Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 20/02/2009

Pause istruttive

Post n°446 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da middlemarch_g
 

Prendi  due donne che non si conoscono e riuniscile in un locale affollato per passare insieme la pausa pranzo di un giorno qualsiasi.

Osservale sintonizzare le loro energie cominciando a parlare di niente che conti davvero: passatempi, contrattempi, sapore del cibo, lavoro odierno e lavori passati, trucco, parrucco, minime virtù, per finire con quel minuscolo caravan di alti e bassi che hanno animato una giornata come tante destinata a passare tra i piedi senza lasciare tracce visibili.

Poi guardale sollevare la testa, fissarsi negli occhi, e affinare la banda di frequenza come succede sempre quando si comincia a parlare della verità. Una cosa notevole perché non c'è molta gente che quando parla di sè si dimostra disponibile a servirsi della verità piuttosto che della pittoresca ricostruzione dei fatti. Quando usi la verità, non puoi ricorrere alla compiacenza dell'interlocutore, non puoi appellarti alla sua pietà, non te la puoi prendere col destino e neppure con le colpe degli altri. Quando usi la verità c'è sempre un solo colpevole: tu, e la misura in cui ti sei comportato da perfetto stronzo. Non è uguale dire: soffro, ed è colpa tua. Oppure: soffro, ed è colpa mia. Non è uguale per niente. Non si può neanche dire che comporti benefici immediatamente spendibili. E' più una cosa come un imperativo kantiano. Lo fai perché è tuo dovere farlo, e perché di fronte a certi sfaceli non ti regge lo stomaco a caricare anche il peso di una cazzata. Se proprio devo chiamare le cose con il loro nome, che sia almeno quello che hanno, porca trota, che a indorare la pillola mi viene solo da vomitare. Tanto il plotone spara comunque. Non lo fa per cattiveria, lo fa perché deve sparare. Lo fa perché questi sono gli ordini.

Alla fine sul tavolo rimane un bel quantitativo di frattaglie. Considerevole davvero. Guardi quel macello e ti viene in mente Shakespeare e quella cosa del Macbeth che dice più o meno: chi l'avrebbe detto che ci fosse tanto sangue?

Da fuori non si nota. Da fuori vedi solo due donne che raccolgono il loro cappotto e vanno a prendersi un caffè. Una cosa si vede però. Ed è che sono belle. Molto, molto, molto belle. Tutte e due. Una più bella dell'altra. Sarà stata tutto quel sangue, o forse tutta quella verità, questo non è chiaro. Ma sono talmente belle che davvero non c'è nessuna che sia più gnocca di loro là dentro.

Forse perché è così che ti premia la verità, che ti abbatte come un vitello senza anestesia, ma poi ti tende la mano per tirarti in piedi e ripartire. O forse perché sono quasi le quattro, il locale è deserto, e hanno finito tutti di mangiare da almeno due ore.

Vai a sapere.

Un bacio da brivido, ricciolona.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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