RANIERI VUOLE I PUNTI-SCUDETTO: "VINCERE PER BRACCARE L'INTER"
Stasera all'Olimpico di Torino i bianconeri cercheranno di affondare il Milan per restare agganciati al treno scudetto. Molti indisponibili da ambo le parti. Ranieri deve rinunciare a Camoranesi (non convocato per l'infortunio alla spalla), ma ritrova Sissoko e Brazzo Salihamidzic. Il Milan perde Flamini, ma probabilmente recupera Kakà. Il tecnico della Juve vuole i 3 punti: "È il momento di vincere una classica. Non è una partita decisiva, ma chi perde dovrà fare gli straordinari. Questo è il vero derby d´Italia. Sono contento per Zanetti: ha assorbito le fatiche del mercoledì europeo. Ho sperato di avere Camoranesi però ha anche dolore, difficile rischiarlo". Il dispiacere dell'italo-argentino: "Mi dispiace, ma col Milan non ci sarò. In queste due settimane mi sono allenato, anche se sentivo dolore, ma ancora non sono pronto per una partita vera, dove ci sono contrasti veri. Credo di aver preso la decisione giusta, perchè giocando in queste condizioni avrei corso troppi rischi". Amauri: "Ci serve la partita perfetta, ma batterli non diventi un'ossessione. Segnerà il brasiliano giusto, cioè io: magari in rovesciata". Numeri da record per il big-match: in campo 44 scudetti, 9 Champions, 4 Palloni d’Oro e 8 campioni del Mondo! Mercato, Diego-Hamsik diventa un intrigo tra Juve e Napoli. De Laurentiis può vendere il suo gioiello al Real per reinvestire i soldi sul brasiliano. Ma i bianconeri sono favoriti. Seguito anche Modric, regista del Tottenham.
RANIERI: "E' IL MOMENTO DI VINCERE UNA CLASSICA" - Repubblica - Signor Ranieri, Camoranesi ce la farà a giocare contro il Milan?
«Ci ho sperato, ma non contrasta, teme di farsi male cadendo, ha ancora dolore. Non era proprio il caso di rischiarlo».
Pensa invece che i rossoneri riusciranno a recuperare Kakà?
«Non mi sorprenderò quando lo incrocerò nel sottopassaggio. Partite come questa le vuoi giocare a ogni costo».
E Zanetti? Come ha assorbito le fatiche di mercoledì?
«Stava molto bene già il giorno dopo la partita con il Bate Borisov. Il fatto che dopo pochi minuti si sia tolto la fasciatura alla coscia è stato un gran bel messaggio psicologico. Significava che non aveva più bisogno della protezione, e tra il beneficio e il fastidio di indossarla, si è tolto il fastidio».
Shevchenko sostiene che, vista la bacheca delle due squadre, il vero derby d´Italia è Milan-Juventus. È d´accordo?
«Sì, il vero derby d´Italia è questo. Non dimentichiamoci che il Milan è campione del mondo in carica. Non è una partita normale».
Si può dire che, paradossalmente, sia più importante di quella con l´Inter?
«No, è importante alla stessa maniera. Fare bene contro il Milan significherebbe molto anche se, al tempo stesso, il risultato non darà verdetti definitivi. Però vincere ci permetterebbe di guadagnare tre punti sui rossoneri e di mantenere inalterato il distacco dall´Inter. Il bello del calcio è che non sempre vince la squadra più forte, e finché la matematica non ha dato il suo verdetto non puoi essere sicuro di avere vinto nulla».
Ma perdere oggi non sarebbe una condanna?
«Chi finirà a -9 dovrà fare degli straordinari pazzeschi per recuperare, perché l´Inter che sta spingendo molto da quando è iniziata la salita. L´importante è che qualcuno le tenga la ruota».
Firmerebbe per mantenere questo distacco fino alla sosta di Natale?
«Si potesse diminuire il -6 sarebbe meglio? Non firmo mai per nulla, io».
È corretto dire che oggi verrà nominata l´anti-Inter?
«Per il solo fatto che siamo tutt´e due là dietro, significa che entrambi siamo l´anti-Inter. Se restassimo solo noi a inseguire sarebbe un guaio, preferisco che il gruppo degli inseguitori sia folto, in modo che il campionato diventi più interessante».
Ha preparato accorgimenti particolari per disinnescare Ronaldinho?
«Ci sono giocatori che da soli valgono il prezzo del biglietto e il brasiliano è uno di questi. Ronaldinho è capace di magie che illuminano le notti, dovremo essere capaci di spegnerlo. Ma per fermare il Milan dovremo staccare la corrente alla centrale».
La centrale elettrica rossonera è Pirlo?
«Sì, e gli avversari del Milan l´hanno capito perché ormai tutti mettono uno giocatore che tenti di oscurare Pirlo. Però Ancelotti ormai lo sa, tant´è vero che spesso Pirlo si sposta più avanti».
Quanto peserà, per il Milan, l´assenza di Gattuso?
«Lo sappiamo tutti che Rino è il leader carismatico, l´uomo che provvede all´innalzamento della grinta. Da sportivo, il suo infortunio mi dispiace molto. Mi bastava che saltasse la partita di stasera per squalifica. Gli auguro una pronta guarigione».
Quanto vi manca, in campionato, un successo di prestigio, visto che avete perso con Inter e Napoli e avete pareggiato con la Fiorentina?
«È importante avere continuità. Però, all´interno di un ciclo di partite positive, ci manca vincere una classica».
L´anno scorso batteste le grandi ma perdeste molti punti per strada quando incrociaste squadre più abbordabili, mentre quest´anno la tendenza sembra diversa. La possiamo considerare definitiva?
«No, perché prima di analizzare le caratteristiche di un gruppo bisogna aspettare almeno tre quarti di campionato. In questo momento, ogni giudizio è provvisorio».
JUVE-MILAN, FUORI LA SECONDA - La Stampa - Assemblate per la stessa missione, dar la caccia all’Inter, ma con manuali d’istruzioni opposti, Juve e Milan si sfidano stasera all’Olimpico con il rischio reciproco di vedere stracciato il progetto ancor prima di Natale: concendendo i tre punti del pomeriggio all’Inter (a San Siro contro il Chievo), uno stop dannerebbe la perdente a meno nove. Una parete, più che una salita, per restare alle metafore ciclistiche che Ranieri maneggia da una settimana: «Penso ci sarebbe ancora margine per recuperare - ha detto il tecnico bianconero - però chi perde sarà poi costretto a fare degli straordinari pazzeschi, perché l’Inter sta spingendo all’inizio della salita. E bisogna che qualcuno resti a ruota». Non è solo un incrocio di calci e pedate, Juve-Milan, piuttosto un confronto tra due modi di riedificare il pallone, e di venderlo, due dottrine: pragmatismo contro estetica, banalizzando, ma mica tanto. A metà cammino dell’anno passato, i bianconeri s’ggrapparono alla ruvida potenza di Sissoko per acciuffare la Champions e, nelle compere di quest’anno, al talento di Amauri abbinarono la cruda praticità di Poulsen. Dopo aver a lungo pedinato Xabi Alonso. Società e tecnico, pilotati dalla stessa filosofia: mattoni e cemento in mezzo, inventiva sulle corsie, talento davanti. Intanto a Milano, più che una squadra, pareva attrezzassero uno spettacolo, quale in effetti fu lo sbarco di Ronaldinho a San Siro. Per non parlare del ritorno di Shevchenko, oscurato, si narra, perfino a Galliani: il figliol prodigo lo volle Berlusconi. Pronti ad aggiungere nel carrello di gennaio la faccia hollywoodiana di David Beckham. «Ci volevano centrocampisti e difensori», ha rispolverato la previsione estiva Piersilvio Berlusconi: un’idea che pare avesse pure Carlo Ancelotti. Ignorato, l’allenatore ha rischiato il posto, ma poi s’è risollevato: giornata più giornata meno, lo stesso destino capitato a Ranieri. Due che hanno quasi lo stesso obiettivo: quasi, perché nella versione dello juventino, quelli scattati con l’obbligo dello scudetto sono Inter e Milan. Se piacciono le etichette, una l’ha attaccata in settimana Sheva: Juve-Milan è il vero derby d’Italia. Ha confermato, Ranieri: «È il vero derby d’Italia, perché non dimentichiamo che il Milan è campione del mondo per club: affronteremo una squadra con la esse maiuscola». Resta da incollarne un’altra, di etichetta: quella di anti-Inter. Ancora l’allenatore bianconero: «Di certo far bene contro il Milan significherebbe molto. Ci farebbe molto piacere vincere, ci permetterebbe di guadagnare tre punti su di loro e di rimanere alla stessa distanza dall’Inter. Dovremo fare come nel ciclismo: qualcuno deve seguirla a ruota». Sarebbe il primo scalpo nobile in Italia, come lo è stato quello del Real Madrid in Europa: «L’importante è avere continuità, e per averla bisogna vincere anche una classica: questo ancora ci manca». Per riuscirci, un consiglio l’ha dato Amauri: «Serve la partita perfetta, anche se battere il Milan non deve diventare un’ossessione». Un augurio se l’è fatto, però: «Spero che alla fine vinca l’unico brasiliano della Juve, e non quelli del Milan». In bilico Kakà, la bandiera l’isseranno Pato e, soprattutto, Ronaldinho: «Ci sono giocatori che da soli valgono il prezzo del biglietto - ha ammesso Ranieri - e Ronaldinho è uno di questi: è capace di magie, di cose che illuminano la notte. Noi dovremo cercare di spegnerlo, anche se il Milan non è solo lui. Dovremo spegnere la luce a tutta la centrale». Forse Pirlo: «Sì, ma tanto loro sono già abituati a queste mosse». Di certo, peserà la trincea a metà campo: Sissoko («Ha avuto l’influenza di un giorno») e Marchisio, o Zanetti, nell’unico piccolo dubbio della vigilia. Il resto è scritto dalla squalifica di Legrottaglie (al suo posto Mellberg) e dalla spalla di Camoranesi: «Non ce la fa, ha ancora dolore quando calcia - ha spiegato il tecnico - non va in contrasto, ha paura di cadere. Abbiamo sperato, ma se non è guarito non possiamo forzare». A recitare senza attori, ormai, la Juve c’è abituata, pure centrando risultati: in fondo, lo show, tocca agli altri.
SOLDATINI DI FERRO CONTRO STELLE: LE DUE STRADE PER TORNARE A VINCERE - Repubblica - Le figurine del Milan, i soldatini di ferro della Juventus: ognuno colleziona quello che preferisce, c´è chi non scambierebbe un Ronaldinho per due Sissoko (e chi sì, ovviamente), di sicuro non lo farebbero rossoneri e bianconeri, che hanno maniere opposte per tentare di vincere. I fuoriclasse ci sono di qua e di là, ma per il Milan sono un mezzo, per la Juve un fine. Ancelotti - su ordine di Berlusconi ed esecuzione di Galliani - è obbligato a produrre bellezza, il gioco deve essere di qualità per statuto aziendale. Più dell´estetica del gol, conta quella della costruzione del medesimo. Se poi i giocatori bravi sono anche famosi - più esattamente: mediatici - è ancora meglio, perché il Milan cura l´immagine, insegue la popolarità, si finanzia attraverso lo spot di se stesso e in questo modo vince anche moltissimo, più all´estero che in Italia perché oltre le Alpi spesso s´impone chi fa correre il pallone, piuttosto di chi gli corre dietro. Qualche volta la collezione di figurine presuppone qualche doppione, o l´immagine di qualche album un po´ passato (Rivaldo, Ronaldo ma non Ronaldinho). In ogni caso, le trasfusioni di brasiliani sono assolutamente in linea con la strategia. A gennaio arriverà anche Beckham che - aldilà delle mutande firmate, della pettinatura curata e della moglie vamp - resta un gran bel giocatore e un serissimo professionista, tant´è vero che Capello (un pragmatico, non un esteta) continua a tenerlo da conto. Per la Juve le stelle sono, per andare sul classico, le ciliegina su una torta di ingredienti sostanziosi. «Siete sicuri che sia meglio comprare un campione che non due o tre elementi di medio-alto livello? Io preferisco avere uno zoccolo duro il più ampio possibile e poi, semmai, alzarne la qualità», illustra Ranieri. I bianconeri si poggiano sui muscoli, sulla potenza, sull´aggressività, sull´affidabilità. I campioni, che non mancano, intervengono dopo che i gregari hanno colmato la differenza scavata dalla classe altrui. Il bel calcio juventino esiste soprattutto negli ultimi trenta metri, laddove sale il livello di classe: ci sono le punizioni di Del Piero, le folate di Nedved, i dribbling di Camoranesi e, da poco, il talento di Amauri, unico brasiliano di una squadra che, storicamente, il Sudamerica l´ha sempre trascurato: «Spero che domani segni il brasiliano giusto, cioè io. Magari in rovesciata». Ancelotti confessa che «Del Piero l´avrei portato volentieri al Milan», e ci provò anche. Del Piero e Ronaldinho rappresentano benissimo le due squadre, le loro differenze, le due filosofie. Due fuoriclasse di livello quasi analogo, ma lo juventino ricama solo il necessario, corre moltissimo, impone e si impone sobrietà mentre il milanista luccica di orecchini e colpi di tacco, carezza palloni, non si sfianca in rincorse, vuole al fianco gente come lui anche se con Kakà (in fondo, però, il meno brasiliano tra i fantasisti brasiliani) deve ancora perfezionare il dialogo. Del Piero sta durando moltissimo perché si sente la Juve sulle spalle, il Milan preferisce distribuire il peso delle responsabilità soprattutto da quando hanno smesso i leader di una volta (Baresi, Costacurta, Tassotti, lo stesso Ancelotti: resiste solo Maldini) che nella Juve, d´altronde, ci sarebbero stati a meraviglia.
CAMORANESI NON CONVOCATO - Tuttosport - Camoranesi non recupera dal problema alla spalla e salterà il big match di domani col Milan. La conferma è arrivata oggi da Claudio Ranieri, che non lo ha convocato per la gara coi rossoneri: «Non ce la fa- ha detto l'allenatore bianconero- ha ancora dolore quando calcia. Non è pronto». In compenso, il tecnico bianconero potrà contare su Momo Sissoko. Il maliano, costretto ieri ad allenarsi al coperto per un attacco influenzale, è infatti tornato a disposizione. Nella lista dei convocati c'è anche Hasan Salihamidzic. Questa la lista dei 20 convocati da Ranieri per il Milan: Chiellini, Mellberg, Zanetti, Salihamidzic, Amauri, Iaquinta, Del Piero, Nedved, Chimenti, Manninger, Marchisio, Giovinco, Grygera, Sissoko, Ekdal, Molinaro, De Ceglie, Marchionni, Ariaudo, Pinsoglio.
IL DISPIACERE - «Mi dispiace, ma col Milan non ci sarò». Mauro Camoranesi parla con un filo di voce, con gli occhi di chi voleva essere protagonista e, invece, si deve accontentare del ruolo di semplice spettatore. Per colpa di una spalla che lo tormenta da tempo: «Credo di aver preso la decisione giusta- ha spiegato il centrocampista della Juve- perchè giocando in queste condizioni avrei corso troppi rischi. In queste due settimane mi sono allenato, ho lavorato anche se sentivo dolore, ma ancora non sono pronto per una partita vera, dove ci sono contrasti veri. Sono veramente molto dispiaciuto- ha aggiunto Camoranesi- perchè queste sono le partite più belle da giocare, dove ci si diverte e si cerca di mettersi in nostra. Gara decisiva? Direi di no, vale tre punti. Contro una squadra di prestigio, certo, ma sempre tre punti sono. Il campionato vero non comincerà prima di febbraio-marzo».
AMAURI: "SOGNO UN GOL IN ROVESCIATA" - Tuttosport - «Dobbiamo cercare la vittoria, ma senza farcene una ossessione: Juve-Milan non decide niente. Chi vince fa un passo avanti ma non riuscire a ottenere un successo ci sta per entrambe le squadre». Il brasiliano Amauri, protagonista insieme a Chiellini, De Ceglie, Camoranesi e Legrottaglie di un divertente spot per la Costa Crociere presentato stasera a Torino e prossimamente in onda su varie emittenti, cerca di allentare la tensione del risultato a tutti i costi per il big-match di domani, che sarà anche un derby tra brasiliani: «Spero che segni l'unico in forza alla Juventus - ha detto Amauri -. Magari in rovesciata, anche se magari mi succederà in un'altra occasione, quando meno me lo aspetto. Certo, sarà una partita difficile. Il Milan non è solo Ronaldinho e Kakà, ma una avversaria molto forte. Kakà non si può fermare quando ha la palla giusta. È un giocatore straordinario».
PARTITA PERFETTA - «Quindi - ha continuato l'ex bomber del Palermo - si può solo fare un gol più dell'avversario. Il Milan si può battere giocando una partita perfetta e sbagliando il meno possibile, come la Juve ha fatto negli ultimi tempi, mostrando una mentalità che senz'altro è quella giusta. Anche a San Siro con l'Inter l'abbiamo messa in mostra, sebbene non siano arrivati punti: l'unico elemento negativo, in quella serata, è stato il risultato».
CHI TOGLIERE AL MILAN - Alla classica domanda su quale giocatore toglierebbe tra gli avversari, la risposta è sincera: «È un lavoro inutile, perchè se togli uno ce n'è un altro di pari valore a sostituirlo».
LA SCELTA - Il brasiliano ignorato dal suo ct Dunga non solo non ha rimpianti per non essersi unito, l'estate scorsa, alla colonia di connazionali in rossonero, ma ribadisce di aver fatto la scelta migliore: «La Juve - ha spiegato Amauri - è stata la prima a cercarmi e l'unica a credere veramente in me, a mostrare fiducia in me. Sono molto contento di questa scelta. La classifica cannonieri? Non ci penso. Se il primato arriverà senza cercarlo, bene, altrimenti è il bene della squadra il valore che mi interessa di più, la vittoria indipendentemente da chi segna».
SI FERMA ANCHE FLAMINI: "QUI SERVE BABBO NATALE" - La Stampa - Kakà sale sul pullman diretto a Torino scuotendo la testa, Flamini, si trascina il trolley con sguardo ancora più cupo. Sembra il viaggio della speranza, invece, è soltanto la vigilia sfigata di Juventus-Milan. Carlo Ancelotti cerca di tenere alto lo spirito della squadra, ma l’emergenza che ha sotto gli occhi fa venire i brividi. Le sue convinzioni tattiche sono finite nel cestino dei rifiuti perché adesso c’è un assetto da inventare all’ultimo minuto. Tutto dipende dalla pubalgia di Kakà e dalla caviglia sinistra di Flamini, se la gara fosse da giocare subito non ci sarebbe una minima speranza di vederli in campo. Flamini è fresco d’infortunio: durante la partitella di ieri infatti ha respinto un tiro di Zambrotta con il piede molle e l’ha sentito girare in maniera inequivocabile; Kakà, invece, ha iniziato il riscaldamento e appena si è mosso con più energia ha sentito una fitta insopportabile al pube. L’unica strada percorribile è quella di un antidolorifico ma potrebbe non bastare. Scatta dunque il piano B, quello d’emergenza che prevede la presenza in campo dal primo minuto di Seedorf al posto del brasiliano e di Emerson in sostituzione del francese. Flamini rispetto a Kakà ha molte più probabilità di finire in tribuna perché la caviglia in serata è gonfiata. C’è poco da inventare per sopperire alla sua assenza, Emerson che tra l’altro è reduce da una botta alla schiena è quello che in fase di copertura garantisce qualcosa di più, l’alternativa più avventurosa sarebbe quella di spostare Jankulovski a centrocampo e in difesa inserire Favalli. Altrimenti c’è Antonini che non stecca mai le occasioni che contano. La presenza del Puma (il favorito) verrebbe esclusa qualora Kakà recuperasse: a quel punto allora verrebbe impiegato Seedorf. Anche le condizioni dei superstiti non sono ottimali. Pirlo, Pato, Ambrosini, Seedorf e Ronaldinho sono reduci da infortuni, quelli più sani sono i difensori con Maldini che continua a collezionare minuti di gioco nonostante i suoi quarant’anni. Ancelotti ieri scherzava: «Se esistesse Babbo Natale gli chiederei di recuperare tutti gli infortunati» riferendosi soprattutto a Gattuso che ne avrà per almeno cinque mesi. Mentre non è affatto preoccupato per l’accoglienza che gli riserverà il pubblico: «I tifosi della Juve sono undicimila, sono un nemico soltanto per un gruppetto di loro, ma non m’interessa». Oggi mentre il tecnico rossonero farà la conta degli indisponibili a Milano sbarcherà Tiago Silva per le visite mediche.
I CLUB UNITI CONTRO I NERAZZURRI: "IL VERO DERBY D'ITALIA E' QUESTO" - Repubblica - Ma il derby d´Italia è Juventus-Milan o Juventus-Inter? Non ridete, sappiamo bene che esistono questioni più serie e più importanti. Eppure questo è un argomento che a Milano sta scatenando, negli ultimi anni, accesi dibattiti. Il derby d´Italia per antonomasia è Juve-Inter, secondo la definizione che ne diede Gianni Brera nel 1967: derby perché si sfidano due squadre dalle fierissima rivalità, d´Italia perché all´epoca Juve e Inter erano anche le più scudettate (13 i bianconeri, 10 i nerazzurri), e tra l´altro le uniche, insieme a Bologna e Milan, che 41 anni fa non erano mai andate in serie B. La definizione resiste per oltre trent´anni, ma nel frattempo il Milan di Berlusconi vince scudetti e coppe, supera l´Inter nel palmarès, si sente custode di una tradizione più augusta dei cugini. In effetti il Milan a tutt´oggi ha vinto 17 scudetti contro i 16 dell´Inter (la Juve nel frattempo è arrivata a quota 27, più i due revocati da Calciopoli), e sette Coppe dei Campioni contro le due dei nerazzurri: lo scenario è rovesciato. Galliani, che alla cosa tiene molto, di recente ha puntualizzato: «Inter e Juve a livello di trofei internazionali sono molto indietro rispetto a noi, e il Milan ha vinto più scudetti dell´Inter». Si attendono repliche da Appiano.
JUVENTUS-MILAN, CHE NUMERI! - Corriere dello Sport - Palloni d’Oro, campioni del Mondo, scudetti, Champions League, ingaggi da capogiro, entusiasmo alle stelle e decine di milioni di persone collegate in tutto il mondo in tv: questo e altro ancora è Juventus- Milan di stasera, lo “spareggio” che con ogni probabilità designerà la vera anti-Inter nella corsa allo scudetto. Sarà un spettacolo per i 25.000 che gremiranno il Comunale di Torino, mai tanto piccolo come in questa occasione. Le richieste di biglietti sono state infatti 2-3 volte superiori a quelli messi in vendita. Attesi 1.800 supporters rossoneri, ma è facile immaginare che i sostenitori di Maldini e compagni saranno molti più. Juventus e Milan sono le due società che insieme hanno vinto il maggior numero di scudetti: ai 27 dei bianconeri vanno infatti aggiunti i 17 del club di via Turati. Lusinghiero anche il computo totale delle Coppe dei Campioni- Champions League con le 7 conquistate dal club di Berlusconi e le 2 in bacheca in corso Galileo Ferraris. Per non parlare degli altri trofei, presenti a decine nelle due sedi. Tra i giocatori convocati da Ranieri e Ancelotti brilleranno stelle del firmamento calcistico mondiale, nomi che hanno segnato la storia del calcio come i 4 Palloni d’Oro Nedved, Ronaldinho, Kakà e Shevchenko (questi ultimi due destinati in panchina) o come gli 8 che hanno assaporato la gioia di alzare al cielo con la loro nazionale la Coppa del Mondo (nel 2002 i brasiliani Ronaldinho, Dida e Kakà; nel 2006 gli azzurri Del Piero, Iaquinta, Zambrotta, Pirlo e Inzaghi). Tanti anche i nazionali: saranno 21 con duelli avvincenti in ogni zona del campo. Il match sarà trasmesso in Europa dalle varie televisioni che hanno acquistato i diritti della serie A e in buona parte del mondo da Raitalia Tv che dalle 18 in poi dal Columbus Centre di Toronto ha previsto collegamenti con lo Juventus club Toronto e il Milan club Toronto presenti a vedere la sfida insieme. Impossibile calcolare la platea virtuale, ma la cifra è di diverse decine di milioni di spettatori con “picchi” in Cina, dove le due formazioni sono molto popolari, negli Usa e in Sudamerica. Sugli spalti prevista una coreografia di bandierine per ricordare il secondo anno della scomparsa di Alessio Feramosca e Riccardo Neri, giovani promesse della Juventus decedute il 15 dicembre 2006.
DIEGO-HAMSIK DIVENTA UN INTRIGO TRA JUVE E NAPOLI - Tuttosport - Juve tra Diego e Modric. Due registi per il futuro: Ranieri con uno dei due avrebbe la possibilità di cambiare sistema di gioco. Il brasiliano è inseguito dal club bianconero da alcuni mesi mentre il croato è stato offerto dal Tottenham in cambio di Vincenzo Iaquinta e soldi. Per gli inglesi l’operazione si potrebbe già fare a gennaio. In mezzo a questi due obiettivi, all’improvviso, si è messo di traverso il Napoli. Anche il presidente De Laurentiis considera il brasiliano l’uomo giusto per far compiere alla sua squadra il definitivo salto di qualità verso lo scudetto. E per arrivare a lui può, addirittura, vendere il gioiellino Hamsik. Il Real Madrid è disposto a sborsare trenta milioni per acquistarlo e il Napoli, davanti ad una cifra così importante e imponente, non ha detto no perché con quei soldi può arrivare a Diego e ad un altro campione. Ovvio, però, che i bianconeri sono favoriti. Primo perché hanno cominciato la trattativa prima deglii altri e secondo ( l’aspetto più importante) perché a livello di ambizioni la squadra bianconera offre più garanzie sia in Italia sia in Europa. In queste ore presso la sede di corso Galileo Ferraris stanno arrivando numerose offerte per il giovane centrocampista Edkal: il ragazzino, di cui si dice un gran bene, potrebbe essere ceduto a qualche club di serie A. Bologna e Samp sono due tra i club che lo hanno chiesto.
Inviato da: Emmanuel Hunt
il 30/10/2024 alle 05:13
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il 24/10/2024 alle 07:10
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il 22/10/2024 alle 17:50
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il 21/10/2024 alle 11:56