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Creato da: Pytagoricum il 19/05/2008
Interrogativi senza risposta – sensazioni inspiegabili – realtà oltre ogni possibile comprensione

 

 
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LE FONTI DEL BENE E DEL MALE

Post n°28 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da Pytagoricum
 
Foto di Pytagoricum

Una diffusa concezione presente in alcune religioni e soprattutto in quella cristiana vorrebbe che tutto quanto esiste di buono, elevato, meritorio, lodevole, è situato in alto sopra di noi in cielo, un luogo bellissimo, luminoso, supremo. Tutto quello che invece è brutto, disgustoso, vergognoso, terribile, orripilante è invece situato in basso, in un luogo sottoterra non bene identificato, un baratro spaventoso, una voragine buia.
E’ chiaro che questa rappresentazione metaforica è dovuta alla induzione dei concetti di eccellenza del bene e abiezione del male, perché nell’universo non esiste un basso e un alto, un sopra e un sotto, se chi si trova al Polo Sud, pur trovandosi in basso rispetto a chi sta al Polo Nord, vede ugualmente l’alto sopra di sé esattamente come chi sta al Polo Nord. Il concetto di alto e basso è quindi relativo e vale sulla Terra, ma si annulla negli spazi siderali.
Ma la nostra convenzionale rappresentazione della dislocazione fisica delle fonti del bene e del male esula anche dalla loro effettiva collocazione cosmica, perché pur viaggiando attraverso tutto l’universo non riusciremmo a raggiungere le loro possibili dimore, in quanto, essendo l’universo materiale delimitato da uno spazio curvo confinante con il nulla, ogni tentativo di fuoriuscirne fisicamente alla ricerca di improbabili altri siti sarebbe vano, appartenendo essi alla sfera del trascendente e quindi separati dall’universo immanente da una immensa, invisibile e insuperabile barriera. Il viaggio da fare in quel caso sarebbe di diversa entità.

Meditando approfonditamente sugli eventi della vita, da sempre si riscontra un inesauribile scontro del bene contro il male, ma in questo confronto è purtroppo frequente vedere proprio il male ad avere il sopravvento, angosciando l’esistenza dei singoli e anche l’intera umanità con talvolta terribili eventi, cosa che suggerisce essere il male a essere più prossimo alla dimensione dell’uomo, alla sua vita, al nostro mondo, molto più di quanto non lo sia invece il Bene. Questa considerazione mi suggerisce la visione cosmologica di un  mondo avvinghiato dalle trame del male, attraverso le quali le Forze del Bene penetrano con difficoltà, e solo se riusciamo ad aprire faticosamente un varco allora la Luce del Bene riesce meglio a farsi spazio attraverso l’oscuro sbarramento delle forze del male per gratificarci, come quando nella difficoltà e nella disperazione si cerca aiuto da Chi tutto può, le nostre invocazioni stentatamente giungono in Alto sempre ostacolate dalle spire del male, che, quasi impercettibile guaina, avvolge il nostro mondo per impedirci di essere sostenuti dalla Forza del Bene.
Impossibile perciò credere alla metafora che il male e tutto ciò di peggiore esso rappresenta risieda in basso, sotto terra, nella voragine dantesca. Se così fosse, alzando gli occhi al Cielo nulla potrebbe impedire che le nostre angosce trovino subito un misericordioso sollievo. Nessun baratro oscuro quindi sotto di noi, il male si frappone ostinatamente tra mondo e Cieli, annidato sopra di noi nelle tenebre che sono tra la materia e la Luce dello Spirito.

Per raggiungere ed attingere alla fonte del Bene bisogna vincere le resistenze e gli ostacoli che le forze del male frappongono, non sfuggendolo in una impossibile direzione opposta, perché esso ci sovrasta e ci avvolge, non esiste modo o luogo al mondo dove poterlo eludere, ma solo vedendolo, affrontandolo con decisione e infine vincendo si può meritare il conforto delle forze del Bene.
Il confronto con il male è sempre difficile e talvolta drammatico, perché esso si manifesta nei modi e nelle circostanze più disparate ma essenzialmente tramite i nostri simili e nello scatenarsi incontrollato di eventi naturali. Le insidie dei nostri simili non arrivano necessariamente dall’agguato di un serial-killer, un rapinatore, un terrorista o in un teatro di guerra, anche un solerte funzionario di banca, una avvenente signora, un giovane disagiato o un dinamico manager possono essere veicoli del male. Le situazioni più tragiche si hanno però quando la natura a sorpresa esibisce il suo campionario di disastri e cataclismi, nei quali l’umanità è in assoluto stato di impotenza, potendo unicamente subire le palesi dimostrazioni del male che esplode da un mondo imperfetto il cui  funzionamento, per quanto complesso, é gestito da un sistema di regole non ineccepibili, così legittimando il dubbio che l’universo e le sue leggi non siano opera di un Onnipotente, Essere perfettissimo prototipo di giustizia e misericordia, e neanche plasmato da una fattispecie di platonico demiurgo che, insieme alla sua congrega di arconti, nella reminiscenza di un  pleroma avrebbero copiato le idee da un supposto iperuranio realizzandone una brutta copia sia nell’universo che nella stessa umanità.

Il creatore, al quale tanta gente, identificandolo con l’Onnipotente Essere Unigenito,  innalza suppliche e preghiere, potrebbe essere qualcosa di diverso da quanto molti vorrebbero credere, perché l’Onnipotente simbolo di assoluta Perfezione non poteva commettere errori o negligenze nella sua creazione. L’universo mai sarebbe mai stato originato nell’immane catastrofe del Big-Bang, mai degli astri sarebbero esplosi, collassati e le loro orbite irregolari, perturbate e collidenti, la massa oscura non potrebbe fagocitare quella luminosa, la vita dei suoi figli prediletti mai minacciata dai tremori di un suolo instabile, dai furori meteorologici, dalla violenza del vento e delle acque, o, peggio ancora, vittime essi stessi della propria disumanità.
Il mondo creato da un Onnipotente sarebbe tanto straordinario da esistere in tutte le sue manifestazioni senza il sostegno strutturale della materia, un mondo di sola purissima energia, di perfezione, bellezza, amore... 
Insomma, un vero paradiso.

 
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