IO CE L'HO PROFUMATO

NOMI E SOPRANNOMI

Un soprannome!
Grande idea, quella di xmolina, per il ragazzetto del mio ultimo post.
E' un vero peccato che nessuno di noi ci abbia pensato, all'epoca.
Di certo la madre non si sarebbe opposta, non le sarebbe parso vero di avere anche un quarto nome con cui chiamarlo. O un quinto: chi può dire che non usasse anche il cognome, quando gli parlava?
Ci sarebbe voluto un soprannome augurale. Magari, per incoraggiarlo a solcare i mari con audacia, il nome di un pesce gagliardo: barracuda, o squalo, o piranha.
Non trota, insomma, anche perché temo che, su quello, ci sia il copyright.
Oppure, un soprannome da pubblicità occulta. Vista la sua timidezza con le ragazze, qualcosa che alludesse alla sua virilità.
Che ne dite di Long John Silver? Bello, vero? La madre, però, lo avrebbe chiamato, a rotazione, anche Long Tony Silver e Long Frank Silver.
Meglio Rocco lo sventrapapere. Un po' grezzo, ma diretto. Forse non sarebbe stata troppo occulta, come pubblicità, ma almeno avremmo avuto noie solo per quella ingannevole, col garante della concorrenza.
Ci sarebbe voluto un bel soprannome, insomma, ma non descrittivo.
Anche perché, più ci penso e più me ne convinco, l'unico descrittivo che gli sarebbe calzato a pennello era quello con cui un mio amico napoletano chiamava suo fratello: MOLL' E MUTANDA.
Perfetto, era proprio lui, omen soprannomen: un elastico di mutanda, allargatosi a causa dei lavaggi, così moscio che tiene e non tiene.
Avrebbe messo d'accordo tutti, persino la madre. Anzi, soprattutto lei.