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TRAVIATA - G. Verdi (1853) (2)

Post n°19 pubblicato il 05 Giugno 2007 da massimo_decimo_m
 


Violetta ha ceduto all’amore di Alfredo e da tre mesi vive felicemente con lui in una casa di campagna vicino a Parigi. Le difficoltà economiche, nelle quali la coppia si trova, spingono Violetta a vendere tutto ciò che possiede per pagare i debiti di Alfredo e continuare a finanziare il loro soggiorno. Il giovane se ne vergogna e decide di partire per Parigi per cercare una soluzione alla mancanza di denaro.

Non appena Alfredo ha lasciato la casa di campagna ecco arrivare suo padre Giorgio Germont. In un’aspra discussione con Violetta, Germont la accusa di voler portare il figlio alla rovina. Ma davanti alla reazione piena di dignità e orgoglio della donna, che mostra come in realtà sia lei a sostenere tutte le spese della convivenza con Alfredo, il vecchio genitore riconosce di aver giudicato male Violetta e si convince della bontà del suo amore nei confronti del figlio. Ciò nonostante Germont chiede a Violetta di lasciare per sempre Alfredo (“Ed a tai sensi un sacrifizio chieggo”). Il futuro matrimonio della sorella di Alfredo, infatti, sarebbe compromesso da questa unione illegale e immorale. Violetta non vuole rinunciare al suo primo grande amore (“Non sapete quale affetto, vivo, immenso, m’arda in petto?”). Rifiuta in un primo momento la terribile richiesta, rivela a Germont di essere gravemente ammalata (“Non sapete che colpita d’altro morbo è la mia vita?”) e di non essere disposta a trascorrere gli ultimi momenti della sua vita lontana da Alfredo. Ma l’insistenza di Germont alla fine la convince e, tra le lacrime, accetta di abbandonare immediatamente l’amato.

Mentre Germont attende in giardino il ritorno del figlio, Violetta, rimasta sola, inizia a scrivere una lettera, nella quale annuncia ad Alfredo la sua decisione di lasciarlo definitivamente, ma viene interrotta dall’improvviso arrivo del giovane. In preda all’agitazione chiede ad Alfredo di ripeterle ancora una volta quanto l’ami (“Amami Alfredo, amami quant’io t’amo”), lo abbraccia e poi fugge via. La felicità di Alfredo non svanisce nemmeno quando, poco dopo, gli viene comunicato che Violetta è partita per Parigi. Ma la gioia si tramuta in disperazione nel momento in cui Alfredo inizia a leggere la lettera, con la quale cui l’amata gli annuncia il suo addio (“Alfredo, al giungerti di questo foglio . . . “). Il giovane, sconvolto, si getta tra le braccia del padre sopraggiunto nel frattempo per consolarlo. Trova su un tavolo un invito per una festa in casa di Flora e, convinto di trovare lì Violetta, si precipita a Parigi.

                 Amami Alfredo (Ermonela Jaho)

 
 
 
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Un blog di: massimo_decimo_m
Data di creazione: 15/09/2006
 

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