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DA MOLTO NON SE NE PARLA PIU', MA LA "RIFORMA GELMINI", IN REALTA' E' PASSATA. NON HA PIU' SENSO RICHIAMARE UNA RACCOLTA DI FIRME (COME AL MIO POST #160, IN CUI NE RICHIAMAVO UNO DI  elena.c.q.d) . PERO', INVITO TUTTI COLORO CHE HANNO FIGLI, TUTTI QUELLI CHE SOGNANO UN MONDO MIGLIORE, TUTTI QUELLI CHE SANNO ANCORA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A NON ABBASSARE LA GUARDIA E AD ESSERE PRONTI AD ANDARE IN PIAZZA PER SALVARE LA SCUOLA ITALIANA E, CON ESSA, IL NOSTRO FUTURO.
mgf70

 

LOSING MY RELIGION

 

CREDO SIA IMPORTANTE...

Inviato da andrea7770 il 26/05/08 @ 08:41 via WEB
MESSAGGIO IMPORTANTE Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.
 

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QUALCOSA CHE NON DISSI

Post n°731 pubblicato il 16 Settembre 2012 da mgf70
 

[ricordi]

 

Ogni giorno, ho qualcosa con cui lottare: i capi al lavoro, le paturnie della consorte, i casini dei figli, le tasse che aumentano, i guasti alle auto di casa, la caldaia in blocco, il cane che scappa…

Ogni giorno, la giornata è lunga più delle ore canoniche: non è possibile che la mia sia fatta solo di ventiquattro! Ogni giorno m’alzo presto, tiro la carretta fino in fondo, a lavoro e a casa, per poi andare a dormire tardi.

Il cardiologo, qualche tempo fa mi disse di allentare i ritmi. Io vorrei, ma non me lo posso proprio permettere, ché il mondo non accetterebbe di meno, da me.

Eppure, ogni tanto, ho anch’io i miei buoni momenti vuoti, in cui debbo aspettare, in cui sono costretto a pensare, a ricordare. Spesso, accade al mattino presto, mentre sono sotto la doccia; oppure, mi capita mentre preparo il caffè, mentre attendo che il semaforo passi dal rosso al verde. Qualche volta, sono pensieri banali (politica, economia, sport), ma accade anche che dall’archivio della memoria esca qualche fascicolo sbagliato…

 

Era quasi passato aprile e maggio già si apprestava a rendere Roma, bella e luminosa, come nel cuore di ogni sua primavera: cielo azzurro, sole luminoso e caldo al punto giusto, da farti venire la voglia di mollare tutto e sdraiarti sul prato della prima villa storica che trovi e non pensare a nulla (per me sarebbe un’eresia!), come quando, studente, marinavi la scuola, per pomiciare con le ragazze. Nell’aria si respirava qualcosa di diverso dal solito nervosismo, ingrugnito, dell’inverno: sui visi dei miei concittadini, si moltiplicavano i sorrisi, vuoi per i vestiti sempre più leggeri, che lasciano intravedere un po’ di più dei fisici invitanti, vuoi per l’approssimarsi dell’estate, che dà a tutto un sapore non-impegnativo.

Quel giorno, per un problema all’aria condizionata, eravamo dovuti “fuggire” dagli uffici: l’impianto continuava a pompare aria calda, manco fossimo stati sottozero e sulle scrivanie non si riusciva a far nulla, senza imbrattare di sudore qualsiasi pratica; avevamo chiesto asilo politico, nel parchetto sotto il palazzo della società. Mentre i più si dedicavano a lunghe dissertazioni sugli amanti della capo-area ed altri su chi avrebbe vinto la finale di Champions League, cercavo di lavorare sulla relazione che dovevo portare la settimana successiva, al capo; purtroppo, mi ero dovuto fermare ed arrendermi al fatto che tutti i dati che dovevo fornire, erano in alcuni files, del mio computer, obbligatoriamente (pena la liquefazione) irraggiungibile. Non interessato al calcio, né ai pettegolezzi, mi dedicai ad osservare pigramente, prima i colleghi vocianti, poi le colleghe starnazzanti (sì, vabbé, per alcune anche le loro scollature) e, quando mi stufai, mi dedicai ai passanti, troppo intenti nel loro cammino, per accorgersi di noi, in libera uscita.

Ad un tratto, da dietro l’angolo, vidi sbucare una giovane coppia: lei avrà avuto una ventina d’anni e lui un paio di più; camminavano abbracciati, entrambi senza parlare, ma di quel silenzio colmo di significati, cui istintivamente portiamo rispetto. Ed ecco che, dall’archivio dei ricordi, uscì quel fascicolo di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza.

Lungo via Tomacelli, quasi vent’anni prima, c’era stata un’altra coppia che camminava abbracciata e in silenzio. Lui alto e forte, affrontava il sole al tramonto, sfidandolo col suo sguardo di miope senza-occhiali, ed un sorriso sfrontato; lei, non troppo alta e formosa, lo stringeva forte a sé, in una posizione innaturale (quasi ridicola), senza guardare altro che il petto del suo uomo, tutta presa da quel contatto.

Quella coppia non lo sapeva, ma probabilmente era al culmine della felicità: entrambi dipendevano dall’altro e, in quanto uniti, erano completamente estranei al mondo. Quella coppia, un giorno si sarebbe infranta, come cristallo che cada e, dalle sue schegge, sarebbe nato ben altro: altre storie, altri lavori, dei figli, vite piatte e banali, come quelle di milioni d’esseri umani…

Quella coppia eravamo Lei ed io.

 

Da allora, da quando avevo ritrovato quel fascicolo che credevo dimenticato (ma che, invece, aveva influenzato ogni scelta successiva della mia vita), non c’è giorno in cui non mi fermi almeno un attimo a pensare a Lei. No, non credo che sia amore: ormai il mio cuore è per un’altra donna, per i figli e gli amici. Penso, piuttosto, che il motivo per cui non riesco a non pensarla, sia semplicemente che…mi manca…

Potrei pensare che mi manchino quegli anni, la spensieratezza d’allora, le non-responsabilità di quel tempo; ma, se debbo essere sincero, mi manca proprio Lei, che è stata compagna e amica, come nessun’altra, che è stata la mia musa e la mia analista, che è stata colei che mi restituì la mia adolescenza, perduta troppo in fretta su corpi disponibili e vuoti.

Credo che non fossimo fatti per stare assieme, come esseri umani, ma che lo fossimo per unire le nostre anime, ma…queste sono solo dietrologie e interpretazioni cervellotiche. Se non stiamo più assieme, ci sarà un perché e di questo ne son ben conscio. Ma, ciò non toglie che Lei mi manca, mi manca tanto, come pure mi manca quel pomeriggio in cui camminava abbracciata, ridicolamente, a me e in cui, sentii d’essere qualcosa, d’essere qualcuno, d’essere vivo. E mi manca per le canzoni cantate in duetto con l’autoradio, per la pizza fredda guardando il mare d’inverno, per le nottate passate ad allungare il più possibile la giornata e non andare a dormire.

Le nostre strade si sono da tanto tempo divise, ma di quel tempo ho un continuo rimpianto, a prescindere di come, poi, sia andata a finire. Anche se le scrissi tante lettere (…) e la subissai di parole, di pensieri e di poesie, non fui mai capace di dirle cosa rappresentasse per me; non fui mai capace di farle sapere quanto amore abbia saputo scoprire, grazie a lei, in me. E non seppi mai dirle il semplice “Grazie”, ch’era sulle mie labbra, ogni volta che sorrideva…

Commenti al Post:
psykes
psykes il 17/09/12 alle 10:56 via WEB
un abbraccio ciao....
 
 
mgf70
mgf70 il 17/09/12 alle 22:23 via WEB
Un abbraccio...
 
Always_reborn
Always_reborn il 17/09/12 alle 16:02 via WEB
Sarebbe splendido se ti leggesse adesso.
 
 
mgf70
mgf70 il 17/09/12 alle 22:26 via WEB
Forse sì, ma non credo che ciò accadrà: mondi troppo distanti. E, comunque, non cambierebbe il corso delle cose, non riscriverebbe il passato (che, come diceva Wilde, ha solo una grazia, quella di essere...passato...). Un saluto
 
raffav56
raffav56 il 17/09/12 alle 17:14 via WEB
wow..orcocane!!! non ho parole.. è una storia molto bella.. di quelle che ti allargano il cuore e ti fanno respirare aria da vivere!!! ti lascio un saluto:))
 
 
mgf70
mgf70 il 17/09/12 alle 22:28 via WEB
Grazie Raffa. E' proprio per quell'aria, che scrivo... Un saluto a te
 
   
raffav56
raffav56 il 18/09/12 alle 13:56 via WEB
ciao, ti rispondo qua xchè da me oggi nn riesco..nel senso che non prende il tasto "pubblica".. grazie della visita,a presto, raffa
 
Nues.s
Nues.s il 17/09/12 alle 17:26 via WEB
L'hai fatto ora.
L'Anima queste cose.. le sente.
Avvertira' questo, in un battito che per un infinito, bellissimo secondo ha battuto col Suo.
 
 
mgf70
mgf70 il 17/09/12 alle 22:32 via WEB
E' vero: in questo modo, l'ho fatto. Però, questo mio racconto, è stato come...gridare al vento: per quanto ti sforzi, non avrai mai risposta. A me basta che stia bene e che "senta" che al mondo, non sarà mai sola...
 
shantje
shantje il 19/09/12 alle 09:38 via WEB
ho un ricordo cosi anch'io ma,cerco di rimuoverlo quando si affaccia perchè fa male..e molto. Mi chiedo spesso cosa sia successo e perchè . Sono arrivata alla conclusione che non è colpa di nessuno dei due.è La vita,sono le esperienze e..quella piccola deviazione, quel bivio che in quel giorno eravamo soli e invece di aspettare inconsciamente abbiamo proseguito da soli. Un percorso piccolissimo ma deleterio. C'è chi riesce a recuperare . Nel mio caso non è successo ;)) Sei sempre splendido nei tuoi racconti e di una sensibilità unica. spesso mi chiedo se quella lei ha il prosciutto sugli occhi, Tutte le fortune alle altre accidenti:) Baci
 
 
mgf70
mgf70 il 19/09/12 alle 09:57 via WEB
Amica mia, certi ricordi possono far male o possono aiutarti ad andare avanti: certi attimi, si rimpiangono; ma, aver avuto la fortuna di viverli, non è da tutti. E' vero, non è colpa di nessuno dei due (o lo è di entrambi: ma la sostanza non cambia), quindi? Quindi, la vita deve proseguire e, se ricapiterà un altro di questi attimi, dovremo non farcelo più sfuggire... Ti ringrazio di tutti i tuoi complimenti; ma, per quanto attiene ai "personali", non so se siano meritati: credo che starmi accanto non sia facilissimo... Un abbraccio
 
io_ribelle
io_ribelle il 20/09/12 alle 07:49 via WEB
quella che hai raccontato è una storia bellissima..
Troppo spesso alcune parole restano silenziose..troppe volte non si svelano stati d'animo che renderebbero felici l'altra persona..e sempre ce ne accogiamo troppo tardi
Quel grazie che non hai mai detto non è mai troppo tardi per pronunciarlo...ti abbraccio
 
 
mgf70
mgf70 il 20/09/12 alle 23:58 via WEB
A volte non è questione di tempo, ma solo di occasione: sarà tardi, se le nostre strade non si reincontreranno. Un abbraccio a te
 
Sabri1973
Sabri1973 il 21/09/12 alle 09:19 via WEB
è molto bello quello che scrivi....e lo capisco. Io credo che gli amori che non sono durati tanto a lungo da subire gli attacchi della monotona e stressante quotidianità,siano gli unici in grado di durare per sempre
 
 
mgf70
mgf70 il 21/09/12 alle 09:50 via WEB
Grazie. Durano per sempre, in quanto cristallizzati nella memoria, scolpiti nell'anima: forse è vero che la quotidianità "uccide"; ma, allora, certi ricordi sono perfetti, solo perché non hanno avuto modo di guastarsi... Un saluto
 
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Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni quando la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola.
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C O N S E G U E N Z E . . .

Alla gran maggioranza di noi si richiede un'ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi per ciò che ci rende infelici. (...) La nostra anima (...) Non si può impunentemente violentarla all'infinito...

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(1989) SENTO IL ROMBO DEI BUS

Non più amici, né donne, o altro, intorno a me. Alle mie parole, solo il silenzio risponde. Lontano, sento il rombo dei bus: pur colmi di gente, a me paion vuoti. Condannato così, a restar in balìa di me stesso, nevrosi e stanchezza...           Inverno e non me ne accorgo, se non dal passo pesante: lo stesso di chi ha perso una partita; identico a quello sulla ghiaia di un cimitero.                                              E, così, non riesco più a sorridere, ad esorcizzare le mie fobìe: spezzati sono i miei ricordi (giammai felici).                                                                                                 Questo mondo di rumori cittadini, è ben distante dai miei pensieri e, mi fa sentire ancor più distante; non ho scampo, dalla mia mente, né dal mio destino...
 

L'ULTIMO SPETTACOLO (S.VECCHIONI)

...non lasciamoci "stancare" dalla prima parte: dà un senso alla (meravigliosa) seconda...

 

R E V I S I O N E

OGGI DI' 5 D'APRILE DELL'ANNO DOMINI 2012, HO DECISO DI PROCEDERE AD UNA PRIMA REALE REVISIONE DEL TEMPLATE DEL MIO BLOG, RIPRISTINANDO, CANCELLANDO, SPOSTANDO, CIO' CHE NON HA PIU' RAGIONE DI RESTARE, CIO' CHE NON ERA PIU' FRUIBILE, CIO' CHE HA PERDUTO DI ATTUALITA' IMMEDIATA: ogni tanto, occorre far pulizia !

SPERO, NESSUNO SE NE ABBIA A RISENTIRE...

 

COL TEMPO SAI (VERS. BATTIATO)

 

(1992) LA FRATTURA

Un attimo, una stupida incomprensione, un attrito ridicolo e ogni motivo di serenità è già finito: non sembra svanita la passione; ma, appare perduta ogni volontà di comprendersi. Non più la voglia di starsi accanto, ma la tentazione d’offendersi, che diviene un muto schivarsi, tra le pareti domestiche…Anche da momenti banali, stupidi, può morire un rapporto.

A che serve, far l’amore con passione, con la voglia dell’altro, se poi ne subiamo il fastidio, nelle cose di tutti i giorni? Poi, si finisce di farlo per noia, o (peggio), per quella forma di “dovere”, insita nei comportamenti consolidati... Così, si finisce per sconfessare il proprio desiderio, arrivando a fare (o farsi) male, pur di annullarne l’identità, con la cosa bella, che conoscevamo.

 

 
 

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