La recita di Bolzano

che amore assoluto sia!

Creato da fugadaipiombi il 24/11/2013

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 5
 

Ultime visite al Blog

manu_el1970Led_61kisserxchannelfyun_uomo_della_follasols.kjaerNarcotycumChaconnewoodenshipMichy06BisognodAnimafugadaipiombidolce_baby_84enrico505Afroditemagica
 

Ultimi commenti

s
Inviato da: channelfy
il 21/02/2016 alle 21:58
 
talento precato
Inviato da: channelfy
il 21/02/2016 alle 21:58
 
E infatti questa è una rivisitazione di quel racconto....
Inviato da: fugadaipiombi
il 16/12/2015 alle 06:59
 
Io ne conosco un'altra quella del racconto di E.A.Poe..
Inviato da: mlf17
il 15/12/2015 alle 21:44
 
Grazie...
Inviato da: fugadaipiombi
il 06/12/2015 alle 20:37
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« SchienaDa Edith, sempre con amore! »

Marley e la condivisione

Post n°46 pubblicato il 03 Dicembre 2015 da fugadaipiombi

La voce lamentosa del vento l'aveva cullata tutta la notte: si era svegliata molte volte,  forse per l'irrequietezza di Marley. O forse per la sua, che Marley percepiva. Aveva fatto strani sogni, senza capo nè coda, davanti alla tazza di thè, con lo sguardo fisso dentro il liquido nocciola, cercava di capire il perchè di quella strana sensazione di malessere che le si era cucita addosso dal primo momento in cui aveva messo le ciabatte. Marley con un balzo era scesa dal letto, seguendola e danzando, come sempre, dinanzi alla ciotola: seguiva la sua mano mentre riempiva la ciotola, saltando senza perdere un solo movimento. La cosa non smetteva di divertirla, pur conoscendo ogni gesto che avrebbe compiuto, continuava a stupirsi della bellezza con la quale manifestava la sua brama di cibo. Ma chi voglio prendere in giro? si disse. Il malessere, questo malessere costante, ne conosci bene il motivo. A volte si acquietava, ma in certi frangenti, come quello, tutto ritornava a galla, le bastava leggere d'amore al lavoro, di quell'AMORE, perchè il malessere ricominciasse a strisciarle dentro, tornando ad attanagliarla. Sì, era sola e soffriva per quella solitudine, una solitudine che non è assenza di amicizie o di vita sociale, no, le mancava amare, amare qualcuno da cui essere riamata per il valore che ognuno possiede. E non si sarebbe accontentata di niente di meno. Lei voleva un 'Uomo'. Quando le capitava di condividere questo pensiero con amiche o anche conoscenti, quando qualcuno le proponeva di andare a quelle cene per conoscersi, per incontrare una persona con la quale iniziare una relazione, a ogni suo rifiuto le piovevano addosso dure critiche: ma cosa stai cercando, devi uscire dal tuo guscio, scendi dal piedistallo, cosa ti aspetti, un eroe, forse? Il principe azzurro? e via dicendo, una stupidaggine dietro l'altra. In quei casi neanche rispondeva, come poteva far loro capire? Per arrivarci bisognava andare al di là di ciò che sono i bisogni primari, bisognava usare l'intelletto e in quei casi, tutto si usava tranne che l'intelletto. Ci si accoppiava per istinto, per legge di natura, non si sceglieva la persona ma la stessa condizione nell'altro e quindi, invece che stare soli, almeno si è soli in due. Ci si fa compagnia! Ma compagnia di che? Si chiedeva. Possibile che non capivano che amare non è un gesto passivo ma attivo? Stare insieme non lo è, si può stare nella stessa stanza, pure nello stesso letto e non comunicare. Per condividere la propria vita con un'altra persona bisognava incontrare un proprio 'pari', qualcuno che dimorava all'interno del proprio livello, qualcuno a cui aprire l'anima entrando nella sua. Siamo anime in evoluzione, pensava, e vorrei un uomo che si accorgesse di ogni mio minimo cambiamento, che mi conoscesse a fondo mai stanco di continuare a conoscermi, che conoscesse il significato di ogni mio gesto o tono di voce, che amasse il mio modo di vestirmi o di spogliarmi, che notasse ogni nuovo capo di intimo che indosserei per lui, che non si lasciasse dominare da tutte quelle lagne sulle differenze di sesso e che si comportasse come un individuo libero e pensante. Vorrei un uomo che mi parlasse continuamente e che entrasse nella mia vita senza invaderla, come aveva cantato Giorgio Gaber nella sua meravigliosa 'Quando sarò capace di amare'. Aveva capito tutto, lui, la canzone più straordinaria sull'amore che sia mai stata scritta. Le venne voglia di riascoltarla e appena le prime note di chitarra riempirono l'aria fu subito la pace, in lei, non si può rimanere tristi ascoltando la sua voce che dichiara di 'voler far l'amore senza mai chiedersi se siamo stati bene', già, come se l'avere più orgasmi possibili fosse lo scopo del sesso. Forse sta qui la differenza tra un maschio e un uomo e tra una femmina e una donna: fare l'amore è entrare dentro l'anima dell'altro attraverso il corpo, la materia, è il modo per trasferire l'amore e per restarvi dentro. Amare un uomo per poter sentire questo sentimento crescere e non annegare nelle abitudini, anzi, eleggere la quotidianità come regno in cui manifestarsi e manifestarlo, in cui accoglierlo nella sua interezza. Rimase incantata in ascolto del brano, percepì finalmente la pace interiore. Si accorse che anche Marley aveva ascoltato, come capisse ogni parola. Ne fu felice. Perchè in silenzio avevano condiviso l'idea sull'amore.  

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963