Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Settembre 2011

Auguri, Simone

Post n°706 pubblicato il 13 Settembre 2011 da middlemarch_g
 
Tag: CVPV

Trovo una chiamata senza risposta sul cellulare. Numero ignoto, ma aspetto comunicazioni importanti da persone che non ho in rubrica, quindi nel dubbio richiamo, e stavolta resto senza risposta io.

Dopo un paio d'ore mi arriva un sms:

Scusa ki 6

Così. Senza nemmeno il punto interrogativo. Però la maiuscola iniziale la mette lui di sua spontanea volontà, cosa che, data l'anda complessiva, poteva anche mancare. Diamo a Cesare quel che è di Cesare, su.

Rispondo sempre tramite sms:

Stessa domanda che mi facevo io. Ho ricevuto una chiamata da questo cellulare.

Cinque minuti dopo:

Dv aver sbagliato scusa.

Evvabbè, penso. Un Figlio dei Nostri Tempi. La paresi vocalica, la carenza vitaminica di punteggiatura e l'ipetrofia di kappa sono patologie diffuse e contagiose, non è nemmeno colpa sua. E' una pandemia generazionale. E per quel che mi riguarda finisce qui. Senonché una ventina di minuti dopo me ne arriva un altro:

Cmq mi kiam simone

Sorrido. Me lo vedo dall'altro lato che esita e tentenna. Lo spedisco o no? Non sa nemmeno se sono maschio o femmina. E forse è un romantico. Si dice: e se fosse un segno, lo lasci cadere così? Alla fine lo spedisce.

Anch'io ho esitato. Avevo sulla punta delle dita una cosa tipo:

Piacere, caro. Io sono Middle e ho 44 anni. A spanne, sono due volte più vecchia di te, ma potrebbe essere anche di più. Adesso bevi il tuo bicchiere di latte e poi di corsa a dormire, che domani hai una giornata impegnativa.

Però non l'ho mandato. Ho pensato che in fondo non avevo niente da perdere a regalare un sogno dal costo complessivo di cinque lire a un ragazzino. Magari domani davanti al negozio del panettiere incontra la donna della sua vita e la riconosce - e guardate che non è affatto scontato, sono mille le volte in cui l'occasione ci passa sotto il naso e non l'acchiappiamo perché siamo intossicati dai nostri cattivi pensieri -, solo perché ha cominciato a sognarla stasera. E ha cominciato a sognarla stasera perché io non gliel'ho impallinata in volo.

E' a cose di questo tipo che pensavo quando ho aperto il blog e l'ho chiamato middlemarch. Proprio cose così. Perché è per questo che vale la pena di vivere. Desiderare, e poi lasciare che un sogno si incarni per tutto il tempo che può durare. 

 
 
 

Copyright salomonico

Post n°705 pubblicato il 12 Settembre 2011 da middlemarch_g
 

La diocesi di Bologna dice che Vasco Rossi utilizza il suo piedistallo per lanciare messaggi ingannevoli.

Oddio, magari sarà anche vero. Però, ragazzi, non è che questo giochetto lo potete fare sempre solo voi. Si fa a turno, un po' per uno. Dopodichè i gggiovani decideranno da soli a chi gli conviene credere.

 
 
 

E' così che comincia

Post n°704 pubblicato il 10 Settembre 2011 da middlemarch_g
 

E' la settimana delle prove di ammissione all'università. Me ne dimentico sempre, e me lo ricordo solo quando esco in pausa pranzo. Le fiumane che caracollano tra via Venezia e il Portello possono indicare solo esodo per fuga radioattiva o prove di ammissione all'università. Ammissione a che? Quest'anno non è dato sapere. Fino all'anno scorso era 'ammissione alla facoltà di', ma da allora ad oggi è passata la Gelmini che, non so se ne siete al corrente, tra le altre cose ha abolito le facoltà. Per cui a che cazzo di confraternita accademica sta chiedendo di essere ammesso non lo sa nemmeno il candidato. Però lui prova, creatura. E poi gli faranno sapere.

Mentre mangio la mia insalatina di piovra con patate al bar (perché Ivo è un esercente che sa il fatto suo), osservo di sottecchi la bionda seduta al mio fianco. Carina, giovanissima, capello alla stigracazzissimi, e occhio perso nel vuoto. Dopo un po' la raggiunge un ragazzetto anonimo della stessa età apparente e lei, riscuotendosi dal suo torpore, gli strizza il braccio: 'scolta: "tanto gentile e tanto onesta pare" de chi xeo? E xè Dante o Petrarca?'

Sorrido. Sorrido fuori ma soprattutto sorrido dentro. E mi strangola una tenerezza che un altro po' mi manda la piovra di traverso. Hai appena finito la tua prova di ammissione e non hai che una priorità al mondo: passarla. Ogni cosa ti sembra secondaria e inesistente rispetto a questa. E tutto l'immenso potenziale d'ansia che in realtà ha che fare con te e il futuro che verrà -  gli esami, il professore stronzo che t'ha preso di mira, la tesi, il tirocinio, il lavoro che non c'è, il mutuo che chissà se te lo daranno mai, il marito che forse incontrerai e forse sposerà un'altra, i figli che nasceranno o che non verranno al mondo, la vecchiaia, la pensione che è proprio la cosa più remota di tutte e non solo come distanza temporale, la vita insomma, con le sue miserie e le sue folgoranti verità, tutto quel magma di paura e amore, dolore e sentimenti, estasi e carogna sulla spalla, lacrime, sudore e gioie smisurate, questo abisso di cose che ti terrorizzano e a cui non puoi e non sai pensare - tutto viene proiettato indirettamente su tanto gentile e tanto onesta pare e sulla questione: chi cazzo avrà scritto questa minchiata?

Il ragazzo accanto a lei tentenna, evidentemente non è proprio un fine italianista neanche lui. Lei sbianca, gli strizza il braccio più forte: e xè Dante, vero? E la voce le diventa un pigolio lamentoso. Il ragazzo ci pensa ancora un po', ma alla fine tira fuori i coglioni e si assume le sue responsabilità. Le mette la mano sulla sua e conferma: Si, è Dante.

Ed è a quel punto che io mi sento in dovere di appoggiare la mia piovra sul bancone, girarmi verso di lei, e col mio sorriso più autorevole dare il mio piccolissimo contributo: Giusto, è Dante.

Lei guarda me, guarda lui, riguarda prima me e poi lui, e finalmente il sorriso le si apre sulla faccia come una finestra che si spalanca al sole del primo mattino sul golfo del Tigullio.

Per stavolta è andata, cara, penso cinque minuti dopo, mentre aspetto che il semaforo pedonale diventi verde per tornare il biblioteca. Per stavolta è andata. E per il futuro vedrai che un modo di risolvere le cose si troverà.

 

 
 
 

Carrie chi?

Post n°703 pubblicato il 10 Settembre 2011 da middlemarch_g
 

Non mi era mai capitato di guardare Sex & the City. All'epoca andava in onda troppo tardi, e poi non ce n'è mai stata l'occasione. Adesso che ho Sky invece, bene o male credo di essermi ripassata buona parte di tutte le puntate delle sei stagioni, e devo dire che ad ogni singola visione la cosa continua ad esercitare su di me un potere quasi ipnotico. Che è poi il motivo per cui non riesco a smettere di guardarle.

Perché non c'è dubbio che sotto il profilo del costume questa sia stata una serie che ha segnato la storia della tivvù e l'intero decennio degli anni '90. Come ti dimostra il fatto che senza averne visto nemmeno 5 minuti prima di 3 mesi fa, ne sapevo molto. E molto altro credevo di saperne.

Per esempio: m'ero fatta l'idea che avesse veicolato una piccola rivoluzione nel modo di rappresentare le donne, perché le aveva beatificate tramite un'immagine di libertà e indipendenza mai permessa prima, e forse mai nemmeno pensata.

Per cui adesso, ogni volta che guardo una puntata, mi ritrovo sempre invariabilmente a pensare: ma come cazzo è possibile. Così, senza nemmeno il punto interrogativo. Perché una domanda retorica può saturare sulla variabile retorica solo al 95%, massimo al 99% per cento. Uno spiraglio di dubbio extraretorico te lo deve lasciare, maremma maiala, altrimenti smette di essere una domanda per diventare una certezza. Che è appunto il caso in oggetto.

Com'è possibile, dicevo, che queste quattro mediocri individue, queste squallide sciampiste iperfashion che confondono il talento con la capacità di discriminare una Manolo Blahnik da una Jimmy Choo, queste frigide mentalmente desertificate, queste ultraconservatrici patologicamente maniache del controllo e prive d'anima e di spirito, abbiano potuto rappresentare un'icona femminile del decennio per l'unica ragione che prendono cazzi a nastro? Che sarebbe un po' come dare il nobel per la fisica a uno che entra nel Guinness dei Primati nella categoria 'l'uomo colpito più spesso da un fulmine'.

Li prendessero almeno per il gusto di farlo. Ma no, manco questo, che è pur sempre una cosa che presuppone un barlume di autoconsapevolezza. Prendono cazzi per dire a se stesse che esistono, perché altrimenti non saprebbero nemmeno chi sono. Il sesso come antidoto all'alzheimer esistenziale. 

Le scarpe piacciono anche a me, e molto. Ma la libertà delle donne - oh ragazzi, oh ragazzi! - sarebbe proprio un'altra robina, lasciatevelo dire. Di parecchio, ma di parecchio diversa. Proprio una cosa di un altro pianeta.

 
 
 

Quando il Graal sa di freschino

Post n°702 pubblicato il 07 Settembre 2011 da middlemarch_g
 

La settimana scorsa ho guardato per una buona mezz'ora la prima puntata della serie sui Kennedy che in america ha suscitato tutto quello starnazzante carnaio.

Lasciamo perdere il giudizio storico , ché non è di mia competenza e neppure nelle mie capacità, e focalizziamoci sulla fiction in sè. Giuro su quanto ho di più caro al mondo che se qualcuno si fosse messo d'impegno a convincermi che il protagonista era Ridge tinto di biondo, che quella che faceva la moglie era Brooke tinta di nero, e che si trattava solo di una versione celebrativa di Beautiful in prime time in occasione del cinquecentario dalla messa in onda della prima puntata, ci avrebbe messo niente a convincermi. Anche perché dopo le nove di sera è raro che io sia lucidissima.

La qualità fetente di un prodotto non è necessariamente una colpa. Se c'è chi se lo compra, buon per loro. Però la prossima volta magari la polemica feroce riserviamola per qualcosa di un po' meno vertiginosamente insulso.

 

round table

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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