Patchwork

Ciao Nino caro, io lavoro in un Istituto professionale e parlo con gli adolescenti, li consiglio per quello che posso...tutto vero quello che dici. Quello che ho imparato è che vanno ascoltati, sempre e sopratutto rispettati. Nella scuola, il luogo che più li assorbe, il più delle volte non c'è ascolto, sono pochi i professori che li guidano nella vita, che li ascoltano, che li guidano. E' grave quello che dico ma purtroppo vedo e ascolto. Se poi a questo aggiungiamo questa pazza vita che corre, corre e ti travolge e famiglie che nn sono più unite, bambini piccoli che vengono lasciati ore davanti a un televisore...piuttosto che , ad esempio impastare un dolce con la mamma, ecco che tutto si profila! Un abbraccio grandissimo

Ciao dolcissima. Che tenerezza i bimbi che impastano un dolce accanto alla mamma! Spesso però lo fanno davvero, ma quanto in fretta i loro interessi si rivolgono verso altre direzioni. Troppo presto smettono di essere bambini, per vivere da adulti senza essere nemmeno stati adolescenti. Un abbraccio grande. Nino

Ciao Nino stò ascoltando il grande Bocelli...sempre molto grande.....come il nostro Pavarotti..... ciao un abbraccio...buona serata

Questo è uno dei brani del suo ultimo disco. Tutti canti natalizi, ovviamente. Buona serata. Nino

Ho una figlia di 15 anni. E questo problema lo vivo direttamente. Vedo che questi ragazzi si clonizzano man mano che crescono. Portano lo stesso abbigliamento, tendono a pensare allo stesso modo, fanno tutto uguale… E’ qui che è importante intervenire come genitore da parte nostra e in veste di docente all’interno della struttura scolastica. Cercare di aiutarli nel loro percorso alla ricerca della propria identità, con costante attenzione a non sottovalutare il loro sentire. Far capire che devono trovare il coraggio di essere diversi dai suoi coetanei… L’adolescenza è un periodo di vita dove il ragazzo si sente sbagliato, fallito… noi genitori/docenti, aiutiamoli ad aumentare la loro autostima. Cerchiamo di essere presenti ed esempi per loro, con determinata fermezza. Aiutiamoli con la nostra costante matura presenza a crescere. Grazie Nino per questo spazio. Paola

Cara Paola, essere genitori è stato sempre difficile. O forse no. Penso alle antiche (ma nemmeno poi tanto) famiglie patriarcali nelle quali il trascorrere del tempo veniva scandito dal ritmo delle stagioni e dei rituali agricoli. Era un mondo completamente diverso, non so se peggiore o migliore. Migliore per tanti aspetti, peggiore per altri. Oggi, comunque, essere genitori (ma anche insegnanti) è davvero un compito difficile e non di rado frustrante. Quanta gioia programmare la nascita di un figlio, vederlo nascere e accompagnarlo, durante i primi anni di vita, con mille attenzioni e con uno smisurato amore. Quanta sofferenza vederlo crescere immaturamente e allontanarsi sempre più da noi nell'illusione vana di trovare compagnia, amicizia, amore, nella folla di giovani tra i quali quotidianamente vive e con i quali quotidianamente si confronta, cercando esempi e supporto. Ma tant'è! Oggi è questa la realtà. Io in qualche modo sono fortunato per avere figli già adulti e con famiglia. Le preoccupazioni di un nonno non mancano, ma non sono così pressanti come quelle che poteva dare occuparsi a tempo pieno dei propri figli. Coraggio, cara Paola e cerca, per quanto possibile, di essere comunque serena. Un abbraccio. Nino

Ciao! lascio traccia del mio passaggio qui dicendo che purtroppo i tempi del "sabato del villaggio" non ci sono più e se ne sente la mancanza... " La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dí di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella, incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dí della festa ella si ornava, ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch'ebbe compagni nell'età piú bella. Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giú da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore; e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dí del suo riposo. Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, e s'affretta, e s'adopra di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba. Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa ch'anco tardi a venir non ti sia grave. "

Ti ringrazio per questo tuo lungo e interessante passaggio. Certo il tempo passa, e passa per tutti. Ma c'è modo e modo di farlo passare. Ti lascio anche io una traccia, come ricordo offerto in ringraziamento a queste tue parole. "...È dentro noi un fanciullino, che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello...Non l'età grave impedisce di udire la vocina del bimbo interiore, anzi invita forse e aiuta, mancando l'altro chiasso intorno, ad ascoltarla nella penombra dell'anima . E se gli occhi con cui si mira fuor di noi, non vedono più , ebbene il vecchio vede allora soltanto con quelli occhioni che son dentro di lui, e non ha avanti sé altro che la visione che ebbe da fanciullo...9G. Pascoli - IL FANCIULLINO-). Un caro saluto. Nino

Bella! grazie. Un caro saluto. Max

bel post.. pieno di verità.. verita negate, ma esistente... un buon pomeriggio Nino

penso che manchi la famiglia accogliente come una volta... ..un saluto ed un augurio ..grazia^^

Cara Grazia, anche in passato non sempre tutte le famiglie erano "accoglienti", eppure i giovani non si consumavano di vaquità fino al punto di bruciare la loro stessa vita. Oggi accade e le cause sono molto più di una sola. Un caro saluto. Nino