Ultimi Commenti


 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 14:02 via WEB
Dare una speranza al mondo fondando una comune? Ommiodio...Se bastasse questo fonderei una comune a settimana...Suvvia

 
hyerogliphica
hyerogliphica il 01/10/08 alle 21:16 via WEB
l'economia non è solo qualcosa di finanziario.. di legato semplicemente a un modello atta alla gestione dei denari.. l'economia è la disposizione e la regolamentazione delle forze attraverso cui una collettività è assoggettata e rispetto alle quali si sforza di sopravvivere, collettivamente e individualmente in ciascun membro... l'economia è la regolamentazione di quel potere attraverso cui ci viene dato nutrimento. la sinistra è fallita perchè il sistema economico non è di sisnistra.. anzi è di destra, spietatamente di destra.. fondare la sinistra significa fondare un'economia di sinistra.. e questa la si fonda attraverso il nostro lavoro e i nostri consumi, tutto qui.. la comune è un'economia di sinistra, organizzata e genstita attraverso la democrazia diretta.. il problema è un'altro... chi se la sente di fare un mutuo insieme a degli sconosciuti per rifondare la propria vita nel desiderio di dare una speranza al mondo? il resto sono chiacchere inutili.. e non c'è certezza, non si è al riparo di nulla.. il punto è desideriamo dare una speranza al mondo? e quanto?

 
dea_mendicante
dea_mendicante il 01/10/08 alle 20:02 via WEB
Un modello economico e sociale alternativo. Alternativo è la parola-chiave, alternativo vuol dire possibilità, alternativo vuol dire, in questo caso, capacità di immaginare e prospettare un’utopia. Sì, perché la vera alternativa è l’utopia, l’utopia come orizzonte intangibile come sostegno dell’agire. Se oggi c’è un vuoto, non è dell’ego purtroppo, ma dell’utopia. C’è un vuoto dove prima c’era una follia, quella dell’immaginazione al potere, dove il potere era inteso non come affare privato personale ma come capacità, forza che si dispiega, come creazione in atto, capace di governare la vita e di governarla in meglio. Non riesco oggi a ragionare in termini di destra e sinistra, o meglio in termini di politica italiana. Siamo nodi di una rete, una rete governata dall’economia, non dalla politica. Il fare Politica poi è altra cosa, attiene al nostro agire quotidiano, singolo e collettivo, ma chi ci crede più nel collettivo? è un credere spazzato via dagli anni 80, i cui detriti sono stati raccolti e fagocitati dal cosiddetto riflusso, forse che il riflusso dura ancora? Ci sono ancora le piazze ci sono ancora i movimenti? Sì, ma su quale cultura poggiano? Anzi, a quale utopia anelano? L’utopia è sparita, e le lotte sono lotte strumentali miopi per tenersi almeno una pezza sul culo quando è il nostro culo a rischiare sennò neanche si lotta più. E la politica italiana riflette l’inerzia della società e spinge sull’individualismo pavido del singolo sull’utilitarismo spicciolo. E forse se si vuole ripartire bisogna farlo dalla base, anzi: se siamo schifati e vogliamo ripartire dobbiamo farlo noi, mettendoci in moto noi per primi, senza aspettare resurrezioni politiche, che so: un uomo di sinistra abbastanza decente a cui dare il nostro voto e a cui delegare le nostre aspirazioni sulla carta: se vogliamo ripartire, sennò va bene anche continuare a vivere alla giornata, e sopravvivere, con tutta la rabbia e la nostalgia che pure ci spettano.

 
signorina.elle
signorina.elle il 01/10/08 alle 16:23 via WEB
Le ragioni del fallimento della sinistra, stanno proprio in questo tipo di ragionamenti. Fumosi, vacui, anacronistici. Parlare per slogan o per utopie andava bene, quando eravamo adolescenti e illusi. Oggi, che le persone non riescono a fare la spesa o pagare il mutuo della casa, hanno bisogno di soluzioni concrete. I tuoi ragionamenti chiedono tempo per essere compresi ed un'eternità per essere attuati, una volta deciso che siano validi. Mio caro, la gente è stanca... e la destra avanza, avanza ovunque. Come si fa a non capire questo?

 
hyerogliphica
hyerogliphica il 01/10/08 alle 15:01 via WEB
non lo conosco francamente... hanno cercato di costituirsi come alternativa economica? perchè il centro di tutto è l'economia... ripensare, ricostituire concretamente tramite la cooperazione e il lavoro insieme un'altra concreta economia... e non parlo di tempo libero...

 
hyerogliphica
hyerogliphica il 01/10/08 alle 14:57 via WEB
molto probabile.. possibile.. diciamo allora che cerco folli.. cerco uomini e donne che hanno voglia di forarsi.. che desiderano spendersi.. che aspirano a perdere l'ingombrante presenza di se stessi per diventare pura erergia creatrice.. c'è chi si annoia di esistere.. c'è chi sa che non vi è nulla da perdere veramente, se non l'abitudine d'essere solo qualcosa che non ci appartiene.. qualcosa che non siamo.. qualcosa che ha a che vedere più con la scorza che con il nocciolo vivo di noi stessi.. e non è vero che non esiste niente prima dell'ego.. no.. non è vero.. vi è una libertà senza nome che niente può togliere a chi la possiede.. vi è uno spazio vuoto, che vuoto lo si può chiamare solo perchè l'ego in lui non vi può risiedere.. non esiste tradizione.. non esiste percorso spirituale o filosofico che non miri alla liberazione dall'ego.. in questo senso, chi a voglia di suicidarsi?

 
signorina.elle
signorina.elle il 01/10/08 alle 14:18 via WEB
Ops scusate, devo aver sbagliato porta... Cos'è il collettivo di via dei Volsci, 30 anni dopo?....

 
dea_mendicante
dea_mendicante il 01/10/08 alle 14:02 via WEB
nessuno è interessato perché ognuno è ancorato al proprio Io, al proprio ego, faticosamente tenuto insieme, con tutti i pezzi incollati, un Io, un ego definito e difeso, difeso per paura. La paura riguarda tanti, forse tutti, ed è una paura meschina, forse, ma una paura che ci governa. Esiste un nostro spazio strenuamente difeso, difeso dall’altro: sì, l’altro fa paura, fa ancora paura, così paura che a volte è meglio avvicinarlo non per conoscerlo ma per controllarlo: lo si controlla per difesa lo si controlla per evitare che sconfini nel nostro mondo faticosamente delimitato, da preservare, perché senza saremmo niente, perché senza ci sentiremmo sconfitti e falliti. Metti insieme il tuo mondo, segna il tuo territorio e tieni lontano i barbari: è questo che ci insegnano, è questo il sostrato culturale e psicologico della nostra società, la società dell’Io pauroso e diffidente, che teme l’altro eppure ne ha bisogno e allora gli si avvicina: per prendere qualcosa o per controllarlo per neutralizzarlo. Già, la retorica dell’Altro, sì, è proprio così: è solo retorica, nella nostra società, di pavidi pronti a farsi gregge, gregge come massa, massa che si muove per difendere il suo particolare, ciò che i suoi singoli hanno conquistato ognuno per sé con la paura nel cuore. L’Altro alla fine è un competitore un antagonista, e o si sta in difesa o si va all’attacco: l’Altro fa paura, la conoscenza fa paura, allargare i nostri confini è una prospettiva che atterrisce perché ci toglie quelle poche sicurezze faticosamente acquisite, per cui alla fine l’Altro è accolto solo se depotenziato solo se non rappresenta una minaccia alle mediocri sicurezze acquisite dal singolo, solo se può soddisfare i bisogni identitari del singolo, il suo narcisismo ed egoismo, solo se può riconoscerci senza chiedere nulla in cambio, se può darci uno spazio e non sottrarcelo e non mettere in discussione quello da noi acquisito. Un progetto comune di casa non è solo uno spazio fisico, è uno spazio mentale, poroso aperto permeabile, che presuppone un Io flessibile, un Io capace di minare se stesso, un Io senza paura. E un Io del genere l’ho sentito magnificare nelle narrazioni della nostra epoca, esaltato in quanto aspirazione; e ho letto parole ben scelte di persone magnificamente pensanti e magnificamente scriventi: siamo tutti magnifici nell’affabulazione, nell’immaginazione, nel gioco narrativo e funzionale, nel mondo ideale delle nostre aspirazioni. Ma la realtà, ah, la realtà non è un involtolarsi nelle proprie parole, la realtà è un essere che alita sul fare, un fare più potente di tante parole spese, e la realtà ai più, forse a tutti, spaventa e chiede il conto.

 
hyerogliphica
hyerogliphica il 27/09/08 alle 14:12 via WEB
dici che lo avevo perso? mah.. forse.. o forse ridevo solo io.. :)

 
hyerogliphica
hyerogliphica il 27/09/08 alle 14:10 via WEB
si... è proprio una splendida pittrice :)
 
 
 
 

Ammazzatecitutti

Appello per la Giustizia - Per De Magistris
 

difendi chi si batte per te!

Forza Clementina
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

cassetta2Vasilissaskunkle_corpssols.kjaerSoloxMassimoanimabilemax_6_66hyerogliphicaforseancoraMarquisDeLaPhoenixseinelkuoregiocom1960carolachenisSellySelvaggiaWIDE_RED
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963