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Tante piccole schegge di realtà. Uno sguardo disincantato sul mondo per cercare di conoscerlo e, se possibile, tentare di capirlo.

 

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CHE FINE HA FATTO LA CRITICA LETTERARIA?

Post n°1054 pubblicato il 09 Marzo 2009 da review
 

 

 

Vi piace leggere? Benissimo, fatelo, ma lasciate perdere le recensioni che trovate sui giornali o le espressioni che, nella manchette, enfatizzano fastidiosamente il successo nazionale o internazionale di un libro. Il numero di copie vendute purtroppo non è garanzia di qualità. Fate ciò che qualunque editore onesto e davvero amante del libro dovrebbe fare.   Lui attraverso una lettura dei manoscritti che gli pervengono, finalizzata alla scoperta di talenti veri, piuttosto che di tutte le altre motivazioni e componenti che possono rendere appetibile la pubblicazione di un testo, a prescindere dalle sue qualità intrinseche. Voi “setacciando”, a guisa di cercatori d’oro e d’argento,tutto il numeroso ciarpame editoriale che ormai da anni intasa i banchi delle librerie.

Perché non ci si può e non ci si deve più fidare dei critici letterari?
Un tempo chi si dedicava alla critica letteraria lo faceva solo ed esclusivamente perché amava i libri. Ma oggi il sistema editoriale è dominato da una logica perversa che coinvolge editori e critici, i quali stabiliscono di comune accordo di cosa parlare e cosa trasformare in caso letterario dell’anno.
Il critico letterario si è “riciclato” in esperto di strategie di mercato e come tale funge da tramite ideale tra gli uffici stampa delle case editrici e i giornali ai quali collabora. Non scrive più per aiutare il lettore a capire, ma scrive per compiacere gli editori, si comporta da “promoter” e da agente di vendita, non si preoccupa assolutamente di scoprire nuovi talenti, preferisce rinunciare al coraggio di parlare chiaramente,  e lo fa perché solo in questo modo gli viene riconosciuta dal sistema la sua fettina di “potere” e di  “visibilità”, enfatizzando libri che nessuno avrebbe mai dovuto pubblicare, e che invece raccolgono  ampio successo mediatico e commerciale. Il critico letterario oggi parla prevalentemente del nulla, e parlando del nulla finisce anche per guadagnarci..

Una postilla. Il “Supplement Book World”, storico inserto editoriale domenicale del più diffuso e più antico giornale di Washington, il quotidiano “Washington Post”, non verrà più pubblicato, seguendo l’esempio di altri  giornali, fra i quali anche  il “Los Angeles Times”. il San Francisco Chronicle continua ancora oggi a pubblicare un  piccolo supplemento letterario. Ecco, a mio parere, qual è il più grande problema. Per quanto riguarda il “Post” si tratta di una svolta epocale. Le recensioni, gli editoriali, le segnalazioni di libri saranno sparse nelle varie sezioni del giornale mentre il "Book World" sopravvivrà soltanto nell'edizione online.

I giornali sono stati lenti a reagire ai cambiamenti della società.  Milioni di americani fanno parte di  club del libro, ma i giornali hanno fatto ben poco per concentrarsi sulle loro esigenze.  Nel frattempo un esercito di blogger ha riempito il vuoto lasciato dal giornalismo., garantendo, nel panorama editoriale, la presenza di un numero sempre maggiore di voci indipendenti in grado di offrire opinioni interessanti e credibili sul mondo dei libri.
La critica letteraria è ormai morta.

 

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Commenti al Post:
dolphinbluereturn
dolphinbluereturn il 09/03/09 alle 18:20 via WEB
FELICE SERATA. IO LEGGO MOLTI LIBRI, MA NON FACCIO CASO ALLE CRITICHE LETTERARIE, VADO IN LIBRERIA SBIRCIO QUA E LA PER GLI SCAFFALI E SE COGLIE LA MIA ATTENZIONE COMPRO ALTRIMENTI ME NE ESCO A MANI VUOTE, POI MAGARI VENGO A SAPERE LEGGENDO L'ULTIMA PAGINA CHE è UN BEST SELLER!!..NON SEGUO LE MODE!!!
 
 
review
review il 09/03/09 alle 21:00 via WEB
Hai ragione e fai bene, Fra l'altro non è detto che un best seller debba essere solo per questo anche un libro interessante.
 
annagir1956a
annagir1956a il 09/03/09 alle 21:28 via WEB
io uso le biblioteche, vicino a casa ne ho tre di quartiere, e mi comporto così... entro quado so di avere almeno unora a disposizione, scelgo gli scaffali dei miei tempi preferiti e leggo la trama sul retro della copertina e se mi avvince lo prendo. poi passa allo scaffale nuovi acquisti e ripeto l'operazione. se i libri scelti mi entusiasmano e emozionano poi me li compro per rileggerli ogni volta che ne ho voglia. così so che i libri che ho mi piacciono tutti , che li rileggerò e che ho scelto con la mia testa. per finire le poche volte che ho letto libri molto publicizzati (sempre reperiti nella biblio del quartiere) quasi sempre sono stati delle buggerate ciao ciao ottimi i post sui libri, a me servono anche per trovare titolo che nonconosco. buona lettura anna P.S oggi ho finito un libro sulla pandemia del 1918 caso mai interessasse a qualcuno ahahah
 
 
review
review il 10/03/09 alle 08:23 via WEB
Cosa aggiungere? Il tuo è un comportamento corretto. Il mio, tuttavia, più che una riflessione sul modo di scegliersi le letture voleva essere una riflesssione sul sistema editorial italiano e non solo. Una rilessione sulla dunzione della critica letteraria. Un caro saluto. Nino
 
valerio.sampieri
valerio.sampieri il 09/03/09 alle 21:53 via WEB
Nino, lungi da me il fare il bastian contrario, ma forse devi un po' retrodatare il tuo post. Una chicchetta qui non guasta. Ti riassumo i passi salienti da un brano di 'Curiosità Romane', vol. 2: "Il critico non ha bisogno di scomodarsi molto per persuadersi che ha torto marcio: nè gli voglio procacciar fatica, per lui troppo insolita, di andare a scombusolar scaffali e sfogliar libri polverosi. Basta chegli getti l'occhio sopra due libri comunissimi, ch'egli tuttavia forse neppure possiede, ma che sono pronto a prestargli". Dopo aver disquisito sul'oggetto della disputa, l'autore prosegue: "Ch'egli poi, il saccente, voglia attribuire a Pio IX ... è troppo scandaloso e meriterebbe addirittura un processo, se vi fosse un procuratore del papa ... Egli pertanto, l'avvocatino cervel-sottile che si firma 'Un testimone', potrà far solo il testimonio, se vuole, de' propri sogni e de' proprii errori, non d'altro. Attenti dunque, per carità, con queste 'Curiosità Romane'; attenti perché se, Dio ne guardi, si muove il critico sottile, il testimone, poveri noi, chi si salva?". L'autore del libro -in tre volumi del costo di Una lira ciascuno- è Costantino Maes. La data di pubblicazione? 1885! Come dicevano i latini: nihhil sub sole novi. Un caro saluto. Valerio
 
 
review
review il 10/03/09 alle 10:17 via WEB
Si tratta certo di una piacevole e gradita "chicchetta", presentata con la tua intelligente arguzia, ma, a prescindere da questo a me interessava parlare della critica letteraria e della sua funzione, di ciò che ha rappresentato, di ciò che rappresenta e delle prospettive di avere ancora un futuro.Ti auguro una buona giornata. Nino:-))
 
   
valerio.sampieri
valerio.sampieri il 10/03/09 alle 19:14 via WEB
La tua analisi è lucida ed in larghissima parte condivisibile, ma sono meno ottimista di te, tanto per il passato (già nel XIX secolo, come hai visto, era sentito il problema della presunta incompetenza dei critici letterari), quanto per il futuro. Il presente buio, secondo me, non deriva soltanto da un fatto puramente economico e commerciale, ma ha molto a che fare con la politica, almeno da una quarantina d'anni a questa parte. L'arte è morta, è quasi del tutto vero. A volte vengono istituiti premi da assegnare ad un determinato scrittore (o vengono già prenotati i premi esistenti in suo favore) per un libro non ancora scritto. La seconda ipotesi si è verificata veramente, non è una delle mie solite iperboli. Comparsate televisive, libri e simili costituiscono spesso il primo gradino di una futura carriera politica. Ma a presentare il tuo libro in tv ci vai se sei almeno cugino di qualcuno già noto e bene inserito in un apparato che, per qualche ignoto motivo, viene definito culturale. Credi davvero che Pansa avrebbe avuto le attuali crisi di coscienza qualora non avesse già da tempo raggiunto una solida ed inattaccabile notorietà? Non posso affermarlo, ma un dubbio è legittimo. Del resto se alcuni hanno definito di destra la Fallaci, che di destra mai è stata, c'è qualcosa che non funziona, a parte i paraocchi, sempre in perfetta efficienza. Purtroppo le ideologie, ufficialmente sepolte, continuano a vegetare egregiamente e ciascuno di noi legge quello che vuol leggere, indipendentemente dal significato delle parole, e conseguentemente vede quel che vuol vedere. Per questo per il futuro, almeno per l'immediato futuro, non ho presagio di grandi prospettive di miglioramento. Non è mia intenzione lodarti, l'adulazione non è il mio forte, ma la tua indipendenza di giudizio costituisce, tra i bloggher (o blogger?), una eccezione. Scusami se sono stato serio: prometto che non lo farò mai più. Con molta cordialità. Valerio.
 
     
review
review il 10/03/09 alle 22:36 via WEB
Devo dirti che, da quando ho aperto il blog, questa è una delle pochissime volte in cui è stato possibile offrire alcuni spunti di riflessione, riuscendo a discuterne in modo sereno, anche approfondito, direi, e spassionato. Questo è dovuto anche e sopratutto alla tua intelligenza, una qualità oggi sempre più difficile da incontrare tra i blogger e nella vita di ogni giorno, compresa quella professionale. E così ti ho restituito la pariglia, per altro gradita. per quanto riguarda le tue considerazioni, che condivido, mi permetto di risponderti col le parole che h in precedenza dedicato al commento di una carissima amica. Oggi i canali attraverso i quali si arriva al successo sono quelli che ben conosciamo, ma a quale successo si arriva? Anche la critica d'arte, quella cinematografica, quella discografica, stanno attraversando una crisi che io ritengo irreversibile. I motivi ci sono e alcuni, credo determinanti, sono indicati chiaramente nel post. Ma se ne possono individuare anche altri. Uno su tutti. l'arte è morta. Provocatorio? Forse sì, forse no. A farla sopravvivere sono i critici, che continuano ad agitarsi fra una mostra del cinema e l'altra, fra un premio letterario e l'altro, fra una galleria e l'altra, tra un sito internet e l'altro, alla ricerca di un regista, o di un cantante o di un pittore, o di uno scrittore che possano rinverdire con la loro attività i fasti di altre epoche storiche, ormai passate e ormai troppo lontane. I critici continuano a fingere di aver trovato materia di cui parlare, perchè altrimenti dovrebb ero occuparsi di altro, ma ciò di cui parlano non esiste più, in realtà. In realtà oramai tutto ciò che poteva essere scritto, dipinto, scolpito, ripreso, messo in musica.....è già stato scritto, dipinto, ripreso, messo in musica, mentre tutto ciò che si continua a vedere è solo un banale, innocuo, malinconico "déjà vu", oppure un guazzabuglio di esperimenti senza nè capo nè coda, che solo i critici riescono a far passare e a far vendere come opere d'arte. Harold Bloom,il grande critico letterario statunitense,autore de “Il canone occidentale”, è ben conosciuto per le sue sue crociate anti Nobel. «L’hanno dato ad ogni idiota di quinta categoria — si lamenta — da Doris Lessing, che ha scritto un solo libro decente quarant’anni fa, e oggi firma fantascienza femminista, a Jean-Marie Gustave Le Clézio, illeggibile, a Dario Fo, semplicemente ridicolo». Persino Toni Morrison non sarebbe degna del premio: «Siamo vecchi amici e le voglio bene. Ma dopo Amatissima ha scritto solo supermarket fiction, perseguendo una crociata socio-politica. Eppure nell’era di Obama è obsoleto sostenere che la pigmentazione, l’orientamento sessuale o l’etnia di uno scrittore contino». Gli ultimi Nobel meritati? «Harold Pinter, una voce autentica, anche se discepolo di Beckett. E José Saramago, con cui ho litigato perché è uno stalinista che si è fatto espellere da Israele accusandolo di aver creato una nuova Auschwitz a Gaza».Grazie per la tua presenza e per il tuo bel commento. Buona serata. Nino
 
annagir1956a
annagir1956a il 09/03/09 alle 21:56 via WEB
mi è venuto in mnte, che una delle biblioteche( alternativa perchè tratta soprattutto temi di handicap o disagio ) ha una sezione in cui ognuno può portare libri che per vari motivi non ha più interesse a tenere e a gratis prenderne altri donati a loro volta da altre persone. un bel modo per rcliclare e sopratutto di far circolare la cultura. so che in inghilterra è un fenomeno ormai consolidato spriamo prenda piede anche da noi. ariciao anna
 
 
review
review il 10/03/09 alle 08:25 via WEB
Si tratta sicuramente di una iniziativa encomiabile e da incoraggiare. Buona giornata. Nino
 
riderturtle
riderturtle il 10/03/09 alle 07:55 via WEB
Quasi tutti i libri migliori che ho letto sono quelli che mi sono procurata seguendo i miei gusti e le mie idee, oppure a volte quelli che ho comprato solo perchè il titolo mi ispirava. Ottime letture (almeno secondo il mio parere). Un esempio: Madame Bovary di G. Flaubert; dopo aver letto questo stupendo romanzo ho letto un saggio su questo testo, scritto da Dacia Maraini che si intitola "Cercando Emma". Se non l'hai ancora letto mi permetto di consigliartelo. Leggerlo è stato entusiasmante e interessante come il romanzo di Flaubert. Buona giornata Nino, un bacione, Fausta.
 
 
review
review il 10/03/09 alle 08:29 via WEB
Interessanti considerazioni, ma certo, quando su va sui classici, difficilmente se ne rimane delusi. Le delusioni arrivano invece da ben altre letture. Uno dei romanzi più deludenti e più "irritanti" che io abbia mai letto, ad esempio, è stato il gettonatissimo "La solitudine dei numeri primi". Comunque, seguirò il tuo consiglio. Un abbraccio, Faustina.
 
ATLANTIDA
ATLANTIDA il 10/03/09 alle 08:49 via WEB
CIAO SCUSA LA MIA LATITANZA MA RIECCOMI PER UN AUGURIO DI UNA LIETA GIORNATA. MAURIZIA.
 
 
review
review il 10/03/09 alle 10:17 via WEB
Spero che tu stia bene e auguro anche a te una giornata serena. Un abbraccio. Nino:-))
 
princy.in.paris
princy.in.paris il 10/03/09 alle 16:54 via WEB
sai credo siano morte olte figure dal critico letterario a quello d'arte a quello discografico. Purtroppo oggi il talento ha altri ingredienti e non sempre è la bravura, la capicità o quel famoso Xfactor. Un bacio prof! :-)
 
 
review
review il 10/03/09 alle 18:58 via WEB
Oggi i canali attraverso i quali si arriva al successo sono quelli che ben conosciamo, ma a quale successo si arriva? Ma le riflessioni che ho cercato di sollecitare vanno aldilà di questo aspetto. Certo, anche la critica d'arte, quella cinematografica, quella discografica, stanno attraversando una crisi che io ritengo irreversibile. I motivi ci sono e alcuni, credo determinanti, sono indicati chiaramente nel post. Ma se ne possono individuare anche altri. Uno su tutti. l'arte è morta. Provocatorio? Forse sì, forse no. A farla sopravvivere sono i critici, che continuano ad agitarsi fra una mosttra del cinema e l'altra, fra una galleria e l'altra, tra un sito internet e l'altro, alla ricerca di un regista, o di un cantante o di un pittore che possano rinverdire con la loro attività i fasti di altre epoche storiche, ormai passate e ormai molto lontane. I critici continuano a fingere di aver trovato materia di cui parlare, perchè altrimenti dovrebb ero occuparsi di altre questioni, ma ciò di cui parlano non esiste più, in realtà. In realtà oramai tutto ciò che poteva essere scritto, dipinto, scolpito, ripreso, messo in musica.....è già stato scritto e tutto ciò che si continua a vedere è solo un banale, innocuo "déjà vu", oppure un guazzabuglio di esperimenti senza nè capo nè coda che i critici riescono a far passare per opere d'arte. Un abbraccio. Nino:-))
 
   
princy.in.paris
princy.in.paris il 11/03/09 alle 12:46 via WEB
mi torvi concorde su tutta la linea. Tornando alla tua domanda riguardo il successo a cui si arriva... credo che si solo il successo monetario. Ahimè.
 
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