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JOHN LEE HOOKER
Boom boom
BANCO
750000 ANNI FA L'AMORE
The Who - My generation The Who La parabola degli Who e` una delle piu` intrepide e interessanti degli anni '60 britannici. Il gruppo iniziò nei panni dei mod, dei giovani teppisti di London, con un sound chiassoso e testi arroganti (due spanne sopra tutti gli altri), ma poi scoprì la propria vocazione nella rock opera (secondo una tradizione britannica che risale almeno a Dickens, e che era stata trasposta nel rock dai Kinks e infine trovò un curioso equilibrio fra spirito polemico e spirito "progressive", fra rock e classicismo. Di quella generazione sono probabilmente i più vicini al punk-rock del 1976 in tal senso quelli che sono invecchiati di meno. I'm Free All'inizio (1963) si chiamavano High Numbers e suonavano Dixieland jazz e rhythm and blues (il loro primo 45 giri fu I'm The Face di Slim Harpo nel 1964). Ma la loro vera ispirazione furono i rocker virulenti e ribelli come Eddie Cochran e Gene Vincent, al cui tragico destino tutta l'opera degli Who e` indirettamente dedicata. Un'altra chiara influenza furono Johnny Kid & The Pirates, forse il complesso più originale in Inghilterra prima dei Rolling Stones, i primi a usare una formazione di chitarra, basso, batteria e cantante e i primi a suonare un ruvido e potente rock and roll chitarristico. Ma Pete Townshend emerse subito come un compositore vibrante e originale, per cui gli Who non ebbero bisogno della lunga serie di cover che caratterizzò altri gruppi dell'era. Ribattezzati Who dal loro manager, i quattro inventarono un nuovo genere musicale con I Can't Explain (gennaio 1965), l'epico grido che per primo rivendicò un'identità per i giovani britannici, uno "shout" che incorporava il "baby talk" accorato di Buddy Holly e il riff di You Really Got Me dei Kinks, con il drumming funambolico di Moon che oscurava quasi il canto. See Me, Feel Me Townshend componeva ritornelli elementari, ma la sua chitarra e la batteria di Moon li trasformavano in qualcosa di epico. Townshend scriveva anche liriche più o meno ispirate a Dylan, ma adattando la pomposa prosa dylaniana (pensata per gli intellettuali dei sit-in e gli hippies delle marce della pace) al prosaico gergo dei teppisti di strada. Dylan scriveva salmi, comizi e profezie: Townshend scriveva inni. Daltrey era un cantante solenne, anche se poco originale rispetto agli Eric Burdon (Animals), Van Morrison (Them) e Mick Jagger (Rolling Stones) ma forse proprio per questo finiva per suggestionare di più. L'inno anarchico di Anyway Anyhow Anywhere (maggio) faceva leva su un boogie mozzafiato oscillante fra momenti di suspense e deflagrazioni cacofoniche. Baba O'Riley Summertime Blues
Alla fine dell'anno (dicembre) l'atroce, marziale, balbuziente e prepotente slogan di My Generation, lacerato da sincopi, distorsioni, clapping e jamming generali, in un fragoroso e apocalittico elettrico e atonale , cambiò per sempre la storia della musica rock. Quei primi 45 furono rivoluzionari da qualunque prospettiva li si esamini. Dal punto di vista sociopolitico, gli Who furono gli unici a esordire direttamente con gli inni generazionali. Gli altri, da Dylan agli Stones, c'erano arrivati poco alla volta. Gli Who nacquero con l'inno generazione, con la chiamata alle armi, con l'atto di rottura. Gli altri erano stati una più o meno lenta/brusca progressione dalla tradizione verso il rock. Gli Who non proponevano nessun ponte con il passato, soltanto un uragano di suoni elettrici e percussivi. Il resto è storia!!
Fonti Wikipedia e vari siti |
Post n°101 pubblicato il 24 Settembre 2008 da mafico1
PREMIO ARTE PONTO VIDA Premio Arte Ponto Vida E' con grande piacere che ricevo questo premio dall'amico gimmi42,autore del blog MUSICA E CINEMA Grazie di cuore! Che cosa è Arte Ponto Vida. E' un premio di qualità creato tempo addietro per onorare e riconoscere il lavoro svolto dai blogger, i loro blog motivano la terapia d’arte. Le regole fondamentali per ritirare questo premio sono: Per il punto 2 e 3 mi è sufficiente un'unica risposta: la Musica è un'arte meravigliosa e ho fatto il blog x poterne parlare con chi voleva..x scambiarci opinioni,idee,"dritte"..x dividere con altri le emozioni che quest'arte mi regala da decenni. Per il punto 4 assegno questo premio di qualità ai Seguenti blog: per me non è importante che lo ritiriate ma che lo gradiate Con affetto mafico ;))) |
Jimi" Hendrix (Seattle, 27 novembre 1942 – Londra, 18 settembre 1970)
Questo è il mio contributo nel ricordare Jimi Hendrix
Dedicato al fratello di Jimi gimmi42 e misterblues72 ed a tutti coloro che sentono loro il mio mito!!!! Mafico
Quarant’anni fa Jimi Hendrix a Roma Un sabato di 40 anni fa a Roma: 24-25 maggio, concerto di Jimi Hendrix
L'anno ’68 è stato vissuto in uno stato di semi-coscienza, non si capiva bene, ma si intuiva dove andare, da che parte stare; a spingere le prime assemblee, le manifestazioni, il movimento, ma anche cose semplici: la contestazione giovanile, i capelli lunghi, l’abbigliamento, la musica. indierocker
Ho voluto riportare il racconto di Indierocker per condividere con voi le sue emozioni.. Proprio quelle che purtroppo non ho provato io ma che credo si avvicinino molto a quelle che forse avrei sentito... Consapevole del fatto che nessun discorso e nessuna parola vale abbastanza per ricordare la magnificenza di Jimi Hendrix, spero che vi piaccia il Post. |
Post n°99 pubblicato il 16 Settembre 2008 da mafico1
E' morto Richard Wright fondatore dei Pink Floyd
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Post n°98 pubblicato il 16 Settembre 2008 da mafico1
un angioletto di nome Julian che combatte contro una malattia infida, la Leucemia
Ciao amici, sono il papà di Julian, vi voglio chiedere 5 minuti della vostra giornata per rivolgere una preghiera per il piccolo Julian.Le cose si sono complicate di nuovo, non sò ancora fino a che punto, ma ancora è dura. Il piccolo Julian stà combattendo con tutte le sue forze, ma è stanco. Vi chiedo solo 5 minuti di preghiera per lui, ne ha bisogno!!!Grazie di cuore da mamma, papà e JULIAN Vi prego di visitare il blog del suo papà: http://blog.libero.it/julianjmml/view.php?reset=1&id=julianjmml Associazione per la donazione di midollo: http://www.admo.it/index.php?id=home&L=1 Inviato da: D_C_Electric_Power |
Post n°97 pubblicato il 16 Settembre 2008 da mafico1
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Post n°96 pubblicato il 14 Settembre 2008 da mafico1
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Vento impalpabile incessante tiepido eterno che trasporta i tuoi pensieri, le tue emozioni , le tue parole fin dentro di noi per me sempre vivrai mafico!!! Lucio Battisti Il MIO CANTO LIBERO In un mondo che
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Post n°92 pubblicato il 09 Settembre 2008 da mafico1
INDISSOLUBILMENTE AMICI Il riconoscimento d'amicizia Regolamento: Ringrazio per avermi fatto dono di questo bellissimo gesto di amicizia che a mia volta Dono a Per tutti la motivazione è Grazie per avermi regalato la vostra amicizia mafico ;)))
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Post n°91 pubblicato il 05 Settembre 2008 da mafico1
Inviato da: abcl |
Post n°90 pubblicato il 05 Settembre 2008 da mafico1
Aiutiamo Oscarino Mi chiamo Oscar...ho 12 anni.. la mia vita sembrava iniziare felice con la mia famiglia...fino a quando...quello sfortunato 8 dicembre del 1996..caddi per terra sbattendo la testa e andando in coma per un mese per trauma cranico...quando mi risvegliai fui contento di rivedere mia madre che piangeva per me..per quel mese che non ci sono stato lei ascoltava sempre Eros Ramazzotti " Sarà L'aurora"..e fu con quella che mi risvegliai...perchè di quei tempi andava quella canzone e quando mangiavo la pappa con lei la trasmettevano sempre in tv. Con gioia di tutti che ero vivo..continuai...ma rimasi paralizzato per tutta la parte sinistra. Muovo solo la parte destra. Non ho capacità di parola...con la mia famiglia ho girato tanti ospedali ma ancora nessuno ha trovato la cura giusta per me...vorrei tanto correre con le mie gambe insieme a mia sorella Alice...vorrei correre dietro un pallone...sentire la sabbia scorrere sotto i miei piedi...l'acqua del mare sfiorarmi....tante sono le cose che vorrei fare...ma sono legato ad una carrozzina...e nessuno mi aiuta...voglio vivere come un normale ragazzo della mia età...voglio vivere...e questo non è vivere...mi serve aiuto... Cerco Aiuto e cure... La sorella di Oscar ci ha contattato per aiutarla a dare visibilità al suo blog, con l'intento che qualcuno possa aiutare suo fratello Oscar... VI PREGO DI VISITARE IL SUO BLOG; Di seguito il suo indirizzo di posta elettronica; oscarino96 |
Neil Young Old Man Neil Young compone con Bob Dylan e Bruce Springsteen la grande triade di voci "morali" della musica popolare americana. Come per gli altri due, anche l'arte di Young e` soprattutto una fusione di musica e parole che si identifica con il zeitgeist della sua epoca. A differenza degli altri due, pero`, Young prende di mira il caos interiore dell'individuo che e` stato causato dal caos esteriore della societa`. Se Dylan trasduce gli eventi della sua epoca in un universo metafisico, se Springsteen esprime il senso epico della vita ordinaria, Young compie un'operazione psicologica piu` complessa, che stende un ponte fra l'idealismo delle comuni hippie e la nevrosi delle popolazioni urbane. La sua voce, i suoi testi, le sue melodie e il suo stile alla chitarra compongono un messaggio di sofferenza e redenzione che nei momenti migliori sfiora l'allucinazione, la visione mistica, l'illuminazione filosofica, ma sempre da un contesto che e` fondamentalmente infernale. I diversi aspetti della carriera di Young (il folk-singer dei grandi spazi liberi, il militante anti-razzista, il moralista degli eccessi dell'era hippie, il visionario apocalittico, il pessimista universale, il loner malinconico, il rocker dell'alienazione) sono semplicemente gli stadi di un lungo calvario (personale e sociale).
Hey Hey My My Young ha fatto per la canzone intimista cio` che Dylan aveva fatto per quella di protesta: come Dylan sposo` l'enfasi di Whitman e l'ottimismo dell'era Kennedy ai temi del pubblico, cosi` Young ha sposato l'umanesimo di Emerson e il pessimismo dell'era post-Kennedy ai temi del privato. In aggiunta, Young ha inventato lo stile di chitarra distorto, cacofonico, da incubo, che influenzera` la generazione grunge. Young e` anche unico nella sua schizofrenia, che trova sfogo a diversi livelli. Al primo livello, c'e` la dicotomia live/studio. Gli album dal vivo, carichi di un'energia quasi nucleare, sembrano venire da un altro artista, un terrorista musicale, un vero punk. All'interno degli album di studio, si verifica un'altra dicotomia: la ballata country lineare, graziosa, elegante, e la jam "acida", brutta, rumorosa. Questi due modi coesistono raramente: si alternano al controllo della carriera (e della mente?) di Young. Ciascun album in studio e` dominato dall'una o dall'altra. Il suo alter-ego, infatti, e` forse un musicista piu` creativo di Young stesso. Lasciati i Buffalo Springfield (per i quali aveva gia scritto capolavori come Mr Soul, Broken Arrow e Expecting To Fly), Neil Young (originario di Toronto, ma ormai trapiantato a Los Angeles, e poi a San Francisco) intraprese parallelamente la carriera solista e la militanza nel supergruppo Crosby Stills & Nash. Per i tre partner Young scrisse dure canzoni politiche e sociali (Ohio e Southern Man) e malinconiche ballate introspettive (Our House, Helpless, un anticipo di "slo-core", e Don't Let It Bring You Down). Pubblico` a 24 anni il suo primo solo album, Neil Young (Reprise, 1968), sul quale era soltanto inibito da arrangiamenti un po' goffi. Trovo` peraltro l'illuminazione di Last Trip To Tulsa, lungo e solenne racconto per sola voce e chitarra acustica, dimesso e sofferto blues per bianchi alienati, destinato a rimanere uno dei suoi capolavori, e componendo con diligenza il proprio anthemico autoritratto nell'incalzante Loner. Fin qui Young sembrava piu` che altro un abile folksinger, specializzato in serenate malinconiche ed evocazioni vertiginose. Solo su 45 giri venne edita Sugar Mountain, che e` il suo trait d'union con il folk classico. Young conserva l'incedere lento e maestoso per ampi spazi aperti dei folksinger canadesi, cresciuti senza l'affanno della folla e l'incubo dei grattacieli. Il resto è storia Everybody Knows This Is Nowhere (1969), il primo album prodotto da David Briggs, annuncia invece una personalita` piu` complessa, e, soprattutto, un chitarrista di primo piano. L'album contiene infatti lunghe omelie dal sound pesante, sostenute dal ritmo e dagli intrecci strumentali di un complesso rock (Crazy Horse) e trafitte dalle stigmate lancinanti della sua chitarra. Il brano piu` rock e` un boogie marziale, Cinnamon Girl; il piu` impegnato e` Losing End; i due affreschi piu` estesi sono Cowgirl In The Sand, dieci minuti di sincopi graffianti che si sublimano in un soave ritornello folk, e Down By The River, jam onirica all'insegna di un folk-rock rarefatto. Il chitarrismo violento e nevrastenico trasferisce nell'alienazione urbana le sue storie ancora da menestrello bucolico, e lascia intravedere dietro gli scenari stereotipi dei grandi spazi liberi le dolorose convulsioni della sua generazione, dilaniata dalla droga, dai disordini, dalla paura. Young fa oscillare le sue ballate fra i due estremi del folk scarno, solenne, arcaico, e del rock grintoso, elettrico ed arrangiato. Il tono della sua voce, una specie di tenore in falsetto, si piega ora al pathos piu` sublime ora al vigore piu` maschio il resto è storia.
Out on the Weekend Don't let It Bring you Down
Young - Imagine Fonti Wickipedia e altri siti
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Crosby, Stills Nash & Young OHIO 1970 Testo e musica di Neil Young OHIO |
Crosby Stills Nasch Young Almost Cut My Hair Steve Stills era stato il cervello dei Buffalo Springfield. Una volta sciolto quel gruppo leggendario, Stills venne ripetutamente tentato dal mito del "supergruppo": prima registra la Supersession con Al Kooper e Mike Bloomfield, e poi raduna David Crosby dei Byrds, Graham Nash degli Hollies e il vecchio compagno Neil Young per formare quello che diventera` il supergruppo per eccellenza degli anni '70. Nel supergruppo con Nash e Crosby, invece, Stills mise a punto le armonie vocali e il ritmo rilassato che sarebbero diventate sinonimo di "West Coast sound". In retrospettiva, i Crosby Stills & Nash furono uno dei gruppi piu` sopravvalutati di sempre, insieme ai Beatles, a Emerson Lache & Palmer e poche altre trovate pubblicitarie di quel calibro.
Steve Stills, un tempo la mente dietro i Buffalo Springfield, verso la fine degli anni '60 era ossessionato dall'idea di "supergruppo". Dapprima registrò la Supersession con Al Kooper e Mike Bloomfield; successivamente reclutò David Crosby (ex Byrds) e Graham Nash (ex Hollies) per creare quella che diventerà l'emblema dei supergruppi nel 1970. Crosby, Stills & Nash (Atlantic, maggio 1969) sembra la versione rilassata, atmosferico-psichedelica di quello che i tre avevano inciso con i loro rispettivi gruppi. Suite Judy Blue Eyes (Stills), Guinivere (Crosby) e soprattutto Marrakesh Express (Nash) mostravano fascinose alchimie vocali e chitarre cristalline. Nell'album successivo, Dejavu' (Atlantic, marzo 1970), al trio si aggiunse Neil Young (fuoriuscito a sua volta dai Buffalo Springfield) e proprio la sua Country Girl si dimostra l'apice del disco. Anche gli altri sono in stato di grazia: Stills crea tre dei suoi classici (Carry On, 4+20, Everybody I Love You), Crosby espone tre manifesti post-hippy (Almost Cut My Hair, Dejavu', Shadow Captain) e Nash si crogiola nelle sue ritmiche intrise di soul. All'album seguirono il singolo Ohio, veemente sermone politico di Young, e il doppio live Four Way Street (Atlantic, 1971), che spicca soprattutto per le lunghe jam chitarristiche. Il gruppo aveva virtualmente inventato un nuovo genere: il solare, melanconico, riflessivo country/blues/soul che sarà denominato "West Coast sound". Nel frattempo Stills aveva dato il via alla carriera solista. Stephen Stills (Atlantic, 1970), che contiene Love The One You're With e It Doesn't Matter, decolla grazie agli ospiti (Jimi Hendrix, Eric Clapton e David Crosby); mentre Stephen Stills 2 (Atlantic, 1971) ha ben poco di salvabile (Change Partners) Al supergruppo seguì l'ambizioso progetto Manassas, che coinvolgeva Chris Hillman dei Flying Burrito Bros. Stavolta si suonava, in modo più schietto, un tradizionale country-rock venato di soul. Dopo Manassas (1972), passabile enciclopedia di musica Americana, e Down The Road (1973) Hillman se ne andò. Crosby, Stills, Nash e Young registrarono Human Highway (1974), che non venne mai distribuito. Crosby, Stills, Nash & Young
Fonti Wickipedia e altri siti |
Van Der Graaf Generator La Rossa
"formazione classicaHammill/Banton/Jackson/Evans
I Van Der Graaf Generator furono per molti versi i piu` originali esponenti del progressive-rock britannico dei primi anni '70. Tanto il sound del gruppo quanto i testi del cantante-filosofo Peter Hammill esprimevano un pessimismo allucinato sul destino dell'uomo. Dalle loro piece, dilaniate da una tensione esistenziale e da squarci violenti di dolore, emana un senso di angoscia, claustrofobia e paranoia. Rispetto agli altri complessi del progressive-rock i VDGG sembrarono sempre piu` cupi e tetri, quasi gotici. Rifuggirono tanto le velleita` classiche (Nice, Yes) quanto quelle medievali (King Crimson, Genesis), ritagliandosi un universo unico e terribile. Formati all'universita` di Manchester attorno al cantante Peter Hammill (l'epitome della nevrosi), al batterista Guy Evans (apocalittico) e all'organista Hugh Banton (gotico), i VDGG impiegarono qualche anno a fondere quelle tre personalita`. Il gruppo debutto` con i singoli People You Were Going To / Firebrand (Polydor, 1968) e Afterwards / Necromancer (Mercury, 1969). L'album The Aerosol Grey Machine (Mercury, january 1969) conteneva gia` qualche lungo brano (Aquarian e Octopus), ma l'esecuzione era ancora naive. Il complesso sembrava perdersi non appena si spingeva oltre la ballata Afterwards. La personalita` di Hammill dominava il gruppo, ma c'era ancora poco di musicale dietro le sue parole. Il sassofonista David Jackson contribui` a far compiere un passo avanti su The Least We Can Do Is Wave To Each Other (Charisma, 1970), album che contiene soltanto sei lunghi brani. Refugees e` una ballata ben piu` sofferta. Darkness, White Hammer e After the Flood sono veri e propri poemi filosofici che stendono un ponte fra la Mitteleuropa degli anni '30 e la paura dell'epoca nucleare. n1 |
Still Life (live 1977) I toni sinistri di quell'album sfociarono nel H To He Who Am The Only One (Charisma, 1970 - Virgin, 2005), il manifesto romantico dei VDGG. I brani sono soltanto cinque e ben tre superano i dieci minuti. I testi e le melodie di Hammill sono accompagnati da armonie intricate, laboriose, fatte di sobbalzi ritmici e di disturbi di sottofondo che ne aumentano la drammaticita'. Un jazz-rock, figlio bastardo di Miles Davis, assume tinte maschie e terribili.
The Habit Of A Broken Heart My Room
n2 |
Vision Peter Hammill
Peter Hammill lancio` una carriera solista in cui avrebbe semplicemente continuato a esplorare in maniera quasi morbosa gli stessi terribili temi. I suoi dischi sono spietati nel non concedere nulla alla facilita' di ascolto. Ignorando qualsiasi logica commerciale, l'ex cantante dei Van Der Graaf Generator sforno` con cadenza regolare opere molto personali ed ermetiche, spesso in antitesi con le mode imperanti: Fool's Mate (Charisma, 1971) e` un album ancora bizzarro con le sbrigliate Imperial Zeppelin, Viking e Sunshine al fianco degli incubi freudiani di Solitude and Child (e le versioni originali di Vision and Birds), ma Chameleon in the Shadow of the Night (Charisma, 1973 Virgin, 1989) e` il primo dei suoi austeri atti di contrizione,arrangiato quasi interamente per piano e chitarra acustica, ricco di momenti di grande pathos (soprattutto In the End , ma anche l'incubo espressionista German Overalls, Easto Slip Away , Black Room , The Tower). Hammill aveva trovato un suggestivo punto di equilibrio fra l'eccentrico folk-pop di Syd Barrett e l'aus tero psychodrama di Peter Gabriel.The Silent Corner and the Empty Stage (Charisma, 1974) contiene The Lie, Modern e Rubicon e la lunga A Louse is not a Home. In Camera (Charisma, 1974) e` uno dei suoi album migliori, grazie a Ferret and Featherbird, Faint-Heart and the Sermon, la suite sperimentale Gog/Magog e un senso generale di follia. n3 Hammill e` un asceta claustrofobo, la cui arte si muove in uno spazio esiguo di tenebre immobili e silenziose. Le sue liriche sprofondano nei labirinti interiori di un tormentato subconscio, vittima dell'esistere e di tutte le sue contraddizioni. La musica e` fragile, esile, lenta, qual che sia l'arrangiamento (spesso free-form, elettronico, rarefatto). Il canto e` modulato, intenso, profondo, ma mai esibito, come si addice a una contrita auto-flagellazione. Nadir's Big Chance (Charisma, 1975), che si avvaleva della collaborazione dei vecchi compagni, inauguro` invece la saga di Rikki Nadir all'insegna di un sound quasi hard-rock. |
House With No Door I Van Der Graaf Generator tornarono quattro anni dopo e pubblicarono tre mediocri album prima di sciogliersi di nuovo: Godbluff (Charisma, 1975), Still Life (Charisma, 1976 - Virgin, 2006), forse il migliore dei tre, e World Record (Charisma, 1976). Hammill guido' una piu' piccola unita' (con basso e violino anziche' sax e organo) che registro' The Quiet Zone The Pleasure Dome (Charisma, 1977).Finita la seconda parentesi con i VDGG, Hammill riprese la carriera solista. Purtroppo la qualita` non e` sempre in relazione alla quantita`, e molti brani dei suoi album potevano rimanere tranquillamente nel cassetto. Fonti: Wikipedia ed altri siti |
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