IO CE L'HO PROFUMATO

PIZZE E SCAMBI

Capita spesso che qualcuno ci dica "una di queste sere organizzo una rimpatriata e andiamo tutti a cena fuori", pur sapendo che non lo farà mai.
Il mio amico Sandro no, lui è un pizza planner, lo dice e lo fa davvero.
La prima volta che ti arriva una convocazione, pensi "bravo Sandro, sono proprio contento di passare una serata con lui e tutti gli amici".
Arrivando in pizzeria, però, ti accorgi che Sandro ha un concetto di tutti diverso dal tuo. Non trovi tutti gli amici comuni, no. Trovi tutti  i pezzi del puzzle della SUA vita attuale, ognuno assolutamente ignaro dell'esistenza degli altri.
Come se non bastasse, Sandro è pure un ritardatario cronico, e arriva ad ogni appuntamento almeno tre quarti d'ora dopo l'orario stabilito. Quarantacinque lunghissimi minuti, durante i quali alcuni perfetti sconosciuti, affamati e incazzati, dividono il tavolo. Il che, talvolta, può provocare dei problemi.

L'ultima volta, mi aveva preannunciato l'elenco degli invitati: io, lui, le nostre mogli, una coppia di neocatecumenali con undici figli (fortunatamente non al seguito) conosciuta al corso prematrimoniale, la maestra di suo figlio, una coppia di suoi vicini di casa (scambisti, secondo lui), un vigile che gli aveva abbuonato una multa per divieto di sosta, un culturista con la moglie, due consiglieri comunali di maggioranza, un consigliere provinciale di opposizione (che, però, al comune è maggioranza), un primario di urologia in pensione, l'impiegata di banca che gli aveva istruito la pratica per il mutuo, il portiere della sua squadra di calcetto, tre professoresse brutte amiche di sua cognata, il commercialista del suo gommista, il gommista del suo commercialista.
Nell'attesa del regista della serata, avevamo cominciato a prendere posto.
Io avevo da un lato mia moglie, impegnatissima a dire peste e corna della Gelmini con le sue vicine, le professoresse brutte, e dall'altro alcune sedie vuote.
Osservando, di fronte a me, i due neocatecumenali che parlavano con il culturista e sua moglie, sghignazzavo interiormente, pensando al tentativo di conversione in atto. Dovevano essere pure convincenti, perché i bicipiti del fustacchione (notoriamente sede delle sue cellule cerebrali) erano un po' contratti.
A un certo punto, però, è arrivata la coppia dei sospetti scambisti, e si è venuta a sedere proprio nei posti liberi accanto a me.
Mo', si fa presto a dire "retrogrado". Io non ho nulla contro gli scambisti (per carità, sono assolutamente fatti loro), né posso vantare trascorsi, in merito.
Però, dall'alto dell'esperienza fatta alle elementari, con le figurine dei calciatori, sento di poter affermare che ognuno ha una sua quotazione. Se io volevo la figurina di Gigi Riva, mica potevo dare in cambio quella di Giubertoni, no?
E allora, io dico: sei brutto e, com'è nella logica delle cose, hai la moglie racchia. Se tenti di rifilarla per un po' a un altro, hai tutta la mia comprensione. E capisco pure che, una volta fatto il colpaccio, non ti stia tanto bene di avere in cambio un'altra racchia.
"Racchia per racchia, mi tengo la mia", più che comprensibile.
Però, in tutto questo, io che c'entro? Te l'ho venduta io, forse? E allora, perché cerchi di attaccare bottone? 

"Ci conosciamo, se non sbaglio"
"No, non mi sembra" (e non tentare di darmi la mano, chissà cos'hai toccato)
"Ma sì, un paio di mesi fa, a casa di Sandro. E lei è tua moglie, vero?"
"Ehm..... sì" (le toglieresti, però, quegli occhiacci bavosi dal sedere?)
"La mia, la conosci?"
"No, non ho il piacere. Molto lieto" (molto lieto di non conoscerla, sia chiaro)
"Ma sì che ci conosciamo"
"Scusami, purtroppo ho una pessima memoria" (per le racchie, soprattutto)
"Io, invece, quando vedo una persona, non la dimentico più"
"E' una fortuna essere così" (e grazie, hai pure lo strabismo di Venere, guardi il viso e il pacco contemporaneamente)

Dopo qualche minuto barricato in difesa, nel disperato tentativo di portare a casa un onorevole zero a zero, ho finto di parlare al telefono e ho detto a mia moglie che dovevamo andare, perché la bimba piangeva.
Mentre ci alzavamo, ho incrociato Sandro che, invece di scusarsi per il ritardo, mi ha sussurrato ridendo "che fai, scappi in chiesa? Ti hanno già convertito?"
Convertito? Perché, erano quelli i neocatecumenali? Ah! Lo vedi che ho davvero una pessima memoria? Lo dicevo io che il culturista aveva i bicipiti troppo tesi.
Ehm..... mia madre dice che la bimba si è tranquillizzata.
Mangiamoci 'sta pizza, dai, che non ci vedo più dalla fame.