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occasioni & saldi di memoria
 

 

giàmillequarantaquattrogiornidigovernoberlusconiuffa

Post n°258 pubblicato il 19 Marzo 2011 da lelelele54
 

SI..BELLA E E PERDUTA
lo sguardo lungo d'una poesia

caro Nanni, ritorno da Bologna
ti scrivo qui, dall'autostrada, in fretta,
non ho notizie fresche, ma che rogna
che è questa cosiddetta crisi: aspetta
un po'; guarda la Grecia, il Portogallo,
la Spagna: è una questione, qui, di giorni;
forse di ore; attenzione: guarda il gallo
con i sobborghi che esplodono; forni
ardenti, con Obama abbronzatissimo,
da nobelizzatissimo: si crede
imperatore del momdo: incertissimo
su tutto, poveretto, lui, l'erede
degli Stati sfasciati, indebitati,
nel pantano delle assicurazioni -
tra iraniani, e iracheni, e iperarmati
di Taiwan, nordcoreani, e legioni;
di indiani - e pechinesi che si acquistano
( e si vendono ) tutto; tra filmati
di bollynigeriani, e si conquistano
i mercati: e un mondo è morto - e soldati
per le strade del mondo: e non arriva
per me, al 2012: e vicina,
più vicina, è la fine: la deriva
è completa: ma ciao - viva la Cina

( Epistolina per N.B - 7 maggio 2010 )
Edoardo Sanguineti - Varie ed Eventuali

 
 
 

giàmillequarantauqattrogiornidigovernoberlusconiuffa

Post n°257 pubblicato il 19 Marzo 2011 da lelelele54
 

MA NOI NON CI SAREMO
tanto non ci sarà più nulla da distruggere

una versione di NOI NON CI SAREMO che non
conoscevo.... dal carattere decisamente da
" litania laica " o lamentazione funebre
per un non lontano FINAL FUNERAL

 
 
 

giàmillequarantatregiornidigovernoberlusconiuffa

Post n°256 pubblicato il 18 Marzo 2011 da lelelele54
 

LATOMICACINESE
mongola mongola il vento la spinge

gigantesche rovine
al sol levante
un attonito pianto

sopra peschi fioriti
un mare duro
di morte assassina

il genio imponente
si arrovella
di tanta impotenza

( nuclear penatus - io.11 )
 

 
 
 

giàmillediciottogiornidigovernoberlusconiuffa

Post n°255 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da lelelele54
 

CERCASIOFFRESITROVASI
della serie non sono mai abbastanza

amici miei lasciatemelo dire
ho visto chiappe che voi umani 
culi cui manca la parola
e facce che cagano proprio di tutto

 
 
 

giàmillediciassettegiornidigovernoberlusconiuffa

Post n°254 pubblicato il 20 Febbraio 2011 da lelelele54
 

LA LEZIONE DEL PROFESSORE
qualcuno la spieghi alla gelmini

 
 
 

giàmillesedicigiornidigovernoberlusconiuffa

Post n°253 pubblicato il 19 Febbraio 2011 da lelelele54
 

VIVA L'ITALIA SE DESTA
se sopita un po' meno

Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste

( francesco de gregori - viva l'italia )

 
 
 

giàmillequindicigiiornidigovernoberlusconi

Post n°252 pubblicato il 18 Febbraio 2011 da lelelele54
 

LECTIO MAMELI'S
a volte il canone rai è ben speso

 il video integrale dell'intervento sanremese di roberto benigni, è diviso in quattro parti, cliccando in alto a destra e sinistra si accede alle parti precedenti e successive

 
 
 

giàmillequattrodicigiornidigovernoberlusconi

Post n°251 pubblicato il 18 Febbraio 2011 da lelelele54
 

FRATELLI D'ITALIA
dov'e la vittoria?

l ciclone Benigni si muove tra storia e attualita', e non rinuncia affatto alla satira politica, un po' come ci aveva abituato con le sue lecture dantis. Ma questa volta si applica sulla storia e il significato del Canto degli Italiani, meglio conosciuto come l'Inno di Mameli o Fratelli d'Italia. L'attore toscano premio Oscar entra in scena alle 22.25 e tiene banco per 40 minuti. Robertaccio sorprende tutti con un ingresso a cavallo, alla garibaldina. L'attore entra all'Ariston dal fondo della platea su un cavallo bianco, imbracciando una bandiera tricolore. "Buonasera a tutti e di nuovo viva l'Italia". E subito agguanta l'attualita': "Avevo dei dubbi ad entrare a cavallo perche' in questo momento ai cavalieri non gli va tanto bene...". Poi assicura: "Parlero' assolutamente solo dell'Inno di Mameli". Ma neanche per idea mantiene le promesse: "Dov'e' la vittoria sembra scritto per il Pd". Poi prosegue a ritmo pirotecnico: "L'Italia c'ha 150 anni e' una bambina, una minorenne. Non ce la faccio -confessa- lo so che gliel'ho promesso di non dire queste cose ma non ce la faccio". Cosi' via giu' sul sexygate berlusconiano: "D'altronde e' nato tutto a Sanremo. La Cinquetti che cantava 'Non ho l'eta' e si spacciava per la nipote di Claudio Villa". "Ma parliamo dell'inno... anzi no, una parola sola: Ruby Rubacuori.. l'ho detto. Oh, se non ti piace -dice come parlando col premier- cambia canale, vai sul due, anzi no che c'e' Santoro. Meglio stasera se vai al letto. Ma questa Ruby per vedere se era la nipote di Mubarak, bastava andare all'anagrafe e vedere se Mubarak di cognome fa Rubacuori. Ma ci voleva tanto? Ci sono due persone in Italia che telefonano continuamente.. una e' qui", dice guardando in platea il direttore generale della Rai Mauro Masi. "Ma pensate alla bolletta.. L'unita' d'Italia e' sacra, pensate a dividere l'Italia in tre. Tre costituzioni, tre Berlusconi, tre Benigni, tre Sanremi.. no, non si puo'". Benigni accenna ai grandi patrioti ma subito il discorso torna all'attualita': "Silvio Pellico ha scritto 'Le mie prigioni', un libro bellissimo. Prima di trovare un altro Silvio che scriva un libro cosi' ce ne vuole... L'eroe dei due mondi era Garibaldi non Marchionne. Ha spostato la capitale da Torino a Detroit. Verdi aveva gia' previsto con 'Va' pensiero' la fuga dei cervelli". Poi inizia davvero la sue esegesi dell'Inno di Mameli, punteggiata comunque da battute sull'attualita': "L'italia s'e' desta. Svegliamoci. Svegliatevi". "Dov'e' la Vittoria? Le porga la chioma, che' schiava di Roma, Iddio la creo'. Umberto -dice Benigni rivolto idealmente a Bossi- schiava di Roma non e' l'Italia, e' la vittoria. Umberto, hai capito? Che c'e' li' pure tuo figlio Renzo?". Benigni prosegue con la sua analisi storico-filologica dell'Inno: "Stringiamci a coorte/Siam pronti alla morte/L'Italia chiamo'", declama e poi sottolinea: "Coorte non e' la corte, e' la decima parte della legione romana, 600 fanti. Come dire l'unione fa la forza. Come dice Morandi: stiamo uniti". Finale nel segno dell'emozione per l'esibizione di Roberto Benigni. Iniziata nel modo piu' dissacrante la performance del premio Oscar si conclude dopo quasi un'ora di monologo con l'attore che canta a cappella l'Inno di Mameli commuovendosi lui stesso sul finale e facendo commuovere gran parte della platea dell'Ariston che si alza in piedi per tributargli una standing ovation.

ANCORA SI TROVANO PERSONE CHE TI FANNO SENTIRE ORGOGLIOSO D'ESSERE ITALIANO

 
 
 

giàmillenovegiornidigovernoberlusconi

Post n°250 pubblicato il 12 Febbraio 2011 da lelelele54
 

FIORI NEL VENTO 
le ennesime lacrime di coccodrilli istituzionali

 

dieci anni nel vento
bruciar di bimbi
in civiltà umana

quattro fiamme di niente 
e spazzatura
fin sotto il tappeto

e una preghiera muore
prima di sera
senza assoluzione

( - pianto alemanno.io/10 - ) 

 
 
 

ventitreesimogiornodelduemilaeundici

Post n°249 pubblicato il 23 Gennaio 2011 da lelelele54
 

CHIARE FRESCHE DOLCI CHIAPPE

 

 

come passare dal letto alla banca in un bungabunga trionfale
tra il tripudio di amici e parenti, un'apostolica benedizione
e strepitosi sorrisi carrozzati alla moda e scarrozzati dal lelemora

 

 
 
 

settimogiornodelduemilaundici

Post n°248 pubblicato il 07 Gennaio 2011 da lelelele54
 

I SIMULACRI E LE COSE
titos patrikios

 

Non ci aspettavamo che accadesse di nuovo
eppure è di nuovo nero come la pece il cielo,
partorisce mostri di oscurità la notte,
spauracchi del sonno e della veglia
ostruiscono il passaggio, minacciano, chiedono riscatti.
Non temere Lestrigoni e Ciclopi...
non temere
, diceva il poeta,
ma io temo i loro odierni simulacri
e soprattutto quelli che li muovono.

Temo quanti si arruolano per salvarci
da un inferno che aspetta solo noi,
quanti predicano una vita corretta e salutare
con l’alimentazione forzata del pentimento,
quanti ci liberano dall’ansia della morte
con prestiti a vita di anima e di corpo,
quanti ci rinvigoriscono con stimolanti antropòvori
con elisir di giovinezza geneticamente modificata.

Come una goccia di vetriolo brucia l’occhio
così una fialetta di malvagità
può avvelenare innumerevoli vite,
“inesauribili le forze del male nell’uomo”
predicano da mille parti gli oratori,
solo che i detentori della verità assoluta
scoprono sempre negli altri il male.
“Ma la poesia cosa fa, cosa fanno i poeti?”
gridano quelli che cercano il consenso
su ciò che hanno pensato e già deciso,
e vogliono che ancora oggi i poeti
siamo giullari, profeti o cortigiani.

Ma i poeti, nonostante la loro boria
o il loro sottomettersi ai potenti,
il narcisismo o l’adorazione di molti,
nonostante il loro stile ellittico o verboso,
a un certo punto scelgono, denunciano, sperano,
chiedono, come nell’istante cruciale
l’altro poeta chiese: più luce.
La poesia non riadatta al presente
la stessa opera rappresentata da anni,
non salmeggia istruzioni sull’uso del bene,
non risuscita i cani morti della metafisica.
Passando in rassegna le cose già accadute
la poesia cerca risposte
a domande non ancora fatte.

Traduzione di Nicola Crocetti



Poeti greci del Novecento
a cura di Nicola Crocetti
e Filippomaria Pontani
Arnoldo Mondadori Editore 2010

 

 
 
 

secondogiornodelduemilaeundici

Post n°247 pubblicato il 02 Gennaio 2011 da lelelele54
 

 

EPISTOLINA PER NOI POVERI PISTOLA
DELLA DIFFERENZA TRA IL NUOVO ANNO E L'ULTIMO

caro Nanni, ritorno da Bologna:
ti scrivo qui, dall'autostrada, in fretta
non ho notizie fresche, ma che rogna
che è questa cosiddetta crisi: aspetta
un po': guarda la Grecia, il Portogallo,
la Spagna: è una questione, qui, di giorni,
forse di ore, attenzione:guarda il gallo
con i sobborghi che esplodono, forni
ardenti, con Obama abbronzatissimo,
da nobelizzatissimo: si crede
imperatore del mondo: incertissimo
su tutto, poveretto, lui, l'erede
degli Stati sfasciati, indebitati,
nel pantano delle assicurazioni -
tra iraniani e iracheni, e iperarmati
di Taiwan, nordcoreani, e legioni,
di indiani - e pechinesi che si acquistano
( e si vendono ) tutto, tra flmati
di bollynigeriani; e si conquistano
i mercati: e un mondo è morto - e soldati
per le strade del mondo: e non si arriva
per me,  al 2012: e vicina,
più vicina, è la fine: e la deriva
è completa: ma ciao - viva la Cina:

( edoardo sanguineti - varie ed eventuali - poesie 1995-2010 - feltrinelli ) 

 
 
 

trecentoquarantaseiesimogiornodelduemilaedieci

Post n°246 pubblicato il 25 Dicembre 2010 da lelelele54

FRAGRANZE NATALIZIE
un natale appena sfornato

 

un natale buono come il pane
che a molti continua a mancare
e per troppi comincia a scarseggiare 

ma in fondo a me che mi frega
quando finisco il panettone
attaccherò il pandoro

 

un buon natale a tutti gli amici della comunity con la foto del presepe esposto dal mio fornaio, opera della fantasia della figlia Chiara, squinternata frequentatrice di liceo artistico...in barba alla gelmini

per vedere questa foto in modo decente andate su www.fotoarts.org
 cercate lelelele54 su "utenti"

 
 
 

trecentoquarantacinquesimogiornodelduemilaedieci

Post n°245 pubblicato il 24 Dicembre 2010 da lelelele54
 

LEGGENDA DI NATALE
miracoli ormai non se ne vedono più

 

e che siam tutti più buoni
e che almeno oggi che è natale
e che in fondo è anche natale 
e  che viene una volta sola

 e ancora sorridiamo al regalo di natale
che oggi  è solo il pacco d'un regalo 

che ci crediate o meno
che ancora ci vogliate credere
che in fondo ci crediamo sempre
un natale buono come il pane
che qualcuno non ha
 

nataledinatale - io/10

 
 

 
 
 

trecentoventicinquesimogiornodelduemilaedieci

Post n°244 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da lelelele54
 

L'AMATA ARMATA SEDOTTA E ABBANDONATA
OMAGGIO A MARIO MONICELLI


il volo del rapace
precipitato
tra le vite dei guitti 


sulla nostra commedia
senza sapore
sorseggiando sorrisi


lucidando brufoli
e pelli di star
restiamo a brancolar


( l'amata armata - io/10 )

 
 
 

trecentoundicesimogiornodelduemilaedieci

Post n°243 pubblicato il 20 Novembre 2010 da lelelele54
 

REQUIESCANT SIN PACE
l'ora immobile di piazza della loggia

trentasei anni dopo
in mille bugie
esplode la verità

( requiem-io/10 )

 
 
 

trecentoquattresimogiornodlduemilaedieci

Post n°242 pubblicato il 13 Novembre 2010 da lelelele54
 

UN FUTURO PER DONCHISCOTTE
ritrovare sancho panza e ronzinante

forse disarcioneranno il cavaliere a breve....si dirà magari che sarà stato comunque sempre troppo tardi vederlo sputazzato dalle sue truppe d'asini scalcianti

chissà, mi domando però, se facciamo ancora in tempo a sellarci quel pegaso d'un pensiero ronzinante e provare a sollevarci da tanto fango prima che ci raggiunga ancora il nostro odore di latrina

ai posteri la sentenza ardua...a noi l'ultimo sogno di donchisciotte

 
 
 

duecentottantasettesimogiornodelduemilaedieci

Post n°241 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da lelelele54
 

MARCHIONNE DU DU DU
niente di buono sotto il tuo pullover blu

gustoso divertissement dal ruggito del coniglio ad opera di max paiella ed attilio di giovanni

 
 
 

duecentottantasettesimogiornodelduemilaedieci

Post n°240 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da lelelele54
 

ITALIAMMOREMIO
ma non ditelo a marchionne

dedico questa gustosa canzoncina a tutti quelli che si stanno ancora strappando le vesti indignati dalle esternazioni di marchionne l'altra sera a chetempochefa

in italia tira una brutta aria da molto tempo, marchionne non è che una delle tante nuvole sui nostri cieli non proprio sereni e tendenti ormai più ai tremonti che ad albe più o meno sorgenti o parietti

ormai sul bagnato diluvia da anni ed all'orizzonte nemmno uno con l'ombrello, anche di quello abbiam trovato solo il gesto

 
 
 

duecentottanacinquesimogiornodelduemilaediedi

Post n°239 pubblicato il 24 Ottobre 2010 da lelelele54
 

DE SPAZZATURAE MENTIS
RACCOLTA INDIFFERENZIATA DI MARCIUMI VARI

Di Antonella Randazzo - http://lanuovaenergia.blogspot.com/

Forse qualcuno ci ha creduto: qualche donna ha creduto che il suo ruolo sarebbe quello di sculettare per attizzare qualcuno, e avrebbe anche il dovere di rifarsi tette e labbra, per avere una platea più vasta; forse qualcun altro ha creduto che i problemi dell’Italia si possono riassumere nei seguenti quesiti sollecitati dai mass media:
- se Berlusconi è pedofilo;
- se Franceschini additerà abbastanza le depravazioni del capo di governo;
- se i prelati avranno il coraggio di fare la morale a Berlusconi;
- se Veronica amava veramente il marito;
- se ci saranno altre foto dei festini-bordello del mafioso meneghino;
- se i giornali internazionali ce l’hanno con Berlusconi;
- se i nostri bravi ragazzi riusciranno a portare la “democrazia” anche in Afghanistan, paese di ingrati che si rivoltano contro i loro benefattori;
- se Obama flirterà ancora con gli arabi, promettendo pace ma facendo prosperare l’industria degli armamenti.

Forse in molti ci hanno creduto: sembrerebbe che la gente comune sia sempre meno capace di capire gli intrallazzi del potere.
Sta di fatto che l’Italia, da paese dell’Arte e della Cultura, è diventato oggi il paese dell’ignoranza e del rincoglionimento.
E si capisce che non si tratta di opinioni, stando alle statistiche.
Secondo i dati dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il 65% della popolazione italiana non avrebbe strumenti per interagire efficacemente nella società dell’informazione.
Secondo i dati del 2005 pubblicati dall’UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo), quasi sei milioni di italiani sarebbero totalmente analfabeti. Corrispondono al 12% della popolazione. Soltanto il Portogallo e il Messico hanno una percentuale di analfabeti più elevata.
Inoltre, il 36,52% dagli italiani avrebbe fatto soltanto la scuola dell’obbligo (o soltanto le prime classi elementari).
Si parla di due tipi di analfabetismo. C’è l’analfabetismo (o semi-analfabetismo) che si riferisce all’incapacità di utilizzare correttamente la scrittura e il calcolo nella vita di tutti i giorni, e c’è l’analfabeta assoluto, ovvero colui che non sa leggere e non sa scrivere, non avendolo mai imparato o avendolo dimenticato del tutto.

Se agli analfabeti o semi-analfabeti aggiungiamo coloro che non leggono nemmeno un libro all’anno raggiungiamo una percentuale del 60% secondo i dati dell’Istat. Soltanto il 20% delle famiglie italiane legge libri regolarmente, mentre ben l’80% degli italiani, secondo i dati della Banca Mondiale, si informa esclusivamente tramite la televisione.

E’ un dato a dir poco preoccupante. Certo non si pretende che tutte le persone siano in grado di scrivere un libro o di fare l’esegesi di un testo antico, ma si tratta di avere la capacità di farsi un’idea su un testo scritto o di produrre un proprio pensiero critico autonomo.

Il regresso culturale degli italiani sarebbe iniziato diversi decenni fa, rafforzato dalle Tv commerciali, che proponevano di trascorrere ore a guardare giochi a quiz demenziali, donne seminude o persone che litigavano o parlavano un linguaggio non proprio erudito.

Alle nostre autorità interessa tutto ciò? C’è qualcuno che propone qualcosa per stimolare le capacità cognitive delle persone?
No, anzi, al disinteresse si aggiungono altri tentativi di rincoglionimento dei media, specie della Tv. L’ignoranza viene alimentata dal sistema, e non combattuta.
Perché è nell’ignoranza che si sviluppa l’accondiscendenza al padrone. E’ nell’ignoranza che si accetta il compromesso sui propri diritti. E’ nell’ignoranza che ci si rotola nel sollazzo per non pensare ai problemi.
E’ nell’ignoranza che si accetta che prevalga il più furbo. E’ nell’ignoranza che si accetta la prevaricazione del raccomandato.

Che significato ha oggi la parola “cultura” in Italia? Nell’epoca del Grande Fratello e dell’opinionismo?
Ormai sembra che tutto sia opinione, persino i morti in Iraq per alcuni sono opinione.
Il concetto di “cultura” è molto difficile da spiegare o chiarire.
E’ vero che a volte il livello culturale di una persona non può essere misurato sulla base del titolo di studio o del numero di libri letti. La “cultura” non è soltanto leggere libri, la cultura è crescere, pensare, fare esperienza, cambiare.

Ma è anche vero che non leggere e non fare nessuna attività culturale, trascorrendo ore davanti alla Tv, può atrofizzare potenzialità artistiche o cognitive.
La funzione principale della cultura propriamente detta sarebbe quella di arricchire interiormente la persona, facendo in modo che diventi capace di esprimere liberamente il suo personale “sentire” attraverso parole, immagini o altro. In altre parole, parlare di cultura equivale a parlare delle potenzialità umane che presiedono ai cambiamenti, alla crescita come individui e al progresso civile e sociale.
Si tratta di un ambito fondamentale per proteggere la libertà degli individui. Infatti, senza autonomia di pensiero e senza possibilità di crescita interiore gli esseri umani non potrebbero essere distinti dagli altri animali, che sono sprovvisti di potenzialità astratte o “formali” e dunque rimangono legati agli istinti o alle esigenze della vita materiale.
L’ignoranza può essere intesa come incapacità di “coltivare” se stessi, “nutrendo” il proprio cervello e la propria sensibilità con stimoli positivi, che possono essere buoni libri, opere d’arte o esperienze sociali costruttive.

L’ignoranza produce effetti concreti, e forse non sarà difficile trovarli.
Quanta ignoranza ci vuole per credere che un personaggio arricchito grazie ad intrallazzi di vario genere possa avere a cuore lo sviluppo del paese?
Quanta ignoranza ci deve essere per credere che uno che per diversi anni ha prodotto programmi spazzatura per rimbecillire le persone poi rispetti l’opinione pubblica?
Quanta ignoranza ci deve essere per credere che autorità che stanno dalla parte di chi uccide persone inermi siano capaci di agire per il bene collettivo?
Quanta ignoranza serve per credere che personaggi come Facci, Bondi o Belpietro non siano a servizio della menzogna e della corruzione?

Ignoranza significa assenza di libero pensiero, significa diventare fantocci di chi è in grado di pensare e agire. Significa accettare che dall’esterno, facendo leva sulle emozioni, qualcuno crei la nostra opinione sulle cose, sulle persone e sugli eventi.
L’ignorante accetta l’arroganza del potente, convinto che il mondo debba essere suddiviso in inferiori e superiori. Un delinquente gli potrà sembrare un Re.
Chi è ignorante non può essere cittadino, ma soltanto suddito. E questo suddito troverà il proprio sovrano anche senza vivere in una monarchia. Il suo Re è chi si erge a potente, chi proprio dalla sua ignoranza trae potere. E di questo Re, l’ignorante vorrà diventare cortigiano, accettando ogni infamia che egli possa commettere. Convinto di non valere nulla, troverà nell’accondiscendenza al potere il suo valore.
Gli si dia moneta, e l’ignorante si rotolerà beato a corte, fra valletti, giullari, buffoni e concubine.
Già nel 1840, il filosofo Alexis De Tocqueville scriveva:
“Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri… Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l’ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo”.(1)

Gli ignoranti di sicuro direbbero che non avrebbero mai votato Hitler nella Germania del 1932, ma votano personaggi che avallano guerre sanguinose, che rimandano nei lager libici persone innocenti, e che fanno morire annegati centinaia di immigrati.

Il problema è che la testa ignorante di solito non rimane vuota, come si potrebbe pensare. No. Sarà riempita di “spazzatura mentale”, ovvero di contenuti che renderanno la persona soggetta alla manipolazione emotiva e al far proprie idee notevolmente involute, che fomenteranno razzismo, sessismo, sottomissione acritica all’autorità e inclinazione a sprecare la propria esistenza praticando attività di scarsa qualità, come guardare programmi spazzatura.
Non essendo in grado di creare una propria personale realtà, utilizzando la propria testa, si rimane in balìa di tutto il sudiciume di regime.

Lo scrittore e terapeuta Brad Blanton utilizza il termine “spazzatura mentale”, ad indicare una serie di falsità che la mente incamera come vere. Secondo questo studioso le persone possono essere indotte a non valutare più la propria esperienza personale, dando spazio a contenuti astratti legati ad esperienza passate o a ciò che nella realtà convenzionalmente si ritiene vero. Le interpretazioni della realtà possono diventare spazzatura, se dettate da contenuti non verificati o propagandistici.

Uscire dalla spazzatura/prigione mentale non è facile. Osserva Blandon:
“Alcuni di noi riescono a uscire dalla prigione di menzogne costruita dalla nostra mente. La maggior parte di noi, in quella prigione, ci muore. Tutti abbiamo la magnifica possibilità di andare al di là delle sbarre della nostra mente, e di farlo ancora e ancora. Il primo passo in questo processo consiste nel mettere in dubbio la nostra mente… Sfortunatamente la nostra mente non è attrezzata per l’evacuazione periodica degli escrementi come il corpo. A questo dobbiamo provvedere noi, con uno sforzo volontario”.(2)

I media (soprattutto Tv e cinema) stimolano in vari modi l’istinto violento e sessuale. Assistere continuamente a produzioni di scarsa qualità, basate sulla violenza o pregne di messaggi pubblicitari può significare incamerare parecchia spazzatura mentale.
La pubblicità rappresenta una fonte di notevole produzione di spazzatura mentale, essa ha lo scopo di appiattire l’esistenza, attraverso “forme di inquinamento mentale che degradano le nostre menti. Riconosciamo più facilmente il logo di una marca che una specie di fiori, ascoltiamo più slogan che poesie”.(3)

Il messaggio pubblicitario ha anche lo scopo di indurre ad agire nel modo favorevole al consumo e al sistema economico attuale. La pubblicità mostra una falsa realtà e induce a crederla vera, crea falsi significati e falsi bisogni.
La mente assorbe la menzogna come parte della realtà, e nel tempo può mettere a tacere ogni autonoma capacità critica e riflessiva.
Secondo il docente universitario Giuseppe Mininni i mass media hanno alcune caratteristiche che producono dipendenza ed esercitano un pesante potere sugli individui. Ad esempio, i media semplificano e banalizzano tutto, ma non per rendere più comprensibile la realtà, ma per dare un senso di semplicità e di intelligibilità che conferisce l’impressione di essere informati. In realtà, come molti sanno, c’è il trionfo della disinformazione. Più si è inclini ad usare la propria testa e più si è capaci di smascherare la disinformazione e di capire quali potrebbero essere i contenuti che si cerca di occultare.

Un altro modo per introdurre spazzatura nella nostra mente è attraverso la creazione di paura e insicurezza. Questi stati emotivi producono stress, e dunque risucchiano energie che gli individui potrebbero utilizzare per creare realtà più costruttive.
Il sistema attuale offre anche forti aspetti di ambiguità, che possono produrre ansia inducendo ad essere più rigidi nei ruoli esistenziali che assumiamo. Si può giungere a ritenere alcuni aspetti della realtà come se fossero immodificabili, mentre invece occorrerebbe utilizzare la propria esperienza per scartare, sottoporre a revisione oppure analizzare senza dare per scontato nulla. Ovviamente, è più facile accettare ciò che il sistema propina come vero che revisionarlo e valutarlo personalmente. Chi oggi domina sa che sottrarre responsabilità agli individui dà loro l’illusione di libertà. Ma senza l’assunzione personale della responsabilità non potrà esistere alcuna libertà.

Per non assumersi responsabilità, molte persone entrano nel regno della finzione o nell’irrealtà, assumendo come veri contenuti discutibili, senza accorgersi che ciò è contro il loro interesse e la loro crescita. La spazzatura mentale impedisce all’esistenza di esprimersi come potrebbe, e di emergere nella sua verità essenziale, donando maggiori energie creative.
Se l’individuo perdura all’interno della rappresentazione alterata della realtà, può alimentare una sicurezza fanatica circa i contenuti che la sua mente ha incamerato, diventando emotivamente reattivo a tutto ciò che li confuterebbe.
Ciò dipende dal fatto che il luogo in cui si deposita la fiducia non è il vero sé dell’individuo, ma l’ego nei suoi aspetti superficiali.

Per pulire la mente dalla spazzatura occorre attivare un “processo di demitizzazione”, ovvero smantellare le false realtà che provengono dalla cultura comune creata dal sistema. Le illusioni conferite da queste pseudo-realtà possono essere diventate come una droga, donando un falso senso di sicurezza e di protezione, e permettendoci di sviare le responsabilità. Come spiega Blandon: “L’alternativa, la libertà, è spesso troppo terribile perché la mente poi la possa tollerare. Per questo ci si nasconde dalla libertà sotto un cumulo di balle”.(4)
Chi non coltiva la propria mente può non avere nemmeno l’idea di dover “smantellare le false realtà” e troverà più semplice accettare il “cumulo di balle”.

Il nostro è un paese definito moderno e democratico. Ma la domanda è:
è possibile creare una vera democrazia senza capacità di pensare con la propria testa e di capire cosa davvero succede attorno a noi?

Molti studiosi, da tempo, fanno notare che l’ignoranza è la condizione ottimale per far prosperare i sistemi falsamente democratici. Per tenere un popolo sottomesso basta tenerlo nell’ignoranza, perché non c’è libertà senza conoscenza e consapevolezza della realtà.

Chi ignora quello che succede nei settori più importanti della realtà fa parte della “massa” a cui i demagoghi si rivolgono per essere acclamati, ammirati e votati. Quando l’ignoranza è estrema subentra persino un certo livello di passività, che farà ingoiare tutte le boiate delle autorità, magari ragionando su particolari insignificanti, messi in risalto, non a caso, dai mass media.

La Storia d’Italia, si sa, annovera grandi artisti, geni della Scienza e grandi eroi. Ma oggi? Siamo un popolo di rincoglioniti, imbecilli, cortigiani, buffoni e veline?
Sta a noi deciderlo, scegliendo di essere come il sistema ci vuole, oppure di abituarci a fare cose che ci rendono migliori, più consapevoli delle tecniche utilizzate da chi ci vuole ignoranti e rincoglioniti.

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Tutti i diritti sono riservati. Per richiedere la riproduzione dell’articolo scrivere all’indirizzo e-mail giadamd@libero.it

NOTE

1) Tratto da “De la démocratie en Amerique” di Alexis De Tocqueville, 1840.
2) Blandon Brad, “Diciamoci la verità”, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1997, p. XXVII.
3) Gruppo Marcuse, “Miseria umana della pubblicità: il nostro stile di vita sta uccidendo il mondo”, Eleuthera, Milano 2006, p. 39.
4) Blandon Brad, “Diciamoci la verità”, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1997, p. 76.

 
 
 

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