Frammenti di...

Questa mattina alle 6 è scattata la tregua negoziata dal Premier israeliano Olmert che ha risposto favorevolmente alla proposta di un cessate il fuoco lanciata dal Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen. Insomma stop ai lanci di razzi palestinesi dalla Strisci di Gaza verso Sderot, città israeliana vicino al confine, in cambio di un ritiro delle truppe israeliane Gaza Strip.
Ma la tregua si è subito dimostrata fragile, perchè la Jihad islamica e le brigate Ezzedin al-Qassam (il braccio armato di Hamas), hanno lanciato razzi prima e dopo l'inizio della tregua, affermando che non rispetteranno il cessate il fuoco fin quando i militari israeliani non si siano ritirati anche dalla Cisgiordania.
Israele afferma che l'accordo per il ritiro riguarda solo la Striscia di Gaza e non la Cisgiordania e Ghazi Hamad, portavoce dell'esecutivo Palestinese dice che il governo si impegna a parlare con i gruppi armati che hanno violato la tregua.
Secondo l'organizzazione umanitaria palestinese Pchr-Gaza, le operazioni militari israeliane iniziate il 25 giugno scorso in risposta al rapimento del caporale israeliano Ghilad Shalit da parte miliziani legati a Hamas,  ha provocato la morte di 453 palestinesi e il ferimento di 1500.
Questa tregua, seppur fragile, può essere un'opportunità per riprendere un dialogo per la pace. L'ottimismo di politici israeliani e palestinesi è molto, ma bisogna vedere le reali intenzioni delle due fazioni. Troppe volte nel conflitto israelo-palestinese a dichiarazioni distensive sono seguite drammatiche azioni militari.