…

 
 
 

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Post n°22 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da skarma64
Foto di skarma64

 

 

Sono un essere umano qualunque. Non sono una santa e nemmeno sono saggia. La mia arguzia e l’acume sono nati nei momenti più disperati che la vita mi ha fatto conoscere.

La povertà è stato il dono amorevole che mi ha allontanato dalla materialità e la solitudine è stato un dono che mi hanno fatto gli amici più cari. Possiedo l’amore per la vita e questo è un dono che mi fece a suo tempo una madama vestita di nero. Non ho paura della morte né della malattia perché sono un’incosciente senza pretese. Tutto qui.

Mi piace quando le persone dicono che si sentono tranquille insieme a me e che vedono le situazioni sotto altri punti di vista. Mi pare di sedermi sullo stesso muretto ad osservare lo stesso panorama.

 Nn ho maestri e non ne voglio, non ho gruppi da frequentare e mi sento libera. Sono passata attraverso ogni illusione possibile e ho camminato verso ogni desiderio che mi pulsasse sotto la pelle e sono fuggita da ogni paura che ho sentito battere sulla mia spalla.

In questi chilometri di percorso macinati a piedi nudi sta il segreto che mi fa godere il raggio di sole sotto la pianta.

Non ho pretese, né illusioni, né speranze. Sono come la pietra e come l’albero, come la farfalla e la nuvola. La mia natura è mutevole eppure anche permanente, il mio Io non esiste: si scompone in mille frammenti in un attimo e si ricompone in un blocco granitico in un altro attimo.

La cosa che ho imparato più di recente è stato di ringraziare anche o soprattutto per le disgrazie e per i problemi che la vita ingrata ci dispensa a piene mani.

Se qualcuno per empatia si dispiace per me, gli avviso che non è necessario: io ho già ringraziato.

E in quel grazie sento sorgere una nuova forza: è grazie al bastone che il cane si strappa dalla catena e vede pezzi di mondo troppo lontani dal suo laccio.

Ho cercato il senso della vita indagando fra le stelle, ho comparato temi astrali ed eventi di ogni persona che mi capitasse a tiro. Volevo cercare un codice che mi permettesse di decifrare ogni disegno micro e macro. Ho letto libri importanti e pesanti, parlato con un profeta sulla riva di un paese di mare al sud della spagna, ascoltato un contadino cieco che aveva altri sensi per vedere il cielo e la terra. Ho scoperto l’astrologia, la magia, ho dato appuntamento ai defunti nei miei sogni, vissuto fenomeni di veggenza e fenomeni di intuizione. Fatto piroette ed acrobazie, salti mortali con e senza rete.

 L’istinto di sopravvivenza che mi governa anche nei momenti di debolezza è stato il mio maestro. Ognuno di noi è un santo, solo non lo sa. Ognuno di noi sopravviverà ad ogni cosa, solo non ci crede. Ognuno ha dentro le risposte, forse non ha fatto le giuste domande, forse non ancora.

La mia virtù è nata nel peccato, la mia calma è nata dal mare mosso che ho navigato a vele stracciate.. non ho smesso di indagare la verità, di ricercare l’ignoto, di esplorare l’autentico.

 Ma non mi affanno: non serve.

Serve tramutare un pianto in sorriso, serve che il disperato che hai di fronte possa dissetarsi alla tua fontana. Serve che parli semplice per farti capire da tutti. Serve fermare le lacrime ridendo. Serve suonare il violino mentre il titanic affonda allo stesso modo che serve pregare o forse è un servizio migliore: perché pregare in certe situazioni butta nel panico la folla.

Una risata ci salverà. Quel tocco di follia ci salverà. La fantasia di sapersi raccontare una vita assurda. L’abilità con cui si intrecciano queste perle di eventi e la creatività con la quale si accostano i vari colori.

E se puoi, rendi un servizio al tuo vicino..

 

 

 
 
 

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Post n°21 pubblicato il 13 Settembre 2010 da skarma64
Foto di skarma64

 

"Talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile piuttosto che non partire mai."

G. Faletti

 
 
 

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Post n°20 pubblicato il 13 Settembre 2010 da skarma64
Foto di skarma64

Sai qual è un errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino invece ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all’altro ti trovi a vivere una nuova vita."

s. tamaro

 
 
 

presenza e appartenenza...

Post n°19 pubblicato il 29 Agosto 2010 da skarma64
Foto di skarma64

 

Spesso ho condivido con altre persone luoghi della natura che reputo “posticini del cuore”; oppure ho condiviso momenti della natura, come i tramonti, la prima neve, la primavera che esplode, il ns caro Ticino in piena o in secca.

Coinvolgo chi mi accompagna e  lo trascino con entusiasmo nelle mie osservazioni. Sono una patita della natura, apprezzo l’effetto benefico del sole (lo sai che ha un’azione disinfettante, ci pensi che per anni nell’antichità si è adorato come un Dio?), adoro le sfumature dei tramonti, i giochi di colore fra le nuvole, le montagne sullo sfondo  che diventano violette, i rumori che si attutiscono la sera, quando il silenzio scende come una coperta sugli ultimi cinguettii.

Ricordo temporali estivi che mi hanno preso alla sprovvista in situazioni randagie e con affetto mi ricordo chi c’era. Ho provato una paura piena di ammirazione, spaventata e rapita dalla forza della natura, quando la bellezza e la maestosità di lampi e fulmini mi hanno fatto sentire più piccola di un atomo, una particella di vita felice di appartenere a questo straordinario miracolo universale.

Ho respirato il mare e condiviso sulla riva riflessioni fra anime, mentre quel cuore liquido attraverso le sue onde si avvicinava per ascoltarci.

Io mi entusiasmo nella natura, mi rassereno e mi ricarico. Mi sento accettata e amata come l’albero del bosco, come il passero e il corvo. Mi rassicuro in questo senso di appartenenza che mi avvolge e mi fa sentire inglobata in questo disegno divino…

Ma una cosa mi fa sentire felice anche quando non vado nella natura: è quando qualcuno mi racconta di aver visto un tramonto bellissimo e dunque di avermi pensato; oppure  una notte piena di stelle luminose e aver desiderato che ci fossi anch’io; oppure un luogo d’incanto  che “ti ci devo portare”

In questi momenti io mi sento come se ci fossi stata anch’io lì. Sento che una parte di me, evocata in quel momento di pura armonia, veramente c’era. Alla mente mi balzano le immagini vivide di quei panorami, come quadri magici dei quali trapassi la tela e le mie cellule provano vengono pervase di quello stesso  benessere che avrei percepito se fossi stata presente.

Grazie di cuore a tutte le belle anime che mi portano con sé…

 

“La Natura è un tempio dove pilastri vivi mormorano a tratti indistinte parole;

 l’uomo passa, tra foreste di simboli che l’osservano con sguardi familiari.”

 Charles Baudelaire

 

 

 
 
 

risvegli e salti quantici...

Post n°18 pubblicato il 19 Luglio 2010 da skarma64
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voglio pubblicare stralci di una lettera di dimissione di una giornalista, M.L. Busi, la quale ha avuto il coraggio di rinunciare alla conduzione di un telegiornale e alla carriera che stava facendo perchè non corrispondeva più ai bisogni della sua anima.

Non cito il tg in questione perchè non è il dettaglio più importante e perchè non vedo delle differenze significative fra un tg e l'altro: la questione è l'informazione, la notizia. Attualmente.

Oggi l'informazione del Tg «è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il paese reale?, dov'è l'Italia che abbiamo il dovere di raccontare?». Un'Italia fatta anche di precari, di uomini e donne che hanno perso il lavoro, di cassintegrati, di aziende che a centinaia chiudono e di imprenditori del Nord-est che si tolgono la vita perchè falliti. «Quell'Italia esiste. Ma il Tg l'ha eliminata». Sono le accuse che Marialuisa Busi mette nero su bianco nella lettera che ha indirizzato al direttore del Tg e con cui chiede di essere sollevata dalla conduzione dell'edizione delle ore 20 della testata dove - precisa - «lavoro da 21 anni» e che ama, e la scelta fatta «è per me una scelta difficile, ma obbligata»..

 

 Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola». La giornalista aggiunge «anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale». E «l'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte e l'infotainment quotidiano. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale». Nel ricordare che un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma, «un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto».

«Nell'affidamento dei telespettatori - prosegue la Busi - è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori». E i fatti de L'Aquila (quando la troupe del Tg guidata dalla Busi venne contestata per strada, ndr) «ne sono stata la prova» è stato allora che «ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica». L'ultima parte della lettera contiene annotazioni un pò più personali. «Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire», e pertanto «respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo». Inoltre, «respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti ».

 «Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del Tg, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere».

 

Questa lettera mi ha profondamente commosso, questa anima ha destato tutta la mia ammirazione. Io credo che questo sia un segnale del Risveglio e della rinascita che in tutto splendore noi esseri umani possiamo fare..

auguri Maria Luisa e che la tua strada sia benedetta e luminosa....

 

 

 
 
 

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Post n°17 pubblicato il 19 Giugno 2010 da skarma64
Foto di skarma64

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho capito com'è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama "rispetto".

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di desiderare un'altra vita e mi sono accorto
che tutto ciò che mi circonda é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama "maturità".

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto
e che tutto quello che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama "stare in pace con se stessi".

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama "sincerità".

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene:
persone, cose, situazioni
e tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso;
all'inizio lo chiamavo "sano egoismo",
ma oggi so che questo è "amore di sé".

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama "semplicità".

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di più nel momento presente, in cui tutto ha un luogo.
E' la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo "perfezione".

Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore,
l'intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do il nome di "saggezza interiore".

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti,
i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro
dando origine a nuovi mondi.

Oggi so che tutto questo è la vita.


Charlie Chaplin - dal discorso celebrativo per il suo 70° compleanno 16.4.1959

 

 

 

 
 
 

....

Post n°16 pubblicato il 19 Giugno 2010 da skarma64
Foto di skarma64

Anche se l'effetto è quello di avvolgersi in una coperta fatta di tristezza calda e bere una dolce tisana di malinconia, voglio stare così. Ferma, immobile, concentrata sul suono di questa pioggia e dei miei pensieri. I miei ricordi.

Per assurdo mi ritengo fortunata, non è da tutti un amore di questa portata, seppure non siamo più insieme, per le sincronie che non abbiamo colto, i ns atteggiamenti poco maturi.

Ho sempre saputo che nonostante la ns storia era finita mi volevi bene ancora. Lo sapevo perché anche per me era così.

Sale un suono simile ad un pianto, pensando alle volte ch ci siamo inseguiti e che siamo scappati; pensando agli ostacoli che abbiamo incontrato. Ne abbiamo sfidati di mulini a vento, e anche titani e giganti; ma il ns errore è stato distrarsi per il volo di un insetto, bastava un attimo e il mondo ci travolgeva.

Non bastava la corrente elettrica che facevamo passare nelle fibre dei ns corpi al solo contatto a caricarci dalle insidie all'esterno, né l'intesa mentale a difenderci da noi stessi, a tutelare le ns personalità.

Abbiamo passato tanti anni insieme e tanti lontano l'una dalla'altro.

quando oggi sei venuto a cercarmi, rivederti mi sembrava la cosa più benefica del mondo, e ascoltandoti sentivo quanto era ed è tuttora profondo il legame che ci unisce e mi reputavo fortunata perché per una donna è un dono ricevere queste belle parole..

 Abbiamo compreso col senno di poi le verità che non riuscivamo a penetrare, abbiamo girato mezzo mondo per comprendere quanto apprezziamo i profumi di casa.

Ci siamo accorti che neppure le onde più forti hanno cancellato le impronte di quel percorso fatto assieme.

 Eppure capite tutte queste cose, ci ritroveremmo ancora a combattere titani per stare assieme, ad affrontare percorsi bendati con l'incertezza di imbroccare i giusti sentieri, a rimettere le restanti energie su un tavolo d'azzardo. Perché la ns storia non è mai stata facile. Noi non siamo gente facile..

 ma uscito dalla porta ogni musica mi è sembrata triste, e la magia si rompeva in un vaso di lacrime.

Perché piangi? Mi sono detta: sentimenti così profondi e resistenti al tempo non ci sono neanche nei matrimoni che durano cinquant’anni, gente che festeggia una data, nozze d’oro, nozze d’argento e non ricorda più perché sta assieme. È un tesoro sentirseli rivelare e sapere che siamo stati l’uno nei pensieri dell’altro nella stessa quantità e nella stessa qualità.

È stato un momento di pura bellezza e mi ha commosso. Buon sentiero, che Dio ti benedica

 
 
 

stavo a rispondere ad un commento e ne è uscito fuori un post.. così l'ho pubblicato..

Post n°15 pubblicato il 08 Giugno 2010 da skarma64
Foto di skarma64

  Cara claudia,

 secondo me le persone che hanno soldi o successo e li ostentano fanno lo stesso effetto della donna bella che ostenta la sua bellezza: la perde.

La donna bella che sa di esserlo e si comporta da strafiga risulta meno affascinante, incute timore, appare fredda e non stimola erezioni. Al contrario una donna meno bella con modi più affabili e semplici risulta essere più corteggiata.

L’essere umano che ostenta ricchezza ha una grossa caduta di stile, allontana le persone (tranne chi si trova alle sue dipendenze e ci sta per forza, tranne gli “affetti” che magari lo sopportano per “convenienza”), risulta borioso e primitivo… molto triste, non credi? La mia vita ha sicuramente opportunità e premesse più felici di questi due esempi che ti ho fatto ..

La ricchezza si raggiunge per giusti canali, oppure per vie traverse (queste ultime per lo più disoneste).

Nel primo caso è importante quale carattere la indossa, questi soldi come sono guadagnati e come sono spesi, eccetera.. tieni presente però che nel caso di una grossa crisi energetica hanno più possibilità di sopravvivenza i rumeni delle baraccopoli che questi individui che a malapena sanno accendere una candela..

Nel secondo caso… beh nel mio primo blog avevo fatto un post su Tanzi, quello che ha inculato un sacco di piccoli risparmiatori della sua bella parma con le azioni-parmalat (anzi se lo trovo in giro, ripropongo il post).

Mi immaginavo gli inchini che riceveva il sig Tanzi magari dal suo barbiere o la domestica che lo ossequiava cercando un favore per suo genero e tutto il suo piccolo mondo intorno fatto di fessi qualunque che si inchinano e si prostrano davanti allo status symbol di qualunque pelliccia, suv, gioiello, barchetta, eccetera.

Gente, i fessi, che trova naturale prendere un’angolazione di 90° di fronte ai personaggi e dare il meglio di sé. Nessuno li obbliga, ma spontaneamente, naturalmente, zac: a 90 gradi! Ovunque si fa in fretta a crearsi un Dio: basta un fedele che lo prega..

Alle volte chi ostenta il successo trova terreno fertile in un allevamento di polli che siamo noi.

Mi ci metto in mezzo, ma in realtà io nn sono così, io guardo il carattere.

I miei modi sono cortesi sia con chi guadagna 10mila € al mese che con chi servo alla mensa dei poveri, se è un essere umano che merita il mio rispetto e la mia cortesia.

 Altrimenti non mi scompongo: ho davanti a me un povero, ma in termini evolutivi.

Non avevo neanche 20 anni ed ero fuori casa. Con la mia amica dormivamo in un bosco, erano 3 giorni e 3 notti che pioveva. Quando finalmente  è uscito il sole abbiamo provato un’emozione di gioia incredibile e pazzesca. Ancora oggi riesco a rievocare quella sensazione e mi chiedo adesso se un ricco l’ha mai provata. Credo che no, forse neanche al sole delle Maldive..

Non siamo forse noi, con i ns. inchini facili a permettere certi atteggiamenti? Quando ci inchiniamo siamo sicuri di farlo in ossequio ad una persona onesta e meritevole?

Un carattere vale più di un conto in banca.

Ti abbraccio forte,

mery

 
 
 

i fatti degli altri...

Post n°14 pubblicato il 07 Giugno 2010 da skarma64
Foto di skarma64

Non ce la facevo più a stare al telefono. Dall’altra parte del filo la mia ex-collega mi stava facendo un aggiornamento di tutto quello che succedeva in un ambiente di lavoro che avevo mollato cinque anni prima.

“E sai la tizia?”  Tono enfatico: “e sai cos’ha combinato la caia?”, poi abbassa la voce, sussurra (ma chi ci deve sentire, penso io) “Sai che voce gira?”.

Non lo so che voce gira e non m’importa. Non è un mio bisogno primario sapere che voci girano.  Credo che la mia vita scorra comunque -senza risentirne- nonostante questa piccola ignoranza.

Le manifestavo qualche timido diniego e il mio disinteresse. Chiedo piuttosto lei come sta e se suo figlio ha concluso la scuola. Non mi va di parlare di gente che non c’è,  non è bello parlare degli altri per evitare di raccontare se stessi.

Inizio a pulire il telefono, con uno straccetto passo il dito fra le file dei tasti. Mi accorgo di tutta la polvere che c’è, durante queste conversazioni.

Non mi piace ascoltare le vicissitudini degli altri quando sono assenti, lo trovo noioso, mi interessano le esperienze di prima mano, gli eventi vissuti in prima persona. Questo per me è interessante.

Almeno si possono chiedere delucidazioni su qualche dettaglio, le dinamiche, le emozioni; almeno ci si rende conto in modo reale dell’esperienza dell’altro e in qualche modo diventa nostra.. tutto il resto è pettegolezzo.

Lo faccio notare alla mia interlocutrice, sinceramente questo disinteresse non si può mascherare. Voglio bene alla mia collega, ma quando prende certe pieghe, vorrei glissarmi.

 Ma lei è partita in un giro di giostra tutto suo, non la ferma nessuno, come una discesa  in bicicletta con le gambe spalancate.

 

Allora mentre lei discorre a ruota libera io giro il pomello del timer del forno e lo faccio suonare: “mi suonano alla porta, Emy… ti devo lasciare”

Ci salutiamo frettolosamente e ritorno alle mie faccende.

Sono una mascalzona di femmina, mi rimprovero divertita per questa piccola bugia.

Non appartengo alla cerchia dei normali.

 Mi faccio un caffè.

Accarezzo il mio gatto.

 

Su un libro di Fabio Marchesi (La fisica dell’anima) trovo una paginetta che  sembra in sintonia con situazioni di questo tipo:

“Sono molte le persone che provano piacere quando ad un conoscente accade qualcosa che lo fa star peggio di loro e stanno male quando ad un conoscente accade qualcosa che lo fa star meglio di loro. Reazioni emotive di questo tipo sono un segnale importante di paure non risolte, bassa autostima e scarso livello di evoluzione.”

Su questo tipo di persone aggiunge: “La cosa che caratterizza in genere chi vive esperienze di insuccesso, è che se la prende sempre con qualcosa o con qualcuno, mai con se stesso; chi si lamenta del coniuge, chi del datore di lavoro, chi dello Stato. Questi soggetti trovano sempre qualcuno a cui attribuire la responsabilità dei loro insuccessi e in genere non solo si ritengono sfortunati, ma invidiano chi vive esperienze di successo”.

 
 
 

ma diamo i numeri?!

Post n°13 pubblicato il 28 Maggio 2010 da skarma64
Foto di skarma64

 

Mi dice l'impiegata dell'ufficio personale: "Il suo nr. di matricola?"

"E' quello sul badge?", le chiedo mentre mi frugo le tasche alla ricerca.

"no", mi interrompe, "quello è solo il numero di cartellino, comunque glielo posso dire io, così la prossima volta se lo ricorda."

"credo che la prossima volta non me lo ricorderò uguale", le rispondo con sincerità, "avrà la pazienza di dirmelo ancora?"

Mi sorride e accetta..

Non avevo voglia di impegnare la memoria con un altro numero.

Ma quanti numeri ci dobbiamo portare dietro?

Il codice del bancomat e il pin di accensione del cellulare, il nr di tessera sanitaria e il codice fiscale, il nr del telefono di casa e quello del conto corrente, il nr di targa e quello di matricola, le password varie perché è più sicuro di una sola..

Eppoi date, eppoi scadenze:

quando ti scade il bollo di circolazione e quando scade l’assicurazione. Eppoi quando scade la validità della patente e quella della carta d’identità, quando scade l’ici e quando scade il 730, quando iscrivere i figli alle scuole e quando accompagnare il nonno alla visita di controllo..

Numeri che ci rappresentano, ma non moltiplicano il ns vero valore, date che non sentiamo ns e che spontaneamente dimentichiamo da un anno all’altro.

Soprattutto se siamo di natura più romantica, ci viene meglio ricordare la data di un incontro, quando ns figlio ha fatto i primi passi, il compleanno di un amico, la prima volta che abbiamo guidato da soli, l’anniversario di un matrimonio o la ricorrenza di un lutto, la data di una partenza, o di un intervento chirurgico..

La mente e il cuore hanno numeri e date tutte loro, segnano altri eventi importanti solo per noi, raccontano di storie non tassabili, tranne il prezzo che paghiamo in termini emotivi, di pianto e di riso.

Ecco, io non vorrei che presi da tutte le scadenze,  ci distogliessimo da queste date che sono quelle che ci rappresentano davvero, ci connotano e ci formano.

Disegnano il percorso del ns fiume: là si è formata un’ansa mentre sostavamo su un evento e là il letto del fiume si allarga a ricordarci un periodo sereno e più in là un isolotto che come uno scoglio contrasta il fluire del fiume e divide in due la corrente, come aveva diviso in due noi stessi, segnando un ns momento difficile..

Ma è tutta la vita che abbiamo vissuto. Pura vita, vita pura

 
 
 

uno spiacevole incidente diplomatico...

Post n°12 pubblicato il 28 Maggio 2010 da skarma64
Foto di skarma64

 

 

 

Due nazioni confinanti, le cui ostilità reciproche erano ben note, facevano parlare di sé ormai da qualche tempo. La politica estera dei telegiornali mondiali spesso si occupava dei loro piccoli e grandi conflitti.

 sul fronte di un dialogo ormai da tutti atteso, avvenne l'ennesimo incidente diplomatico, ormai si viaggiava sul filo del rasoio e sarebbe stata sufficiente una scintilla per fare scoppiare una guerra.

Il popolo attendeva con ansia la pubblicazione della stampa governativa in merito a quel colloquio fra capi di stato.

Il gg dopo compaiono i titoloni: " Dichiarazione del Capo di Stato: è scattata la scintilla, AMARCI è un ns diritto!"

Il popolo rimase interdetto: sembrava quasi una scintilla di passione! Un’intenzione all'accordo non era mai stata presa in considerazione con questa determinazione prima di allora.

Gli uomini - felici di non andare in guerra, e le donne - sollevate di non stare sole a casa in balia del nemico, iniziarono da subito a guardare con occhio diverso la gente d'oltre confine.

del resto non erano così male, facce simpatiche, tratti somatici non diversi dai loro.

prima di sera una fanciulla osò confessare in famiglia di essersi fidanzata clandestinamente con un bel giovane dell'altra terra..

Alcuni commercianti presero la palla al balzo per scambiare tessuti di seta e spezie, importando ed esportando prodotti di ogni uso e costume..

in breve tempo si erano già fusi insieme colori e sapori, suoni e forme e carne e i due popoli furono quasi una cosa sola, le diversità non erano più esasperate ma anzi, smussate, rese meno importanti, viste da un'altra ottica.

L'ottica che da rilievo all'essere umano, che sia al di qua o che sia al di là del confine

 

.... e pensare che tutto nacque da un errore di stampa: qualcuno aveva dimenticato di stampare un'altra "R" nella parola AMARCI, subito dopo la prima "A"!

 

I Capi di Stato, imbarazzati, si strinsero finalmente la mano...

 

 

una favola di Mery...

 
 
 

...

Post n°11 pubblicato il 16 Maggio 2010 da skarma64
Foto di skarma64

se mentre si vive

 si osserva con attenzione

la vita intorno

e la vita che stiamo vivendo,

già ci accorgiamo

che viviamo nel mercato di conoscenza più vasto che ci sia,

vasto come una fiera..

ad ognuno fornisce un piccolo passo

verso quella verità

unica e individuale

che ognuno possiede.

ad ognuno

mediante l'esperienza

unica e singolare che farà..

non siamo tutti

nello stesso punto del percorso,

 ma è la meravigliosa

direzione in avanti

che ci accomuna..

la conoscenza per esperienza

è consapevolezza allo stato puro..

nessun venditore di sogni te la può procurare

 
 
 

una storia...

Post n°10 pubblicato il 16 Maggio 2010 da skarma64
Foto di skarma64

Parlavamo dei rispettivi ex, due ometti del cancro, con lo stesso carattere indolente, la pigrizia fosforescente, la tendenza ad appoggiarsi con tutto il loro peso gravandoci sulle spalle.

Mio dio, come si era leggere senza. Stravaccate sul divano. Libere. Piene di guai, è vero, piene di bollette e cose da riparare, ma libere.

Mi raccontasti le sue stranezze, le sue bugie. Dopo vent’anni di vita assieme, una sera in macchina, guida e ti racconta, con fare complice, come se ti confidasse un gran segreto. Ti fece sapere che era stato chiamato in missione speciale, all’estero, non te ne eri mai accorta ma lui era un agente segreto. Lo aveva fatto precedentemente e adesso era stato chiamato ancora.

Stavamo sorseggiando una tisana di rosa canina.

 Io ti chiesi: “Ma poteva essere che faceva ‘ste missioni?”

Mi guardasti ridendo: -“Ma quando mai? Uno pigro come lui! Non scendeva manco a buttar la spazzatura!”

La vera missione speciale l’aveva fatta lei, a riprendersi la vita in mano, dopo vent’anni di grembiule e ferro da stiro, ritirarsi in un monolocale a giocare con tutti i suoi colori.. che non aveva abbandonato mai, che si era sempre portata dentro…faceva uscire quell’estro che aveva sempre sentito di possedere…

Dalla finestra osservavo il volo di un gabbiano, con le ali aperte, immobile come un aquilone.

Era regale, il suo volo nobile e vigoroso;

 assomigliava al tuo.

 

 

 

 
 
 

Attualmente

Post n°9 pubblicato il 14 Maggio 2010 da skarma64
Foto di skarma64

 

Sono tempi di crisi e di incertezze, nelle case di alcune persone entrano imprevisti. Una volta sono malattie, una volta sono perdite di lavoro, una volta sono situazioni di umana fragilità.

Nuovi elementi destabilizzanti compaiono all’orizzonte. Era dagli anni 60 che non vedevamo un panorama così desolante.

Ma finalmente assistiamo al ritorno dell’essenziale, al valore che alla persona si dà per il suo carattere e non per le cose che possiede, alla grande capacità di accettazione che hanno alcuni ragazzi che assistono alla vulnerabilità dei propri genitori, alla caduta delle loro certezze.

È finito un grande sogno. Da qui in avanti il futuro non è più certo.

I ns ragazzi vivranno con noi testimoni di un tempo che neppure noi abbiamo mai conosciuto. Un sentiero nuovo. Da intraprendere con spirito nuovo.

Il mio cuore si dilata di commozione quando vedo i ns ragazzi che si adattano a questo nuovo stato di cose e lo fanno solidalmente.

Allora ridimensionano il possesso delle cose, non ha importanza se il cellulare è il modello vecchio di cinque anni fa, te lo fai durare e nessuno ti da dello sfigato. Perché tutti sanno che tuo padre non ha lavoro ormai da un anno e che tua madre sgobba come un mulo e che quest’anno se tutto va bene vi portano via casa.

Allora si organizza una festa di compleanno all'insaputa del compagno più sfortunato, festa dei 18anni a sorpresa - a casa di un’amica -, perché non avrebbe potuto festeggiare niente: non era momento di spese.

 Tutto il pomeriggio passato a preparare torte fatte in casa e una colletta per regalare una firma… di quelle che metteva un paio di anni prima.

 

Un cerchio solidale di compagni di classe che fanno di tutto per non metterti a disagio e che ti tengono d’occhio, amorevole occhio.

Sono orgogliosa che mia figlia faccia parte di questo cerchio, sono orgogliosa di questi ragazzi d’oggi.

È una grande crisi, ma i ragazzi per primi ce lo insegnano: possiamo uscirne anche così.

Solidalmente, amorevolmente..

 

 
 
 

già...

Post n°8 pubblicato il 25 Aprile 2010 da skarma64
Foto di skarma64

mi dice credimi,mery, è una fatica continua: credere, sperare, amare

lo so, le rispondo: ti sei chiesta perchè?

si che me lo chiedo, ma quando incontri certa gente ti scoraggi, quando ti succedono certe cose ti sconforti.. dico ma l'unica scema che si comporta correttamente sono io?.. ti passa la voglia mery, anzi da domani mi comporterei così anch'io.. tanto fa tendenza..

anch'io ho fatto dei pensieri del genere, è normale essere un pò fragili, poco saldi.. del resto la ns società incentiva le scorrettezze: siamo in uno stato di diritto che non ci tutela. Se subiamo qualunque genere di abuso spendiamo uno sproposito per assumere un legale che ci difenda e perdiamo tempo e denaro, se facciamo un torto al ns prossimo abbiamo la soddisfazione di fargli perdere tempo e denaro oltre al torto subito.. l'ho vissuto sulla mia pelle, in un circolo vizioso dove difendermi era diventato un incubo quanto l'abuso.. però sai cosa ho pensato in altre occasioni?

ho pensato che lo scorbutico allo sportello, l'aggressivo al semaforo, l'incazzato e quello senza scrupoli possono essere me.. me se solo decido per la mia anima di lasciarmi suggestionare dalla tendenza

già,  vero: l'ho pensato anch'io: magari mi abbruttisco e divento così.. ma se riconosco i sentimenti di rabbia e aggressività che alle volte mi sono esplosi dentro, allora posso riconoscermi anche nel più spregevole individuo che ho di fronte. Io sono quella che ti strombazza al semaforo, sono l'etilista che si lascia andare, sono quella che vorrebbe rubare anzichè  sudarlo.. ho fragilità che diventano conflitti, lotte interiori.

già: per questo è una fatica.. credere, amare, sperare

quando gli altri ci fanno male proviamo paura..

forse gli esseri umani che diventano distruttivi lo fanno per effetto della propria incapacità di affrontare le paure

e vivendo nella paura non accettano che gli altri possano vivere senza di essa, così invece di affrontare le proprie paure le diffondono agli altri

sai cosa provo?..

 un senso di amore e tristezza per questa meravigliosa umanità.  Penso alle infinite potenzialità della creatura umana, e mi rattristo per lo spreco e provo amore per quelle debolezze che come essere umano riconosco essere nella ns natura, chi in dose omeopatica e chi all'ingrosso..

Mi viene misericordia per la nostra miseria umana, alle volte sopita all'interno, alle volte estromessa e paventata con ignoranza.

Siamo capaci di miserie sorprendenti, ma di altrettanto sorprendenti colpi di genio.

abbiamo avuto esseri umani eccezionali che con il loro passaggio hanno cambiato le sorti di questa umanità..

Dentro ognuno di noi è racchiuso un prezioso potenziale.. Non dobbiamo dimenticarlo..

Già..

 

 

 
 
 

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