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La ThyssenKrupp e gli operai eroi-comunisti.

Post n°382 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da JonathanLivingston.G
Foto di JonathanLivingston.G

Quello che più mi fa schifo è che, invece di pensare a risolvere il problema della sicurezza in fabbriche e cantieri, imprenditori e politici sfruttino tragedie come quella avvenuta a Torino nel dicembre scorso, per trarne vantaggi o per gettare fango sui sopravvissuti.

Questo è il quadro che emerge da alcuni documenti sequestrati dagli inquirenti negli uffici ternani della multinazionale tedesca dell'acciaio, e nelle abitazioni dei dirigenti indagati per omicidio colposo (l'ad Harald Espenhahn, Gerald Priegnitz e Marco Pucci), in cui i dirigenti commentano, a dir poco cinicamente, le tragiche sorti degli operai morti, pensando addirittura in futuri provvedimenti disciplinari per gli operai che si sono esposti pubblicamente per denunciare le scarse condizioni di sicurezza degli impianti torinesi. 

Fra i documenti sequestrati spicca una nota dove si analizza la storia e la realtà della città di Torino, dove esiste — registrano i funzionari ThyssenKrupp — "una lunga tradizione sindacale di stampo comunista", e dove già negli anni precedenti alla tragedia le "condizioni ambientali" apparivano sfavorevoli al mantenimento dell'attività produttiva.
La nota accusa anche gli operai sopravvissuti, parenti ed amici delle vittime, di protagonismo, e i media italiani di averne fatto degli intoccabili eroi, verso cui l'azienda non potrà nell'immediato prendere provvedimenti disciplinari, proprio per la sensibilità che l'opinione pubblica ha loro dimostrato. Un licenziamento oggi determinerebbe rivolte popolari contro la TK, domani, spenti i riflettori e sedati gli animi, e soprattutto trovato dei legali dell'azienda qualche cavillo legale, il licenziamento sarebbe normale amministrazione. 

Nel J'accuse i dirigenti della ThyssenKrupp, infine, riflettono sulla situazione politica italiana, facendo notare come un governo Prodi in crisi possa trarre vantaggio dall'estrema attenzione dei media sul rogo di Torino, che distrarrebbe gli italiani dai temi più urgenti di politica interna.

Una vergognosa riflessione quella scoperta dagli investigatori, che dimostra quanto questo genere di imprenditoria, che pure è sempre aiutata dalla politica con continue facilitazoni e sgravi fiscali, con scarsità di controlli, fatti spesso con entrambi gli occhi chiusi, sia lungi dal preoccuparsi delle condizioni lavorative e salariali degli operai, attenta solamente ad ingrandire il proprio business, con un'irriverenza massima nei confronti della morte e non solo.

 
 
 
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