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GIOVANNI L'ILLUMINATO

Post n°548 pubblicato il 08 Febbraio 2013 da ipostasideltempo

Il vangelo piu' interessante del nuovo testamento rimane senza dubbio quello di Giovanni.Il Vangelo secondo Giovanni ha dato vita a una letteratura sterminata di artisti e insegnanti che lo hanno utilizzato come spunto iconografico del Dio uomo."Abramo vostro padre,esulto' nella speranza di vedere il mio giorno;lo vide e' se ne rallegro'".Gli dissero allora i Giudei:"Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?"Rispose loro Gesu':"In verita',in verita' vi dico prima che Abramo fosse,io sono".In queste parole e' racchiusa la forza di questo Vangelo.Non si tratta forse della replica neotestamentaria,quando Mose' chiede in tono lamentoso:"Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro:"Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi".Ma mi diranno:"Come si chiama?"E io cosa risponderò loro?Dio disse a Mose':"Io sono colui che sono!"In questo Vangelo ci sono molte promesse,ma pone il problema di chi sia colui che promette:Gesu' o l'evangelista?Rimane indubbiamente un documento della chiesa con tutti i crismi-canonico,ispirato,esso stesso ispiratore di tutti i concili cristologici,nonostante corre voce che sia un documento dal tono settario.Infatti fu' l'ultimo Vangelo accettato nel canone biblico a causa delle sue assonanze gnostiche.Per Giovanni,Gesu' e' l'Incarnazione del Logos.Chi ha potuto redigere un Vangelo così differente dagli altri?Questo Vangelo continua a sconcertare,ad arricchire,a far infuriare e a consolare come ha fatto da secoli.Le diatribe sono notevoli:Alcuni dicono che non abbia alcun valore storico,altri sostengono che,sia una fonte importante per comprendere la vita Palestinese al tempo di Gesu',per molti più' affidabile dei sinottici.Chi era davvero questo genio cristiano di tradizione ellenistico-giudaica che trasformo' un movimento settario locale a una religione ecumenica?

 
 
 

LA GENESI

Post n°547 pubblicato il 28 Luglio 2012 da ipostasideltempo

Il problema del racconto biblico ha creato una discussione assai dura che ebbe inizio nel 19° secolo e fu originata dalle somiglianze tra i racconti biblici della creazione, del Diluvio e dei patriarchi con simili racconti cosmologici (sumeri, assiri, babilonesi). “Si veda Enuma Elish per la creazione, Ghilgamesh per il Diluvio, Adapa per il primo peccato.” Francois Lénormant “archeologo, numismatico e assiriologo “scrisse che i primi capitoli genesiaci contengono tradizioni identiche a quelle mitiche degli altri popoli: “Ciò che si raccontava presso questo popolo è uguale, in tutti i dati essenziali, a quanto dicevano i libri sacri sulla riva dell'Eufrate e del Tigri . . L'ispirazione ha solo infuso uno spirito nuovo nel racconto: Le nozioni naturalistiche grossolane che là si esprimevano, diventarono qui il rivestimento morale di un ordine più elevato e di una spiritualità più pura”. Man mano che venivano rielaborati tutti i testi sacri dei sumeri, dall mito sumerico di Gilgamesh e quello di Atramhasis vengono rivisitati si poteva intravedere una visione comune.Il primo mito si ricollega ad un re sumero vissuto ad Uruk intorno al 2700 a.C., che sperimenta l’esperienza della mortalità umana e compie un viaggio verso la conoscenza perfetta.Tra le sue imprese, Gilgamesh avrebbe ucciso un toro divino, inviato sulla terra dalla dea Ishtar, che opprimeva il proprio popolo.Il secondo mito, invece, richiama il diluvio universale. Secondo la tradizione sumerica, An sovrintendeva tutto ed il cielo, Enlil ed Enki, suoi figli, regnavano rispettivamente sulla terra e sugli abissi. Il primo aveva più potere del fratello, che aveva come figlio Marduk. An crea gli altri dei per lavorare sulla terra, al fine di poter mangiare, ma questi si rifiutano, perché troppo faticoso. Quindi crea l’uomo che rifiuta anche esso di lavorare. Qui si inserisce il mito biblico del paradiso terrestre e della cacciata da parte dell’uomo e della donna. La prima modifica babilonese al testo sacro sta nel fatto che, a questo punto, Enlil propone di mandare sulla terra la pestilenza ed il diluvio per punire la ribellione umana, ma Enki facendo salvare Atramhasis su un’arca.Nell’altro testo sacro babilonese del Enuma Elish si descrive la lotta tra Enlil, geloso del salvataggio dell’uomo, ed Enki. Per vendicarsi, ordina a Tiamat, essere vivente dei mari, invincibile, di generare dei mostri e comandare su tutti gli dei, ma Marduk, figlio, di Enki, lo uccide e riceve in compenso la supremazia su tutti gli dei. Pur non riconducendo ad una dipendenza diretta dei racconti biblici da quelli mesopotamici e alquanto evidente che leggende caldee abbiano fornito in gran parte il materiale delle leggende bibliche, un vasto lavoro di assimilazione, di trasformazione, è avvenuto durante un lungo tempo.Lo stesso Abramo che dalla citta’ di Ur Kassdim, in Caldea si dirige verso la terra promessa,conscio che l’idolatria babilonese era frutto della mente e della fantasia umana, fin dalla più tenera età si diede alla ricerca di un dio vero. Secondo la tradizione Abramo scopri’ l’esistenza di Dio, cioe’ di una divinita’ ultraterrena unica e inscindibile,. Per ordine del Creatore, all’eta’ di settantacinque anni Abramo lascio’ la casa paterna per trasferirsi in una terra lontana, la Terra Promessa. I costumi di Abramo e dei suoi discendenti ricordano da vicino quelli dei clan di seminomadi, padroni di pecore e capre, che andavano peregrinando lungo la regione della cosiddetta ‘mezzaluna fertile’. Essi vissero a contatto con le popolazioni sedentarie con le quali intrattennero relazioni per lo più pacifiche. Le loro preoccupazioni fondamentali erano quelle di mantenere in vita le loro famiglie in una regione travagliata dalla carestia e assicurare pascoli abbondanti al loro bestiame. Erano convinti della loro fede fondata sul culto di un ‘Dio individuale’ che sentivano “camminare “con loro durante gli spostamenti, di un Dio che prometteva tutto quanto occorreva alla loro precaria esistenza: la protezione, la fecondità, la discendenza e il possesso della terra, nel contesto di un patto al quale il clan doveva rimanere fedele. Probabilmente vari strati intermediari si sono intromesse un po' dovunque tra i Caldei e la Bibbia . Né la forma mitologica né la forma poetica si conservarono nella tradizione israelita; l'epopea divenne un racconto prosaico e il racconto assunse un valore morale per adattarsi al carattere di un Dio unico”.

 
 
 

VUOTO STORICO

Post n°546 pubblicato il 24 Giugno 2012 da ipostasideltempo

 

Secondo la Bibbia, gli ebrei rimasero in Egitto per quattrocentotrenta anni, prima dell'Esodo. Inizialmente, al tempo di Giuseppe, il faraone li accoglie bene, ma in seguito, il faraone , preoccupato per il loro numero crescente, li schiavizza.Alla fine, Mosè viene convocato da Dio per condurre il popolo eletto fuori dell'Egitto, e dopo una serie di piaghe e di terribili epidemie che travolgono l'Egitto il faraone, sebbene molto ' riluttante, li lascia liberi. A un certo punto però cambia idea e fa inseguire gli israeliti, che riescono a fuggire grazie al fatto che le acque del Mar Rosso miracolosamente si ritirano permettendo al popolo di passare. Infine, dopo quarant'anni di peregrinaggi nel deserto, Giosuè li conduce nella Terra Promessa di Canaan. Nonostante questo racconto riguardi eventi storici di straordinaria importanza, la Bibbia non offre nessuna informazione sul periodo in cui si suppone siano avvenuti; non fornisce date e nemmeno il nome dei faraoni coinvolti nella vicenda. Infine , anche se l'antico Egitto ha lasciato numerosissime testimonianze, non è stato trovato un solo indizio storico che comprovi la presenza degli ebrei in quel paese in numero cosi elevato: non una sola citazione riguardo a Giuseppe, che secondo la Bibbia era il «gran visirn del faraone, né riguardo a Mosè, a proposito del quale il racconto biblico dice che fu allevato come un principe egizio. Non ci sono riferimenti alle piaghe (tra cui il giorno trasformato in notte e le acque del Nilo insangue) e neanche alla spettacolare fuga dall'Egitto di un popolo che, a quanto ci viene riferito, contava più di mezzo milione di anime. Si può affermare anzi che non esista nessuna prova storica, al di fuori della Bibbia, che corrobori la veridicità di questi eventi; da un punto di vista prettamente storico, sembrerebbe che gli israeliti non siano mai stati in Egitto.Contemporaneamente un'altra popolazione di cui si e' smarrita ogni traccia,gli adoratori di aton,capitanati dal faraone eretico akhenaton e la regina nefertiti, diedero inizio alla piu grande riforma religiosa della storia egizia,cacciati dal faraone Ay intorno al 1344 a.c.esiliati nella terra di canaan,recarono con se' il culto monoteistico del dio unico.Quando il 4 novembre del 1922 Howard Carter e Lord Carnavon riportarono alla luce la tomba di Tutankhamon,morto intorno al 1330 a.c.La notizia si diffuse a macchia d’olio,la tomba fu’ svuotata dei suoi tesori e inviati al museo del Cairo per esporli al pubblico.Ma nonostante la tomba fosse passata al setaccio,un tesoro piu’ grande giaceva nei segreti di Tutankhamon.Inizialmente presi dal tesoro ritrovato al suo interno,nessuno storico,egittologo,esegeta vi presto’ attenzione:sul muro orientale della camera sepolcrale,sopra i dodici sacerdoti che trascinano il catafalco funebre del Re,sono dipinte otto colonne di iscrizioni religiose.Nell’ultima colonna compare un geroglifico insolito:  ה.  Questo geroglifico ,che in egizio significa “grande Dio”,ricalca esattamente la quinta lettera dell’alfabeto ebraico,  ה(he) il simbolo dell’alito di Dio.Una coincidenza enorme per non poter evidenziare la fusione tra i due popoli.

Da questi racconti possiamo riassumere almeno cinque punti:

1 - Mosè predica in Egitto, come Akhenaton 50 o 100 anni prima, una teologia monoteistica;
2 - Mosè ha un nome egiziano;
3 - Mosè ha, nel racconto biblico, una nascita assolutamente leggendaria;
4 - Un nome del dio ebraico (Adonai), ha la stessa radice del dio solare (Aton) di Amenofi IV;
5 - L'arca dell'alleanza degli ebrei è quasi identica alla "barca degli dei" dei templi egizi.

Entrambi sommersi dalla polvere della storia ,ma troppo simili per non renderlo unico evento nella cronologia storica dell'antico egitto.

 

 

 

 
 
 

IL SEME DEL MALE

Post n°545 pubblicato il 22 Giugno 2012 da ipostasideltempo

 

Sono anni che sentiamo parlare di guerre tra popoli,anni che imploriamo la  pace  .I media non fanno altro che propinare immagini cruente,con capi di stato che si incontrano,nella speranza di raggiungere una tregua al sangue che devasta l'uomo sulla terra.Tutte le religioni convergono sulla pace per onorare Dio:Il Dio di amore e speranza che attraverso il suo intervento sulla terra detto' all'uomo le regole per vivere in armonia.Quando lessi  la prima volta "La Bibbia",durante i miei anni di catechesi,cominciai a farmi alcune domande,senza che nessuno mi aiutasse a trovare  risposte.Nelle letture sacre mi trovavo proiettato per la prima volta in temi  a me nuovi,tra cui :Omicidio,Fraticidio,adultererio,incesto, fino alla cruenta e barbara  crocifissione.Leggevo La bibbia per scoprire l'amore invece mi trovavo di fronte interi capitoli di sterminio:"Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà. Ma se non vuol far pace con te e vorrà la guerra, allora l'assedierai. Quando il Signore tuo Dio l'avrà data nelle tue mani, ne colpirai a fil di spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato. Così farai per tutte le città che sono molto lontane da te e che non sono città di queste nazioni." Di fronte a questi racconti,mi trovavo disorientato.Leggere la battaglia di Canaan o le guerre dei Maccabei nella consapevolezza che vi fosse l'intervento divino mi lasciava esterrefatto.Il libro di Giobbe mi lasciava inorridito:Il povero Giobbe, uomo timorato che per questo era stato da Dio gratificato di tutte le cose che si possono desiderare in questa vita: salute, ricchezze, possedimenti, numerosa discendenza e felicità. Ma tutto questo ad un certo punto accende l’invidia del Nemico, Satana il Diavolo, che un giorno, come dice la storia, sale nelle alte sfere divine e chiede a Dio il permesso di tentare il fedele servitore. Dio glielo concede a patto però che non lo faccia morire, e così in poco tempo Giobbe assiste alla catastrofe del suo casato: finiscono le sue ricchezze e i suoi possedimenti, muoiono figli e figlie, e alla fine, non contento perché nonostante tutto Giobbe continua a credere in Dio, Satana ottiene anche di tentarlo nelle sue carni e così Giobbe viene afflitto da rare malattie che lo assillano, facendolo vacillare nella sua fede, al che interviene Dio a dirgli che egli è l’onnipotente e nessuno può indagare nei suoi misteri. Giobbe s’inchina al volere di Dio e così gli viene ridato tutto ciò che gli era stato tolto.In queste pagine grondanti di violenza iniziai a conoscere la vera natura umana,con le sue contraddizioni e il male insito sin dalla genesi.Lo stesso Paolo di Tarso, rifiutava quegli scritti.Il Santo scrive ai romani:"Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No, certo! Ma io non ho conosciuto il peccato se non per mezzo della legge. Difatti, avrei ignorato la concupiscenza se la legge non mi avesse detto: “Non desiderare”. Ma il peccato, poi, approfittando dell'occasione di questo precetto, ha suscitato in me ogni sorta di cupidigie; poiché senza legge il peccato è morto. Un tempo, senza legge, io vivevo; ma venuto il precetto, il peccato si ridestò ed io morii: sicché il precetto che doveva darmi la vita, diventò occasione di morte. Poiché il peccato, colta l'occasione del precetto, mi sedusse e per mezzo di esso mi uccise. Sicché la legge è santa, e santo, giusto e buono è il precetto.”Oggi sono consapevole che il mio Dio,Dio di amore,di luce, di eternita' non avrebbe mai ordinato lo sterminio ,la guerra e tanta violenza e tantomeno avrebbe preferito un popolo su un altro.Il Dio che aveva preso atto della violenza dell'uomo e sceso sulla terra non per giudicarla ma per sottomettervsi attrraverso la cruenta crocifissione.In questo modo il Cristo inagura l'accellerazione della storia:Dio stesso diviene vittima della violenza,convertendola dall'interno con la rivelazione dell'amore piu' forte della morte.

 

 

 
 
 

GESU' DI NAZARETH

Post n°541 pubblicato il 17 Giugno 2012 da ipostasideltempo

 

Nel mondo attuale e' alquanto difficile immaginare un fenomeno religioso più variegato del Cristianesimo moderno. Dai missionari cattolici romani nei paesi in via di sviluppo , votati alla povertà volontaria per amore,ai presbiteriani del New England e domatori di serpenti degli Appalachi,dai preti greci ortodossi dediti al servizio liturgico di Dio ,ai pentecostali che credono che la società stia per finire bruscamente con il ritorno di Gesù. Ci sono ancora oggi seguaci di David Koresh che credono che il mondo sia già finendo dopo gli avvenimenti di Waco, da loro considerati la realizzazione di alcune profezie dell’Apocalisse di Giovanni. Molti pensano:che cosa c’è di più eterogeneo del variegato fenomeno del Cristianesimo odierno?La risposta e': il Cristianesimo del mondo antico. Come gli storici sanno da molto tempo, nei primi tre secoli dell’era cristiana le pratiche e le fedi di chi si definiva cristiano erano talmente diverse che al confronto le differenze tra cristiani cattolici, battisti primitivi e avventisti del settimo giorno impallidiscono. Nel II° secolo circolavano circa 50 diversi Vangeli,ogni comunita' aveva un testo che narrava le vicende terrene di Gesu':Il Vangelo di Tommaso,il Vangelo di Pietro,il Vangelo di Filippo,il Vangelo dei Nazirei fino al Vangelo degli Ebrei.La maggior parte di cristiani non sono teologi,e tendono a prendere alla lettera le metafore dottrinali dei 4 Vangeli del canone.In realta' i 4 vangeli “canonici” furono scritti piu’ tardi , da persone che non avevano mai conosciuto direttamente Gesu’ e neppure furono i discepoli dei discepoli di Gesu’ .I Vangeli che vennero inclusi nel Nuovo Testamento erano tutti di autori anonimi: solo in una fase successiva vennero chiamati con i nomi dei loro autori putativi, Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Ma allora perche' furono scelti ?Le ragioni per le quali vennero scelti quei testi, condannando all'oblio tutti gli altri, sono complesse e non prive di ripercussioni tuttora evidenti.Sono incerte nelle motivazioni, hanno a che fare con il tumulto pratico e dottrinale che sempre accompagna la nascita e l'ascesa di un nuovo movimento di ispirazione divina.Nella cultura media degli abitanti di questo pianeta, o almeno della parte di esso che costituisce il mondo cristiano, non c’è una precisa conoscenza della figura umana di Gesù, detto il Cristo, né una chiara informazione circa l’antica controversia, che divide gli storici ed i teologi del mondo. Le controversie che riguardano la natura divina di Gesù, per stabilire se egli fu o meno il Messia annunciato dai profeti di Israele, sebbene siano considerevoli tra esponenti della cultura ebraica e quella cristiana, non risultano inferiori a quelle che riguardano alcuni elementi della vita e delle opere umane di Gesù e che dividono, da secoli, le diverse confessioni del mondo cristiano, tra ortodossia, dogmi strumentali ed eresie.Da questo emerge che l'infinita ricerca del Gesu' storico attraverso i vangeli e' fallita,in pochi hanno compreso la portata del messaggio che risuona da 2000 anni:”Gesu' di nazareth la perfezione umana”.

 
 
 
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Se esprimete quel che e' dentro di voi,quel che avete vi salvera';se non lo avete dentro di voi,quel che non avete vi perdera'"Vangelo di Tommaso"

 

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