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LA RAGAZZA DELLA FOTOGALLERY

Post n°72 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da giginosco
 

Volevo assolutamente conoscere la ragazza della fotogallery, era una questione di principio, oltre che di libido.
Mi sono messo d'impegno e, pian piano, commentando qualche foto, inviandole qualche messaggio, sono riuscito a suscitare sempre più il suo interesse, fino ad avere con lei un rapporto molto confidenziale, un vero e proprio flirt on line.
Anche lei si era invaghita di me, diceva di essere molto lusingata dal fatto che un uomo con le mie esperienze, i miei impegni, le mie amicizie, trovasse un po' di tempo da dedicare a lei. Che era sì una bella ragazza, ma certo non come quelle che le avevo confidato essere le mie fidanzate segrete, e cioè Shakira e Gisele Bundchen, con le quali avevo una torbida relazione a tre, che si consumava nottetempo nella mia casa di Montmartre.
Forse si è già capito, ma non ero stato proprio sincero sincero, nei miei racconti, à la guerre comme à la guerre, dopotutto. E più lei si dimostrava affascinata, più le palle aumentavano di volume.
Ad esempio, dapprima le avevo detto di aver vinto un torneo amatoriale di tennis, e poi, col passar dei giorni, i campionati regionali, quelli italiani, di essere arrivato in semifinale a Wimbledon.
Le avevo via via rivelato di aver scalato Gran Sasso, Cervino, Monte Bianco, K2, K3, K11, K23.
Di conoscere Montezemolo, di essere il braccio destro di Montezemolo, di essere Montezemolo, di essere due Montizemoli.
Una sera stavo per confessare, ma la pubblicazione di una sua foto in costume da bagno fece, al contrario, crescere di 15 metri il mio yacht privato e di uno zero il mio conto in banca. Dopotutto, ero sicuro che non ci saremmo mai incontrati.
Finché, lo scorso sabato, ha insistito perché andassi a cena a casa sua: festeggiava il compleanno, era l'occasione giusta per conoscerci di persona, c'era anche la sua famiglia, non potevo proprio mancare, ci teneva moltissimo.
Inizialmente ho declinato l'invito, proprio quella sera avrei dovuto presiedere l'assemblea degli azionisti della Nokia. Di certo le avrei telefonato per gli auguri, sempre ammesso che lì il cellulare prendesse. Poi, però, mi ha inviato via mail una foto a torso nudo, aveva scritto col rossetto "VIENI?" tra le tette, in verticale, ed ho ceduto.
Sono arrivato a piedi (è poco fine sfoggiare la Cadillac), indossando con sperata disinvoltura lo smoking prestatomi dal mio amico Franco il marchigiano, che lo custodiva nell'armadio come una reliquia, ricoperto da cinque strati di cellophane, ed aveva minacciato di gonfiarmi come una zampogna, se glielo avessi rovinato. Camminavo un po' sulle punte e con le mani alzate come il papa benedicente, perché Franco è alto almeno cinque centimetri più di me.
Mi si sono fatti tutti incontro, e lei mi ha abbracciato commossa, sotto lo sguardo compiaciuto di mamma, papà, nonna, zii, madrine di battesimo e cresima, cugini e cugine. Da quel punto, però, tutto ha cominciato a girare storto.
Il posto a me riservato era tra la festeggiata e l'amatissima nonna, ma di fronte avevo i tre cugini giovani. Stronzi, ma così stronzi che più stronzi non ne ho mai visti.
Hanno cominciato a farmi bere, chiacchierando del più e del meno, e, man mano che i riflessi si allentavano, mi facevano domande sempre più precise sulle mie imprese, di cui la cugina, stronza pure lei, aveva loro parlato.
Io nicchiavo, la mia naturale modestia mi impediva di raccontare, ma ad un certo punto, ormai prossimo al coma etilico, sono passato all'attacco, ed ho cominciato a vuotare il sacco. Su tutto. Sulle perversioni sessuali di Gisele, sui debiti di gioco di Montezemolo, sulle splendide margherite che avevo raccolto in cima al Monte Bianco, sulla tattica studiata per battere Connors, sui topless che erano la divisa dell'equipaggio del mio yacht. Devo anche aver alzato un po' la voce, perché il padre, dall'altro capo del grande tavolo, mi ha chiesto, mentre mi vantavo del poker di K che avevo scalato, "conosce il gruppo del Karakorum?"
Ho sorriso, pensando "questa la so", ed ho biascicato "azz, she lo conoshco..... UISCHÌPP DLAAÀIT FENDÈNGOOOOOOOO..... però sho' meglio i crìdenz, vuoi mettere praudmèri..... ROOOLLIN ROOOOOO.....". Non sono riuscito a terminare l'assolo, perché alla "o" del secondo "rolling" ho vomitato la cena sulla cofana della nonna, e sono svenuto.
Non ricordo quasi più niente, se non la voce della madre che diceva "ma dove cazzo l'hai pigliato a questo?" e quella della mia bella giuda iscariota che ordinava ai cugini di buttarmi fuori a calci in culo.
Mi sono svegliato all'alba, su un bidone della raccolta differenziata, in mutande, che quei tre stronzi si sono fottuti lo smoking..... e mo' Franco mi dà pure il resto.

 
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