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Interrogativi senza risposta – sensazioni inspiegabili – realtà oltre ogni possibile comprensione

 

 
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RICORDI E RIMORSI

Post n°25 pubblicato il 25 Settembre 2008 da Pytagoricum
 
Foto di Pytagoricum

 

Non per tutti, ma per molti arriva un momento della vita in cui si fanno bilanci. Quando non c’è più molto da sperare in un futuro che si assottiglia e il tempo che rimane è sempre meno, allora diventa inutile guardare avanti in una vita ormai continuamente ripetitiva. L’unica cosa che ci attende è la fine, il buio, nessuna certezza di cose che possano rassicurarci nella nostra percezione fisica.
Si inizia allora un viaggio all’indietro nella propria vita, rivisitando ricordi lontani che incredibilmente rivivono in noi, suoni, voci, immagini, odori e sapori che pensavamo perduti riemergono dai meandri profondi della mente con incredibile chiarezza per ritornare davanti a noi.
Talvolta il ritorno è piacevole, ma le cose piacevoli non rimangono a lungo, solo brevi dolcissime folate di momenti divertenti, simpatici, felici, di esaltazione, di estasi, perché non sono essi che “pesano” nel bagaglio dei nostri ricordi, nella coscienza.
Persistono invece con tutto il loro “peso” i ricordi sgradevoli, quelli che si ripropongono rendendo attuali momenti di tensione risalenti anche a cinquant’anni indietro, ma generando una angoscia poco inferiore a quella per fatti recenti. Inutile cercare di ridurre al fatto che sono eventi lontani nel tempo e qualunque conseguenza abbiano generato ormai nulla si può fare per cambiare. Più si cerca di allontanarli più rimangono con insistenza.
I ricordi sgradevoli sono essenzialmente di due tipi: I torti ricevuti e il male fatto.
Nella vita di ognuno offese, angherie, ingiustizie, inganni se ne subiscono tanti, e la maggior parte scompaiono per sempre dai nostri ricordi, anche  perché se dovessimmo farci una ragione per ogni momento negativo del nostro percorso esistenziale sarebbe da impazzire.
Ci sono però degli eventi sgradevoli che non scompaiono, sono quelli che ci hanno provocato le più dure umiliazioni incrinando seriamente la nostra autostima, oppure quelli che ci hanno generato lunghe sofferenze interiori e che in qualche modo hanno segnato gli eventi successivi. Ma sono cose che comunque, anche se a suo tempo avranno molto pesato, spesso erano impossibili da evitare e indipendenti dalla nostra volontà, in qualche modo siamo andati avanti e il tempo trascorso rimargina alquanto ferite seppur inizialmente profonde e dolorose.

Il male da noi fatto agli altri invece è un’altra categoria. Abbiamo dato dispiaceri, generato sofferenze, dolore, disperazione, umiliazioni e talvolta per semplice capriccio, con assoluta noncuranza, indifferenza, mancanza di sensibilità, oppure per deliberata cattiveria.

Soprattutto nel periodo adolescenziale e giovanile è più facile commettere atti che offendono gli altri o che possono generare sofferenze, e questo é il motivo per cui dopo tanti anni rivedendo qualche persona può capitare che volti lo sguardo altrove fingendo di non riconoscerci. Il male fatto si dimentica, quello ingoiato purtroppo non sempre, ma quando accadono cose del genere non fanno mai piacere. Avremmo magari voluto salutare un vecchio amico, compagno di scuola, o vicino di casa, per sapere di loro, parlagli di noi, della nostra famiglia, dei nostri successi o dei nostri problemi, ma la loro indifferenza ci tronca… In quel momento anche se in modo parziale e tardivo il conto è stato saldato, ignorandoci, ci viene reso quello che abbiamo meritato.
Ma quello che a me duole è il male che ho fatto alle persone a cui volevo e mi volevano bene, soprattutto i miei genitori, persone speciali in assoluto ed esemplari nel loro ruolo che con grandissimo affetto e cura mi hanno sempre seguito nel mio percorso di crescita in un mondo che già iniziava a dare i primi sintomi di scadimento dei valori. Per loro è stato sicuramente molto difficile aiutarmi a imboccare la giusta direzione, quando nella situazione sociale dell’epoca la protesta, la violenza e il disprezzo dei valori fondanti del contesto civile erano di rilievo indiscusso. Quanto hanno dovuto soffrire per fare di me la persona, che mio malgrado, sono diventato grazie al loro insegnamento! Quando con ostinazione li avversavo combattendo in famiglia una assurda battaglia, pur non avendo nulla da vincere e tutto da perdere… Anni duri per i miei genitori, quando ogni giorno in casa c’era un motivo di scontro o di malumore, quando la pace familiare era continuamente compromessa fino a quando non sono riuscito a “crescere” trovando motivazione prima nello studio, poi nel lavoro e infine in una mia famiglia.
Per quanto possa in seguito aver ringraziato i miei genitori, dandogli atto della grandezza del loro amore e dell’impegno educativo, di aver continuato a credere in me anche quando non ce n'era tanto motivo, non sarà mai abbastanza per compensare l’immensità dei loro sforzi spesi in direzione del mio bene, nonostante abbia spesso fatto abbastanza per ostacolarli.
Oggi, essendo genitore e vedendo le cose da un’altra angolazione, mi rendo conto che ai figli si finisce per perdonare tutto o quasi, ma continuo a domandarmi perché non sono stato un figlio migliore, che cosa mi ha impedito di ascoltarli sempre seguendo il loro insegnamento, i loro consigli, valendomi delle loro capacità ed esperienza, evitando loro dispiaceri e momenti di tensione e ripagandoli subito con tanto più affetto e le soddisfazioni che certamente meritavano.

 
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